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Mobilità 08/10/2005

1° Rapporto Asaps-Quattroruote La mobilità automobilistica in Italia: parco circolante, furti, incidenti. Classifiche e considerazioni, Provincia per Provincia

(Chi desidera richiedere l’intero file con i dati complessivi e completi suddivisi anche per singole regioni, dovrà inoltrare richiesta al seguente indirizzo mail: sede@asaps.it o telefonare all’Asaps 0543-704015, verranno fornite indicazioni e modalità).
  Rapporto Asaps-Quattroruote
La mobilità automobilistica in Italia: parco circolante, furti, incidenti.
Classifiche e considerazioni, Provincia per Provincia.
Asaps (l’Associazione sostenitori amici della polizia stradale) e Quattroruote hanno voluto organizzare questa presentazione per cercare di dare il massimo risalto a una serie di dati la cui conoscenza può contribuire ad affrontare con maggiore efficacia i problemi relativi al traffico e alla sicurezza stradale nel nostro Paese.
L’analisi, coordinata da Giordano Biserni (presidente dell’Asaps), è basata su fonti ufficiali, che sono state incrociate ottenendo statistiche e classifiche significative: si tratta di ACI (per il parco circolante), Istat (per la popolazione e incidenti stradali, morti e feriti) e Ministero dell’Interno (per quanto riguarda i furti).
Ecco una sintesi dei dati più interessanti, riportati anche nelle tabelle allegate.

Aosta: più auto che abitanti
L’analisi dei dati relativi al parco circolante e alla popolazione fa scoprire realtà sorprendenti. In Val d’Aosta (vedi tabella 1), per esempio, ci sono più automobili (125.846) che residenti (122.868); significa un rapporto di 1024,15 vetture ogni 1000 abitanti, ovvero più di una per persona. Il dato colloca questa Regione, nonostante le sue caratteristiche alpine, di gran lunga in testa alla classifica della motorizzazione: il Lazio, che è secondo, conta soltanto 660,1 auto ogni 1000 abitanti e precede l’Umbria (652,87), la Toscana (619,52) e il Piemonte (618,14). Inaspettatamente la Lombardia è soltanto undicesima, con 582,29 auto ogni 1000 abitanti. Le Regioni con il minor tasso di motorizzazione sono quasi tutte al Sud: Puglia (506,34), Calabria (521,13) e Basilicata (521,30). Unica eccezione, la Liguria, che si classifica al penultimo posto (512,26), a causa anche, come vedremo, della grande diffusione delle due ruote.
Se, invece delle Regioni, si considerano le Province (vedi tabella 2), Aosta rimane ancora in testa alla classifica, ma al secondo posto s’insedia Roma, con 678,31 auto ogni 1000 abitanti; tutte le altre province più "motorizzate" sono medio-piccole. Biella, Perugia, Siena, Viterbo, Terni e Ravenna, infatti, contano più vetture per abitanti rispetto a grandi centri urbani come Bologna, Milano, Genova o Napoli (solo all’85° posto della classifica). Chiudono questa particolare graduatoria Genova, Crotone e Foggia, dove le auto ogni 1000 abitanti sono solamente 454,59.

Imperia regina delle moto
Il panorama cambia completamente se, invece delle quattro, si prendono in considerazione le due ruote, ovvero i motocicli (da non confondere con ciclomotori o piccoli scooter). Nella top ten della loro diffusione, infatti, si trovano quasi esclusivamente città di mare, per comprensibili motivi climatici. Imperia domina la classifica, con 198,76 motocicli ogni 1000 abitanti; seguono Genova (186,5), Savona (174,61) e Livorno (158,34). La prima città "di terra" è Firenze, ottava (120,43); Roma è solo al 18° posto (96,33), Milano al 36° (79,17), Napoli al 42° (76.78). Chiudono la graduatoria ancora una volta le Province del Mezzogiorno (come Potenza, Foggia, Crotone) e della Sardegna (Oristano e Nuoro), che pure dovrebbero godere di condizioni meteorologiche favorevoli.

Furti: un fenomeno in calo
Il primo dato, fortunatamente positivo, è che i furti d’auto nel nostro Paese sono in netta diminuzione: nel 2004, infatti, sono state sottratte ai proprietari 182.470 vetture, contro le 367.252 del 1991 (la flessione è del 49%). Il merito va ascritto principalmente alla diffusione dei dispositivi elettronici antifurto, a partire dagli immobilizzatori contenuti nelle chiavi di accensione per arrivare ai più sofisticati sistemi satellitari, che rendono più complesso e meno conveniente il furto d’auto. Un’altra causa è il rinnovamento del parco circolante e l’alto costo delle riparazioni delle vetture incidentate, che hanno diminuito la domanda di ricambi: in passato, infatti, molte delle macchine rubate venivano smontate e rivendute dopo essere state sezionate in tutte le loro componenti utilizzabili. Infine, l’intensificazione dell’attività e il migliore coordinamento, anche internazionale, delle Forze dell’ordine, dotate di sistemi informatici più avanzati, ha permesso di compiere grandi passi avanti sia sul piano della prevenzione dei furti, sia su quello del ritrovamento delle vetture rubate. Nel 2004, infatti, ben 100.388 delle 182.470 auto rubate (ovvero, il 55%) sono state ritrovate.

Furti: il primato va ancora al Sud
Come sempre accade, la diffusione di un fenomeno in Italia non è omogenea. Il Mezzogiorno si conferma come l’area più colpita: Campania e Puglia sono in testa alla classifica, con un rapporto auto rubate ogni 1000 circolanti rispettivamente di 11,6 e 9,589 (vedi tabella 3); anche Sicilia e Calabria sono ai primi posti (quarta e quinta). Nella classifica, però, occupano posizioni alte anche le Regioni con maggiore densità automobilistica, ovvero il Lazio (terzo, con 6,079) e la Lombardia (sesta, con 5,813). Sonni tranquilli possono dormire gli automobilisti friulani, del Trentino-Alto Adige e, soprattutto, della Valle d’Aosta, Regione nella quale, nonostante l’alto tasso di motorizzazione, viene rubata una media di 0,532 vetture ogni 1000 circolanti.
Anche se si scende nel dettaglio delle Province (vedi tabella 4), il Sud si rivela come l’area dove il fenomeno è più consistente. In termini assoluti, Roma è la città dove spariscono più macchine: 29.863, contro le 26.873 di Napoli e le 23.894 di Milano. Ma il dato diventa più significativo se si mettono in rapporto questi valori con il parco circolante. Così facendo, Napoli balza in testa alla classifica con 16,436 auto ogni 1000 immatricolate nella Provincia; seconda è Catania (13,278), terza Bari (12,985). Roma diventa solo quarta (11,561) e precede Milano (10,683).
La città più tranquilla, sotto questo profilo, è Belluno, che vanta un rapporto di 0,278 auto rubate ogni 1000 circolanti; ma gli automobilisti possono dormire sonni sereni anche nella provincia del Verbano, in quelle di Sondrio, Isernia e Aosta.
Il quadro sostanzialmente non cambia se, invece dei furti d’auto, si fa riferimento a quelli dei motoveicoli: il primato negativo spetta ancora a Napoli, con 23,789 moto rubate ogni 1000 circolanti, seguita però da Roma (22,548) e Catania (21,436). Pochi problemi, invece, per i residenti delle Province di Belluno, Rovigo, Sondrio e, soprattutto, Isernia, dove nel 2004 il numero di motoveicoli rubati è stato pari a… zero.

Incidenti: provincia pericolosa
Pensate di correre i rischi maggiori di avere un incidente in una grande città? Errore. Un’analisi accurata dei dati fa scoprire come spesso siano i centri medio-piccoli quelli dove il pericolo è in agguato. Infatti, schematicamente:

- nel classifica basata sul numero d’incidenti ogni 1000 abitanti (vedi tabella 5); tutti i dati sono riferiti a incidenti rilevati dalla Forze dell’ordine, quindi di una certa entità) non figurano ai primissimi posti le Regioni che comprendono grandi aree metropolitane come Lombardia e Lazio, ma Emilia-Romagna (con un valore di 5,952), Liguria (5,748) e Toscana (5,284); la Lombardia è solo quarta e precede il Lazio.

- la Provincia col maggior numero d’incidenti ogni 1000 abitanti (vedi tabella 6) non è, come si potrebbe pensare, Milano (seconda) o Roma (solo tredicesima), ma Rimini. Tra le altre "provinciali" a rischio spiccano Trieste (quarta), Forlì-Cesena (quinta), Reggio Emilia e Prato (sesta e settima). Pochissimi rischi si corrono in molte città del Mezzogiorno, da Reggio Calabria a Palermo, da Brindisi a Caserta e, soprattutto, a Potenza, ultima in graduatoria.

Le cose, però, cambiano in maniera significativa se ci si sofferma sulla gravità degl’incidenti, ovvero sul numero di morti ogni 1000 abitanti. In questo caso:
- i dati più allarmanti riguardano ancora l’Emilia-Romagna (0,168 morti per incidenti stradali ogni 1000 abitanti; vedi tabella 7), ma alla ribalta salgono Regioni medio-piccole del Nord, ovvero Umbria (con lo stesso rapporto di 0,168), Friuli V.G. (0,153), Veneto (0,145) e, inaspettatamente, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige (rispettivamente con 0,130 e 0,127).

- La "provincia" italiana si conferma micidiale sotto il profilo del rischio stradale: nessuna delle grandi città figura ai primi posti della classifica stilata in base al numero di morti per incidente ogni 1000 abitanti. Sorprendentemente il valore più alto (vedi tabella 8) si registra a Terni (0,233); preoccupazione destano anche città come Rovigo, Ferrara, Piacenza, Mantova, Latina, Cuneo, Vercelli, Reggio Emilia e Cremona (che occupano i primi dieci posti). Paradossalmente più "sicure" sembrano le grandi aree metropolitane: Milano è solo al 78° posto di questa graduatoria, Roma all’85°, Napoli al 101° (su 103). La Provincia più tranquilla è quella di La Spezia, con solo 0,031 morti ogni 1000 abitanti.

Importante è chiedersi i motivi di questa situazione (e agire di conseguenza per incrementare la sicurezza). Secondo l’interpretazione dell’Asaps, nei territori di queste Province si trovano molte strade statali o provinciali a scorrimento veloce, dove le velocità medie sono più elevate rispetto ai centri urbani e dove gli esiti degl’incidenti sono spesso più gravi.

La città ideale

A questo punto viene da chiedersi quale sia il "paradiso" dell’automobilista italiano. Foggia, per esempio, ha la minore densità di veicoli per abitanti, Nuoro di motocicli; ma a Potenza si corrono meno rischi di avere un incidente stradale e di restarne feriti, mentre a La Spezia le probabilità di perdere la vita in simili circostante sono le più basse di tutta Italia. E i furti? Parcheggiate l’auto a Belluno, la moto a Isernia: avrete una più che ragionevole certezza di ritrovarla!

(Chi desidera richiedere l’intero file con i dati complessivi e completi suddivisi anche per singole regioni, dovrà inoltrare richiesta al seguente indirizzo mail: sede@asaps.it o telefonare all’Asaps 0543-704015, verranno fornite indicazioni e modalità).

 


 

 

 

 

Sabato, 08 Ottobre 2005
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