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EMERGENZA PEDONI: NELLA “GUERRA” COMBATTUTA SULLE STRADE LE TRUPPE APPIEDATE HANNO LA PEGGIO. OLTRE 9.000 MORTI E 161.000 FERITI IN 10 ANNI. NEGLI ULTIMI 5 ANNI L’INCREMENTO DELLE VITTIME FRA I PEDONI E’ STATO DEL 51%. NEL 1998 ERANO IL 12,3% DEL TOTALE DELLE VITTIME, NEL 2002, CON IL RECORD DI 1.188 MORTI, SONO SALITI AL 17,6%.

EMERGENZA PEDONI:
NELLA “GUERRA” COMBATTUTA SULLE STRADE LE TRUPPE APPIEDATE HANNO LA PEGGIO.
OLTRE 9.000 MORTI E 161.000 FERITI IN 10 ANNI.
NEGLI ULTIMI 5 ANNI L’INCREMENTO DELLE VITTIME FRA I PEDONI E’ STATO DEL 51%.
NEL 1998 ERANO IL 12,3% DEL TOTALE DELLE VITTIME, NEL 2002, CON IL RECORD DI 1.188 MORTI, SONO SALITI AL 17,6%.

Foto Campagna per la sicurezza stadale di Sicurstrada -Asaps

Se analizziamo il quadro d’insieme dell’incidentalità che riguarda l’utenza debole, in particolare pedoni, anche dopo la tragedia di Roma che ha visto una povera famiglia distrutta, il termine emergenza non è affatto abusato. Anticipiamo il contenuto di un.nchiesta che uscirà sul prossimo numero de Il Centauro Organo ufficiale dell.Asaps e sarà presentata al prossimo convegno sulla sicurezza stradale di Rimini 11-13 novermbre organizzato sul tema dalla 3M.
Negli ultimi 10 anni  (periodo 1993 – 2002 ultimo di cui si conoscano i dati ufficiali Istat), sulle strade italiane hanno perso la vita ben 9.074 pedoni, 161.032 sono rimasti feriti. Almeno il 30-35% ha riportato lesioni permanenti. Mentre dal 1993 al 1998 le vittime sono passate da 923 a 783 con un calo del 15%, dal 1998 al 2002 (anno record), cioè gli ultimi 5 anni, si è passati da 783 a 1.188, con un incremento del 51% così suddiviso: +6,8% nel 1999 con 836 vittime; +1,4% nel 2000 con 848 vittime; +9,6% nel 2001 con 929 vittime; +27,9% nel 2002 con 1.188 vittime.
Quadro non molto migliore quello riferito al numero dei feriti, passati da 14.130 nel 1993 a 17.265 nel 2002.  In questi caso l’anno peggiore è stato il 2001 con 18.049 feriti.
Nei 10 anni presi in esame nei 2.012.445 incidenti totali registrati dall’Istat, hanno perso la vita 65.196 persone, calcolando solo i decessi avvenuti nei primi 7 giorni (una città più grande di Faenza è sparita), mentre 2.862.825 hanno riportato ferite (una città più grande di Roma).
Dal 1993, con 6.645 vittime, al 2002 con 6.736, si segnala un aumento dell’ 1,4%.
Negli ultimi 5 anni (1998-2002) le vittime totali sono passate da 6.342 a 6.736, con un incremento del 6,2%, ben lontano da quel + 51%  fatto segnare negli stesi 5 anni dai soli pedoni. Circa i feriti l’incremento negli stessi anni è stato del 10,4% fra i pedoni e del 15% come dato generale.
 

Analizzando i dati del 2002, gli ultimi disponibili, vediamo che fra le vittime  sono in netta maggioranza gli uomini 745 (62,7%) rispetto alle donne 443  (37,3%).
Rispetto all.età la percentuale più elevata delle vittime si conta fra gli over 65, ben 531 (315 uomini e 216 donne) pari a quasi il 45%. Tuttavia 196 vittime mortali, il 16,5%, avevano meno di 30 anni.
Il dato poi più allarmante è che i pedoni da soli costituiscono ormai il 17,6% del totale delle vittime della strada (6.736 nel 2002). Nel 2001 furono il 13,9%, nel 2000 il 12,7%, una progressione veramente preoccupante.
Solo il numero dei pedoni feriti ci consegna dati appena un po. migliori nel 2002, 17.265 contro 18.049 del 2001, -784 (-4,3%), 8.895 gli uomini (-5,1%) e 8.370 le donne (-3,5%).
Il maggior rischio dei maschi rispetto alle femmine deve essere forse ricondotto ad una più ampia esposizione sulla strada in ore notturne e in condizioni climatiche avverse.
Il mese orribile del 2002 è stato dicembre con 167 morti e 1.870 feriti, seguono novembre con 135 vittime e 1.958 feriti, marzo con 103 e 1.356.
Fra le regioni che contano più vittime fra i pedoni (tutte a 3 cifre), si conferma in testa ancora il Lazio con 280 decessi (+61%), rispetto ai 174 del 2001, segue la Lombardia con 142 (+17,3%) e  terza l.Emilia Romagna con 127 (+32,3%).
Nel conteggio dei feriti rimane al vertice la Lombardia con 3.778, seguita dal Lazio con 2.788, l.Emilia Romagna e il Piemonte con 1.511 e la Toscana con 1.407.
Dei pedoni che hanno perso la vita sulle strade 838 (70,5%) sono stati investiti da autovetture, 5 da autovetture in servizio pubblico, 1 da mezzi di soccorso, 24 da autobus o filobus, 2 da tram, 139 (11,7%) da autocarri di vario genere, 3 da trattori agricoli, 68 da ciclomotoristi, 91 da motocicli e addirittura 5 da biciclette.
In sostanza l’incremento più vistoso  è rilevabile proprio fra le vittime mortali.
I dati del 2003, in uscita questi giorni, ci diranno fino a dove l’adozione della patente a punti ha inciso anche su questo specifico settore della sinistrosità.
Allora il primo interrogativo che sorge è: perché questa esplosione di vittime proprio fra i pedoni? Crediamo di poter rispondere senza tema di smentita, perché si è trattato del settore della sicurezza stradale più trascurato.
Gli sviluppi dei sistemi di protezione attiva e passiva che hanno caratterizzato, con effetti sicuramente positivi, la mobilità "meccanizzata" (cinture, caschi, airbag, abs, ecc.) hanno ovviamente un’incidenza praticamente nulla proprio sui pedoni che sono rimasti quasi indifesi  nella prima linea della strada.
Lo stesso sistema stradale con strutture protettive e segnaletica orizzontale e verticale adeguate, pur avendo fatto passi in avanti, in particolare in alcune aree urbane e sulla rete autostradale, non è stato e non è ancora assolutamente sufficiente.
Per non parlare di un sistema educativo che fosse teso a creare nel conducente motorizzato una sorta di rispetto innato per il pedone. Un sogno tutto da realizzare.
In tanti dimentichiamo che siamo nati pedoni e, nel migliore dei casi, torneremo pedoni.
Il pedone è guardato dal conducente con fastidio, con indifferenza, quasi fosse un elemento di disturbo nel sistema circolazione. Nel nostro Paese raramente ci si ferma per farlo attraversare. Al massimo lo si dribbla come in un campo sportivo, lo si schiva come in una gara di slalom.
Non si può trascurare il fatto che sull’aumento delle vittime fra i pedoni negli ultimi 10 anni, hanno inciso anche altri motivi. Innanzi tutto l’incremento della mobilità pedonale dovuto anche a fattori demografici. Una società che si invecchia con un’età media che ormai supera abbondantemente gli 80 anni, è una società che fabbrica sempre più pedoni, per altro pedoni che non sono più particolarmente performanti e reattivi. Un motivo in più per tenerne debito conto.
Anche sul tema anziani e patente si dovrà aprire un capitolo a parte.
 
Quali le proposte.

 
Innanzi tutto si deve creare un sistema di educazione e formazione stradale che realizzi un positivo modello nel quale il pedone è riconosciuto soggetto di pari diritto nella dinamica della mobilità e non venga considerato solo fattore di disturbo e causa di rallentamento.
Si dovranno spiegare bene fin dalle scuole materne ed elementari i precisi diritti dei pedoni, ma anche i precisi doveri. Il bambino che, non dimentichiamolo, sarà il futuro automobilista, dovrà acquisire una personalità forte, costituita di regole da rispettare per farsi poi rispettare: dall’attraversamento, all’uso del marciapiede e della banchina, al lato della strada da percorrere.
Va spiegato ai bambini, ma anche ai grandi, che la prima “qualità” del pedone è quella di farsi ben vedere, di farsi ben percepire. Va spiegato che l’errore più grande che un pedone solitamente commette è quello di pensare che perché vede una vettura in arrivo, di sera, di notte o con la pioggia, a una distanza di 300 metri, anche il conducente di questa lo veda. In realtà mentre il pedone vede la vettura, il conducente vede il pedone solo a una distanza di 30-40 metri, quando ormai può essere tardi.
E’ anche utile informare che quando si passeggia di sera o di notte non è consigliabile usare abiti neri o scuri, sarà alla moda, ma il rischio aumenta. Fuori dei centri abitati, nelle ore notturne e nelle zone non illuminate sarebbe sana abitudine di indossare capi retro riflettenti.
Anche sul sistema stradale il lavoro da fare è molto. Si deve migliorare e rinnovare la segnaletica orizzontale e verticale. Si deve realizzare un efficace sistema di illuminazione per tutti i passaggi pedonali protetti. Dove è possibile vanno costruiti presegnalati salvagente centrali a metà dell’attraversamento.
In questo sistema che i francesi chiamano ormai di violenza stradale, nel quale i più deboli hanno sempre la peggio (ai 1.188 pedoni nel 2002 si devono aggiungere gli oltre 350 ciclisti che perdono la vita ogni anno), anche il mondo dell’automobile dovrà fare qualche sforzo in più.
Qualcosa si sta muovendo. La Commissione europea che, lo ricordiamo, non ha il potere di emanare delle norme, ma solo di suggerirne agli Stati l’adozione, ha chiesto provvedimenti più severi nei confronti dei pedoni “disinibiti” che attraversano col rosso o fuori dalle strisce pedonali. Nel contempo la Commissione ha chiesto anche da parte delle case costruttrici di autovetture di sistemi più protettivi in caso di urto coi pedoni.
Non a caso l’Ue ha già fissato standard di omologazione per i nuovi modelli a partire dal 2006 (cioè quelli omologati da quella data in poi) per ridurre i danni di chi venga investito. Un esempio: dovranno esserci 5-7 cm tra motore e cofano perché la testa del pedone investito non urti le parti dure del propulsore. Altre misure riguarderanno l’altezza, l’angolazione e la qualità dei materiali dei paraurti. Insomma anche i costruttori di auto dovranno “investire”, ma in denaro. Visto che è innegabile che si tratta di una vera emergenza, si deve spendere.
Diversamente dovremo rassegnarci a contare ogni giorno oltre 3 morti e quasi 50 feriti, solo fra gli inoffensivi pedoni.
Si tratta proprio di uno scacco!

Giordano Biserni
Presidente Asaps
www.asaps.it

Incidenti ai PEDONI ultimi 10 anni 1993 - 2002
Anni Morti Variazione % Feriti Variazione %
1993 923   14.310  
1994 948 2,7% 16.059 12,2%
1995 877 -7,5% 15.836 -1,4%
1996 914 4,2% 15.860 0,2%
1997 828 -9,4% 15.502 -2,3%
1998 783 -5,4% 15.641 0,9%
1999 836 6,8% 16.386 4,8%
2000 848 1,4% 16.124 -1,6%
2001 929 9,6% 18.049 11,9%
2002 1.188 27,9% 17.265 -4,3%
TOTALI 9.074   161.032  

Fonte Istat - Elaborazione e percentualizzazione Il Centauro - Asaps

 

Incidenti ultimi 10 anni 1993 - 2002
Anni Incidenti Variazione % Morti Variazione % Feriti Variazione %
1993 153.393   6.645   216.100  
1994 170.679 11.27% 6.578 -1.01% 239.184 10.68%
1995 182.761 7.08% 6.512 -1.00% 259.571 8.52%
1996 190.068 4.00% 6.193 -4.90% 272.115 4.83%
1997 190.031 -0.02% 6.226 0.53% 270.962 -0.42%
1998 204.615 7.67% 6.342 1.86% 293.842 8.44%
9199 219.032 7.05% 6.633 4.59% 316.698 7.78%
2000 228.912 4.51% 6.649 0.24% 321.796 1.61%
2001 235.142 2.72% 6.682 0.50% 334.679 4.00%
2002 237.812 1.14% 6.736 0.81% 337..878 0.96%
TOTALI 2.012.445   65.196   2..862.825  
Fonte Istat - Elaborazione e percentualizzazione Il Centauro - Asaps
 


Martedì, 02 Novembre 2004
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