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Articoli 11/05/2010

In giro per il mondo - Il podista Vincenzo Garoia, socio Asaps forlivese, approda in India e vista il Rajastan

 



Cari amici e soci A.S.A.P.S., sodalizio che trova nell’espressione del suo presidente, Dott. Giordano Biserni, una guida è un esempio di raro e competente impegno sul fronte dell’annoso problema degli incidenti sulla strada, Vi saluto e vi racconto brevemente dell’India e precisamente la provincia del Rajastan che è stata la meta del mio ultimo viaggio. Sbarcato a Delhi visito brevemente la città, indescrivibile il netto contrasto fra ricchezza e povertà, enormi palazzi e strutture moderne segno inequivocabile dell’arrivo della globalizzazione, e migliaia di persone che vivono ai margini delle strade, sui marciapiedi, alloggiando se va bene in fatiscenti tende facendo della strada la loro casa. Una moltitudine e variegata scelta di mezzi di trasporto si muove nella totale inosservanza delle più elementari regole della viabilità. Sarà una costante trovare, mezzi con carichi fuori sagoma, mezzi che viaggiano contromano anche su strade a tre corsie per ogni senso di marcia definite autostrade, per non parlare di trattori, motorette, cammelli, vacche, maiali, e dei tuc tuc (L’ape furgonata) usati come taxi per trasportare fino a quindici e più persone, nei quattro cinque posti di cui dispone, il tutto in un indescrivibile caos di clacson, trombe e di ogni altro strumento capace di emettere suoni per chiedere strada, con grande spregio per i pedoni che rischiano in ogni momento di essere travolti. In tutto questo caos solo le vacche, che pascolano indisturbate sulla strada insieme ai maiali nutrendosi dell’immondizia che vi abbonda, godono di grande attenzione al punto che non è raro trovarsi col traffico bloccato per una vacca che se ne sta tranquillamente sdraiata in mezzo alla strada senza che nessuno intervenga per farla spostare.

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Ad Agra imponente il Forte Rosso, ma soprattutto incanta il TAJ MAHAL il più famoso mausoleo della terra, prova tangibile della storia d’amore di Shah Jahan imperatore mogul del diciassettesimo secolo che lo costruì alla morte della sua “favorita” la regina Mumtaz Mahal. Ho poi visitato Jaipur, Puhkar, Udaipur, Ghanerao, Jodhpur, Jasalmer, Bikaner, Mandwa Fathepur, e molte altre città minori e villaggi, non è mancata infine una passeggiata nel deserto del Tar sul cammello. In questa zona, il nord ovest dell’India al confine col Pakistan, da sei anni non piove, e molto precarie sono le condizioni di vita dei contadini, che in massa migrano ai margini delle città in baraccopoli dove sopravvivono in condizioni disumane.
Sono comunque pregevoli e richiamano l’ interesse di numerosi turisti, i grandi templi, le fortezze e i bellissimi palazzi dei maragià, le haveli, bellissime abitazioni dei ricchi mercanti di un tempo, oltre ai parchi nazionali.

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Diverse sono le fiere del bestiame dove oltre alle trattative si svolgono gare di cammelli, cavalli e asini.
L’aspetto religioso prevale su ogni accadimento e i pellegrini affollano i templi e i ghat (rive a gradoni di fiumi e laghi) dove si immergono e, al crepuscolo durante la cerimonia del DEEPDAN, depongono migliaia di lampade di terracotta su barchette di foglie sulle magiche distese d’acqua.
Stupisce la miriade di Dei a cui gli indiani sono devoti, e la quantità di templi esistenti, ma fra tutti quelli visitati non dimenticherò a Deshnok il Karni Mata Temple del diciassettesimo secolo, detto anche il tempio dei topi a causa delle centinaia di topi che lo affollano.
Gli animali, in mezzo ai quali si cammina per la visita al tempio a piedi nudi come si conviene in ogni tempio, sono considerati sacri e vengono nutriti con dolci e latte dai sacerdoti e dai fedeli, che li ritengono reincarnazioni di santoni.
Questo e molto altro in un indimenticabile viaggio nel Rajastan.

Vincenzo Garoia
Socio Asaps-Forlì

 




Martedì, 11 Maggio 2010
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