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Articoli 09/03/2005

Auto Io mi faccio il leasing

 

Auto
Io mi faccio il leasing

di Roberto Rocchi

Chi ha conoscenza del settore automobilistico ed è appassionato di automobili sportive, sa bene che alcune decine di anni fa, per acquistare una Ferrari, occorreva mettersi in fila davanti ai cancelli di Maranello (e dei pochi concessionari allora esistenti) e, carte alla mano, bisognava dimostrare di essere degni acquirenti. In sostanza, non bastava soltanto avere il portafoglio pieno, ma anche e soprattutto dimostrare di essere un personaggio noto negli ambienti “in” della società o di ricoprire importanti incarichi così da rendere più prestigioso e desiderato il marchio del cavallino rampante posto sulla vettura.

Poi i tempi sono cambiati ed oggi, per acquistare qualsiasi modello di Ferrari, basta recarsi in uno dei concessionari autorizzati (ancora pochi per la verità) o più semplicemente da un normale rivenditore d’auto dove, pur pagando una cospicua somma, è possibile soddisfare il proprio desiderio.

Così è avvenuto per la casa di Maranello e così è stato anche per alcune altre aziende automobilistiche forse meno note ma ugualmente prestigiose ed ammirate da migliaia di automobilisti di tutto il mondo.

Tuttavia, come abbiamo detto, le cose sono cambiate ed ora è più facile avvicinarsi a certi modelli fino a ieri off-limits per una pura questione economica: sono sempre più diffusi, infatti, servizi finanziari personalizzati, che consentono di acquistare in tutto o in parte una qualsiasi automobile, senza l’obbligo di dover pagare nell’immediatezza. Basti pensare alla diffusione del leasing aziendale o al classico finanziamento rateale riservato anche ai privati oppure ad altre particolari formule che consentono di pagare piccole rate mensili a fronte di una maxi-rata finale, qualora si voglia acquistare definitivamente la vettura.

Insomma, c’è né per tutti i gusti e soprattutto per tutte le tasche, ma non solo: volendo, si può addirittura evitare l’acquisto dell’auto e limitarsi ad un semplice noleggio, che comporta un canone di locazione mensile a scapito di ogni altro onere normalmente legato alla vettura (manutenzione, assicurazione, pulizia e lavaggio e persino controllo e sostituzione dei pneumatici).

Sono tutte formule, queste, che hanno progressivamente sostituito l’antica rateizzazione a cambiali o il pagamento diretto che tuttora avviene per fruire di un maggiore sconto sul prezzo di listino (oramai standardizzati fra i concessionari della stessa rete). Naturalmente, le nuove iniziative commerciali non riguardano solo le cosiddette super-car o le auto di lusso, ma vengono offerte per ogni tipo di autovettura fin dai segmenti più economici. In questi casi, però, la formula che più sta prendendo piede è quella del cosiddetto “renting”, che oggi viene proposto ai privati dai grandi gruppi automobilistici, rimanendo il leasing di esclusivo appannaggio delle società o comunque di quanti possiedono la partita Iva.

Qualche esempio: la Savarent (società di gestione finanziaria italiana legata al gruppo Fiat), propone il noleggio di alcuni modelli d’auto con un canone mensile di 318 euro per un massimo di tre anni. I costi sono comprensivi di manutenzione ordinaria e straordinaria, assicurazione rc-auto, polizza furto e incendio, kasko, tassa di proprietà e soccorso stradale. Tuttavia, per chi ha necessità limitate nel tempo, è stata studiata anche la formula “Targarent” destinata al noleggio a breve termine, che ha impegnato la casa torinese a costruire una flotta che conta 2.100 veicoli su tutto il territorio nazionale. Un vero business tanto per intenderci, che comunque sta poco a poco diventando una sorta di “proprietà alternativa”, ma sopratutto una realtà ben presente anche in Italia. E se così non fosse, non si spiegherebbe altrimenti come sempre più persone si dimostrino interessate a questo tipo di mercato.

Lo conferma il fatto che anche numerosi istituti bancari si sono lanciati con proposte e iniziative, che vengono puntualmente offerte a tutta la clientela e si accorcia sempre di più il divario di opportunità che esisteva fino a pochi anni fa tra un’azienda ed un soggetto privato.

La nuova concezione che viene proposta, dunque, vuole l’automobile intesa non più come proprietà, ma come bene disponibile ovvero mezzo di servizio. Analogamente, l’autovettura non deve più essere percepita come un problema, poiché alla scadenza del contratto del noleggio ritorna alla società che la possiede, che ne ha nel frattempo curato ogni dettaglio e inconveniente.

Tutto ciò è stato ben compreso nei Paesi anglosassoni, dove il noleggio dell’auto copre attualmente una fetta di mercato pari al 21 per cento del totale del parco circolante, una percentuale ben lontana da quella italiana. Se poi si considera il noleggio alle sole aziende, allora la percentuale sale al 34 per cento, un vero primato.

Andiamo di là dall’oceano ed ecco che negli Stati Uniti questa formula è diventata consuetudinaria oramai da oltre un decennio: un americano su tre viaggia su di un auto non sua, molto spesso in leasing, ma anche semplicemente a noleggio. Addirittura le opportunità sono state rese più appetibili con offerte che permettono di cambiare il modello ogni 12 mesi e non c’è da stupirsi se questo sistema sta approdando anche tra i giovani neopatentati, così da rincuorare gli stessi genitori che hanno sempre nutrito timori ad affidare l’auto di famiglia (così faticosamente acquistata) ai figli ancora poco esperti.

Secondo un sondaggio commissionato dalla Enterprise, una delle più importanti compagnie statunitensi di noleggio, il rapporto “emozionale” tra l’automobilista americano ed il proprio veicolo è sempre più in crisi e la gente è disposta a viaggiare su mezzi non di proprietà senza grandi problemi. Leggendo tra le pagine dell’inchiesta, i vantaggi maggiormente indicati dagli intervistati a questo proposito sono: una maggiore praticità, la limitazione delle spese alla sola benzina, la possibilità di cambiare modello frequentemente ed il costo di noleggio relativamente basso rispetto ai costi fiscali e di manutenzione di una vettura di proprietà. Senza poi considerare che i vantaggi ricadono su tutti: ai clienti che, come abbiamo già detto, affrontano minori preoccupazioni; alle aziende di autonoleggio che ottengono forti sconti dalle case costruttrici in cambio di un determinato numero di acquisti annui ed un interessante introito dai noleggi, alle stesse aziende automobilistiche che si assicurano un regime di vendite sicuro e affidabile. Sensibilmente diverse invece particolari formule di leasing, dove molti contratti vengono redatti con riferimento ai chilometri di percorrenza: superato un determinato tetto si pagano tre centesimi per chilometro e così molta gente, una volta raggiunto tale limite, preferisce noleggiare una seconda vettura.

Secondo i dati forniti da “Consumer Reports”, altra importante agenzia di servizi americana, nel 1990 il totale delle automobili in leasing era un decimo del totale; a distanza di oltre dieci anni la percentuale ha abbondantemente superato il 30 per cento. D’altronde, basti pensare che dei 16,5 miliardi di dollari che ogni anno vengo prodotti dal settore dell’autonoleggio, soltanto la metà proviene dagli aeroporti (dove il noleggio è nato per antonomasia ed ha proliferato per lunghi anni), mentre il restante interessa le aree urbane.

La cosa si è fatta dunque molto interessante, anche se prima di buttarsi in una simile avventura, occorre seguire un’unica ma importante accortezza: saper fare bene i conti e, senza tanti fronzoli, dettagliare quelle che sono le spese mensili di un automobile a noleggio in raffronto ad una vettura di proprietà. In quest’ultimo caso, tuttavia, è sbagliato pensare che il costo complessivo dell’automobile si riduca all’acquisto ed alla sola benzina consumata. Accanto a questa somma, infatti, si dovranno calcolare anche le spese di manutenzione, le tasse, l’assicurazione e tutti quei costi accessori talvolta non preventivabili (soccorso stradale, lavaggio, ecc…).

Soltanto così, alla fine, si potrà avere la completa visione della situazione e decidere, una volta per tutte, se oltre all’auto è necessario cambiare anche mentalità e vivere il “bene” auto in maniera diversa. Forse, Ferrari permettendo, ne andrebbe del bene di tutti!.


Esperienze a confronto:
noi abbiamo fatto così
Sui problemi legati all’acquisto di una automobile, abbiamo voluto conoscere il parere di più persone, andando casualmente ad intervistare persone di varia età ed estrazione sociale, per vedere in quale modo hanno affrontato la situazione.

Rita Scilla, pensionata di 59 anni
“Fino all’altro giorno ho guidato con molta passione, ma ciò che avviene ora sulla strada ed i costi di benzina e della assicurazione mi hanno letteralmente stufato.
Così ho pensato di sostituire la mia vecchia auto di media cilindrata, con una più piccola ed economica utilitaria da usare solo per i piccoli spostamenti o per fare la spesa.
L’auto mi è costata poco più di 9.000 euro, che grazie ad uno speciale contributo del concessionario sono diventati 8.300. Il restante l’ho pagato in contanti, anche perché quando dico la mia età c’è chi arriccia il naso e anziché propormi finanziamenti rateali, fa leva sul maggiore sconto riservato a chi paga in contanti.
In ogni caso, sono pienamente soddisfatta e l’auto mi è costata relativamente poco e spero possa durare gli stessi anni dell’altra che acquistai nel 1996.”

Antonio Poli, dirigente d’azienda, 47 anni

“Ho sostituito la mia station wagon che avevo acquistato in leasing e che ho utilizzato a fondo avendo fatto più di 100 mila chilometri in soli tre anni.
Questa volta però, fidandomi di un amico, ho voluto provare la formula dell’autonoleggio a lungo termine, che mi consentirà di arrivare ad altri 100 mila chilometri e poi di cambiare di nuovo modello se lo riterrò opportuno.
La cosa, può inizialmente sembrare meno conveniente dal punto di vista economico, ma facendo due conti il risparmio è invece maggiore: basti pensare che nel noleggio sono compresi l’auto sostitutiva in caso di avaria che comporti una permanenza dal meccanico superiore a cinque giorni, l’assicurazione, le tasse automobilistiche, la manutenzione ordinaria e straordinaria se non imputabile al conducente, il soccorso stradale e persino il controllo delle gomme ogni tre mesi con l’eventuale sostituzione delle stesse.
In questi termini posso risparmiare innanzitutto tempo e poi altro denaro e alla fine il costo del noleggio mi viene detratto dall’eventuale acquisto della vettura.”

Emilio Landini, impiegato pubblico, 33 anni
“Da tempo desideravo acquistare un veicolo di nuova immatricolazione, anche perché fino ad oggi ho posseduto soltanto automobili usate.
Dopo avere visitato decine di concessionarie ho trovato il modello giusto e mi è stato fatto un prezzo di listino di poco superiore ai 20 mila euro.
Di questo importo, 6 mila euro li ho anticipati ed il restante dovrò versarlo mensilmente alla finanziaria della casa automobilistica in 36 rate, con un tasso debitore complessivo del 5 per cento.
Avrei potuto usufruire anche della rottamazione della vecchia auto, ma in questo caso non mi sarebbe stato garantito un finanziamento così alto ed avrei dovuto sborsare in anticipo quasi la metà dell’importo.
Ecco perché credo di avere fatto la scelta migliore, mentre la mia vecchia automobile cercherò di venderla privatamente.”
La fedeltà? Meglio il mordi e fuggi…

Parliamoci chiaro: una volta esistevano appassionati di automobili che in virtù di un vero e proprio “colpo di fulmine” s’innamoravano di particolari modelli o marchi automobilistici, verso i quali giuravano fedeltà eterna.
Come non ricordare, ad esempio, il più classico degli aggettivi che è stato (o forse lo è ancora) in largo uso nel nostro Paese: essere alfista significava amare le auto uscite dallo stabilimento di Arese. Oppure basti pensare ai tanti club disseminati lungo tutta la Penisola, chi a raccogliere gli appassionati di Fiat 500, chi della Citroen 2C, chi della Bertone e chi più ne ha ne metta…
Ma tutto questo è stato frutto di una mentalità che ha visto nascere il desiderio dell’automobile come sogno irrealizzabile prima, poi come necessità di tutti, infine come status-symbol. Ma nessuno, proprio nessuno, può negare che le cose stanno progressivamente (e velocemente) cambiando.
Le formule di leasing, in origine sconosciute alle masse oceaniche di automobilisti, sono ora diventate il sistema di acquisto più diffuso per le imprese e, analogamente, si stanno rapidamente diffondendo anche tra i privati pur con nome diverso.
L’utilizzo temporaneo, il noleggio, la possibilità di cambiare con frequenza l’automobile, ha preso il posto dell’amore duraturo che vedeva un esercito di automobilisti rimboccarsi le maniche ogni domenica e strofinare la propria auto per farla risultare il più brillante e pulita possibile.
A rendere concreta questa trasformazione, tuttavia, è stata anche l’era post-industriale, che ha permesso di confrontarsi con nuovi modelli. Mentre prima un’automobile veniva prodotta per anni, ora è d’obbligo fare spazio alle mode e alle abitudini della gente e la durata media di un modello d’automobile è di soli tre anni. Troppo poco per fare tendenza e renderlo il “partner” ideale di una vita.
Non è un caso, se la facoltà di psicologia di un’università inglese ha redatto uno studio secondo il quale, nell’arco di una vita, i sudditi di Sua maestà sono destinati a cambiare almeno dieci volte la propria autovettura. Se così sarà, allora è lecito chiedersi perché occorra affezionarsi ad un modello che di lì a poco sarà più che superato. Tanto vale affittarlo come facciamo con le videocassette, gli scii, l’appartamento al mare e persino con il pedalò…
Ai grandi amori eterni, c’insegna l’odierna vita, meglio sostituire tanti piccoli e fugaci legami. Giusto oppure no, forse ora conviene fare così, anche se ci rimane d’obbligo ricordare che stiamo parlando soltanto d’auto. Nulla più.

Km Zero
In origine è stato un sistema escogitato dalle concessionarie automobilistiche per incrementare i volumi di vendite di fine anno, poi è diventato una sorta di valvola di sfogo per superare i sempre più frequenti momenti di crisi ed ora, che tutti sanno di cosa si tratta, consente di effettuare una scelta razionale e ragionata.

Di cosa parliamo? Semplicemente del sistema di vendita delle auto a chilometri zero, cioè di vetture nuove che soprattutto i concessionari acquistano ed immatricolano, per rivenderle poi al prezzo di un semi-nuovo o giù di lì.
Uni sistema che si è stabilizzato e che vale più del 6 per cento dell’intero mercato italiano, vale a dire diverse centinaia di milioni di euro, se si considera che ogni anno vengono reimmatricolate almeno 130 mila auto prive di chilometraggio. Che poi debbano essere considerate un vantaggio, questo non è messo in discussione, ma come sempre avviene esistono molti “pro” a cui corrispondono altrettanti “contro”.

A cominciare dal fatto che la vettura, benché nuova, reca quasi sempre una immatricolazione di fine anno, dunque, anche se giunge nel nuovo anno con poche settimane di vita (se non giorni), commercialmente ha sulle spalle già un anno di vita. In questi casi, inoltre, non è quasi mai possibile scegliere il colore, l’allestimento o la cilindrata, perché è stato il concessionario a priori, che prima di effettuare l’acquisto ha scelto la versione ritenuta più adatta alla vendita.
Così, sono centinaia e centinaia le persone che ogni giorno varcano la soglia di una concessionaria alla ricerca di un “nuovo” d’occasione.
Anche perché, almeno così pare, la differenza di prezzo tra un veicolo acquistato in modo ordinario ed uno a chilometri zero, può talvolta differire del 20 per cento rispetto ai normali prezzi di listino.

Una cosa molto simile, inoltre, è in uso anche fra le più comuni imprese di autonoleggio o le stesse aziende che dispongono di flotte aziendali, quando per disfarsi delle loro autovetture utilizzate per poco tempo (ma di solito con chilometraggi assai elevati), si accontentano di ricavare fino al 50 per cento della spesa in origine sostenuta.
In questo caso, però, la vettura è stata largamente e forse incautamente utilizzata, essendo stata messa a disposizione di più persone.

In fondo, tra un maxi-sconto del concessionario, chi propone alti premi per la rottamazione o chi supervaluta l’usato, grosse differenze non passano. Infine, cosa che non tutti sanno, si può accedere a questi acquisti anche mediante finanziamenti, leasing e con permute e l’eventuale garanzia dell’auto rimane del tutto immutata anche se a cambiare è soltanto il proprietario.

 

di Roberto Rocchi

da "Il Centauro n. 93"
Mercoledì, 09 Marzo 2005
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