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Articoli 09/01/2004

"L’abbraccio più sicuro non è il tuo, pensaci"

Lo slogan del MO.I.GE (Movimento Italiano Genitori) per la sicurezza dei bimbi in auto

"L’abbraccio più sicuro non è il tuo, pensaci"
Lo slogan del MO.I.GE (Movimento Italiano Genitori) per la sicurezza dei bimbi in auto

di Roberto Rocchi



Foto upi Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni
"L’abbraccio più sicuro non è il tuo, pensaci", così recita uno spot di recente lanciato dal Movimento italiano genitori (MO.I.GE.) in collaborazione con medici pediatri, traumatologi della strada, neonatologi e Polizia Stradale. A ben pensarci lo slogan è riuscitissimo, se si considera che l’oggetto del contendere è il trasporto dei bambini sull’auto.
Quanti di noi, infatti, vedono quotidianamente genitori che trasportano i figli sulle proprie gambe o li lasciano liberi di muoversi nei sedili posteriori dell’autovettura. Comportamenti rischiosi e di basso profilo prudenziale, che testimoniano la scarsa cura per i figli mista ad una lampante ignoranza delle principali norme della sicurezza stradale.
A confermarlo tristemente sono i dati infortunistici che riguardano questi piccoli utenti della strada: ogni anno in Italia, a causa della scarsa protezione in auto dei minori, muoiono più di 100 piccoli passeggeri, che diventano 1.400 in tutta Europa.
Secondo la Società italiana di traumatologia della strada, almeno 1.000 di queste piccole vittime si sarebbero salvate se correttamente allacciate ed altri 10 mila piccoli utenti non subirebbero alcuna lesione. Non è un caso se la Doxa, di recente, ha organizzato un sondaggio che ha coinvolto 2.000 soggetti patentati, ai quali è stata presentata una serie di domande proprio su questi temi.
Fra i risultati è emerso che nelle città, su 100 bambini fino ai 4 anni di età, ben 23 viaggiano completamente liberi senza fare uso di seggiolini o di cinture di sicurezza; la percentuale sale poi al 43 per cento se la fascia di età è portata agli 8 anni e addirittura al 48 per cento per i ragazzi fino a 14 anni. Analogamente, considerando il sondaggio fra coloro che risiedono fuori città, la percentuale di non utilizzatori dei sistemi di ritenuta è del 16 per cento per i bambini fino a 4 anni, del 33 per cento fino agli 8 anni e del 35 per cento fino a 14. L’esperienza quotidiana e soprattutto quella che scaturisce fra gli operatori di Polizia Stradale, dice anche che resta alto il numero dei piccoli viaggiatori, trasportati sul sedile anteriore, fra le sole braccia dei genitori e seduti liberamente sulle gambe. Si tratta, naturalmente, di un comportamento pericolosissimo e che non tiene conto, ad esempio, di come un bambino che pesa soltanto 6 chilogrammi assume una massa di 150 chili se avviene un urto ad una velocità di 50 chilometri orari…!
Anche l’abbraccio più serrato ed affettuoso, dunque, diventa inutile quanto indice di poca benevolenza da parte di genitori consapevoli dei rischi che si corrono con tali comportamenti.
Ecco perché il MO.I.GE. ha avviato in grande stile una campagna di sensibilizzazione subito condivisa dalla Società italiana di traumatologia della strada e che dovrebbe essere appoggiata da tutti coloro che hanno a cuore la salute dei bambini.
A questo proposito è utile ricordare quelli che sono gli obblighi, previsti dal codice della strada, per il trasporto dei bambini fino a 12 anni di età e di statura inferiore ai 150 centimetri. Esistono seggiolini e sistemi di ritenuta suddivisi per classi.
Nella classe 0 rientrano tutti i bambini fino a 10 chilogrammi di peso e di età inferiore o uguale a 9 mesi. Nella classe 0+ rientrano i bambini fino a 13 kg e fino a 18 mesi. Nella classe 1 sono compresi i bambini da 9 a 18 chilogrammi e di età non superiore a 4 anni. Nella classe 2, invece, il peso può raggiungere i 25 kg e l’età dai 3 ai 7 anni. Infine nella classe 3 (che comprende i cuscini adattatori per aumentare l’altezza del ragazzo), il peso va dai 22 ai 36 chilogrammi e fino all’età massima di 12 anni. Dopodiché scatta l’utilizzo delle normali cinture di sicurezza.
Occorre poi anche sottolineare come il 40 per cento degli incidenti stradali che coinvolgono bambini avviene su tragitti inferiori ai 5 chilometri e questo la dice lunga sulle abitudini di molti conducenti-genitori che probabilmente ritengono che un percorso breve (ad esempio casa-scuola) sia poco pericoloso.
Fra le principali cause di infortunio dei bambini, inoltre, vi è l’errato uso dei dispositivi di sicurezza o l’utilizzo prematuro delle cinture per piccoli di età e altezza non confacente con l’ampiezza della stessa cintura di sicurezza. In caso di incidente stradale, ci segnalano i verbali delle forze di polizia, il bambino non assicurato a un seggiolino o trattenuto dalle apposite cinture, viene talvolta catapultato in avanti col rischio di frantumare il parabrezza anteriore e di fuoriuscire dalla vettura. Ricerche nel campo della sicurezza dei trasporti, hanno infine dimostrato come il corpo di un piccolo trasportato abbia maggiori probabilità di essere sbalzato in avanti in caso di sinistro, mentre l’utilizzo dei sistemi di ritenuta previsti dal codice stradale diminuisce questo rischio di almeno sette volte.


A ciascun bambino il suo seggiolino
Seggiolini omologati e qualità
Trasportare con sicurezza (e coscienza) i propri figli sull’auto non è soltanto un obbligo previsto dal codice della strada, ma diventa anche un vero e proprio atto d’amore per i più piccoli che non può e non deve essere preso tanto alla leggera. Ecco perché, in questi casi, occorre fare anche una giusta scelta del seggiolino da acquistare, senza badare a risparmi o soluzioni alternative di sorta (come ad esempio l’utilizzo di un seggiolino usato donato da amici o parenti). Innanzitutto è bene ricordare come ogni sistema di ritenuta deve riportare l’omologazione europea e che soltanto questa certificazione è indice di garanzia. Il talloncino presente sul prodotto deve riportare la marca della casa costruttrice, la classe e il numero di omologazione ed il Paese di produzione.
Purtroppo non sempre questo basta per la sicurezza dei nostri figli ed a dimostrarcelo sono stati alcuni automobil club europei, fra cui l’italiano ACI ed il tedesco ADAC.
Secondo uno studio compiuto su 26 seggiolini prodotti e commercializzati in tutta Europa (per correttezza dobbiamo specificare che non tutti i modelli esaminati sono in commercio in Italia), uno soltanto ha soddisfatto in pieno i requisiti severissimi che erano stati imposti all’indagine. Altri quindici modelli, tuttavia, sono stati dichiarati di qualità "soddisfacente", cinque di qualità "appena sufficiente" ed altrettanti "insoddisfacenti".
Al primo posto, secondo questa indagine che noi ci limitiamo ad esporre così com’è stata presentata alla stampa, si è classificato il seggiolino per bambini prodotto dalla tedesca "Romer" ed in vendita nei negozi che fanno capo al gruppo "Prenatal". Bene anche il "Bebè Confort " della "Elios " ed il "Brevi Smart 545", ma hanno ottenuto discrete posizioni anche il "Chicco Auto-fix", il "Synthesis" della stessa marca ed il "Prenatal Tensoquick".
Agli ultimi posti, invece, il "Team Tex", il "Ciao Ciao lusso" ed il "Chicco Zenith", che hanno messo in mostra la fragilità degli ancoraggi delle cinture in caso di violento impatto. In questi casi, infatti, i manichini che rappresentavano il piccolo utente della strada sono stati sospinti in avanti ed uno di questi ha fatto registrare lesioni di particolare gravità.
Per questo motivo, è sempre bene acquistare un modello nuovo di seggiolino per bambini, badando bene che presenti non solo l’omologazione, ma che sia stato prodotto in tempi recenti, così da soddisfare le sempre più esigenti norme di sicurezza imposte dalla commissione trasporti dell’Unione europea.

di Roberto Rocchi

da"Il Centauro" n.82
Venerdì, 09 Gennaio 2004
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