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Articoli 22/03/2005

A cavallo delle due ruote, ma sempre con prudenza!

 

A cavallo delle due ruote, ma sempre con prudenza!


di Roberto Rocchi

Potenti e veloci, ammirate e capaci di incutere timore, originali e sempre più avanzate tecnologicamente: sono soltanto alcune delle più comuni definizioni per descrivere le moto ed ancor più far comprendere come siano tanti, tantissimi, coloro che ne hanno una passione sfrenata.
Lo dimostra, tanto per fare un esempio, l’ultimo rapporto del Censis, secondo il quale ben il 49 per cento degli automobilisti italiani possiede anche un veicolo a due ruote, mentre il 54 per cento di coloro che non l’hanno, sta valutando la possibilità di acquistarlo.
Un indubbio successo, però, a cui fa da contrappeso la cultura della sicurezza stradale, spesso lasciata in disparte da chi si avvicina al mondo delle due ruote soltanto per mettere in mostra le proprie “capacità” economiche e trasformare in status-symbol ciò che invece dovrebbe appassionare in maniera genuina e spontanea.
Cominciamo allora col dire che gran parte dei genitori, contrariamente a quanto avveniva fino a non molti anni fa, accetta senza indugi l’acquisto di un ciclomotore ai propri figli. Sempre secondo il Censis, infatti, la percentuale dei genitori favorevoli sarebbe prossima all’80 per cento. Pochi, invece, sono coloro che si dichiarano consapevoli che la conoscenza del codice della strada può aiutare i ragazzi a scansare i pericoli gli imprevisti della circolazione. Basti pensare che 4 giovani su 10 ammettono tranquillamente di circolare in due sul ciclomotore, 3 su dieci snobbano il casco almeno nei mesi estivi e 6 su 10 imboccano contromano i sensi unici o passano col semaforo rosso se debbono svoltare a destra.
Da questo, se ne deduce, manca un’accentuata cultura della sicurezza stradale fra molti appassionati delle due ruote e non si spiegherebbe altrimenti l’elevato numero di vittime e di feriti che ogni anno si conta su strade e autostrade di tutta Italia.
Per fortuna, in questa direzione, è venuto in soccorso il provvedimento legislativo che da circa un anno impone il cosiddetto “patentino” ai minorenni che vogliono andare in scooter, grazie al quale i giovani stanno finalmente apprendendo molte regole del codice della strada fino ad oggi sconosciute.
Fra i concetti basilari da imparare, anche quello della cura del proprio mezzo, che in altri termini significa che chi mantiene in perfetta efficienza la moto è sicuro che la stessa risponderà meglio in caso di malaugurato bisogno. Se il più delle volte un’automobile difettosa può continuare a marciare, pur rumoreggiando, un veicolo a due ruote inefficiente può causare più facilmente un incidente stradale. Un esempio per tutti, è rappresentato dalla perfetta efficienza delle sospensioni, che se mal tenute possono provocare l’improvvisa perdita di controllo del mezzo.
Per chi non se ne intende, poi, dev’essere costante la pratica di sottoporre il veicolo a periodici controlli: tensione e usura della catena, impianto frenante, liquidi lubrificanti e di raffreddamento, sono solo alcuni degli aspetti che con maggiore frequenza fanno registrare avarie al motore e persino il bloccaggio delle ruote, con conseguenze facilmente immaginabili.
Sia la moto che lo scooter, inoltre, percorrono centinaia di chilometri “appesi” a pochi centimetri cubici di aria che si trovano tra l’asfalto e il pneumatico e da qui si intuisce l’importanza della cosiddetta “gomma”. La tecnologia costruttiva dei pneumatici, infatti, è sempre più complessa e raffinata ed è determinate visto che la potenza del motore e la capacità di arresto del veicolo, dipendono proprio dallo stato in cui si trovano le gomme della moto. Un pneumatico non perfetto, quindi, può alimentare anomalie durante la guida, rendere difficoltosa la frenata e dunque causare spiacevoli imprevisti.
Benché non sia obbligatorio come il “patentino”, meglio sarebbe per ogni motociclista frequentare i corsi di guida sicura che numerose autoscuole e diverse altre organizzazioni realizzano proprio per gli appassionati delle due ruote. Attraverso prove su circuiti, infatti, è possibile rilevare il grado di preparazione e soprattutto di reazione agli imprevisti della circolazione e misurare così le proprie e reali capacità di guida.
Insomma, se non tutti i motociclisti italiani paiono molto sensibili alla sicurezza stradale, questo non significa che non si può cambiare e soprattutto che non esistono strumenti idonei a raggiungere lo scopo. Se il buon senso e la prudenza debbono contraddistinguere tutti coloro che circolano a cavallo delle due ruote, la capacità e la preparazione alla guida crescono soltanto affidandosi a persone esperte e capaci e di queste, fortunatamente, in Italia ne esistono veramente tante.

 

 


di Roberto Rocchi

Martedì, 22 Marzo 2005
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