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Articoli 27/01/2005

SPAGNA, CRONACA DI UN 2004 SULLA STRADA. È IL BILANCIO MENO TRAGICO DEGLI ULTIMI 25 ANNI, ED ORA SI GUARDA CON FIDUCIA AL 2010. PURTROPPO MALE, I MOTOCICLISTI.

SPAGNA, CRONACA DI UN 2004 SULLA STRADA.

È IL BILANCIO MENO TRAGICO DEGLI ULTIMI 25 ANNI, ED ORA SI GUARDA CON FIDUCIA AL 2010. PURTROPPO MALE, I MOTOCICLISTI.


di Lorenzo Borselli

MADRID - Chi ha percorso di recente le fantastiche strade della Spagna, lo ha intuito subito: dall’altra parte del mare, nella penisola iberica, quando si parla di "seguridad dela carretera", si fa sul serio. Senza tante chiacchiere, senza tante polemiche, ma agendo con forza su tutti i fronti: dallo stato delle infrastrutture, al comportamento dell’utenza, dall’educazione stradale alla repressione più dura.

Così il 2004 si è chiuso finalmente in regresso, dopo un quarto di secolo inzuppato di sangue, dopo generazioni di giovani falcidiati sulle "routas de loso toros". Il bilancio, grazie anche ad una statistica immediata - seppur provvisoria - che ha fornito subito a gennaio i dati del 2004 (mentre in Italia abbiamo da poco quelli del 2003), parla di una riduzione del 12,7% della mortalità, che accompagna gli spagnoli all’obiettivo comunitario con grande fiducia.

I morti, in tutto il 2004, sono stati 3.516, 513 in meno rispetto al 2003, quando le vittime furono 4.029. Si rompe così una tendenza che si perpetuava dal 1980, quando in pratica la Spagna cominciò a tenere il conto della mortalità sulle strade. Anche questo particolare è davvero degno di riflessione: fino a qualche anno fa, tutti guardavano alla penisola iberica con la puzza sotto al naso, pensando alla Spagna ed al Portogallo come - in materia di sicurezza stradale - al fanalino di coda dell’UE. E noi, che spesso facevamo notare con la puzza sotto al naso che c’era qualcuno messo peggio di noi, oggi dobbiamo imparare la lezione.

Che la riduzione fosse ormai alle porte lo si intuiva, e non poteva essere altrimenti: con la rinnovata Spagna del dopo Franco, le strade hanno preso una forma diversa, sono divenute bellissime, sicure, vigilate, e le pattuglie delle varie polizie che esercitano l’azione di controllo e di contrasto hanno ricevuto robuste dotazioni di precursori di ebbrezza alcolica e da stupefacenti, rilevatori di velocità e un codice della strada severo, senza possibilità di appello, come la decurtazione dei punti dalla patente. La Guardia Civil è arrivata persino a mettere un solo uomo per ogni pattuglia, pur di aumentare la vigilanza stradale.

Oltre alle vittime, scende anche il numero dei feriti gravi, in calo del 21,57%, e quello dei feriti lievi (-20,86%).

A tracciare un bilancio dei risultati raggiunti, è stato il ministro dell’Interno spagnolo José Antonio Alonso, che però non è sembrato troppo soddisfatto, e mostrandosi uno che non intende dormire sugli allori si è limitato a dire che "senza trionfalismo, si può parlare di dati confortanti, ma non ancora sufficienti a farci stare tranquilli".

Alonso è prudente perché i dati a disposizione non possono essere ancora considerati definitivi, in quanto tengono conto dei soli eventi che hanno prodotto cause di lesività mortali o di injury nell’arco delle prime 24 ore dall’evento; solo quando i rapporti di polizia incroceranno i procedimenti penali, gli accessi ospedalieri e le indicazioni delle compagnie assicurative, dunque, il rapporto potrà dirsi completo.

In ogni caso, il numero di incidenti finora censito relativamente al 2004, resta il più basso degli ultimi 25 anni, nonostante il grande fermento che caratterizza il parco veicolare spagnolo, in crescita per il quinto anno consecutivo: agli archivi della Direcciòn General de Trofico (DGT), risulta infatti che nel 2004 le immatricolazioni di nuovi veicoli sono aumentate del 13% rispetto al 2003, con 2.149.775 mezzi nuovi in circolazione. Anche questo pesa sulla strada, e se lo svecchiamento dei veicoli garantisce una maggior sicurezza, per quanto riguarda la circolazione sic et simpliciter, è altresì vero che la crescita del traffico comporta maggiori rischi.

Andando nel dettaglio, per quanto riguarda la sicurezza stradale, la riduzione della mortalità è stata più marcata nel mese di agosto, quando il numero di morti è sceso del 23%, e a dicembre (-25%).

Si tratta di mesi particolari, nei quali la DGT ha promosso campagne mediatiche per la riduzione della velocità, del consumo di bevande alcoliche e di droghe, e per l’uso delle cinture di sicurezza, affiancando ai messaggi radiotelevisivi una potente offensiva da parte delle forze di polizia. Solo ottobre e maggio hanno rotto la tendenza: il primo, facendo registrare rispettivamente 27 morti ed una vittima in più, dovuti a due incidenti plurimortali.

Le strade cosiddette convenzionali, quelle che in Italia definiamo "rete ordinaria", sono quelle che hanno ucciso ancora con maggior frequenza, tanto che il 76% della mortalità è ascritta ad eventi che hanno avuto come scenari le arterie non autostradali: strade nazionali, regionali o comunali. Non è chiaro se le Autovias, le strade di grande comunicazione che hanno caratteristiche simili a quelle delle Autopistas, le nostre autostrade, siano comprese tra le strade convenzionali, mentre è un dato di fatto che sulle autostrade spagnole il 2004 sono morte 61 persone in meno rispetto al 2003. Un dato anch’esso che deve far riflettere.

Analizzando invece la sinistrosità rispetto alle tipologie di veicoli coinvolti, l’unica categoria di utenti a non essere allineata al ribasso è quella dei motociclisti, le cui vittime sono in crescita di un tragico 17%.

Sulle cause dei sinistri, invece, nessuna sorpresa: la distrazione viene messa all’indice al 27% dei casi presi in esame, mentre la velocità riguarda il 23%. Il resto, senza stare troppo richiusi nel recinto della statistica, è provocato da abuso di alcol e droghe - il cui accertamento in Spagna è immediato e senza appello - e il mancato rispetto di norme di comportamento.

Per gli osservatori più interessati, proponiamo anche la disamina dei risultati per regioni autonome, che in Spagna costituiscono l’ossatura di un vero e proprio stato federale. I più rispettosi, sono stati gli abitanti dei Paesi Baschi, che hanno visto scendere del 42% il numero di morti sulle proprie strade, seguiti dalle Asturie (-28%), dalla Pastiglia La Mancha (-25%), le Canarie (-22%), l’Aragona (-18%), la Galizia (-16%), la Catalogna e la Comunità di Madrid (-14%).

Hanno fatto invece registrare aumenti anche considerevoli di vittime la Rioja (+31,1%), l’Extremadura (+9%), le Baleares (+6,6%) e la Navarra (+4,3%).

Secondo il ministro dell’interno, comunque, una buona parte del merito è da attribuire sì al potenziamento dei servizi di pattugliamento sulle strade, che ha portato all’aumento di contestazioni susseguenti a controlli di velocità e di alcolemia, ma anche alla mutata coscienza dei patentati iberici. Si pensi che il solo annuncio della legge di riforma del "Codigo", che prevede anche l’entrata in vigore del "carnet de conducir por puntos", la nostra patente a punti, ha portato risultati inaspettati. "Le campagne di sensibilizzazione e un poderoso discorso politico contro il dramma dell’insicurezza stradale - ha detto Alonso - ha aumentato la portata dei nostri obiettivi". Come lo stesso ministro ha poi annunciato, il 2005 vedrà nuovamente impegnata la Direzione Generale del Traffico in nuove campagne di sensibilizzazione, dirette soprattutto alla fascia di giovani tra i 18 e i 25 anni, che nel 2004 è rimasta coinvolta nel 24% degli eventi mortali. Troppi, anche se per loro è stato registrato un miglioramento del 21%. "Attenzione però a non rilassarsi sui risultati - ha aggiunto il titolare dell’Interno - perché sarebbe una vera e propria trappola. Confido che miglioreremo ancora con l’entrata in vigore della patente a punti, prevista per l’estate". Intanto, proprio dal suo Ufficio, è scattato il piano tolleranza zero contro l’abuso di droghe, che ora vedrà l’ingresso di specialisti presso gli istituti scolastici e presso le scuole guida di tutto lo stato.

 

INCIDENTI STRADALI MORTALI IN SPAGNA 1999-2004


 

Incidenti stradali

 

Morti

 

Feriti gravi

 

Feriti lievi

 

1999

 

-

 

4.280

 

-

 

-

 

2000

 

-

 

4.295

 

-

 

-

 

2001

 

3.525

 

4.145

 

2.061

 

1.959

 

2002

 

3.434

 

4.026

 

1.958

 

1.918

 

2003

 

3.443

 

4.029

 

2.077

 

1.970

 

2004

 

3.038

 

3.516

 

1.629

 

1.559

 


Diff. 03 / 04

 

-405 incidenti
(-11,76%)

 

-513 morti
(-12,73%)

 

-448 feriti gravi
(-21,57%)

 

-411 feriti lievi
(-20,86%)



NUMERO VITTIME DELLA STRADA 2002-2004 PER REGIONI AUTONOME


2002

2003

2004

ANDALUCÍA

632

662

619 (-6,5 %)

ARAGÓN

177

216

177 (-18,1 %)

ASTURIAS

93

116

83 (-28,4 %)

ISLAS BALEARES

81

91

97 (+6,6 %)

CANARIAS

129

134

105 (-21,6 %)

CANTABRIA

54

44

38 (-13,6 %)

CAST. MANCHA

307

331

249 (-24,8 %)

CASTILLA LEÓN

491

415

374 (-9,7 %)

CATALUÑA

555

513

440 (-14,1 %)

EXTREMADURA

131

133

145 (+9 %)

GALICIA

353

338

283 (-16,3 %)

LA RIOJA

45

45

59 (+31,1 %)

MADRID

216

218

186 (-14,7 %)

MURCIA

127

131

124 (-5,3 %)

NAVARRA

80

70

73 (+4,3 %)

PAÍS VASCO

163

173

100 (-42,2 %)

C. VALENCIANA

392

401

364 (-9,2 %)

TOTAL

4.026

4.032

3.516 (-12,7 %)

 






di Lorenzo Borselli

Giovedì, 27 Gennaio 2005
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