Anche sulle pagine de “Il Centauro” abbiamo più volte trattato il tema delle flotte aziendali come valida alternativa al trasporto privato e per una migliore gestione delle risorse. Pochi sanno, però, che anche la Pubblica Amministrazione si è spesso orientata in tal senso e per la prima volta se ne parlò nel 1997, quando il Governo, allora presieduto da Romano Prodi, prese di mira i costi sostenuti dalle auto appartenenti alle amministrazioni statali.
Con una serie di provvedimenti e decreti, molti dei quali ancora in vigore, si stabilì il principio che la Pubblica Amministrazione dovesse cessare di acquistare veicoli e rivolgersi invece a ditte e società private specializzate nel noleggio. Da allora, molte flotte soprattutto di modeste dimensioni hanno fatto ricorso al cosiddetto NLT, cioè al noleggio a lungo termine, che tuttavia ha comportato il superamento di alcune criticità per adattarsi alle particolari esigenze dei clienti.
Non a caso, è abbastanza frequente il fatto che l’auto non venga utilizzata tanto per coprire enormi distanze, quanto per assicurare a soggetti con mansioni dirigenziali il giusto benefict a loro garantito dalla legge.
Una delle principali conseguenze a questo stato di cose è il fatto che le percorrenze possono diventare molto basse (non superiori ai 10 mila chilometri l’anno) e in tali casi può apparire superflua la sostituzione dell’auto dopo i tre anni classici che accomunano il noleggio a lungo termine.
Sempre in ambiti ministeriali qualcuno ha proposto di allungare la durata del noleggio a sei/otto anni, ma un simile contratto potrebbe apparire fortemente sconveniente nella spesa rispetto al normale acquisto di un auto, ampiamente ammortizzabile con tale durata.
Rimanendo ancorati a termini più brevi, invece, si possono contenere maggiormente i flussi di denaro in uscita e quelli eventualmente risparmiati (cioè in entrata), grazie anche ai costi di manutenzione che ricadono sull’azienda di noleggio. Sempre per quanto riguarda i costi, inoltre, il problema si pone maggiormente per la flotte davvero grandi, cioè composte da migliaia di veicoli, verso le quali l’approccio delle società di noleggio è stato spesso troppo sbilanciato a loro favore. L’aspettativa dei “clienti” è di poter definire il contratto in relazione alla quantità dei veicoli noleggiati, ma la “controparte” è a conoscenza delle spese elevate di manutenzione e del fatto che i conducenti del veicolo sono talvolta troppo scaltri e non usano tanti scrupoli alla guida, non essendo l’auto cosa loro e nemmeno dell’amministrazione a cui appartengono. Una scelta di questo tipo, tuttavia, è stata fatta dalle Poste Italiane SpA, che con oltre 40 mila veicoli rappresenta una delle più grandi aziende della Pubblica Amministrazione. I veicoli di proprietà sono soltanto 300 in tutta Italia (!) ed hanno chiamato a gestire l’immensa flotta diverse società a lungo noleggio.
Pur vero è anche il fatto che tre quarti dei mezzi noleggiati sono rappresentati da ciclomotori e motocicli, ma il primo approccio al noleggio da parte di questa azienda di carattere pubblico non è stato così traumatizzante come in origine si temeva.
La gestione degli autoveicoli non ha dunque presentato particolari criticità ed è stata supportata da competenze specifiche che hanno premiato le società di noleggio. Un poco più complicata, invece, la gestione dei mezzi a due ruote, in quanto non si erano mai registrate esperienze precedenti in tal senso, anche per quanto ha riguardato la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Ora, dopo circa quattro anni dall’applicazione di questo sistema, si è raggiunta la consapevolezza che le flotte aziendali possono essere una buona risorsa per la Pubblica Amministrazione, ma soltanto se a conti fatti la convenienza si rileva sul piano economico e gestionale.
Se tutto ciò è riuscito per l’ente postale, perché non riproporre l’idea anche per la Polizia di Stato e per le altre forze di polizia, cominciando dai veicoli “civili” che da soli rappresentano il 30 per cento del numero complessivo?
Una simile operazione, per quanto riguarda la Polizia di Stato, è già stata eseguita per le sedi immobiliari e non si capisce perché non potrebbe funzionare anche per i mezzi di trasporto che hanno oneri e costi notevolmente inferiori.
Per ora limitiamoci a lanciare l’idea, aspettiamo ancora un poco prima di formulare una proposta vera e propria che tenga conto delle peculiarità del nostro servizio e soprattutto degli elevati costi di gestione che si tramutano ogni anno in tagli e rinunce. Dopotutto, una simile situazione eliminerebbe responsabilità e incombenze per i nostri uffici già eccessivamente burocratizzati e comporterebbe obblighi, per le società di noleggio, che la Pubblica Amministrazione ha sempre tardato a gestire.