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La Ferrari 250 GTE del 1962 in dotazione alla polizia fino al 1973 |
Il 20 Aprile 2004 con una cerimonia ufficiale a cui ha partecipato il Ministro dell’Interno, il Capo della Polizia e numerose altre autorità, è stato inaugurato a Roma il Museo delle Auto della Polizia che raccoglie alcuni esemplari dei veicoli più significativi utilizzati dalla Polizia Italiana dagli anni trenta ad oggi. L’iniziativa, voluta dai massimi vertici Dipartimento della P.S., nasce dalla constatazione del grande interesse di pubblico ottenuto dalle auto storiche della Polizia in occasione della loro partecipazione a numerose manifestazioni ed in particolare alla ultime celebrazioni dell’anniversario della nostra Istituzione che si sono tenute in Piazza del Popolo a Roma. Infatti, l’attività dei veicoli storici della Polizia ha assunto una rilevanza sempre maggiore tanto che si è ritenuto opportuno realizzare una sede espositiva adeguata ove gli stessi fossero permanentemente fruibili dal pubblico.
A questo riguardo è interessante ricordare brevemente in che modo la nostra Amministrazione si è trovata a disporre di una raccolta di mezzi d’epoca tanto significativa da dedicarle addirittura un Museo permanente. Di auto storiche della Polizia si cominciò a parlare negli anni ottanta, quando a Firenze, per iniziativa di un gruppo di collezionisti, alcuni dei quali appartenenti alla Polizia, venne costituta la “Scuderia Pantere Storiche”.
Il Dipartimento della P.S. decise di acquisire le autovetture della Scuderia che passarono in carico all’Ottavo Reparto Mobile di Firenze. L’attività delle "Pantere Storiche" andò avanti per alcuni anni, fino la metà degli anni novanta, quando, per problemi organizzativi interni, le Pantere Storiche vennero sciolte e di auto d’epoca della Polizia, per un certo tempo, non si parlò più. Tuttavia, presso vari uffici della Polizia di Stato proseguiva l’attività di raccolta e restauro di altri veicoli d’epoca, che venivano salvati dalla demolizione e riportati alle condizioni di efficienza originali.
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L’inaugurazione del Museo delle Auto della Poliza da parte del Ministro Giuseppe Pisanu e del Capo della Polizia Giovanni De Gennaro |
Questa attività era svolta in modo "semiclandestino", utilizzando piccole economie ricavate dai fondi per la gestione degli autoveicoli operativi e, soprattutto, grazie alla passione di qualche dirigente e di molti operatori che vi hanno dedicato anche parte del proprio tempo libero.
Gradualmente è stata anche ripresa la partecipazione a manifestazioni riservate a veicoli d’epoca, a cerimonie istituzionali ed ad altri eventi in cui era presente la Polizia di Stato.
Ben presto i responsabili del Dipartimento della P.S. si resero conto di avere a disposizione un vero e proprio parco di auto storiche che, peraltro, si prestava ad essere efficacemente utilizzato anche in occasione di attività rientranti nel concetto di "polizia di prossimità".
Uno di questi esempi è costituito dal "Progetto Icaro" , ormai giunto alla quinta edizione, a cui le auto storiche hanno sempre partecipato come protagoniste della carovana itinerante per la sicurezza stradale.
Tornando al Museo, la parte espositiva vera e propria comprende oltre cinquanta esemplari di auto, moto, autocarri e veicoli speciali, esposti secondo un criterio cronologico. In particolare, i veicoli sono ripartiti in varie sale, ognuna delle quali è dedicata ad un decennio mediante una serie di immagini grafiche che rappresentano eventi che hanno caratterizzato il periodo di riferimento.
L’idea, infatti, è quella di illustrare l’evoluzione dei veicoli della Polizia inquadrandoli nel contesto in cui hanno operato, così che il visitatore possa anche ripercorrere le fasi più importanti della storia recente del nostro Paese.
Completa la parte espositiva un settore dedicato alle divise ed agli equipaggiamenti usati dalla Polizia dal dopoguerra ad oggi, la cui realizzazione è stata curata dall’Ufficio Storico del Dipartimento della P.S.
Il Museo, infine, comprende anche spazi utilizzabili per altre attività: infatti è dotato di una sala multimediale, ove si svolgono convegni, conferenze ed altri eventi che trovano nel Museo delle Auto della Polizia una cornice prestigiosa e di notevole effetto.
Presso la sala multimediale, peraltro attrezzata anche per le video conferenze, si trovano quattro postazioni in cui è possibile simulare la guida operativa di un’auto della polizia ed una postazione per il sistema "Afis - spaid" per la scansione la ricostruzione delle impronte digitali.
E’ anche possibile seguire l’attività di una sala operativa, ascoltando le comunicazioni radio della Polizia e compilare la scheda di intervento che gli operatori utilizzano in caso di chiamate al 113. All’interno del Museo si trova anche un fornito book shop dove sono in vendita libri, gadget ed oggetti legati alla Polizia di Stato.
Presso il Sito Internet della Polizia di Stato (www.poliziadistato.it) è possibile effettuare una interessante visita virtuale del Museo, rimanendo comodamente seduti davanti al proprio computer. Tornando ai veicoli esposti, tra quelli di maggior interesse si può ricordare la Ferrari 250 GTE del 1962, utilizzata dal Maresciallo Armando Spatafora della Squadra Mobile di Roma, protagonista di tanti inseguimenti sul filo dei 200 all’ora per le strade della Capitale durante gli anni sessanta.
Si tratta dell’unico esemplare della Casa di Maranello, targato Polizia 29444, che la Polizia ha avuto in dotazione. Nel 1973, al termine del periodo di impiego operativo, il veicolo, venduto all’asta, fu acquistato da un collezionista di Rimini che lo ha conservato fino ad oggi nelle condizioni originali.
La collaborazione con i privati non è occasionale: infatti anche altri esemplari esposti sono stati concessi in uso gratuito da collezionisti privati, peraltro quasi tutti appartenenti alla Polizia di Stato, anche ai massimi livelli, interessati dall’idea di valorizzare i loro veicoli, amorevolmente restaurati, inserendoli in un contesto espositivo di assoluta rilevanza.
Di particolare interesse è il settore dedicato al periodo a cavallo degli anni trenta e quaranta, caratterizzato da alcuni rari esemplari come l’Alfa Romeo 6C 2300 GT del 1934 o l’autobus Fiat 618 CM del 1936 o la Jeep Willys utilizzata dalla Polizia nell’immediato dopoguerra con le insegne del Reparto Celere.
Ovviamente molti veicoli esposti sono stati impiegati dalla Polizia Stradale, come la Moto Guzzi Falcone 500 che è stata in dotazione alla Specialità per quasi trent’anni, dai primi anni cinquanta alla fine degli anni settanta.
Le moto della Stradale sono rappresentate anche da altri interessanti modelli della Guzzi come la V7, la Falcone NF, la V50 e uno dei tre esemplari di sidecar V7 utilizzato negli anni settanta ed ottanta dalla Squadra Acrobatica della Polizia Stradale.
Tra le autovetture in dotazione alla Specialità, sono esposte l’Alfa Romeo AR 51 “Matta” del 1953, la Giulietta 1300 TI del 1960 e la Giulia Super 1600 "speciale"del 1972, cioè la versione giardinetta della famosa berlina dell’Alfa, antesignana delle attuali station wagon, appositamente studiata per i servizi sulla viabilità autostradale.
Ricordiamo, inoltre, l’Alfetta, presente in due versioni, una con la livrea grigioverde usata per i primi esemplari assegnati nel 1972 e l’altra con la classica colorazione azzurro medio e bianco, protagonista della lotta al terrorismo durante gli "anni di piombo". Sono infine esposti anche alcuni modelli attualmente in dotazione alla Specialità, come la moto BMW 850 RT, la Subaru Legacy e la BMW 320 D Touring, in dotazione ai reparti autostradali.
| A breve è prevista l’apertura di un nuovo settore del Museo che consentirà di arricchire ulteriormente la parte espositiva. Infatti sono in fase di restauro altri esemplari molto interessanti che andranno ad integrare tutti i vari settori della raccolta. E’ da sottolineare, inoltre, che praticamente tutti i veicoli esposti sono mantenuti in condizioni di efficienza e non è raro che questi vengano portati fuori dai padiglioni della Fiera di Roma per partecipare ad importanti manifestazioni in tutta Italia. Questa scelta è perfettamente in linea con l’idea che ha ispirato le realizzazione del Museo: creare una struttura dinamica che, come la Polizia di Stato, si evolve per essere sempre vicina alla gente. |
In conclusione, tuttavia, non si può fare a meno di sottolineare che la storia delle auto della Polizia è soprattutto un modo per ricordare e rendere omaggio a tutti coloro che a bordo di questi veicoli hanno compiuto fino in fondo il loro dovere per garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini.
* Funzionario della Polizia di Stato.