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Articoli 04/01/2004

Il Centauro intervista uno dei pochi uomini che hanno saputo battere Schumacher Maurizio Cheli il pilota che ha vinto la sfida con la Ferrari

Il Centauro intervista uno dei pochi uomini che hanno saputo battere Schumacher

Maurizio Cheli il pilota che ha vinto la sfida con la Ferrari

di Roberto Rocchi



Maurizio Cheli ai comandi dell’Eurofighter Typhoon


L’Eurofighter Typhoon, alla partenza durante la sfida con la Ferrari

Maurizio Cheli era già passato alla ribalta delle cronache per essere stato il secondo astronauta italiano a salire sullo “Shuttle” ed a compiere ben due missioni aerospaziali seguite entrambe da milioni di persone in tutto il mondo. Ma rimanendo in casa nostra, cioË in Italia, non poco clamore ha suscitato la sfida che qualche mese fa, lo scorso dicembre tanto per essere precisi, lo stesso Cheli ha intrapreso con un campione di Formula 1 altrettanto bravo e famoso: Michael Schumacher. Il primo, a bordo del nuovo e innovativo velivolo “Typhoon” dell’aeronautica militare, il secondo con la sua monoposto “Ferrari F2” che anche quest’anno gli ha assicurato il titolo iridato di campione del mondo. La sfida, avvenuta su tre diverse distanze di percorrenza (600, 900, 1.200 metri) ha visto vincere per ben due volte l’aeromobile militare, ma la vettura sportiva non Ë stata da meno e ha dato filo da torcere persino alla tecnologia spaziale.

Allora Maurizio, qual Ë stata l’emozione e lo stato d’animo che hai provato a gareggiare contro la Ferrari…?

“Cominciamo col dire che sono nativo di Modena, dunque mi sembrava di giocare una sorta di ‘derby’ certamente a mio sfavore, vista la popolarità e l’ammirazione che tutti abbiamo verso la Ferrari. Eppoi Michael Schumacher Ë un campione unico sia dal punto di vista sportivo che umano e questa competizione la conserverò fra i miei ricordi pi˜ belli.”

Durante la gara entrambi i veicoli hanno combattuto sul filo dei decimi di secondo, dunque non Ë poi così distante la tecnologia aerospaziale da quella automobilistica?

“Molto di meno da quello che si potrebbe in un primo momento immaginare: oggi le macchine di Formula 1 sono studiate su progetti aerodinamici del tutto simili a quelli impiegati per la costruzione degli aeroplani, i quali sono peraltro realizzati con materiali compositi, allo stesso modo di quelli utilizzati per le auto da corsa. Dunque si tratta di due mondi molto vicini fra loro per modalità e concetti e dunque anche per tecnologia.”

Il sito internet dell’Asaps ha di recente pubblicato una fotografia alquanto curiosa: mentre tu e Schumacher gareggiavate, un agente della Polizia Stradale vi ha colto in flagrante con… l’autovelox! Si trattava, ovviamente di uno scherzo, però sulle strade questo strumento viene utilizzato per davvero, nel tentativo di frenare quelle tante tragedie stradali che ogni anno vedono contare migliaia di morti di feriti. Possibile che la tecnologia non possa intervenire con efficacia anche in questo delicato settore?

“La tecnologia può dare un importante contributo, soprattutto per quanto riguarda i sistemi di sicurezza attiva che limitano le possibilità di collisione o talune condotte irregolari delle vetture. Questo, però, va di pari passo con le possibilità che offre anche da un punto di vista motoristico e di prestazioni e in questo caso occorre che sia l’uomo a gestire al meglio l’apporto tecnologico di cui dispone. E’ bene, pertanto, che si responsabilizzino i conducenti, aiutandoli a capire cosa significa circolare per strada.

Io stesso, che sono un appassionato ciclista, ne vedo spesso di tutti i colori e qualche volta mi sono trovato in situazioni anche rischiose. Per questo motivo, non posso essere che vicino a tutti gli operatori delle forze dell’ordine ed in particolare a quelli della Polizia Stradale, che svolgono una funzione molto importante per tutta la collettività. In questo senso sono favorevole ad una maggiore severità nei confronti di quanti non rispettano le norme stradali o mettono a repentaglio la vita altrui.”

Toglici una curiosità: pensando a quando viaggiavi sullo Shuttle, come si vedeva il mondo da lass˜…?

“E’ bellissimo e abbiamo tutti provato un’emozione indescrivibile. Poi, il fatto di non riuscire a vedere alcuna macchina circolare ha reso la cosa ancora pi˜ bella. Purtroppo, però, si vede molto chiaramente l’inquinamento e questo dovrebbe farci capire come la Terra debba essere salvaguardata e come certi argomenti siano molto pi˜ vicini di quel che si crede. In questo senso, c’Ë da sperare che si giunga a risultati positivi in brevissimo tempo.”

Una brillante carriera militare, l’avventura aerospaziale sullo Shuttle, una gara con la Ferrari, cosa può ancora riservare il futuro a Maurizio Cheli?

“Come tutti sanno non sono pi˜ un militare e sono diventato collaudatore capo dei prototipi sperimentali per l’azienda italiana Alenia Aeronautica. Il caccia che ha gareggiato con la Ferrari Ë un concentrato di tecnologia adattabile ad ogni esigenza militare e non Ë un caso che il progetto nasca da una cooperazione internazionale che vede impegnati diversi Paesi. Spero così di poter offrire il mio contributo alla realizzazione di un velivolo che certamente c’invidierà tutto il mondo…”

Ed anche noi, naturalmente, non possiamo che augurarglielo.

 


Cheli – Schumacher “normali fenomeni”


Maurizio Cheli, a sx, insieme a Michael Schumacher, al termine della sfida fra Eurofighter e la Ferrari

Chi sono i due piloti che hanno gareggiato fra loro? Famosissimi per i loro successi professionali, forse non tutti conoscono alcune particolarità che elenchiamo qui di seguito.



Maurizio Cheli
Ë nato a Modena il 4 maggio del 1959, sposato con una ragazza belga di nome Marianne, non ha figli. Ha frequentato il liceo classico a Bologna e nel 1978 Ë entrato all’Accademia aeronautica di Pozzuoli (NA). Laureato in ingegneria aerospaziale nientemeno che a Houston, negli Stati Uniti, torna in Italia dopo essersi classificato al primo posto nel corso di volo. Pilota operativo sugli “F 104” a Verona, collaudatore presso il centro di Pratica di Mare, risulta di nuovo il migliore studente all’Empire Test Pilot’s School di Boscombe Down, in Gran Bretagna. Nel 1992 viene selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea e l’anno successivo comincia la sua collaborazione con la NASA. Compie la sua prima missione aerospaziale a bordo dello Space Shuttle “Columbia” nel 1996 e colleziona 360 ore di volo nello spazio. Attualmente non indossa pi˜ le “stellette” ed Ë collaudatore capo per l’Alenia Aeronautica, un’azienda del gruppo Finmeccanica, ai vertici in Europa nella costruzione di aeromobili militari e di innovativa concezione.



Michael Shumacher
nasce a Hurt Hermulheim, in Germania, il 3 gennaio del 1969. Comincia come tutti i piloti a gareggiare in kart e vince il suo primo titolo nel 1984 nel campionato nazionale cadetti. Continua la sua carriera in diverse categorie semiprofessionali per vincere, nel 1990, il suo primo campionato mondiale di Formula 3. L’anno successivo debutta in Formula 1 nel Gran premio del Belgio ed a bordo di una Benetton, sulla quale vince il suo primo titolo iridato due anni dopo.

Attualmente Michael ha conquistato sei titoli mondiali (superando il record di Manuel Fangio), 70 Gran Premi e qualcosa come 122 podi, quasi tutti alla guida di una monoposto Ferrari.

 


“Due bolidi a confronto”


Quali sono stati i mezzi che hanno gareggiato sulla pista del-l’aeroporto militare di Grosseto? Prima di elencarne caratteri-stiche e prestazioni, ricordiamo brevemente i precedenti di una sfida nata parecchi anni or sono. Infatti, diversi furono i “duelli” all’ultimo sprint disputati nei decenni passati, alcuni dei quali sono rimasti negli annali storici dell’aeronautica e dell’automo-bilismo.

A cominciare la sfida fu una Bugatti che nel 1927 si vide su-perare da un piccolo monorotore Coudron all’ippodromo di Prato. Pochi anni dopo, nel 1931, un aereo Caproni bissò il successo superando di misura un’Alfa Romeo monoposto a bordo della quale si trovava nientemeno che Tazio Nuvolari. La gara si sviluppò su ben 17 chilometri all’interno dell’aeroporto di Roma.

Cinquant’anni dopo, nel 1981, l’indimenticabile Gilles Villeneuve, con la celebre monoposto contrassegnata dal numero “27”, riequilibrò il punteggio superando di un secondo e dieci centesimi un “F104”, che allora rappresentava l’aereo militare pi˜ veloce al mondo. Nel dicembre del 1994, all’aeroporto di Fiumicino, la Lamborghini “Diablo” risulta pi˜ veloce di ben cinque aerei di linea: un “Jambo”, due “DC9”, un “734” e un “736”. Il punteggio, pertanto, Ë di 2 a 2 fra auto e aereo.

Si arriva così all’11 dicembre del 2003 dove Maurizio Cheli si aggiudica due delle tre gare effettuate. Auto 2 e aereo 3.

In quest’ultimo caso il vincitore ha gareggiato su di un Eurofighter “Typhoon”, che si presenta come il pi˜ avanzato aereo da combattimento europeo. BenchÈ il progetto sia di derivazione internazionale (hanno partecipato alla realizzazione anche Spagna, Germania e Gran Bretagna col sostegno di Austria, Grecia e Giappone), il velivolo presenta un’accentuata tecnologia tutta italiana (armamento, strumenti per la navigazione e fusoliera). Dispone di un motore da 6.120 kg di spinta, Ë lungo oltre 15 metri ed ha un’apertura alare di 10,95 metri. In soli 90 secondi raggiunge i 1.600 chilometri orari ed ha una velocità classificata nella categoria Mach 2 (che equivale a due volte la velocità del suono).

La Ferrari condotta da Schumacher, invece, Ë la stessa che ha vinto l’ultimo campionato del mondo di Formula Uno. Ha un motore posteriore longitudinale con monoblocco di alluminio e testate di lega leggera, 10 cilindri ed una potenza di 880 cavalli. Lunga 4,545 metri e larga 1,786 mt. (alle ruote), Ë realizzata con materiali compositi (fibre di carbonio ad alto modulo e nido d’ape in nomex) ed ha un peso, senza zavorra, di soli 400 chilogrammi.

Foto tratte dal siti www:eurofighetr.com

di Roberto Rocchi

da"Il Centauro" n.82
Domenica, 04 Gennaio 2004
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