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Corte di Cassazione 19/02/2004

Giurisprudenza di legittimità - SE IL CITTADINO SUBISCE STRESS DA MULTE INGIUSTE, LO STATO LO DEVE RISARCIRE: STORICA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

SE IL CITTADINO SUBISCE STRESS DA MULTE INGIUSTE, LO STATO LO DEVE RISARCIRE: STORICA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
(ASAPS) ROMA - Secondo la corte di Cassazione lo stress da multa esiste eccome, al punto che molti automobilisti, poco fiduciosi nell’esito del proprio - ancorché  giustificato - ricorso, preferirebbero pagare pur di farla finita e non avere noie. Questo atteggiamento, che sfocia in un vero e proprio stress, è stato documentato e fatto proprio dalla suprema corte, che porge un appiglio agli utenti della strada ingiustamente multati dalle forze dell’ordine che insistono a ribadire la fondatezza della contravvenzione elevata: ora i cittadini vessati, tanto per usare un termine in voga nelle aule giudiziarie, potranno ottenere dal giudice di pace che accolga le tesi difensive e quindi demolisca con la sentenza l’operato degli organi di polizia deputati ad accertamento e contestazione,  il risarcimento economico per il danno patito nel perfezionamento dell’iter burocratico indispensabile al pronunciamento del giudice. Ma non basta: la corte ha infatti precisato che il risarcimento dovrà avvenire anche se ad annullare la multa sarà stato il Prefetto. La storica sentenza arriva dalla terza sezione civile della Cassazione con la sentenza 2698, con cui ha confermato la legittimità della decisione presa dal giudice di pace di Perugia il 26 aprile 2000, che  aveva condannato il comune del capoluogo umbro a risarcire di 100 euro un avvocato multato il 25 settembre 1993 per essere entrato nella zona a traffico limitato senza averne titolo: in realtà l’avvocato il titolo ce l’aveva eccome, ma inutile fu il tentativo di convincere il vigile accertatore dell’errore commesso, che fermo nella sua posizione consigliò il legale a presentare ricorso. Detto fatto, ma alla richiesta di controdeduzioni da parte della prefettura, il comando dei vigili urbani rispose insistendo nella fondatezza della contestazione. Nonostante ciò il prefetto annullò il verbale, archiviandolo. Un cittadino normale si sarebbe fermato qui, ma un  principe del foro come il multato optò per una richiesta di risarcimento inoltrata al giudice di pace. Danni dovuti per i danni patrimoniali e non causati dallo stress dovuto alla illegittima multa che gli aveva provocato, sono le testuali parole, "ansia e disagio". Il giudice di pace aderì alla richiesta e condannò il comune a pagare 200 mila lire a titolo di risarcimento dei danni materiale e morali, oltre a mezzo milione del vecchio conio per le spese processuali. Grado dopo grado è toccato stavolta al comune ricorrere contro una decisione che lo vedeva passare da vessatore a vessato, finché l’ultima istanza è stata rigettata dalla Cassazione, che ha condannato l’amministrazione municipale a pagare l’avvocato e le spese processuali. (ASAPS)
Giovedì, 19 Febbraio 2004
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