(Asaps) Gli uomini della Polizia Stradale di Cosenza e Catanzaro hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli appartenenti ad una vera e propria organizzazione criminale che, attraverso stratagemmi di ogni genere, ha messo in atto truffe ai danni di compagnie di assicurazione. Tra i coinvolti, alcuni avvocati, il titolare di un’agenzia di pratiche di infortunistica stradale, due fisioterapisti e tre medici, uno dei quali è consigliere comunale nel capoluogo silano. Complessivamente sono state eseguite cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, mentre tutti gli altri coinvolti, tra cui una donna, sono stati, invece, ristretti agli arresti domiciliari. Ma le attività non si sono fermate qui sono, infatti, oltre centocinquanta le persone a vario titolo coinvolte ed indagate nell’inchiesta dei centauri della Sila. Le articolate, lunghe, laboriose e riservate indagini, coordinate e seguite personalmente in tutte le fasi dal Comandante della Sottosezione Polizia Stradale di Cosenza nord, un veterano delle investigazioni nell’ambito specifico delle competenze del centauro alato, e dal personale del Compartimento Polizia Stradale di Catanzaro, dopo lunghi ed estenuanti appostamenti hanno consentito di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle e di individuare una consorteria criminale di prim’ordine nello specifico panorama delinquenziale che attinge alle così dette truffe assicurative, consentendo all’Autorità Giudiziaria calabrese di emettere i necessari provvedimenti restrittivi della libertà. Con la complicità di professionisti, si ottenevano indebiti risarcimenti dalle compagnie assicuratrici producendo ingenti profitti a chi reggeva le fila del gioco, da un lato, e comportando per tutti gli abitanti della provincia di Cosenza, un incremento del costo delle polizze assicurative che è arrivato a sfiorare circa il 10%. L’attività della Specialità, infatti, in questo caso non solo ha prodotto l’effetto di stroncare un’organizzazione criminale i cui ingranaggi da lungo tempo erano ben oliati e funzionanti, ma è intervenuta in un ambito in cui, auspichiamo, possa contribuire a ristabilire l’autentico indice sullo stato del rischio per la R.C. Auto nel comprensorio cosentino ove i premi erano letteralmente schizzati alle stelle. Il sistema collaudatissimo era, tutto sommato, semplice: si ricorreva alla simulazione di incidenti stradali, si certificavano lesioni personali mai subite, in alcuni casi alcune donne hanno addirittura finto di subire aborti, ed attraverso false perizie mediche e false fatture per riparazioni, si ottenevano i risarcimenti che, da una stima approssimativa, corrispondono ad un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Quando sorgevano intoppi di natura processuale si faceva ricorso al reclutamento di falsi testimoni da presentare, dopo l’indottrinamento del caso, nel procedimento civile o penale. Tutte le persone arrestate sono accusate di truffa ai danni di molteplici compagnie assicurative, falso ideologico in certificazioni mediche ed atti pubblici nonché falsa testimonianza e perizie nel corso di procedimenti penali e civili. Complimenti, allora, alla Polizia Stradale calabrese che, ancora una volta, se mai cene fosse stato bisogno, ha dimostrato non comuni capacità professionali contribuendo, attraverso l’attività di polizia giudiziaria ad assicurare alla giustizia chi, tra le maglie ed i meandri della burocrazia, aveva trovato modo di lucrare illeciti guadagni che ricadevano in cospicui costi nei premi della R.C. Auto per tutte le persone oneste, e sono i più, della provincia di Cosenza (Asaps). |
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