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Articoli 15/02/2005

Varchi elettronici Luci ed ombre.

 

Varchi elettronici
Luci ed ombre.

di Giulio Lucattelli

Che la salute dei cittadini romani (e non solo), come anche il patrimonio artistico/monumentale della capitale, dovesse essere tutelato da uno dei Killer dell’era moderna, lo smog, lo si era capito già da molti anni. Già dalla fine degli anni ’70 il Comune di Roma ha creato la Zona a Traffico Limitato (ZTL), con l’intento di ridurre il traffico veicolare in gran parte del centro storico (la cui estensione è paragonabile all’intera superficie del Comune di Firenze), riservandolo a particolari categorie d’utenti. Quotidianamente le strade d’accesso alla ZTL erano presidiate da circa 70 VV.UU. “portieri” che, artigianalmente, delimitavano l’area spostando transenne e/o posizionando cartelli mobili.
Una rivoluzione direi epocale si è avuta il 1° ottobre del 2001 data in cui sono entrati in funzione 22 varchi elettronici che tutt’ora controllano l’accesso dei veicoli all’interno della ZTL. La loro installazione non ha avuto vita facile. Sperimentando una tecnologia allora unica in Italia, la S.T.A (Società Trasporti Automobilistici S.p.A di cui il 97.8% del suo capitale azionario è di proprietà del Comune di Roma mentre la parte restante appartiene all’A.T.A.C. S.p.A.) ha progettato e fornito il sistema denominato “IRIDE”; essa ha dovuto “adeguarsi” alle limitazioni impartite tra gli altri dal Garante della Privacy, che ha imposto ad esempio che i fotogrammi inquadrassero la parte posteriore del veicolo al fine di garantire l’anonimato del conducente!, al parere della Sovraintendenza alla Belle Arti per l’approvazione dei pali di sostegno e quindi all’omologazione dell’allora Ministero dei LL.PP. ( n. 2083/01).

 

COME FUNZIONA
Ogni strada che si immette nel perimetro della ZTL (varco) è sorvegliata da una o più telecamere ad infrarossi montate su pali. Esse vengono attivate al passaggio di ogni veicolo che transita su alcune “spire” annegate nell’asfalto, poste in corrispondenza di corsie di canalizzazione delimitate da piccoli marciapiedi spartitraffico. L’utilizzo dell’infrarosso consente di poter catturare foto anche in ore notturne, richiedendo l’utilizzo di “flash” non tradizionali che emettono fasci di luce con lunghezza d’onda tali da non creare il classico lampo, quest’ultimo potenzialmente pericoloso per i conducenti. Le immagini catturate vengono elaborate e dopo una scrematura, attingendo dalla banca dati in cui sono inserite le targhe dei mezzi autorizzati, i fotogrammi vengono convogliati nella sala “digitazione”.


In verità un secondo “meccanismo” evita che il sistema IRIDE immortali le targhe: le Unità di Bordo (U.B.); del tutto simili a quelle utilizzate sulle autostrade italiane (Telepass) queste volgarmente dette “saponette”, in uso a Roma, sono compatibili con quelle distribuite dalla soc. Autostrade per l’Italia (previa utilizzo della card appropriata) e consentono attraverso un segnale radio di disattivare momentaneamente il varco elettronico impedendo quindi lo “scatto”.
In realtà questa tecnologia è stata di fatto abbandonata viste le problematiche riscontrate (guasti tecnici alle U.B. , schermatura di alcuni parabrezza che ostacolano le onde radio, l’uso “improprio” da parte di persone diverse dai titolari, ecc.) che hanno consigliato la strada della registrazione delle singole targhe. Dopo un periodo variabile da una settimana ad un mese dal giorno del passaggio, su 10 terminali, 20 operatori della Polizia Municipale visionano giornalmente le targhe fornite dal sistema “validando” quanto fotografato ed eseguendo all’occorrenza le opportune correzioni.
A questo punto i dati ottenuti sono inviati telematicamente al già Ufficio Contravvenzione del II Dipartimento del Comune di Roma che provvede a richiedere i dati al DTT/PRA per l’intestazione dei verbali e successiva notifica al responsabile in solido del veicolo.


PREGI E DIFETTI
Che con l’adozione dei varchi elettronici si sia aperta una nuova era nella gestione del controllo del traffico veicolare e conseguente processo sanzionatorio è innegabile, ma che da questo ne siano scaturite problematiche nuove è un dato di fatto.
Se è vero che il sistema IRIDE durante il suo funzionamento, dalle ore 6:30 alle 18:00 dal Lunedì al Venerdì e dalle 14:00 alle 18:00 del Sabato, controlla dai 60 ai 70 mila passaggi, provvedendo quindi a riconoscere le targhe autorizzate da quelle da controllare e/o sanzionare (circa 8-10 % del tot.), di contro sono aumentati in modo esponenziale i reati riconducibili all’alterazione delle targhe (sono rare comunque quelle clonate!), nonché le violazioni amministrative alla circolazione in senso vietato nelle strade in uscita dalla ZTL o contromano nelle carreggiate a doppio senso di circolazione in corrispondenza dei varchi.
Capitolo a parte merita il discorso dei veicoli adibiti al trasporto di portatori di handicap.
Nella prima fase di sperimentazione si era deciso di fornire anche ai disabili le U.B. dando loro la possibilità di utilizzarle praticamente su qualsivoglia altro veicolo, diverso dalle 5 targhe di mezzi abbinabili ad ogni permesso per disabili, ed inserite nella banca dati degli autorizzati; questo ha scatenato un “mercato” fiorente di falsi permessi per Handicappati e una altrettanto deplorevole ricerca affannosa di qualche compiacente “amico o parente” disabile che comunica la targa di un veicolo utilizzato quindi per fini tutt’altro che umanitari. A questo c’è da aggiungere la scarsa informazione dei disabili “forestieri” che, provenienti da tutta Italia, non conoscendo la procedura di registrazione puntualmente ricevono un “souvenir” entro 150 gg.
Tutto questo ha costretto la Procura della Repubblica ad avviare una serie di controlli mirata principalmente all’individuazione di falsi, all’utilizzo doloso del permesso malgrado la morte del titolare (omettendo tale comunicazione), ecc.; il Comune da parte sua, anche attraverso una campagna d’informazione, ha preso alcune contromisure quali la riduzione da 5 a 3 targhe abbinabili ad ogni permesso, controlli incrociati tra l’anagrafe e la STA, a cui è stato affidata la gestione del rilascio dei permessi di accesso. In tutto questo la Polizia Municipale, in particolare il 1° Gruppo, sta svolgendo un importante lavoro d’indagini che sta portando alla revoca di numerosi permessi Handicap. Indagini sono in corso anche nei confronti dei titolari di Alberghi che, con la delibera 856/2000, hanno la facoltà di inviare alla STA a mezzo fax le targhe dei clienti che soggiornano presso di loro, ottenendo quindi dei permessi temporanei; controlli a campione hanno portato alla luce l’ennesima truffa poiché si è accertato che le autorizzazione temporanee venivano in realtà concesse a impiegati, portieri, direttori, "amici" ecc.
A tutto questo c’è da aggiungere che l’Ospedale S. Giacomo è situato all’interno della ZTL e che serve un vasto bacino di utenti; la sua presenza richiede giornalmente il presidio fisso di 2 - 3 agenti che provvedono ad annotare le targhe dei pazienti diretti verso la struttura ospedaliera. Altro "inconveniente" è rappresentato dalla incertezza circa l’orario di esercizio del sistema; ogni mattina, alle ore 06:00 , gli orologi interni dei 22 varchi vengono sincronizzati attraverso un segnale radio proveniente dall’Istituto Galileo Ferraris di Torino; l’ignaro utente della strada approssimandosi le ore 18:00 entra all’interno della ZTL fiducioso che il proprio orologio segni l’ora esatta e che quindi le telecamere siano disattivate. Purtroppo non è così dal momento che sono svariati i reclami di automobilisti che si sono visti recapitati verbali recanti le ore 17:59.
A tutt’oggi risulta evidentemente estremamente difficile segnalare l’attivazione o meno dei varchi dal momento che non è possibile posizionare semafori, in quanto non previsti dal codice della strada, né tanto meno semplici orologi.


CONSIDERAZIONI

Che i varchi elettronici funzionino da deterrente è innegabile, che abbiano in qualche modo riqualificato la figura degli operatori della Polizia Municipale, facendogli abbandonare la veste di "portiere" è apprezzabile, ma che abbiano in qualche misura creato un aggravio di lavoro nessuno se lo aspettava. Infatti tra gli errori materiali compiuti dai terminalisti, fisiologici peraltro, commessi nella fase di inserimento dei dati (errori nella validazione delle targhe 1 - 2 %, nell’inserimento e variazioni delle informazioni contenute nella banca dati STA), le problematiche inerenti i portatori di Handicap residenti fuori Roma, veicoli con targhe di copertura, cortei funebri e nuziali, ecc. hanno determinato una crescita senza precedenti di ricorsi a verbali notificati, con conseguente aumento delle pratiche d’ufficio da evadere.
Quella che quindi era l’idea di sottrarre risorse umane dal controllo fisico dei varchi d’accesso, per essere utilizzati in altre attività su strada, al contrario ha portato paradossalmente all’utilizzo di più personale all’interno degli uffici! Rinunciare alle nuove tecnologie sarebbe sciocco e antistorico. Che il sistema di rilevamento elettronico delle infrazioni sia valido non c’è dubbio, prova n’è il sempre più utilizzo da parte molti comuni d’Italia, e persino in metropoli europee come Londra, se pur con ovvie differenziazioni. Miglioramenti sicuramente sono possibili ed auspicabili (vedi l’adozione di telecamere in corrispondenza delle strade poste ai margini della ZTL per immortalare i furbi che si immettono in senso vietato, oppure le verifiche dell’ingresso ed uscita dei veicoli dalla area ristretta al traffico al fine di verificare se contemporaneamente circolino veicoli destinati al trasporto di portatori di Handicap, ecc... Punto fermo, a mio parere, rimane comunque il controllo “fisico” del territorio con conseguente aumento di personale e pattuglie; attività che non potrà mai essere demandata interamente ad una macchina soprattutto in un Paese come l’Italia, ove il tentare di sottrarsi a qualsivoglia regola sembra essere una delle poche cose che accomuna il Nord con il Sud.


Referente Asaps
Polizia Municipale - Roma 1





 
Martedì, 15 Febbraio 2005
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