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Articoli 02/03/2005

da "Il Centauro n. 93" - Guidare nella terza eta’. Un rischio?

Un normale processo d’invecchiamento comporta una riduzione delle facoltà visive, della capacità di reazione e della mobilità. Ciò influisce anche sullo stile di guida. Le persone anziane al volante rappresentano un pericolo per gli altri utenti del traffico?
 
Guidare nella terza eta’.
Un rischio?
Un normale processo d’invecchiamento comporta una riduzione delle facoltà visive, della capacità di reazione e della mobilità.
Ciò influisce anche sullo stile di guida.
Le persone anziane al volante rappresentano un pericolo per gli altri utenti del traffico?
Friedrich S. di H. compirà prossimamente 79 anni. Dovrà allora recarsi nuovamente dal medico di famiglia per chiarire la sua idoneità alla guida. Personalmente, ha il sentimento di essere ancora in piena forma; ciononostante si pone delle domande. L’automobile non è prettamente indispensabile, e poi guida relativamente poco.
L’anno scorso non ha percorso nemmeno 4000 chilometri. I signori S. abitano nei pressi di un centro commerciale, e la maggior parte degli acquisti sono effettuati a piedi. Generalmente si recano in vacanza in aereo o in treno; l’automobile viene utilizzata solo per le ferie invernali – a causa dei numerosi bagagli. Naturalmente il signor S. ha qualche piccolo acciacco – non potrebbe essere altrimenti, data l’età!
La memoria non è più quella di una volta.
Il ginocchio destro è parecchio consumato e quando cammina a volte gli duole. In entrambi gli occhi si è manifestata una cataratta, perfettamente curata grazie a un intervento.
E il collo non è più mobile, motivo per cui all’acquisto dell’ultima vettura ha badato che il veicolo disponesse di buoni retrovisori laterali che rendessero ben visibili anche gli angoli morti.
L’ultimo incidente risale a oltre vent’anni fa – una lastra di ghiaccio in montagna: la macchina è slittata fuori dalla carreggiata e si è fermata contro un albero.
Fortunatamente vi sono stati solo danni materiali. E ora? Rinunciare per sempre al volante? Ma è ancora uno spasso!
E poi significa perdere un pezzetto di libertà. Si potrebbe volendo… anche se la maggior parte del tempo la macchina è ferma in garage. Negli ultimi anni le persone anziane al volante hanno attirato vieppiù l’attenzione dei media a seguito di singoli gravi incidenti della circolazione.
Si è anche detto che nella terza età molte persone non soddisferebbero più requisiti necessari a una guida sicura.
Se una persona di una certa età dubita della sua idoneità alla guida, occorre di principio chiarire se sta subendo il normale processo d’invecchiamento o se vi è una patologia in corso, il normale decadimento dovuto all’età, di particolare interesse per le automobiliste e gli automobilisti, concerne una riduzione dell’acuità visiva e delle capacità intellettuali. La vista comincia a calare progressivamente già a partire dai 40 anni, un problema particolarmente evidente quando si guida di notte.
La riduzione della capacità intellettuali si manifesta segnatamente con un’elaborazione più lenta delle informazioni nel cervello.

E’ perciò del tutto normale che le persone anziane guidino più lentamente dei giovani conducenti. Semplicemente, occorre loro più tempo per elaborare tutte le informazioni nella circolazione stradale.
Del resto, situazioni più complesse come gli incroci rappresentano un compito più arduo da affrontare. Le rotonde, invece, rendono le cose molto più facili.
D’altronde, le statistiche sugli incidenti delle persone anziane sono simili a quelle dei bambini più a quelle dei giovani adulti, come desumibile dal grafico “Tipo d’incidente ed età”. Le normali modificazioni delle capacità intellettuali che si manifestano con l’avanzare dell’età sono ben distinte dai segni di demenza, riconducibile ad alterazioni patologiche nel cervello. Si tratta in primo luogo dell’alzheimer, ma anche di alcune altre malattie, chi soffre di tali patologie non può più guidare l’automobile.
La demenza al primo stadio è tuttavia difficile da diagnosticare – persino dai medici. Si può tuttavia partire dal presupposto che solo un numero molto esiguo di conducenti anziani soffra di patologie legate alla demenza senile. Le stime scientifiche parlano di meno del 5%.
Che cosa dicono le statistiche?
Secondo le statistiche sugli infortuni, il 24% delle vittime della circolazione stradale aveva più di 65 anni; la metà muore come pedone.
Purtroppo la statistica svizzera sugli infortuni non consente di risalire all’autore dell’incidente. Da studi internazionali si sa tuttavia che le persone anziane sono più spesso responsabili di un incidente.
Le conducenti e i conducenti più anziani rappresentano un pericolo per gli altri utenti del traffico?
O in altri termini: chi muore negli incidenti causati da conducenti anziani? Nel 60 percento dei casi sono gli stessi anziani. Nel 18 percento dei casi le vittime sono altre persone anziane, ad esempio altri occupanti del veicolo.
“Solo” nel 22 percento dei casi le vittime della circolazione stradale sono più giovani.
Ad ogni modo, le persone anziane motorizzate sono più a rischio di subire un infortunio che una minaccia per gli altri – certamente per il fatto che l’età l’essere umano diviene più vulnerabile. Lo stesso incidente può essere letale per una persona anziana a ferire solo leggermente un giovane. Di recente nei mass media si è discusso del risultato di un rapporto dell’ufficio di statistica del canton Zurigo, secondo cui sulla distanza e sul tempo il rischio di essere coinvolto in un incidente della circolazione con danni alle persone in qualità di conducente è sensibilmente maggiore nelle classi d’età superiori ai 75 anni rispetto ai giovani conducenti – ad eccezione di quelli freschi di patente.

Il risultato desunto dall’ottimo rapporto è corretto. Se le persone anziane guidassero su distanze uguali e per lo stesso tempo di conducenti in più giovani, verrebbero coinvolti in più incidenti. Ma dato che guidano molto più di rado, sono anche meno presenti nelle statistiche sugli infortuni. Il signor S. vorrebbe poter guidare la sua vettura ancora per almeno due anni. E, fortunatamente, nemmeno il medico di famiglia ha nulla in contrario. Il suo paziente è ancora piena forma! Appuntamento nel 2006.
Il processo d’invecchiamento e i sintomi di demenza. Le persone anziane in forma possono tranquillamente mettersi al volante.



Uwe Ewer
Circolazione stradale.

 
Mercoledì, 02 Marzo 2005
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