Ancora oggi dedichiamo l’inizio della nostra rassegna alla manifestazione “Wine Town Firenze” (http://www.winetownfirenze.com/Default2.aspx), con particolare attenzione alla traccia “Il vino spiegato ai bambini” (http://www.winetownfirenze.com/viewContent.aspx?Id=108), che riportiamo sotto. LETTERA AL SINDACO DI FIRENZE NO AL “WINE TOWN” Il Gruppo ALBORA di Mori in provincia di Trento, che da sempre si attiva per la prevenzione all’uso di alcolici fra i giovani non ha parole per la manifestazione WINE TOWN. Noi abitiamo in una Provincia che si impegna per la lotta contro l’alcool soprattutto fra i minori a seguito dei gravi danni che provoca alla salute, per le molteplici vite umane che vengono perse sulle strade e le tante famiglie distrutte a causa di questa bevanda. A seguito della nostra esperienza più che ventennale nel campo dell’animazione giovanile, siamo convinti che presentare ai ragazzi il percorso della vite è un modo per avvicinarli a questa droga (come viene definita dall’OMS) fin da giovani. Il Gruppo ALBORA che da anni fa animazione fra i giovani e con i bambini si scandalizza per il metodo che viene utilizzato: il gioco. Il gioco che per i ragazzi è espressione, crescita, condivisione, esperienze... viene utilizzato, sfruttato, per far conoscere il vino. Siamo molto spiaciuti che in Italia ci siano ancora persone che utilizzano i bambini per avvicinarli e far conoscere una bevanda che provoca ogni giorno centinaia di morti. Siamo amareggiati e confidiamo sugli organizzatori. Proponiamo un cambio di programma: un buon succo d’uva con attività dove i ragazzi possano esprimersi, incontrarsi condividere, crescere, maturare ed imparare. Non è mai troppo tardi per salvare i nostri giovani. E’ lodevole saper prendere la miglior decisione al momento giusto, anche cambiando prospettive all’ultimo momento. Salutiamo. Il Direttivo del Gruppo ALBORA www.ALBORA.org via San Michele 16 - 38065 Mori Tn Il Presidente Luigi Torboli WWW.STUDIOLEGALEMALAGOLI.IT LA PUBBLICITA’ DELLE BEVANDE ALCOLICHE Fiammetta Malagoli La pubblicità delle bevande alcoliche vede una sua prima regolamentazione con il D.M. 30 novembre 1991, n. 425. Si tratta di un brevissimo e singolare provvedimento che, nei suoi tre articoli, raccoglie, rispettivamente, norme relative alla pubblicità televisiva dei prodotti del tabacco (art. 1), delle bevande alcoliche (art. 2) e norme a tutela dei minori (art. 3). Le regole riguardano la sola pubblicità televisiva degli alcolici, che non deve rivolgersi a minori e, in particolare, non deve presentare gli stessi intenti al consumo di tale tipo di bevanda. Il consumo di alcol non deve essere collegato con prestazioni fisiche di particolare rilievo, né creare l’ impressione che esso possa contribuire al successo sociale o sessuale, al fine di evitare che possa diventare un modello di vita o invogliare l’ emulazione. L’ assunzione di tali bevande non deve essere associata alla conduzione di autoveicoli, per evitare condotte di guida pericolose. La pubblicità televisiva di bevande alcoliche non deve indurre a credere che esse posseggano qualità terapeutiche stimolanti o calmanti o che contribuiscano a risolvere situazioni di conflitto psicologico. Si vuole, insomma, evitare che i soggetti più deboli possano trovare rifugio nel bicchiere, giustificando tale comportamento come restitutivo del proprio equilibrio. Non deve essere incoraggiato l’ uso eccessivo ed incontrollato degli alcolici o, al contrario, presentata in chiave negativa l’ astinenza e la sobrietà. In particolare, l’ indicazione del rilevante grado alcolico non deve essere utilizzata come qualità positiva delle bevande. Viene, successivamente, emanata la legge 30 marzo 2001, n. 125, intitolata “Legge quadro in materia di alcol e di prodotti alcolcorrelati”, che, al suo articolo 13, contiene disposizioni in materia di pubblicità. La legge del 2001 vieta la diffusione di pubblicità di bevande alcoliche e superalcoliche all’ interno di programmi rivolti ai minori e nei quindici minuti precedenti e successivi alla trasmissione degli stessi, così come vieta la rappresentazione di minori dediti al consumo di alcol o la raffigurazione in senso positivo dell’ assunzione di tali bevande. La pubblicità, inoltre, non deve attribuire efficacia terapeutica agli alcolici, a meno che essa non sia riconosciuta dal Ministero della sanità. La nuova legge, oltre alle prescrizioni riguardanti i contenuti del messaggio pubblicitario, contiene anche alcuni divieti relativi alla sua diffusione. Così, la pubblicità di bevande alcoliche o superalcoliche non può essere diffusa nei locali frequentati prevalentemente da minori degli anni 18; la pubblicità radiotelevisiva di tali prodotti è, inoltre, vietata nella fascia oraria dalle 16 alle 19. Sulla stampa giornaliera e periodica rivolta ai minori e nelle sale cinematografiche, in occasione di film la cui proiezione è destinata prevalentemente a minori, è vietata ogni forma di pubblicità di bevande alcoliche. L’ infrazione alle prescrizioni dell’ art. 13 della L. n. 125/2001 è punita con sanzione amministrativa, che varia da cinque a venti milioni di lire (2.582,28/10.329,14 euro) e può essere raddoppiata per ogni ulteriore violazione. La norma sopra riportata ha anche previsto l’obbligo, entro sei mesi dall’ entrata in vigore della legge, per le emittenti radiotelevisive, le agenzia pubblicitarie e i rappresentanti della produzione di adottare un codice di autoregolamentazione sulle modalità e sui contenuti dei messaggi pubblicitari relativi alle bevande alcoliche e superalcoliche. In relazione a tale prescrizione, i contenuti dell’ art. 22 del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, che già disciplinava la pubblicità delle bevande alcoliche, sono stati integrati, in modo da farne la normativa autoregolamentare di riferimento. L’art. 22 CAP esordisce precisando che la pubblicità dei prodotti alcolici non deve essere in contrasto con l’ esigenza di favorire l’ affermazione di modelli di consumo ispirati a misura, correttezza e responsabilità, a tutela soprattutto dei bambini e degli adolescenti, ma anche delle persone in generale, che hanno diritto ad una vita familiare, sociale e lavorativa protetta dalle conseguenze connesse all’ abuso di bevande alcoliche. Su tale premessa, il Codice di Autodisciplina precisa che la pubblicità deve astenersi dall’ incoraggiare un uso eccessivo e incontrollato delle sostanze alcoliche, dal rappresentare situazioni di attaccamento morboso al prodotto e di dipendenza, dall’ indurre a ritenere che il ricorso agli alcolici possa contribuire alla soluzione dei problemi personali. Inoltre, la pubblicità non deve rivolgersi, neppure indirettamente, ai minori o rappresentarli intenti al consumo di alcol, non deve associare la guida di autoveicoli con l’ uso di bevande alcoliche, non deve indurre il pubblico a ritenere che il consumo di alcolici possa contribuire alla lucidità mentale e all’ efficienza fisica e sessuale. La sobrietà e l’ astensione dal consumo di alcolici non devono essere rappresentati come valori negativi, mentre non si deve far ritenere che il mancato consumo comporti una condizione di inferiorità fisica, psicologica o sociale. Il pubblico non deve essere indotto a trascurare le differenti modalità di consumo in relazione alle caratteristiche dei singoli prodotti e delle condizioni personali del consumatore. Il tema principale dell’ annuncio non deve vertere sull’ elevato grado alcolico di una bevanda. Nel Codice di autoregolamentazione TV e minori, per quanto concerne la pubblicità, si precisa che, in genere, non debbano essere rappresentati minori dediti al consumo di alcol, mentre nella fascia di programmazione specifica (dalle 16 alle 19) si deve evitare la pubblicità di bevande alcoliche e superalcoliche. Il Giurì di autodisciplina in genere condanna le campagne nelle quali vengono contrapposte due categorie di soggetti: l’ una, brillante, bella, attraente, giovane, che coincide con quella dei consumatori del prodotto; l’ altra pedante, malinconica, triste, che corrisponde a quanti non bevono il prodotto (per tutti, si vedano la pronuncia n. 161/94, Comitato di Controllo/Davide Campari, o la pronuncia n. 251/02, Comitato di Controllo/Martini & Rossi, che ha condannato il messaggio nel quale una festa, dapprima spenta e poco vivace, si surriscalda quando arriva il rum pubblicizzato). La giurisprudenza del Giurì ha sempre affermato il principio secondo il quale deve essere condannato, perché in contrasto con l’ art. 22 CAP, il messaggio nel quale la bevanda alcolica viene configurata come uno strumento per il soddisfacimento di pulsioni e di bisogni irrazionali, quando il consumatore è coinvolto emotivamente da contenuti suggestivi, che finiscono per fargli abbandonare il senso di vigilanza. Così vengono condannati alcuni comportamenti che manifestano una eccessiva dedizione al consumo: ad esempio, è stata condannato il messaggio di Bacardi Breezer, nel quale un giovane tracanna vogliosamente il prodotto (pronuncia 2/04), perché si ha la sensazione di “un uso un po’ smodato della bibita, quasi a rappresentare un mezzo per darsi la carica”. Condanna ha anche ricevuto il messaggio Ceres (pronuncia n. 156/03), in cui viene mostrata l’offerta liberale e gratuita di quantità crescenti di birra; prima elargita a fiotti, poi a fontana dal getto corposo ed infine come un’ immensa cascata, proprio perché il messaggio veicolerebbe verso il pubblico dei telespettatori un modello di consumo non ispirato a misura e a responsabilità. Il Giurì, invece, non ha considerato in contrasto con l’ art. 22 CAP l’ annuncio pubblicitario del mirto Zedda Piras, dove una donna, in compagnia di un uomo più anziano, rievoca il ricordo del giovane amante nell’ atto di versare qualche goccia di liquido nel mare e del mare che, di conseguenza, si ingrossa, risvegliando i sensi sopiti della donna. Nel caso in esame, il Giurì ha rilevato che i personaggi erano assolutamente lucidi e non ebbri, solo una piccola parte del contenuto della bottiglia veniva versato in mare, nulla, nello spot, avrebbe suggerito un consumo smodato o irresponsabile della bevanda alcolica. Naturalmente, anche la pubblicità dei prodotti alcolici deve rispettare le previsioni del D.Lgs. 25 gennaio 1992, n. 74 sulla pubblicità ingannevole e comparativa. Il messaggio, quindi, non deve trarre in inganno il consumatore sulle caratteristiche del prodotto, ma non deve essere in contrasto neppure con le altre prescrizioni della legge. Così il Garante della concorrenza e del mercato ha condannato, lo spot che, ambientato in un night club di lusso, vedeva i due protagonisti, un uomo ed una donna piuttosto attraenti, scambiarsi una serie di sguardi carchi di significato. Al primo sguardo, la donna mostra l’ anello che indossa all’ anulare, per segnalare che è impegnata, al secondo sguardo, la stessa si sfila l’ anello dal dito e lo deglutisce con un sorso del prodotto alcolico pubblicizzato. Lo spot, trasmesso nelle prime ore della sera e quindi accessibile anche per i bambini, non è stato condannato per le caratteristiche della bevanda, ma per la pericolosità del gesto di ingoiare l’ anello, di forte impatto emotivo e di forti possibilità emulative. In questo caso, l’ illegittimità del messaggio non è stata determinata dal suo contrasto con le norme, in quanto prodotto alcolico, ma in quanto prodotto in generale. (*) (*) Nota: abbiamo pubblicato questo documento, ritenendo che potrebbe essere un utile riferimento in caso qualcuno intendesse denunciare gli organizzatori di “Wine Town Firenze” per la traccia “Il vino spiegato ai bambini”.
RIVIERA24.IT Eppure non è molto diverso. CORRIERE ADRIATICO Giovanardi: “Priorità al recupero” Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e il consumo di alcol in aumento Senigalia Aumenta il consumo di alcol e superalcolici tra giovani e con il primo bicchiere a 12 anni la media dell’età italiana è la più bassa d’Europa. Per affrontare l’allarmante problema dell’alcolismo si sta svolgendo a Senigallia un convegno nazionale dal titolo “La Residenzialità alcologica: creatività nella cura e riabilitazione”. Il convegno, organizzato dal Coordinamento delle riabilitazioni residenziali alcologiche e dalla Casa di Cura Villa Silvia, rappresenta un momento di confronto tra gli operatori delle residenzialità, gli esperti, i servizi, le istituzioni e la cittadinanza. “L’alcol costituisce per i ragazzi l’ingresso principale nel mondo delle dipendenze patologiche: secondo gli organi di polizia e di sanità, nazionali e internazionali, l’alcol è la droga prediletta dei minorenni – hanno dichiarato i relatori - è necessario quindi mettere in primo piano l’importanza della riabilitazione alcologica in regime di residenzialità breve, poco conosciuta ma con trenta anni di storia in Italia. La storia del trattamento alcologico residenziale in Italia inizia nel 1980 nella sezione di Castellerio dell’ospedale civile di Udine: da allora le iniziative si diffondono soprattutto nel nord. Fanno eccezione solo 2 dei 12 centri riuniti nel Corral: Villa Silvia a Senigallia e il Centro di Chiaromonte”. Sulla questione, il dottor Vincenzo Aliotta, direttore generale di Villa Silvia, ha dichiarato: “L’alcolismo è una patologia della motivazione e della scelta, non un semplice desiderio, anche se molto intenso, di assumere alcolici. È una vera e propria incapacità di capire e mettere in atto i comportamenti più utili dovuta alle modificazioni indotte sul nostro cervello, talvolta irreversibili e spesso basate su un substrato di vulnerabilità già presente. (*) Secondo dati recenti 870.000 ragazzi sotto i sedici anni bevono alcolici in locali pubblici; circa un terzo dei 6.000 morti e dei 250.000 feriti in un anno in incidenti stradali è causato da un consumo non corretto di sostanze alcoliche. (**) A tale proposito si è inserito l’intervento di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il quale ha chiarito: “Se un giovane ha la fortuna di vivere all’interno di un quadrilatero composto da valori ed ideali saldi tramandati da insegnanti, genitori, parrocchie o circoli culturali e società sportive, difficilmente entrerà nel tunnel delle dipendenze. Tuttavia, una volta entrati, l’unica soluzione possibile è il recupero”. SILVIA ARGENTATI (*) Nota: ? (**) Nota: esiste un “consumo corretto di bevande alcoliche” prima di guidare? CORRIERE ADRIATICO L’ultima legge dà buoni risultati Senigallia Frenare l’accesso dei giovani all’alcol e limitare la capacità delle organizzazioni commerciali di attrarre i ragazzi verso le bevande alcoliche; sono gli obiettivi primari. (*) “Conosco le comunità per il recupero delle tossicodipendenze – ha detto Giovanardi – il nostro caposaldo è il recupero. Per questo lo Stato si impegna ad attivare linee politiche di prevenzione. A tale proposito è stata emanata la legge che vieta la somministrazione di alcolici dalle 3 del mattino, scelta che sta dando risultati, dato che negli ultimi 9 anni le mortalità del sabato sera sono diminuite del 43%. (*) Nota: le iniziative di Firenze e Ventimiglia (vedi sopra) mi pare vadano in direzione un po’ diversa. LETTERA AL CORRIERE DELLE ALPI Sono Pierina Guerra coordinatrice per il Veneto dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Scrivo come accennato telefonicamente in merito a Vs. articolo "Guida in stato di ebbrezza, il sindaco Andreatta patteggia" (*). Non mi soffermo sul comportamento del sindaco Andreatta pizzicato al volante con un tasso alcolico superiore al limite consentito dal C.D.S. nè che, come da dichiarazione, sia stata fatta una donazione a favore di questa Associazione per un importo di 500 euro, cosa che ad oggi si smentisce sentita anche la sede nazionale, a Suo favore l’aver sostenuto che le leggi vanno rispettate e che è molto dispiaciuto, ciò dimostra piena consapevolezza della gravità del fatto. Ciò che si trova invece ignobile sono i stratagemmi usati dal sistema giudiziario, in questo caso dagli avvocati difensori che consigliano agli imputati o clienti come si suol dire, visto l’inasprimento delle pene per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe, di elargire una somma alle Associazioni che operano nel sociale e volontariato, astuzia giocata nelle aule dei tribunali per ridimensionare la pena. Il problema è etico e culturale, vanno rivisti certi canoni nelle aule giudiziarie. In sostanza l’avvocato dimostra che l’imputato è pentito, ravveduto e magnanimo, fa una donazione, dimostra prostrazione e nobiltà d’animo e sentimento, il signor giudice, mosso a pietà fa uno sconto di pena. L’accusa che questa Associazione muove è che il reato in caso di incidente stradale anche mortale sia sempre sottovalutato, chi ha ucciso piu’ volte perchè sotto effetto di droghe o alcool ha sempre goduto di pene minori, mai o rari i casi in cui si sia applicato il massimo della pena. Si ribadisce che questa Associazione si batte per pene severe nei confronti di chi guida in stato psico-alterato da alcool o droghe, causa purtroppo di incidenti mortali e devastanti e mai e poi mai si accetteranno elargizioni che "servano" a ridurre le pene, chiunque ritenga opportuno secondo coscienza e/o perchè realmente dispiaciuto per il comportamento non corretto, può devolvere anche un solo euro e anonimamente, ciò dimostrerebbe la buona intenzione e non un vile fine. Pierina Guerra coordinatrice per il Veneto dell’A.I.F.V.S. e tutti i responsabili di sede (*) Nota: pubblicato ieri in rassegna stampa COMUNICATO DOTTOR GUIDO INTASCHI Festival della Salute 2010 Nella giornata iniziale del Festival della Salute 2010 (23/9/2010) si è svolto il primo incontro con la cittadinanza su “Guadagnare salute in 4 mosse", tenutosi presso lo spazio riservato all’ Azienda USL 12 di Viareggio "Piazza Toscana". L’argomento trattato, alla presenza di un pubblico numeroso, è stato l’alimentazione. I medici del Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione si sono resi disponibili a richieste di chiarimenti e curiosità espresse da parte dei cittadini..... La dottoressa Giovanna Camarlinghi, Direttore del servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione , e il dottor Luigi Franchini hanno animato il pomeriggio dedicato alla prima “mossa”, incentrata sul miglioramento degli stili di vita e sugli alimenti basilari e le scelte consapevoli. Il pubblico presente ha potuto gustare mele biologiche, ottime ed importanti alternative, nell’orario degli spuntini, alle merendine essendo, la frutta, un naturale integratore di fibre e vitamine. Molto apprezzato il materiale informativo distribuito, sia per la simpatica veste grafica che per la semplicità delle informazioni utili per mantenersi in salute. Nella giornata di venerdi 24/09/2010 il medico sportivo dell’ASL 12 di Viareggio dottor Angelo Pizzi ha parlato con il pubblico dell’azione del programma guadagnare salute su : "+ sport e movimento". Nella giornata di sabato 25/09/2010 sempre nell’area ASL 12 di Viareggio "Piazza Toscana" sono state trattate le 2 delicate tematiche dell’azione del programma guadagnare salute su : "niente fumo" e "no all’abuso di alcol" (approfondendo e sensibilizzando la cittadinanza interessata con distribuzione di materiale, proiezione video e dibattito con gli esperti dell’ASL 12, dottor Guido Intaschi e dottoressa M.Francesca Falcone, soprattutto sul fenomeno del tabagismo e del consumo problematico di alcol : alcol e guida, alcol e giovani, alcol e lavoro, alcol e gravidanza etc...). Durante tutti i giorni del Festival della Salute 2010 (23-24-25-26 Settembre) presso lo stand del Comitato "Non la bevo" si sono presentate migliaia di persone interessate all’ utilizzo del simulatore di guida , all’effettuazione di etilotest e alla consultazione del materiale video e cartaceo di prevenzione alcologica (in particolare sulla prevenzione degli incidenti stradali alcolcorrelati). Il Responsabile UF SERT Az.USL 12 di Viareggio Guido Intaschi ITNEWS Torino: picchia la moglie incinta provocandole un trauma cranico, arrestato Torino, 1 ott. - (Adnkronos) - Picchia la moglie incinta, che finisce in ospedale con un trauma cranico. E’ stato arrestato ieri notte a Torino un marocchino di 33 anni che, ubriaco, dopo aver litigato con la moglie, in attesa di un figlio, si e’ accanito su di lei picchiandola con pugni alla testa. L’uomo si e’ poi scatenato sulla sorella della moglie, 31enne, che tentava di fermarlo, colpendola alla testa con una sedia. Entrambe le donne sono finite in ospedale. AGI NEWS AUTISTA PULLMAN UBRIACO: DENUNCIATO E RITIRATA LA PATENTE (AGI) - Foggia, 2 ott. - Era alla guida di un pullman di linea completamente ubriaco. Lo hanno scoperto gli agenti di Polizia che hanno denunciato un uomo di 57 anni, originario della provincia di Benevento con l’accusa di guida in stato di ebbrezza. All’uomo e’ stata anche ritirata la patente di guida. Ieri pomeriggio alcuni ragazzi hanno segnalato alla polizia la presenza, in via Napoli, di un pullman condotto da una persona in stato di ebbrezza. Una volta sul posto la pattuglia ha trovato un autobus di una ditta irpina, con a bordo quattro persone: al posto di guida hanno trovato l’uomo che rispondeva con frasi senza alcun senso. Una volta in ospedale i medici hanno scoperto che l’uomo aveva un tasso alcolemico di 4.52, un limite altissimo visto che per gli automobilisti il limite e’ di 0.5. per i conducenti degli autobus, invece, la legge prescrive un limite di zero. L’uomo, secondo quanto dichiarato dal nosocomio foggiano, era quasi in coma etilico.(AGI) LEGGO BEVE MEZZO LITRO DI VODKA IN 4 SECONDI E MUORE Sotto effetto di droga, ha bevuto mezzo litro di vodka in 4 secondi, nonostante gli amici tentassero di togliergli il bicchiere dalle mani. Richard Davies, 29enne di Thornaby (Gran Bretagna), è stato poi portato a casa da un amico, ma anzichè dormirci su, è entrato in coma ed è morto in poche ore, a causa dell’eccessiva quantità di alcol ingerita in così poco tempo, unita al consumo di mefedrone, la droga conosciuta come ’meow meow’. Richard, elettricista, aveva nel sangue una quantità di alcol superiore di 5 volte al limite consentito. Il suo migliore amico, Cristopher Crooks, ha raccontato di aver tentato disperatamente di salvargli la vita: "Tentai di togliergli il bicchiere dalle mani, ma mi spinse via con violenza"; ha detto agli inquirenti. IL TIRRENO PROVOCA INCIDENTE In stato di ebbrezza e con la patente già ritirata PISA. I vigili urbani hanno controllato una persona che dava chiari segni di ebbrezza. Infatti, l’uomo di 58 anni, è risultato positivo all’alcoltest e la patente gli era stata ritirata e sospesa per il solito motivo. Verrà denunciato, pagherà una multa di 3mila euro, oltre alla sospensione della patente per due anni e l’auto confiscata. LANAZIONE.IT Talmente ubriaco che non riesce a fare l’alcoltest: denunciato All’uomo, un 57enne che lavora come professionista nel campo della pubblicità, è anche stata ritirata la patente di guida Firenze, 30 settembre 2010 - Erano le 2.45 di notte quando i carabinieri hanno fermato, in via Salutati, un uomo alla guida di una Bmw. Sottoposto ad alcoltest il 57enne, che lavora come professionista nel campo della pubblicità, questi non è stato neanche in grado di effettuare la prova dell’etilometro a causa delle condizioni fisiche in cui si trovava. L’uomo è stato quindi denunciato per guida in stato d’ebbrezza e gli è anche stata ritirata la patente di guida.
In un altro controllo, in viale Strozzi, i carabinieri hanno fermato un altro conducente ubriaco, un 52enne di Lastra a Signa, a bordo di un’Audi: aveva un tasso nel sangue di tre volte superiore al consentito. Anche a lui è stata ritirata la patente LANAZIONE.IT Ubriaco prende a calci e pugni gli agenti Arrestato L’uomo aveva minacciato il titolare di un bar che si era rifiutato di somministrargli alcolici Arezzo, 28 settembre 2010 - Il titolare di un bar rifiuta di vendergli alcolici e lui, ubriaco, lo minaccia. E’ successo ieri sera, in piazza Sant’Agostino. Sul posto sono giunti gli agenti di polizia che, con non poca fatica, sono riusciti a fare uscire l’uomo dal locale. Una volta fuori dal locale l’uomo è passato dalle minacce ai fatti, aggredendo gli agenti con calci e pugni gli agenti. A quel punto, è stato bloccato, portato in Questura, e arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. IL MESSAGGERO (Rieti) Picchiava la moglie davanti ai figli, romeno in carcere La picchiava sistematicamente davanti ai figli minorenni che impotenti assistevano alle sfuriate del padre violento contro la madre. Ma nella notte tra giovedì e venerdì Andrea Ovidio Hosu, operaio rumeno di 33 anni che risiede a Forano con la moglie Maria (35enne e rumena anche lei) e i figli di 11 e 7 anni, ha oltrepassato ogni limite. E’ stato arrestato dai carabinieri del nucleo Radiomobile di Poggio Mirteto, con l’accusa di lesioni e maltrattamenti. Erano le tre della notte. L’uomo, come spesso capitava, aveva esagerato con l’alcol e visibilmente ubriaco aveva ripetutamente aggredito la moglie procurandole lesioni giudicate guaribili in una settimana dai medici. Temendo per la sua sorte e per quella dei bambini, la donna è riuscita a divincolarsi e a raggiungere il telefono per chiamare il 112. La chiamata è stata presa dai carabinieri del Radiomobile che in maniera tempestiva hanno raggiunto la casa di Forano, riuscendo a mettere in salvo la consorte dell’uomo. Nell’abitazione i militari hanno potuto constatare lo stato di shock nel quale si trovavano la donna e i piccoli. L’uomo è stato immediatamente trasferito nella caserma della compagnia di Poggio Mirteto, dove i militari hanno lavorato per ricostruire i dettagli della vicenda. Dagli elementi raccolti dai carabinieri l’uomo era solito aggredire e malmenare la moglie in modo sistematico e si ripetevano da molto tempo, quasi sempre alla presenza dei figli che erano terrorizzati dal comportamento del padre, spesso ubriaco. Ora l’uomo si trova nel carcere reatino a disposizione del magistrato. R.D.C. IL MESSAGGERO Fabio, la mia vita nella morsa dell’alcol A 16 anni una birra, poi i superalcolici. A 19 anni depressione e rabbia. E ora la cura di CLAUDIO MARINCOLA A Fabio piace fare bungee jumping. E ci sono vari modi di lanciarsi nel vuoto. Si può fare balconing e planare in una piscina per dimostrare qualcosa alle ragazze e agli amici. E si può svuotare un bicchiere. Fabio è sempre alla ricerca di forti emozioni. Solo allora sente una scarica di adrenalina pura, libertà allo stato puro, si sente vivo. Alterna stati depressivi a stati di rabbia. Più si arrabbia più apre l’acceleratore della sua moto. Una volta gli è quasi costato la vita. Corre sia quando è lucido, sia sotto l’effetto di alcol. Più di una volta è tornato a casa accompagnato dai suoi amici perché non riusciva a reggersi in piedi da solo. L’alcol all’inizio era solo un modo per trascorrere una serata, una dinamica di gruppo per superare la noia. Giorno dopo giorno la birra è entrata a far parte del suo quotidiano. Prima con gli amici, poi qualche volta e sempre più spesso, quindi tutte le sere e anche da solo. Per comunicare con gli altri Fabio ha bisogno di assumere un’aria di sfida. Nove volte su 10 fa esattamente il contrario di quello che gli altri si aspettano da lui e gli chiedono. E poi beve, ha continuato a bere fino a qualche mese fa quando finalmente ha accettato di farsi aiutare. «Cosa dicono di tutti gli altri? Mi dicono che sono stupido», fa spallucce Fabio, come a dire, “chissene...”. Con lui le comunicazioni possono cominciare e interrompersi all’improvviso. Senza un motivo preciso. Se ha fiutato un atteggiamento sbagliato, un tono falsamente compiaciuto, se non gli piaci, insomma non te la manda a dire. Stranamente apprezza chi lo disprezza e glielo dimostra. Quel che colpisce è la normalità di questo suo male oscuro. Un malessere più diffuso di quanto si pensi. Anche perché l’alcol per Fabio non è arrivato all’improvviso. Sin da piccolo è stato molto diverso dal fratello. Sempre in aperta conflittualità con la mamma, molto più severa di suo padre. Non bisogna pensare che certe storie sono possibili sono con un certo tipo di genitori. I suoi sono una coppia normale. La mamma impiegata in banca, il papà libero professionista. «E’ sempre stato un bambino particolare - racconta la madre - ha sempre richiesto attenzioni e presenza a differenza del fratello minore, apparentemente molto più tranquillo. Fabio è vissuto nell’ombra di suo fratello, il classico bravo ragazzo, che non dà problemi, studia, va bene a scuola, che non fa mai arrabbiare i suoi genitori. Fabio è il contrario, per lui trasgredire è tutto». Fabio che non rispetta gli orari, Che dice spesso bugie e salta la scuola. Fabio che ha iniziato a fumare sigarette fin dall’età di 13 anni, un anno dopo si faceva già le canne. Che sceglie sempre compagnie più grandi di lui. A 16 si avvicina all’alcol, anche ai super alcolici. Inizia in compagnia di amici il sabato sera, poi col tempo diventato un bisogno. L’alcol, le corse in moto, il bungee jumping. Per sentirsi vivo, per sentirsi qualcuno, per sfogare la rabbia che ha dentro. Elisa Caponetti, è la psicoterapeuta che lo ha avuto in cura e si è trovata spesso di fronte ad altri casi del genere. Ragazzi che non riescono a reggere le aspettative del mondo che li circonda. Il mondo degli adulti. Spiega la Caponetti: «In questa fase la presenza dei genitori è fondamentale. Chi sta dentro l’alcol è difficile che riesca a chiedere aiuto da solo». Come accorgersene, come tirarli fuori dalla loro prigione? «Gli indicatori non sono molto diversi da quelli di chi assume droghe. Facile irritabilità, aggressività, l’andamento scolastico. Per i genitori la prima cosa è riaprire il dialogo, conquistare di nuovo la loro fiducia. E non è sempre facile».
Un studio della Brigham Young University (USA) - ad opera dei ricercatori Bahr e Hoffman - ha coinvolto circa 5000 studenti tra i 12-19 anni per esaminare il consumo di alcol tra gli adolescenti e il loro rapporto con i genitori. E’ venuto fuori che a influenza i consumi di alcol è soprattutto la qualità dei rapporti familiari e lo stile genitoriale. In particolare sono state esaminate le associazioni tra i diversi stili - autorevole, autoritario, indulgente - il grado di responsabilità, la consapevolezza di come e con chi passano il proprio tempo i figli, l’affettuosità del rapporto. Ebbene, secondo la ricerca, gli adolescenti che hanno genitori autorevoli sono meno propensi a bere pesantemente rispetto agli altri. Con genitori indulgenti, il rischio-alcol in media è 3 volte maggiore. IL MESSAGGERO Dipendenza da alcol La sindrome di dipendenza da alcol si ha quando sono presenti tre o più dei seguenti criteri: 1) bisogno imperioso o comunque necessità di consumare dell’alcol; 2) perdita di controllo, incapacità di limitare il proprio consumo di alcol; 3) sindrome di astinenza; 4) sviluppo di tolleranza, 5) abbandono progressivo degli altri interessi e/o del piacere di consumare l’alcol, 6) consumo continuo di alcol nonostante la presenza di problemi ad esso legati. IL MESSAGGERO VENETO giovani e alcol, la polemica corre sul web il vino e la salute: alcuni dati di fatto CORRIERE DELLE ALPI lotta all’alcol, faccia a faccia produttivo L’ADIGE La riabilitazione alcologica in regime di residenzialità breve: è una modalità di trattamento ormai discretamente diffusa in Italia ma ancora poco conosciuta e studiata L’esperienza del «San Pancrazio» STEFANO PIFFER Si inizia magari in modo innocente IL RESTO DEL CARLINO (Ancona) Giovanardi: «Tutti devono combattere contro l’alcol» LA GAZZETTA DI MANTOVA sbronzi e senza patente fuggono all’alt ubriaco si schianta nei fine settimana parte la movida GIORNALE DI SONDRIO A Morbegno si torna a scendere in cantina Multa di oltre 6mila euro per guida in stato di ebbrezza Rifiuta l’etilometro: due mesi di reclusione e multa Brillo al volante, auto confiscata RIVIERA24.IT Ubriaco con lo scooter contro un’auto in sosta: ferito un uomo nella notte a Imperia (Bastera)
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