Rassegna stampa del 4 Gennaio 2004 |
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Da “Il Corriere della Sera” del 4 gennaio 2004 I morti sono diminuiti di ben 447 unità e i feriti di 17.003 Patente, in sei mesi tolti 613 mila punti
Il bilancio: da luglio
morti e incidenti sono scesi del 18%. Nestore Morosini
La patente a punti è in vigore da sei mesi e i risultati sono oltremodo confortanti. Non solo per la diminuzione delle infrazioni ma, soprattutto, perché sono calati, vistosamente, incidenti, morti e feriti. Evidentemente, le detrazioni di punteggio, con la conseguente minaccia di dover rifare l’esame di guida, hanno istituito una nuova cultura della guida. I dati, relativi alle infrazioni contestate da Polstrada e Carabinieri, sono stati raccolti dal Dipartimento della Polizia di Stato-Servizio Polizia Stradale ed elaborati dal periodico dell’associazione dei poliziotti, «Il Centauro-Asaps», e presentati ieri sera sul sito Internet. Nel periodo tra il primo luglio e il 31 dicembre sulle strade italiane si sono avuti 83.247 incidenti con 1.991 morti e 57.738 feriti. Il decremento è sensibile: -18,65 per cento nel numero di incidenti, -18,19 per cento di incidenti mortali (-18,34 per cento di morti), -20,8 per cento di incidenti con feriti (-22,75 per cento di feriti). In questi sei mesi Polizia e Carabinieri hanno contestato 1.568.985 infrazioni che sono costate agli auto-motociclisti ben 613.644 punti. L’analisi dei dati degli incidenti stradali avvenuti nei primi 6 mesi dall’introduzione della patente a punti, è una conferma della tendenza positiva, stabilizzatasi ormai da novembre. Infatti dopo un primo impatto decisamente positivo nei mesi estivi, si era constatato un rallentamento della tendenza, che ora si è invece stabilizzato su percentuali di diminuzione comunque consistenti. Nei primi sei mesi del dopo patente a punti, molto significativo perché periodo misto estivo-invernale, secondo i dati raccolti (ai quali si dovranno aggiungere poi i rilievi delle varie polizie municipali) gli incidenti sono stati 19.081 in meno rispetto a quelli dello stesso periodo del 2002. I morti sono diminuiti di ben 447 unità e i feriti di 17.003. Si tratta di risultati decisamente molto positivi che però ora devono dimostrare una loro tenuta. Volendo poi analizzare un dato omogeneo, possiamo riferirci agli incidenti stradali nella rete autostradale dove i rilievi degli incidenti e delle infrazioni commesse vengono svolti esclusivamente dalla Polizia Stradale. In questo caso la diminuzione percentuale dei sinistri è inferiore: infatti sono passati da 25.741 a 22.020, con un calo di 3.721 e una percentuale di -14,46 per cento. I morti sono stati invece 67 in meno, passando da 354 a 287, con un calo del 18,93 per cento, addirittura superiore al dato generale. I feriti sono passati da 13.121 del 2002 a 10.550 del 2003, con un calo di 2.571, pari a un -19,6 per cento, inferiore al dato generale. Sono stati, inoltre, 5.997 gli incidenti che hanno coinvolto veicoli commerciali superiori a 3,5 tonnellate (4.339 in autostrada); 115 i veicoli per trasporto di merci pericolose coinvolti in sinistri (44 in autostrada); 284 incidenti hanno visto coinvolti autobus (141 in autostrada). Le nuove norme hanno dato ottimi risultati anche per quello che riguarda le fughe con omissioni di soccorso, punito ora molto severamente (reclusione da tre mesi a tre anni e sospensione della patente da uno a tre anni): sono state 339, di cui 68 in autostrada, (-33,4 per cento). Ci sono tuttavia alcune «aree» che la nuova patente a punti non riesce bene a delineare. E sono quelle relative alla guida sotto l’effetto degli stupefacenti. In un recente convegno, diretto da Balduino Simone, comandante del Centro addestramento Polizia Stradale di Cesena, è stata sottolineata la necessità di trovare il modo di verificare, sulla strada, chi guida sotto l’effetto di una droga. Il primo accertamento, con le norme in vigore, può essere solo fatto da un medico in ospedale e con il consenso del guidatore. Fatto che consente a molti guidatori di eludere i controlli e farla franca.
Da “Il Corriere della
Sera” del 4 gennaio 2004
Dottor Mazzilli: la
patente a punti porta buoni risultati. Ma basterà per continuare
a far calare multe e incidenti? Da “La Sicilia” del 4 gennaio 2004
Fra controesodo e
scampagnate in montagna
I primi vacanzieri,
giunti per le festività in Sicilia, approfitteranno di questa domenica, in
cui il traffico pesante sarà fermo dalle otto del mattino alle ventidue, per
tornare a casa. Nel versante orientale, che certamente sarà il più trafficato, la Stradale impiegherà autoradio civili e militari, un camper e un elicottero. Quindici fuoristrada, ancora, saranno dislocati sui rilievi, là dove agenti appiedati controlleranno, in caso di avverse condizioni atmosferiche, che gli automobilisti abbiano al seguito le catene. Sulle autostrade e sulle altre arterie a scorrimento veloce, prima fra tutte la Ss. 114 (tratto Catania-Siracusa), la sicurezza sarà affidata a trentasei misuratori di velocità, in funzione anche nelle ore notturne.
Da “Il Gazzettino” del 4 gennaio 2004
Dal 1° gennaio è obbligatoria la verifica della potenza dei veicoli a 2 ruote, gran parte dei quali risulta fuori legge «Velocità, troppi motorini truccati» Scattati i controlli voluti dal ministero. Genitori diseducativi: i più multati sono i 35/46enni Antonella Santarelli
Per i motorini e i loro giovani proprietari, patiti del trucco del motore e delle velocità oltre i limiti consentiti, è suonata l’ora della reprimenda. Dal primo gennaio, infatti, tutti i ciclomotori che saranno sottoposti alla revisione obbligatoria (dal 2001), dovranno effettuare anche al controllo delle emissioni di gas e della velocità massima. Le officine abilitate dalla Motorizzazione dovranno pertanto certificare la velocità raggiunta dal ciclomotore e se questa risulterà superiore ai limiti stabiliti dall’articolo numero 97 del Codice della strada, ovvero di 45 all’ora (più una tolleranza del 10\% che consente di raggiungere i 49,5 Km/h), il motorino non passerà la revisione e non potrà più circolare, finché non sarà messo in regola, pena il sequestro del mezzo e pesanti multe. Multe che, per la cronaca, avverte la Polizia stradale cittadina, «vanno dai 2 mila e 168 euro agli 8 mila 676. E ciò perchè - spiegano all’ufficio contravvenzioni - se il mezzo fa più di 45 chilometri l’ora, viene classificato come motociclo per il quale serve la patente. Pertanto, come previsto dall’articolo 116 del Codice, il ragazzino che ha truccato il motore, si ritrova multato anche per guida senza patente». Ma la cosa sconcertante è che, sempre stando a quanto riferiscono alla Polstrada, praticamente tutti i motorini dei giovani pordenonesi che incappano nei controlli di routine, viaggiano a velocità selvaggia: in media a 75 km l’ora. Tant’è che nel solo anno appena trascorso, pur senza aver effettuato una politica di controlli ad hoc su questo tipo di mezzi a due ruote, la Polizia stradale ha pizzicato fuori regola più di cento minorenni. Mentre 388 ragazzi di età compresa tra i 18 e i 20 anni, e altri 970, tra i 21 e i 24 anni, sono stati multati per questo e anche per altri sgarri commessi alla guida. «Truccare il motore, del resto, oggigiorno è facilissimo - spiegano gli agenti - non si deve più tribolare con pistone e marmitta: basta togliere il tappo di plastica che strozza il tubo di scarico. Senza neppure sporcarsi le mani, in un attimo, il motorino comincia a correre». E così come è facile toglierlo è facile anche rimettere il tappo al suo posto. Pertanto il bollino che il revisore apporrà sul certificato di proprietà del motorino, non rappresenterà una garanzia anti-eccessi. «Per contrastare gli abusi e controllare anche la buona fede dei revisori - annuncia la Stradale - a breve daremo inizio a una serie di controlli proprio fuori delle porte delle officine autorizzate, in modo da rendere ingiustificato ogni tipo di "scaricabarile"». La disposizione del controllo della velocità, emanata con circolare del Ministero dei Trasporti, equivarrà dunque a un pugno sullo stomaco per i quattordicenni e per i loro genitori, proprietari di gran parte dei sei milioni di ciclomotori che circolano in Italia, e che, eccezion fatta per i vecchi Ciao, gli storici vespini e qualche altro motorino in procinto di diventare d’epoca, sono praticamente tutti fuorilegge. A proposito di genitori e di educazione alla cultura del rispetto delle regole e della sicurezza, è curioso constatare che la maggior parte delle multe appioppate dalla polizia stradale provinciale, tra gennaio e novembre del 2003, puniscono in particolare gli automobilisti che hanno una fascia d’età compresa fra i 35 e i 46 anni: ovvero quella in cui di solito si hanno dei figli adolescenti da crescere.
Da “Il Gazzettino” del 4 gennaio 2004 POLIZIA STRADALE Elevate 10 mila multe e ritirate 540 patenti A.S. Sono ben 9 mila 602 le multe comminate in provincia dalla Polizia stradale, tra gennaio e novembre del 2003, poichè i dati relativi a dicembre devono ancora essere elaborati e inseriti nella statistica. VELOCITÀ - E il triste primato degli sgarri alla guida, ancora una volta, se l’è aggiudicato l’eccesso di velocità. Per questa infrazione, infatti, la Stradale ha elevato ben 3.124 contravvenzioni e, in più, ritirato 549 patenti (in media più di 10 la settimana) ad automobilisti che, pigiando troppo sull’acceleratore, hanno superato di 40 chilometri orari i limiti consentiti. CINTURE - Le multe per velocità selvaggia sono seguite a ruota, è il caso di dirlo, da quelle "per aver scordato di allacciare la cintura di sicurezza", che in 11 mesi hanno toccato quota 2.713. CASCO -L’uso del casco invece sembra ormai diventato un comportamento acquisito e interiorizzato, tant’è che le contravvenzioni elevate per questo motivo sono state soltanto 68.EBBREZZA - Mentre sono state 327 le multe comminate per guida in stato d’ebbrezza e soltanto un paio quelle per guida in preda agli effetti di sostanze stupefacenti. ETÀ E TRASGRESSIONE - Analizzando le fasce di età dei multati, emerge poi, che a quella più trasgressiva appartengono gli automobilisti che hanno fra i 36 e i 46 anni, con 2.294 contravvenzioni. Seguiti dagli automobilisti di età compresa tra i 29 e i 35 anni, che in 11 mesi di controlli sono stati colti in fallo ben in 1.886 , e da quelli tra i 46 e 55 anni, cche si sono aggiudicati 1.490 sanzioni. Dai 56 anni in poi, invece, sempre secondo i dati forniti dalla Polstrada, la voglia di eccedere lascia progressivamente il posto alla prudenza. Tant’è che nella fascia tra i 56 e i 65 anni, le multe comminate sono state 815; tra i 66 e i 75 sono state 236; e oltre i 75 soltanto 77. I minorenni pizzicati in errore sono stati infine 118, mentre i giovani multati tra i 18 e i 20 anni, sono 388. Tra i 21 e i 24 anni, le infrazioni sono schizzate a 979 e tra i 25 e i 28 a 1.101.
Da “Alto Adige” del 4 gennaio 2004 «Io ho fatto solo il mio dovere» Salvatore Lazzara stava passeggiando assieme alla famiglia: «All’inizio pensavo ad uno scherzo» mi.m.
BOLZANO. «Ho fatto soltanto il mio dovere di cittadino». Poi Salvatore Lazzara ci ripensa un attimo. «Sono state anche un po’ incosciente», aggiunge. Lui era a mani nude, eppure ha affrontato un rapinatore armato di coltello e che - lui non poteva saperlo - magari nascondeva anche qualche altra arma. Per fortuna, comunque, è andato tutto bene. Il rapinatore è stato arrestato dalla polizia, il bottino è stato recuperato per intero e nessuno si è fatto male. Signor Lazzara, dove ha trovato il coraggio di fermare il rapinatore? Ero appena stato da un amico assieme alla mia famiglia. Stavamo tornando a casa, camminavamo lungo via Visitazione, in direzione di via Palermo. Poi ho visto tre uomini che correvano, uno un po’ avanti, dietro di lui il farmacista, che ho subito riconosciuto perché portava il camice. I due inseguitori gridavano di fermare il ladro. A dire il vero, all’inizio pensavo a uno scherzo. Invece... Invece quando ho fermato l’uomo che correva da solo, mi ha spinto via dicendomi di lasciarlo passare. Allora ho capito. E come è riuscito a fermarlo? È buffo da raccontare. Mi sono ricordato di un documentario che avevo visto in televisione. Il leopardo, quando insegue una preda, azzanna la gamba dell’animale. Ecco, io ho fatto la stessa cosa. Quando ho visto l’uomo scappare l’ho inseguito per un po’ e da dietro gli ho dato un calcio. Così lui è cascato per terra. E il coltello? Per fortuna l’ha perso cadendo. E anche i soldi. Non scherzo, c’era un tratto di strada letteralmente ricoperto di soldi, banconote di tutti i tagli. Caduto a terra, il rapinatore avrebbe ancora potuto scappare, pur senza più il bottino. Come l’ha immobilizzato? Sfruttando il mio peso... Non sono leggerissimo: mi sono seduto sopra di lui e assieme al farmacista siamo riusciti a tenerlo fermo fino all’arrivo della polizia. Ha avuto paura? Sì, un po’ di paura l’ho avuta quando ho visto il coltello. Poi c’era anche mia moglie che urlava. Io le ho soltanto detto di allontanarsi assieme ai bambini. Cosa le resta di questa avventura? Un po’ di fastidio, a Bolzano queste cose non dovrebbero succedere. Io sono venuto dal sud, per lavorare. Basta un po’ di buona volontà e qui un’occupazione la si trova. Quando mi sono reso conto che quell’uomo era un rapinatore mi sono arrabbiato. E tutto il resto l’ho fatto di istinto.
Da “Trentino” del 4 gennaio 2004 Passante «stende» il rapinatore e lo fa arrestare Ha bloccato l’uomo che aveva appena assaltato una farmacia armato di coltello BOLZANO. Mancavano pochi minuti alle 20 di venerdì e all’interno della farmacia Europa (foto), all’angolo tra via Palermo e via Visitazione, c’erano soltanto due persone: il titolare, Gino Rauzi, e la sua assistente Ema Zallemi. È proprio a lei che si rivolge l’uomo magro e scavato in volto che alle 19.45 entra, vestito con una giacca scura e con un cappuccio in testa. Tira fuori un coltello da cucina insanguinato e con il manico di plastica bianco: «Questa è una rapina, apri la cassa!», intima alla farmacista. Che obbedisce. All’interno ci sono 3.560 euro in contanti. Il rapinatore arraffa le banconote e scappa lungo via Visitazione. Sulla stessa strada, assieme alla moglie e ai suoi due figli, si trova Salvatore Lazzara. Quando vede corrergli incontro quell’uomo inseguito dal farmacista, pensa ad uno scherzo. Ma visto che dietro urlano di fermare quell’uomo, vuole andare sul sicuro. Cerca di bloccarlo una prima volta, ma quando il rapinatore, il bolzanino Riccardo Pesarin, gli dice di spostarsi e continua a scappare, capisce tutto. Lo insegue, poi da dietro gli rifila un calcio sulla gamba. Pesarin perde l’equilibrio e finisce a terra. Nella caduta perde il coltello e anche i soldi che finiscono tutti per strada. Per immobilizzare il rapinatore, Lazzara usa uno stratagemma semplice, quanto efficace: si siede sopra di lui. Poi arriva la polizia: il rapinatore viene arrestato, Lazzara fa il modesto: «Ho fatto solo il mio dovere».
Dalla “Gazzetta di Parma” del 4 gennaio 2004
UN VENTICINQUENNE PARMIGIANO FERMATO PER UN CONTROLLO Si spaventa e consegna la cocaina ai poliziotti
Di lui si può dire tutto ma non che non sia sincero. Ed è per questa sua dote così spiccata che è finito nei guai. Il protagonista della singolare vicenda è un giovane di 25 anni, parmigiano e incensurato. Un ragazzo senza problemi e, apparentemente, senza vizi. L’altra sera aveva deciso di fare un giro in macchina, da solo. Sulla sua Seat Ibiza ha dunque percorso via Emilia Est e ha poi imboccato via Quarta. Qui, proprio di fronte all’Agenzia delle Entrate, era appostata una pattuglia delle Volanti per uno dei tanti servizi di controllo del territorio predisposti dal Questore in questo inizio d’anno. Quando i due agenti hanno intimato al giovane di fermarsi, quest’ultimo ha iniziato a dare evidenti segni di nervosismo. Parcheggiata l’auto ai bordi della strada, il 25enne parmigiano ha iniziato a balbettare quando i poliziotti gli hanno chiesto le generalità. In più, nonostante la temperatura non certamente mite, il giovane sudava copiosamente. Agli uomini delle Volanti non c’è voluto molto per capire che il nervosismo del parmigiano era determinato da una causa ben precisa e la conferma a quanto stavano pensando è arrivata poco dopo in maniera davvero inusuale ed inaspettata. «Va bene, mi avete beccato» - ha detto il 25enne agli agenti estraendo dalle mutande due involucri di cellophane con dentro altrettante e consistenti dosi di cocaina. Dodici grammi in tutto per un valore di circa 600 euro. Tanto è bastato per far scattare l’arresto nei confronti di T.M. (queste le iniziali del giovane parmigiano fornite dalla polizia) che è stato prima condotto in borgo della Posta e quindi nel carcere di via Burla. L’accusa nei suoi confronti è ovviamente quella di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. |