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Rassegna stampa 12/01/2004

Rassegna stampa del 11 Gennaio 2004

Rassegna stampa del 11 Gennaio 2004

Da "Virgilio Notizie" del 11 gennaio 2004
ROMA, ARRESTATI SEQUESTRATORI RAGAZZA KOSOVARA A SAN CESAREO
-Inseguiti nei campi da carabinieri e polizia, poi il fermo
Roma - Due ragazzi albanesi sono stati arrestati in un’operazione congiunta di carabinieri e polizia di Roma con l’accusa di sequestro di persona e ricettazione di autovettura rubata. I due erano fuggiti dall’area di servizio ’Prenestina Sud’ dell’autostrada A/1 (insieme ad una terza persona), dopo essere stati scoperti dalla Polstrada mentre tenevano sotto sequestro una cittadina kosovara all’interno dell’autovettura Opel Frontera. Al casello di San Cesareo avevano abbandonato la vettura e si erano dati alla fuga nei campi. Per tutta la giornata Polizia e Carabinieri, avvalendosi dell’ausilio di elicotteri e numerosi equipaggi, hanno continuato la battuta. I due ragazzi sono stati trovati nella tarda serata di ieri da un equipaggio dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Palestrina ad una fermata degli autobus per Roma a San Cesareo, su indicazione di un cittadino che ha chiamato il 112, dopo aver notato i due giovani con i vestiti sporchi di fango. Dopo un altro inseguimento nei campi, i Carabinieri hanno bloccato i ragazzi e li hanno condotti presso la caserma di Palestrina per il fotosegnalamento. Nel frattempo, l’attività di indagine avviata dai Carabinieri con il personale della Squadra Mobile di Roma e diretta dall’Autorità Giudiziaria della Procura di Tivoli, D.ssa Ceraso, ha consentito di accertare che i due facevano effettivamente parte del manipolo in fuga dalla mattina. In seguito al riconoscimento operato dalla giovane ragazza sequestrata, si è proceduto con un fermo di polizia giudiziaria. I due giovani sono reclusi a Rebibbia.


Da "La Sicilia" del 11 gennaio 2004
polstrada. 

Anche oggi il piano di informazione telefonica.

Chi va sull’Etna porti le catene
"Viaggiare informati" chiamando 095547212
AGATINO ZIZZO

Anche per oggi, e considerata la variabilità atmosferica, la polizia stradale ha predisposto un preciso piano di informazione telefonica.
Tutti gli utenti, formando lo 095547212, potranno conoscere dal personale della centrale operativa compartimentale, che abbraccia circa duemila chilometri di arterie, lo stato del tempo e l’agibilità dei vari percorsi nella Sicilia orientale.
Una cinquantina di pattuglie provvederanno ad aggiornare il quadro viabilità agli imbarchi dei traghetti, ai caselli autostradali, sulle strade statali più trafficate ed anche sulla ragnatela di bretelle che si snodano attorno al vulcano Etna.
Le oltre cento chiamate per informazioni, evase dalla Stradale durante le scorse festività, comunque fanno capire che l’utenza incomincia ad utilizzare questo particolare e significativo servizio, "Viaggiare informati".
Ovviamente, lo stesso lavoro viene svolto anche dall’altro lato dell’Isola, nella Sicilia occidentale, dalla "sala operativa" della Polizia stradale del compartimento di Palermo e in Calabria da quella del compartimento di Catanzaro.


Da "Il Gazzettino" del 11 gennaio 2004

L’imprudenza dei padovani

Angelo Cimarosti

L’imprudenza dei padovani "vale" 27 mila punti. Se fosse un videogame sarebbe un record. Ma non è un gioco. I punti sono quelli che gli uomini della polizia stradale hanno scalato dalle patenti degli automobilisti colti sul fatto mentre infrangevano il codice della strada, nella provincia di Padova. Pietro Luigi Saga è il comandante della Stradale. Ha davanti a lui, sul tavolo, lunghi tabulati statistici, con le multe appioppate dai suoi agenti nel secondo semestre 2003. Cioè da quando sono in vigore le nuove norme della patente a punti. "Nel 2002 avevamo rilevato 39 incidenti mortali. Il 2003 si è concluso con 20 - racconta il dirigente - Che la legge funzioni mi sembra evidente da questa cifra". Eppure Saga scuote la testa quando si mette a lavorare con la macchinetta calcolatrice: "Ecco qui, 10 punti per la guida in stato di ebbrezza, poi quelli per l’eccesso di velocità, il telefonino senza l’auricolare, altri punti per il mancato uso delle cinture, i fari spenti...Moltipichiamo per le infrazioni rilevate...Vede? Sono 27 mila punti, solo per il distaccamento di Padova. Si rende conto di quanti incidenti abbiamo evitato in questo modo?". La lista è impressionante. Le pattuglie della Polstrada hanno ritirato 120 patenti per guida in stato di ebbrezza in autostrada, ed altre 198 su strada normale, per un totale di 318: "Il che significa che abbiamo sicuramente evitato molti morti e feriti. Ed anche che siamo stati molto attenti all’applicazione del Codice. La gente ancora non si rende conto che le sanzioni arrivano fino ad un mese di arresto, e ad ammende molto pesanti, da un minimo di 258 fino ad un massimo di 1.032 euro. Senza calcolare i punti - prosegue il capo della Stradale - e il fermo dell’auto e gli eventuali esami della commissione medica provinciale in caso che il tasso di alcolimia sia superiore all’ 1,5".

Ma non basta. I veicoli non revisionati fermati in autostrada sono stati 75, per 533 volte i guidatori sono stati sorpresi con il telefonino pericolosamente all’orecchio, 1.631 le multe per cintura slacciata, 420 per mancato uso dei fari anabbaglianti, 1.535 per eccesso di velocità, 778 per velocità pericolosa. In 130 casi sono stati sanzionati motociclisti che non usavano il casco. Clamoroso il fatto che 21 volte questo sia avvenuto in autostrada: "Non c’è da stupirsi - racconta Saga - A me è capitato di dover discutere con un motociclista che pretendeva di indossare un elmetto della Wehrmacht". Eppure, anche se sono dimezzati gli incidenti mortali sulla rete autostradale, il bilancio rimane drammatico a causa dei tanti incidenti sulla viabilità ordinaria. Nel 2000 ci furono 102 morti, 131 nel 2001, 117 nel 2002. Nel 2003, secondo i dati raccolti dal Gazzettino (e quindi non ufficiali) sono stati 130. Una strage che è esemplificata con impressionante chiarezza dalla lista che pubblichiamo qui a fianco. Non è una macabra contabilità, ma un documento che può far riflettere. "Aspettiamo i dati ufficiali - conclude Saga - Ma leggendola emerge che spesso gli incidenti appaiono banali, e quindi evitabili. Dalle biciclette ai motorini molto si potrà e dovrà fare con l’educazione stradale e il patentino per i ciclomotori".


Da "Il Gazzettino" del 11 gennaio 2004

Il comandante Saga: "Contiamo sul "patentino""

 

Pietro Luigi Saga, dirigente della polizia stradale, ripone molte speranze nell’adozione del patentino obbligatorio per i ciclomotori. Dovrebbero così diminuire gli incidenti tra i giovani. Nel 2004 verrà imposto ai minorenni, o come materia di studio" oppure nelle autoscuole. Il Codice specifica che dal 1 luglio 2005 lo debbano conseguire anche i maggiorenni non patentati.


Da "Il Gazzettino" del 11 gennaio 2004

1.535 eccessi di velocità 533 multe per il cellulare

 

Per 537 volte la Stradale ha rilevato strumentalmente (con telelaser o altre apparecchiature) l’eccesso di velocità in autostrada. Ma i padovani corrono troppo soprattutto nella viabilità ordinaria (998), portando la somma a 1.535. Diversa la velocità pericolosa ai semafori, incroci o caselli, che è un’altra infrazione: 382 volte in autostrada, 396 in città.


Da "Il Messaggero" del 11 gennaio 2004

Incidente e fuga dei ladri d’auto

 

Ladri d’auto all’alba di ieri si sono fatti tamponare da una pattuglia della polizia che li stava inseguendo e poi sono fuggiti per le campagne di Ponzano Romano. E’accaduto intorno alle 4. La centrale operativa della polizia stradale aveva diramato le ricerche di un’Alfa Romeo 147 rubata qualche ora prima a Terni. Una pattuglia della stradale ha intercettato l’auto e ha tentato di fermarla. La 147, invece, ha proseguito a forte velocità e poi, per bloccare l’inseguimento, si è fatta tamponare dall’auto della polizia. I due ladri a bordo dell’auto a quel punto ne hanno approfittato per saltare il guard-rail e fuggire a piedi in campagna.


Da "Il Secolo XIX" del 11 gennaio 2004

Fuga come in un film

Rocambolesco inseguimento dall’Autofiori a Capo Berta: due in manette
Sequestrato anche mezzo chilo di sostanza stupefacente

G.Br.

 

Imperia Sembrava un film poliziesco ma, invece, era tutto vero. E’ finito sui tornanti di Capo Berta, ieri mattina poco prima di mezzogiorno, il lungo, rocambolesco inseguimento di un’auto sospetta, sfuggita a un posto di blocco sull’Autofiori e alla fine bloccata da polizia, carabinieri e finanza lungo l’Aurelia, tra Diano Marina e Imperia. Bilancio finale: due arresti, un uomo e una donna, sequestro di mezzo chilo di sostanza stupefacente e dell’autovettura della fuga.
Ma andiamo con ordine. Tutto ha inizio da quando, sul tratto autostradale compreso tra Taggia e Imperia, la Ford Focus - diretta verso levante - non si ferma all’alt di una pattuglia. Dopo aver forzato il posto di blocco, i due passeggeri si dirigono, a tutta velocità, in direzione Genova. Alle calcagna l’auto della polizia stradale. L’inseguimento è avventuroso. Le due vetture si sarebbero anche toccate. E’ una questione di minuti: quattro, forse cinque. La "Ford" imbocca il casello di uscita di San Bartolomeo credendo, in qualche modo, di aver seminato gli inseguitori. Un calcolo errato. Un paio di chilometri e, sulle prime curve di Capo Berta, dopo che era scattato l’allarme a Imperia e Diano Marina, l’auto viene bloccata.
I due occupanti, un uomo di 56 anni, Silvano D.G., di origine romana, e una donna, Cinzia N., 29 anni, anche lei proveniente dalla Capitale, vengono ammanettati e trasferiti al comando provinciale delle Fiamme Gialle in piazza De Amicis. Qui, dopo essere stati sottoposti a un interrogatorio, vengono fermati. Entrambi, poco prima dell’una, sono stati accompagnati all’ospedale per essere medicati. Sulla vicenda, che a quanto pare avrebbe preso le mosse da un’inchiesta della procura di Monza, regna tutt’ora il massimo riserbo. Persino sul sequestro della droga. Non è stato confermato, infatti, se la sostanza stupefacente sia stata recuperata all’interno della vettura dopo una perquisizione o, invece, sia stata gettata fuori dal finestrino (e poi rinvenuta dagli investigatori) durante il rocambolesco inseguimento.


Da "L’Unione Sarda" del 11 gennaio 2004

Il ricavato dell’iniziativa destinato alle attività dei ragazzi ospiti della comunità

Stradale in calendario per aiutare i più deboli

Dodici foto in divisa dei giovani del Gesù Nazareno

Gian Mario Sias

 

Li considerano gli "angeli della strada, che aiutano le persone quando sono in pericolo e arrestano i cattivi". Per questo, per i ragazzi della Gesù Nazareno, dev’essere stata un’emozione incredibile indossare i panni dei loro eroi almeno per un giorno e farsi immortalare dall’obiettivo di un fotografo.
è stata la realizzazione di un desiderio che condividono con chissà quanti altri giovani, il coronamento di un sogno che li accompagnerà per tutto l’anno, sulle pagine del loro nuovo calendario, realizzato con l’obiettivo di raccogliere dei fondi da destinare alle attività della Fondazione che li accoglie.
Bissando l’esperimento ottimamente riuscito lo scorso anno con i vigili del fuoco, i medici e gli educatori che quotidianamente si prendono cura degli ospiti della Gesù Nazareno hanno deciso di far provare ai loro ragazzi la soddisfazione di indossare la divisa della polizia stradale, la stessa che ogni giorno usano i loro angeli, "che stanno sempre per strada, aiutano le persone a capire come ci si deve comportare, soccorrono chi ha un incidente", come scrive in maniera molto affettuosa e familiare uno degli ottantacinque ragazzi con disturbi psichici ai quali è dedicata, da quasi cinquant’anni a questa parte, l’opera della fondazione di via Valle Gardona: sono quasi tutti giovani, alcuni hanno già un po’ più di anni sul groppone e nell’istituto diretto da Carlo Marras si sentono come a casa. Da oggi fanno parte della loro famiglia anche quelli "della stradale, che è venuta in istituto per insegnarci molte cose. PerchÈ è nostra amica", come scrive Ciro, un altro dei ragazzi del calendario.
Non è la prima volta che i ragazzi della Gesù Nazareno si mettono in posa davanti a una macchina fotografica: già lo scorso anno avevano realizzato un calendario in cui vestivano i panni di una squadra di vigili del fuoco. Oggi cambiano divisa, ma l’obiettivo è sempre lo stesso. "Con questa simpatica iniziativa speriamo di migliorare l’exploit di dodici mesi fa - spiega Carlo Marras - quando la vendita dei calendari ci ha permesso di raccogliere soldi che abbiamo immediatamente destinato a uno spazio che per i nostri ragazzi è molto importante: il campo da basket". Anche quest’anno la distribuzione è iniziata nel migliore dei modi, e già ieri mattina, nel corso della cerimonia di presentazione, il Calendario 2004 è andato a ruba: le duemila copie già stampate potrebbero non bastare per accontentare tutti. "Il successo di iniziative come questa è la dimostrazione che tutta la città si sta accorgendo dell’importante ruolo svolto dalla Gesù Nazareno", ha detto Manfredi Cao, assessore all’Ambiente del Comune di Sassari, che non più tardi di un mese fa aveva premiato gli sforzi fatti dalla cooperativa sociale nata per assecondare l’inserimento dei disabili mentali nel mondo del lavoro, affidandogli la gestione del parco pubblico di via Venezia. Oggi la Gena rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello per tutta la città. "Si tratta di un’azienda che garantisce ogni anno nuovi posti di lavoro - ha ribadito Cao - senza dimenticare le opportunità che offre ai suoi ospiti, ai quali è offerta una concreta speranza di reinserimento nella società". è grazie a questa realtà, all’interno della quale fanno passi da gigante grazie a un impegno fuori dal comune, che i ragazzi della Gena si tengono aggrappati a una realtà che altrimenti non gli apparterrebbe. E proprio nei mesi scorsi, infatti, i responsabili della fondazione hanno raccolto con grande soddisfazione l’impegno degli imprenditori e degli amministratori pubblici, decisi a sostenere diversi progetti in favore della formazione professionale dei disabili

Lunedì, 12 Gennaio 2004
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