CORRIERE DELLA SERA – SALUTE – SPORTELLO CANCRO LO STUDIO Sigarette: non esiste la «modica quantità» (*) Alterazioni genetiche anche con pochi tiri e con il fumo passivo. L’unico livello sicuro è l’esposizione zero. Sigarette: non esiste la «modica quantità» MILANO 11 ottobre 2010 - Cattive notizie per chi crede nell’innocenza della sigaretta occasionale: anche un tiro ogni tanto arreca danni potenzialmente seri al Dna delle cellule nelle vie respiratorie. Lo stesso vale per il fumo di seconda mano. Dunque, l’unico livello sicuro di esposizione al fumo di sigaretta è zero. LO STUDIO – Il fumo, anche alle più basse concentrazioni rilevabili, ha effetti diretti sul funzionamento dei geni che regolano l’attività delle cellule di gola, bronchi, polmoni. E’ la conclusione del lavoro di un gruppo di ricercatori americani afferenti alla Cornell University e al Presbyterian Hospital/Weill Cornell Medical Center di New York. Esaminando 121 persone, fra non fumatori, fumatori moderati e forti fumatori, gli studiosi hanno rilevato che alcuni geni, particolarmente sensibili al fumo di tabacco, mostravano funzioni alterate anche in chi fumava poco. «L’effetto genetico è molto più lieve rispetto ai fumatori regolari, ma ciò non significa che non ci siano conseguenze sulla salute - scrivono gli autori sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine -. Le funzioni alterate di quei geni altro non sono se non i primi segni di “malattia biologica” nel polmone o nell’individuo». COME IL CANARINO IN MINIERA - I ricercatori hanno confrontando i livelli di nicotina e di un suo metabolita, la cotinina, nelle urine di partecipanti, e hanno sequenziato l’intero genoma di ciascun partecipante a caccia di geni alterati. Nessun livello di nicotina o cotinina appariva slegato da una qualche anomalia genetica. Ronald Crystal, primo autore della ricerca, ha paragonato questi cambiamenti genetici al «canarino in una miniera di carbone», poiché come l’animaletto che serviva ai minatori nelle gallerie per rilevare eventuali gas pericolosi, avvertono della presenza di malattie potenzialmente letali. «Ma il canarino cinguetta per i pazienti poco esposti e strilla per i fumatori abituali» conclude Crystal, augurandosi che queste informazioni vadano a sostegno dei divieti di fumo nei luoghi pubblici, dove i non fumatori e i lavoratori delle aziende dove si fuma, sono a rischio di future malattie respiratorie, fra cui i tumori del polmone e la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva). Donatella Barus (Fondazione Veronesi)
(*) Nota: l’evoluzione della conoscenza dei rischi correlati al consumo di alcolici segue esattamente quella del tabacco, con cinquanta anni di ritardo. Le stesse discussioni, le stesse argomentazioni e lo stesso schierarsi dall’una o dall’altra parte hanno caratterizzato il dibattito sulle sigarette degli ultimi decenni. Non possiamo che sperare che le migliori possibilità di comunicazione rendano più veloce la diffusione della consapevolezza dei rischi del consumo anche moderato di alcolici.
CORRIERE DELLA SERA – FORUM NUTRIZIONE Domenica, 10 Ottobre 2010 Lei a Federico ha risposto Lei a Federico ha risposto che il vino rosso, ma più propriamente l’alcool, aumenta il rischio di cancro. Vuole spiegarmi il perché? Ricordo di aver letto da qualche parte che i nostri amici d’oltralpe, pur essendo grandi mangiatori du fromage, paradossalmente non si ammalano più di altri proprio perché bevono du vin, spazzino per le arterie. Grazie per la risposta. Silvia
Risponde Andrea Ghiselli E come perché? Perché l’alcol è un potente cancerogeno. Il paradosso francese è una vecchia storia che ha fatto il tempo suo, che si è tentato di spiegare col vino, ma che non è stata mai accettata come spiegazione. Anzi, se vogliamo parlare di paradossi, diciamo che è stato proprio l’Institut National du cancer francese che per primo ha messo in evidenza che non esiste una quantità senza rischi per la salute anche in piccole quantità e che non c’è relazione col tipo di bevanda alcolica consumata. Per dirla come la dicono loro: la relation entre alcool et cancer dépend de la quantité d’alcool ingérée et non du type de boisson absorbée.
IL CAMPANILE SICUREZZA STRADALE: Il Giudice di Pace di Ancona ha accolto il ricorso di un automobilista che sarebbe stato beccato alla guida “in stato di ebbrezza” condannando la Prefettura al pagamento delle spese processuali Necessario l’etilometro, ma gli automobilisti chiedono più certezze D’AGATA: "l’unico metodo certo per appurare l’effettivo superamento del limite è l’analisi del sangue da in loco al momento dell’accertamento.". di Maria Cristina di Fronso - Free Lance International Press 11 ottobre 2010 - Da anni Giovanni D’Agata, Componente del Dipartimento Tematico Nazionale Tutela del Consumatore di “Italia dei Valori” e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è impegnato in un’ardua battaglia su due fronti: da una parte contribuire a garantire la sicurezza stradale tutelando al contempo la certezza del diritto; dall’altra tentare di proteggere gli automobilisti dagli abusi ed illegittimità degli enti accertatori delle infrazioni verificando la correttezza delle procedure e la regolarità degli atti. Proprio per queste ragioni, ci si interroga sull’utilizzo dell’etilometro a fiato che si ritiene essere imprescindibile strumento deterrente per l’abuso nel consumo di alcool da parte di alcuni incauti automobilisti, specie di giovane età, tant’è che da quando gli ultimi governi hanno deciso un vero e proprio “giro di vite” sempre più stringente sulla limitazione dell’uso di sostanze alcoliche per chiunque si mettesse alla guida di un veicolo si è verificata una drastica riduzione degli incidenti conseguenti a tali abusi. Ciò che però pare opportuno mettere in evidenza è l’effettiva valenza probatoria nell’accertamento dello “stato di ebbrezza” dell’etilometro a fiato alla luce della segnalazione di numerosi casi in cui alcuni automobilisti, anche completamente astemi, a seguito dell’esame del cosiddetto “palloncino” hanno subito la contestazione del reato di cui all’articolo 186 del Codice della Strada con conseguenze pesantissime sia per ciò che riguarda la propria patente che per la propria fedina penale, anche al fine di evitare che comportamenti assolutamente non colposi comportino pene per soggetti non responsabili di alcuna violazione al Codice della Strada anche perché per chi viene sorpreso per guida “in stato di ebbrezza” la conseguenza naturale è anche un procedimento penale che porta nella gran parte dei casi ad una condanna certa. Chi giura di aver mangiato un’insalata innaffiata da abbondante aceto, chi aveva appena finito di degustare un dolciume al liquore o peggio ancora chi colpito da una bronchite sia stato costretto ad usare uno sciroppo alcoolico senza conoscerne la composizione chimica, sono centinaia in tutto il Paese i casi che potrebbero confermare che l’alcooltest non sia così infallibile come qualcuno lo ha voluto dipingere e molti cittadini assolutamente incolpevoli siano stati costretti a pagare comunque le conseguenze. (*) Alla luce della letteratura scientifica che è orientata pressoché in maniera generale a ritenere che la concentrazione di alcool contenuta nell’aria espulsa dai polmoni può variare a seconda di svariate variabili che dipendono da fattori diversificati e perciò soggettivi, Giovanni D’Agata, sottolinea: “Un’interessante e corposa sentenza di un Giudice di Pace di Ancona partendo da assunti di natura scientifica c’invita ed invita soprattutto il legislatore e le autorità impegnate negli accertamenti sulle Nostre strade ad una seria riflessione in merito alla necessità di un miglioramento della disciplina che appare a questo punto lacunosa in merito alla necessità di ulteriori analisi sugli automobilisti beccati con un tasso alcolemico superiore ai 0,5 grammi per litro.”. Secondo Giovanni D’Agata, “l’unico metodo certo e scientifico per appurare l’effettivo superamento del limite è l’analisi del sangue che potrebbe essere effettuata in loco al momento dell’accertamento attraverso postazioni mobili o presso il più vicino nosocomio.” Nella decisione, cui ci riferiamo, il Giudice di Pace di Ancona ha accolto il ricorso di un automobilista che sarebbe stato beccato alla guida “in stato di ebbrezza” condannando la Prefettura al pagamento delle spese processuali, partendo dall’assunto della scarsa attendibilità dello strumento che misura la presenza di alcool nel sangue con l’aria espirata e quindi per difetto di prova. Nelle sei pagine della sentenza il giudice onorario riferendosi anche ai principi della fisica e a citazioni non prettamente giuridiche ma alla bibliografia scientifica maggioritaria, conclude motivando in diritto che non “è possibile parlare di un valido risultato analisi” per l‘esame in questione. Nella persuasiva motivazione sostiene il giudice che “in virtù della scienza umana, affinché i militi possano procedere ad esatta misurazione del tasso alcolemico presente nell’aria espirata dovrebbero conoscere con esattezza: l’orario effettivo della bevuta, se lo stomaco era vuoto, e nel caso fosse pieno la quantità di cibo ingerita, la gradazione alcolica della bevanda, il peso del soggetto e il sesso, la percentuale dell’acqua corporea, le velocità del metabolismo e lo svuotamento gastrico”. Nel verbale di accertamento sono indicate solo le generalità della persona sottoposta ad esame, ma nessun riferimento a quei fattori, “imprescindibili per calcolare il tempo necessario all’organismo affinché l’alcol metabolizzato possa essere espirato tramite i polmoni”. Per questo il giudice “non ritiene la prova fornita dall’etilometro idonea a giustificare il ritiro della patente, non per difetto dell’apparecchio in sé ma per difetto di applicazione della scienza di fisiologia umana”. Il giudice ritiene che “l’etilometro, come applicato dai militi, non osservando i principi della scienza empirica è in grado di misurare solo l’aria presente all’interno del cavo orale”.
(*) Nota: si può mettere in discussione l’affidabilità dell’etilometro, oppure la corrispondenza tra valore riscontrato e alcolemia, ma non si può considerare non perseguibile chi sostiene di aver assimilato alcol con modalità diverse dal bere comune. È la guida in stato di ebbrezza in se stessa che va sanzionata, non alcune modalità di bere.
CITY Alcol e malattie mentali, i fumatori rischiano di più Chi fuma ha il 50% in più di possibilità di iniziare a bere, di soffrire di malattie mentali e di avere una dieta scorretta (*) I fumatori hanno il 50% di probabilità in più, rispetto a coloro che hanno smesso di fumare o che non hanno mai avuto il vizio del fumo, di bere alcol oltre i limiti consentiti, avere una dieta scorretta e incorrere in malattie mentali. È quanto emerge da una ricerca del Cardiff Institute of Society and Health, realizzata con l’università di Cardiff. Uno studio su 13mila persone I ricercatori hanno analizzato il profilo di salute di oltre 13mila persone e hanno riscontrato percentuali di rischio più alte per gli uomini (fumatori) rispetto alle donne. A tavola, poi, secondo lo studio, sono pochi i fumatori che fanno attenzione ad un corretto bilanciamento degli alimenti. A fronte del 39% dei non fumatori che assume cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, solo il 28% di coloro che fumano prestano la stessa attenzione alla dieta. Nel periodo considerato dalla ricerca è emerso anche che i fumatori sembrano essere più esposti alla comparsa di malattie mentali, riscontrate nell’8% dei casi tra gli ex o non fumatori, a fronte del 14% dei fumatori che è stato trattato per una malattia mentale.
(*) Nota: sarebbe più utile parlare di stili di vita, non di rapporto di causa/effetto. Solitamente si conoscono prima gli alcolici che le sigarette. Solamente che il bere, come comportamento in sé, non viene considerato un problema e quindi non è studiato come fattore eziologico.
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Sesso: rapporti non protetti per studenti che alzano il gomito Roma, 11 ott - Non solo i danni alla salute che conosciamo: l’abuso di alcol, e la perdita di consapevolezza che ne deriva, e’ anche un fattore di rischio sessuale. Un ragazzo o una ragazza che alzano troppo il gomito - spiega una ricerca condotta su 2500 studenti universitari di 5 atenei neozelandesi e pubblicata sull’Australian and New Zealand Journal of Public Health - corre un rischio dieci volte maggiore di avere rapporti sessuali non protetti rispetto a un coetaneo astemio o che si limita a qualche birra. Il 12% dei maschi e il 21% delle donne, infine, ha dovuto subire avances sessuali indesiderate da qualcuno che aveva bevuto.
L’ARENA Alla guida «indisciplinati» Quindici patenti ritirate 11/10/2010 - I controlli della Polstrada Servizi di prevenzione e posti di controllo lungo le strade più trafficate delle province di Verona, Padova, Rovigo e Treviso. Nel corso dell’ultimo fine settimana sono state impiegate 8 pattuglie della Polstrada e in particolare i posti di controllo in provincia di Verona hanno visto anche la partecipazione del personale Usl, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Nonostante le nuove e più severe norme introdotte con le modifiche al Codice della strada sono state rilevate 14 persone alla guida in stato di ebbrezza alcolica mentre solo una è risultata positiva agli stupefacenti. Quindici le patenti ritirate, 195 le persone controllate, delle quali 49 donne e 146 uomini, questi ultimi i più «indisciplinati», infatti 13 delle 15 patenti erano intestate a uomini. Contestazione amministrativa, ovvero la multa di 500 euro, a 10 conducenti che avevano un tasso compreso tra lo 0,5 e lo 0,8 g/l. Nonostante la riforma abbia depenalizzato la «prima fascia» dell’ebbrezza alcolica, i conducenti, tra cui due donne, non potranno guidare per un periodo che va da tre a sei mesi. Più aspre le conseguenze per altri tre uomini che invece sono stati trovati con tassi alcolici ben più alti: per loro è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria, la patente è stata sospesa e un’auto è stata sequestrata. Altre contravvenzioni sono state elevate sia per violazioni al limite di velocità che per il mancato uso delle cinture di sicurezza.
CORRIERE ADRIATICO Stop agli ubriachi. Operazione della polstrada di Amandola Controlli, sequestrate 13 patenti Fermo Anche l’altra notte la polizia stradale ha effettuato i controlli per frenare gli incidenti del sabato sera. La vigilanza stradale si è concentrata in particolare lungo la Statale Adriatica nei pressi dei locali notturni e nel tratto a cavallo fra le province di Ascoli e Fermo, lungo la fascia costiera. Un controllo quanto mai efficace, visto che il personale del distaccamento di polizia stradale di Amandola ha contestato numerose infrazioni all’articolo 186 del codice della strada (guida in stato di ebbrezza alcolica). In tutto 13 le patenti ritirate per il superamento dei limiti consentiti del tasso alcolemico e 183 i punti decurtati alle patenti di guida. Le violazioni riscontrate al codice della strada sono state 27, tra le quali emergono quelle per il mancato uso delle cinture di sicurezza e per il superamento dei limiti di velocità. Rilevato anche un incidente, non grave. Complessivamente sono stati fermati e controllati circa 200 veicoli. I controlli sono predisposti da Ascoli e vengono effettuati a turno dagli agenti di polizia stradale di Ascoli, San Benedetto, Fermo e Amandola. Ci si concentra, per ovvie ragioni, lungo la Statale Adriatica dove il traffico nella notte fra sabato e domenica è sempre molto intenso. La patente viene sequestrata quando si è pizzicati con più di 0,5 grammi di alcol nel sangue. Quando si supera 1,5 viene confiscata l’auto, naturalmente se di proprietà
IL TIRRENO LUNEDÌ, 11 OTTOBRE 2010 Controlli a tappeto dell’Arma per il week-end: multati 14 clienti di lucciole e trans Guidano ubriachi e drogati: 7 denunce PISA. «Ma il sabato sera non ho niente da fare... Per questo vengo qui: a passare un po’ di tempo. Questo è il mestiere più antico del mondo e voi vi mettete a fare le multe....». È la risposta, comprensibile ma non condivisibile, che ha fornito ai carabinieri, impegnati nel fine-settimana nei controlli del territorio, quando è stato sorpreso con un trans in via Traversagna. Anche in questo week-end, gli introiti per le casse comunali delle tre amministrazioni che hanno applicato l’ordinanza antiprostituzione, Pisa, San Giuliano Terme e Vecchiano, sono stati cospicui: 4200 uro per 14 multe a 300 euro l’una a clienti di lucciole e viados, nell’asse Mortellini, Aurelia, Madonna dell’Acqua, Migliarino, la Costanza, via Traversagna. Il bilancio del fine-settimana per l’Arma ha visto il controllo di 181 persone, 88 mezzi e 6 esercizi commerciali, più 10 multe per contravvenzioni al codice della strada. Sono stati poi denunciati quattro autisti sorpresi di notte a guidare ubriachi e 3 che si erano messi al volante sotto l’effetto di droghe. Avevano un levato tasso alcolico nel sangue uno scooterista livornese di 21 anni fermato in via della Bozza, un pregiudicato livornese fermato in auto in via Santa Marta, un ventenne pisano bloccato in moto in lungarno Mediceo e un butese di 25 anni bloccato in via Crispi. Sotto l’effetto di stupefacenti sono stati trovati un pisano di 38 anni fermato in via Emilia, un cascinese di 28 bloccato in via Fiorentina e un lucchese di 32 anni in via Aurelia Nord.
LA GAZZETTA DI PARMA Alcol e droga: muore 19enne di Carpi 11/10/2010 - E’ morto attorno alle 10 di oggi il 19enne di Carpi soccorso sabato notte davanti al locale "Synklab" in via Mattei, alla periferia di Bologna. Il ragazzo probabilmente è vittima di un cocktail di pasticche, insieme all’alcol, a mandare all’ospedale in fin vita il 19enne di Carpi (in provincia di Modena). I carabinieri stanno indagando per ricostruire la serata del ragazzo e capire da chi aveva preso le pasticche stupefacenti. Il personale del 118 è intervenuto davanti al locale. Il 19enne non dava più segni di vita: è stato portato all’ospedale Sant’Orsola e ricoverato nel reparto di Rianimazione. Le sue condizioni vengono ritenute molto gravi: oltre ai problemi cardiaci, che sono stati superati, ci sono problemi al fegato, ai reni e di coagulazione del sangue. Anche in base alle analisi sarebbe stata l’assunzione di chetamine e anfetamine, oltre all’alcol, a portare in gravi condizioni il giovane.
IL CORRIERE DELLE ALPI Festa Big Up, sei minorenni ubriachi in ospedale Adolescenti ubriachi in ospedale, la polizia spegne tutto a mezzanotte di Irene Aliprandi BELLUNO - 11.10.10. Sei minorenni in ospedale, ragazzini ubriachi soccorsi dal vicinato, un’intera frazione nel caos per tutta la sera. E’ finita male la festa "Big Up" organizzata sabato a Villa Montalban, dove il concerto di musica elettronica è stato bloccato due ore prima del previsto perché la situazione, all’esterno del tendone, era ormai fuori controllo. «Una delusione», è il bilancio degli stessi promotori. La festa, programmata e autorizzata dal Comune dalle 17 alle 2, si è svolta sotto un capannone allestito nel prato della villa, con la presenza di 15 tra dj e gruppi per lo più provenienti da fuori, anche da New York, ma non tutti hanno potuto suonare per la chiusura anticipata del party. Sul numero di presenze c’è la consueta guerra di numeri: gli organizzatori dell’Electra Sound Agency affermano che gli ingressi reali al tendone sono stati circa 400 e che fuori c’erano altre mille persone, ma è probabile che fossero molte di più. «Non sono nemmeno venuti alla festa», dicono gli organizzatori, «sono arrivati a Safforze, si sono procurati da bere roba forte nei negozi e sono rimasti lì attorno a ubriacarsi senza entrare». Il party costava 15 euro, senza consumazione «che è un’istigazione a bere», spiegano ancora. «All’ingresso chiedevamo i documenti e a seconda dell’età facevamo un timbro, così i baristi sapevano cosa dare a ognuno. Inoltre c’erano otto buttafuori che controllavano il perimetro della villa». Ma non è bastato. Testimoni raccontano di ragazzini, età media 15 anni, che appena arrivati a Safforze sono andati al supermercato a comprare zainetti interi di super alcolici. La prima a sentirsi male, portata via dall’ambulanza, è stata un’adolescente praticamente priva di sensi. Alle 18.30 c’era già gente che vagava per il quartiere in condizioni decisamente poco sane. Durante la serata almeno sei ragazzini sono finiti al pronto soccorso del San Martino con tasso alcolico ben oltre i 2 mg (il limite è 0,50), alcuni di loro hanno passato la notte lì assistiti da mamme con l’aria rassegnata. A Villa Montalban sono arrivati i carabinieri, la polizia e la polizia municipale. «Alle 23 abbiamo fatto chiudere i chioschi», spiega il comandante dei vigili Gustavo Dalla Cà, «ma la situazione non migliorava e a mezzanotte abbiamo detto di spegnere tutto». A quel punto uno degli organizzatori è salito sul palco annunciando la fine della festa, usando parole che volevano far capire quant’era degenerata la cosa: «Uno dei dj si è sentito male, qualcuno deve avergli messo della droga nel bicchiere». Anche il dj è finito in ospedale, ma sta meglio, impossibile sapere cosa gli abbiano rifilato. «Non è colpa degli organizzatori», dice il comandante Dall Cà, «che sono stati molto collaborativi e ci hanno rimesso. Tantissimi ragazzini hanno comprato gli alcolici al supermercato ed erano ubriachi e senza limiti fin dal pomeriggio». Un’assoluzione autorevole. «Siamo fortemente delusi dai giovani bellunesi e credo che non faremo più feste a Belluno», dicono quelli dell’Electra Sound Agency. «Non vogliamo certo fare i moralizzatori, ma c’è modo e modo di bere. Proponiamo eventi all’avanguardia e ci poniamo in rapporto di amicizia, ma qui certe cose non funzionano». Quella di sabato non era la prima festa Big Up organizzata a Belluno: nell’ultimo anno ce ne sono state altre quattro al Rio Cavalli e al Mivida, ma non erano mai arrivate a questi livelli. In ogni caso non si prevedono conseguenze, nè sanzioni a carico di nessuno
IL GAZZETTINO Padova. Roulette etilica: «Tutti ubriachi, guida tu». Patente ritirata a una 27enne Un gruppo di ragazzi brilli alla fine di una festa ha estratto a sorte l’impiegata di Cavarzere, poi fermata dalla polizia di Cesare Arcolini PADOVA (11 ottobre) - Tutti brilli dopo la festa di compleanno dell’amico padovano. Ma a fine party, quand’è il momento di ripartire per tornare a casa, decidono di estrarre a sorte chi si sarebbe messo al volante. La prescelta è un’impiegata ventisettenne di Cavarzere, nel veneziano: il destino, con lei, è "clemente". Nessun incidente stradale, ma un incontro "fatale" con la Polstrada. Inequivocabile il verdetto dell’etilometro: 0.85. Per lei ritiro immediato della patente e una denuncia penale per guida in stato d’ebbrezza. La scena è curiosa: la giovane scoppia in lacrime, gli amici, tutti ubriachi, tentano di confortarla. Uno di loro non riesce neppure a parlare e fatica a stare in piedi. Per farli rientrare, gli agenti sono costretti a chiamare una cugina, che si prende l’incarico di fare da "taxi" alla comitiva. Metti una notte a Padova, all’ospedale Sant’Antonio di zona Facciolati, a stretto contatto con ubriachi, drogati, medici e forze dell’ordine. Il pian terreno del nosocomio come un "miglio verde": più stanze in fila, molteplici controlli, fino alla reception delle forze dell’ordine che fanno firmare la "condanna", il ritiro del documento di guida. I pattugliamenti contro le stragi del sabato sera hanno interessato tutte le forze di polizia. Su 115 automobilisti controllati, cinque hanno perso la patente. Quattro per abuso di alcol, uno per uso di sostanze stupefacenti. Al Sant’Antonio, a coordinare l’attività, il medico legale della Questura, Massimo Puglisi: «Questi servizi coordinati sono un valido deterrente per circoscrivere il fenomeno dello sballo. In termini numerici, si registra un netto abbassamento dei sinistri stradali. Ma si può fare ancora molto. Sicuramente i pattuglioni anti stragi proseguiranno almeno a cadenza bimensile». Mentre carabinieri e polizia fanno la spola tra la strada e l’ospedale con le persone fermate, tra le mura della struttura sanitaria si scoprono storie originali. Che si mescolano alla rabbia iniziale delle persone "beccate" e fermate, cui seguono poi disperazione e preoccupazione. C’è poi chi tenta di farla franca, chi spera di ingannare le forze dell’ordine, chi cerca di modificare l’esito dei test. Tra le stanze dell’ospedale, adibite a stazione mobile dell’alcoltest, c’è tempo anche per conoscere autentiche leggende metropolitane di automobilisti alticci. Una ragazza, tra la prima e la seconda prova dell’alcoltest, si è bevuta un litro d’acqua convinta, così facendo, di diluire l’alcol nel sangue. Un altro si è messo in bocca un pacchetto di gomme americane alla menta. Artifizi che ovviamente non hanno portato a nulla. Il personale medico dell’ospedale è stato persino costretto a sigillare i rubinetti dell’acqua del lavandino, perché c’è stato chi ha diluito la provetta delle proprie urine per occultare le tracce della droga assunta poco prima.
IL TIRRENO LUNEDÌ, 11 OTTOBRE 2010 Tasso alcolemico quattro volte più alto Tamponano l’auto e fuggono, preso il conducente GROSSETO. Hanno cercato di raggirare l’automobilista che avevamo appena tamponato. «Ci vediamo a Rispescia per fare il cid», hanno detto a marito e moglie prima di riprendere l’Aurelia e sparire. Sono stati intercettati una mezz’ora più tardi in mezzo ai poggi da una macchina della polstrada di Orbetello. Risultato? Il guidatore è risultato positivo all’alcoltest. «Aveva un livello di alcol nel sangue quattro volte più alto». Così, l’automobilista, un uomo di 31 anni di origini albanese, è stato denunciato e la macchina, una Audi A3, sequestrata, mentre il fascicolo sarà inviato questa mattina in Procura. Tutto è successo intorno alla mezzanotte di sabato sera. Secondo la ricostruzione della polizia, qualche chilometro prima di Rispescia, lungo l’Aurelia, l’Audi A3 avrebbe tamponato una Peugeot 207 con a bordo una coppia di cinquantenni originari di Livorno. Entrambe le macchine, dopo lo schianto, si sono fermate. Dalla Audi A3 sono scese tre persone. È a questo punto che - sospettano gli agenti - il gruppo abbia cercato di raggiare la coppia. «Meglio non fermarsi in mezzo alla strada - hanno spiegato - seguiteci usciamo a Rispescia e facciamo il cid». Per qualche chilometro, le due auto, hanno proceduto l’una dietro l’altra, ma arrivati all’uscita di Rispescia, l’Audi, invece di fermarsi è andata dritto lasciando la coppia lungo la carreggiata. È stata la moglie dell’automobilista a chiamare il 113. «Abbiamo avuto un incidente - ha spiegato - ma la macchina che ci ha tamponato è scappato». Quando è arrivata l’auto della polizia erano poche le speranze di ritrovare la macchina pirata. Ma dopo qualche ricerca è spuntata fuori proprio da dove era fuggita, forse pensando di averla fatta franca. A bordo però c’era solo il conducente che evidentemente aveva lasciato i due passeggeri senza pensare a quanto avesse bevuto.
ROMAGNA OGGI Ravenna, ubriaco tenta di fuggire dalla Provinciale. Bloccato dopo inseguimento RAVENNA 11 ottobre 2010 - Gli agenti della Polizia Provinciale, nel corso di un controllo stradale svolto nel cuore della nottata tra sabato e domenica, hanno denunciato un automobilista poiché positivo al test dell’etilometro. A tradire il conducente è stato il piede pesante sull’acceleratore. Il veicolo, sopraggiunto in prossimità della pattuglia, ha scartato bruscamente uno degli agenti e poi rientrato in carreggiata accelerando di nuovo, chiaramente con l’intenzione di darsi alla fuga. Vista la manovra, gli agenti si sono messi immediatamente all’inseguimento, nel centro abitato di Savio di fronte alla stazione ferroviaria. La pattuglia, mentre percorreva la strada imboccata dalla vettura in fuga, ha notato la stessa fermarsi e il conducente allontanarsi a piedi nell’oscurità, tentando la fuga. Gli agenti provinciali hanno a quel punto rincorso il conducente che quasi subito è tornato sui suoi passi. Una volta identificato si è appurato che non aveva mai conseguito la patente. Il conducente è stato, inoltre, invitato a sottoporsi al test dell’"alcoblow", visti chiaramente i sintomi dello stato di ebbrezza :agitazione, difficoltà nel parlare e occhi lucidi. Una volta accertato l’esito positivo del primo esame, si è passato alla verifica del tasso alcolemico nel sangue con l’etilometro: 1,31 grammi per litro il risultato
CORRIERE DELLA MAREMMA Ubriaco sperona un a macchina Denuncia e ritiro della patente. Tamponamento nella notte a Rispescia, nessun ferito. GROSSETO. 11. 10.2010 - Ubriaco al volante sperona un’auto con all’interno una coppia. Per fortuna nessuno si fa male, anche se il rischio corso è stato grande. E’ successo nella notte tra sabato e ieri, verso le due circa, a Rispescia. Un cittadino moldavo, ma residente a Grosseto, di 31 anni, dopo aver alzato troppo il gomito è stato protagonista in negativo a bordo della propria macchina. A un tratto perde il controllo della propria vettura e tampona la macchina che lo sta precedendo. A bordo c’è un coppia di grossetani. Per fortuna dopo lo scontro non ci sono feriti, il 118 viene allertato ma nessuna ambulanza arriva: non ce n’è bisogno. Sul posto interviene la polizia stradale che pizzica il moldavo: è ubriaco. Il ragazzo viene invitato a fare l’alcol test, da cui risulta positivo: nel sangue un tasso alcolico quattro volte superiore al consentito, 2 invece di 0,5. A quel punto gli agenti entrano in azione ritirando la patente al conducente incosciente e denunciandolo per guida in stato di ebbrezza. Pesante anche la multa nei confronti nel moldavo, mentre all’uomo è stato evitato quanto meno il sequestro con confisca del veicolo. Perché? La vettura non è intestata a nome suo, ma a nome del fratello, rendendo impossibile la confisca (che è prevista dalla legge in situazioni analoghe
LA NAZIONE Prende a morsi i carabinieri. Sarà processato Il trentenne era rimasto coinvolto in un incidente Siena, 11 ottobre 2010 - Ha preso a morsi due carabinieri facendoli finire in ospedale. E’ accaduto la scorsa notte a Rapolano. L’uomo, un extracomunitario di 30 anni con regolare permesso di soggiorno, e domiciliato in paese dopo aver bevuto molto si è messo alla guida di un ciclomotore per rientrare a casa. Durante il tragitto, come successivamente accerteranno gli uomini dell’Arma, rimane coinvolto in un incidente. Nulla di grave né per lui, né per l’altro conducente coinvolto. Comunque per i rilievi vengono chiamati i militari della vicina caserma. Lo straniero, che ad occhio nudo mostra tutti i sintomi di uno che ha ecceduto nel bere, viene portato in caserma per essere sottoposto all’alcol-test e per il disbrigo delle formalità relative al fatto di essere rimasto coinvolto in un incidente dopo aver alzato il gomito. In casi del genere il codice della strada prevede sanzioni molto severe. Una volta varcata la porta dell’ufficio intuisce che per lui arriveranno guai seri. Ed è in quel preciso istante che cerca in tutti i modi di scappare. Non si rende conto che la reazione aggraverà ulteriormente la sua posizione. L’extracomunitario si avventa sugli uomini in divisa. Prima con calci e pugni e poi inizia morderli. Li ferisce in diverse parti. Sono attimi di grande concitazione. I carabinieri durano non poca fatica prima di riuscire ad immobilizzarlo. Alla fine ci riescono. I due militari sono feriti tanto che sarà necessario per loro ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso delle Scotte. L’extracomunitario viene arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. E’ notte fonda quando i due uomini dell’Arma escono al policlinico dove sono stati curati per le lesioni che sono state loro provocate dall’extracomunitario. La prognosi è di una settima per ciascuno. I militari sono stati sottoposti anche alla necessaria profilassi prevista in casi del genere. L’arrestato che subito dopo il violento episodio era stato portato nel carcere di Santo Spirito questa mattina comparirà davanti al giudice monocratico del nostro tribunale per la convalida e il successivo processo per direttissima. Non è la prima volta che i nostri carabinieri devono fare i conti con la reazione del tutto illogica di persone che vengono fermate per un controllo, oppure sono coinvolte in incidenti. Spesso e volentieri dietro a questi comportamenti c’è l’eccesso di vino, birra o superalcolici. Altre volte, invece, c’è l’assunzione di sostanze stupefacenti. (*) Cecilia Marzotti (*) Nota: se è vero che non fa notizia il cane che morde l’uomo, ma l’uomo che morde il cane, dovremo forse aspettare che un carabiniere ubriaco morda un guidatore perché lo stato di ebbrezza abbia il giusto risalto sui giornali.
SICILIA NEWS Catania: guida in stato di ebbrezza, in manette giovane automobilista CATANIA Lunedì 11 Ottobre 2010 - - Un giovane automobilista e’ stato arrestato per guida in stato di ebbrezza, porto illegale di strumenti atti ad offendere e resistenza a pubblico ufficiale, a Catania. A bloccarlo in via Etnea, dopo che non si era fermato all’alt, e’ stata una pattuglia interforze della polizia e dell’esercito. In manette e’ finito un 22enne. Il giovane e’ risultato positivo all’alcol test. Inoltre, nel portabagagli della sua auto, una Smart, e’ stata trovata e sequestrata una mazza da baseball.
LA NAZIONE Ubriaco cerca di sfondare la porta della sua ex Denunciato per stalking un peruviano di 44 anni Firenze, 10 ottobre 2010 - Stalking: un uomo 44 anni, di origine peruviana ma residente a Firenze, e’ stato denunciato per stalking. Sono stati gli agenti delle volanti intervenuti la notte scorsa, intorno alle 4.30, nella zona di Novoli, a denunciare l’uomo, chiamati dalla sua ex moglie, 40 anni. L’uomo si era presentato ubriaco davanti alla porta di casa, dove la donna vive con la figlia, pretendendo di entrare. La donna non l’aveva fatto e a quel punto il peruviano, che gia’ un anno fa era stato denunciato per gli stessi motivi, ha iniziato a prendere a calci e spallate la porta cercando di sfondarla. Alla vista degli agenti l’uomo ha cercato di fuggire ma e’ stato bloccato e portato in questura dove e’ stato nuovamente denunciato.
AGI CALCIO: GASCOIGNE ARRESTATO PER GUIDA IN STATO D’EBREZZA Londra - L’ex centrocampista della Lazio Paul Gascoigne, oggi 43enne, e’ stato arrestato per guida in stato di ebrezza. Venerdi’, l’ex calciatore, che ha avuto problemi di alcolismo subito dopo aver smesso di giocare, era stato fermato a un controllo di polizia venerdi’ a Newcastle. Gascoigne dovra’ comparire in tribunale il 20 ottobre. .
YAHOO NOTIZIE Germania: grattacielo in affitto solo a chi rispetta l’islam Berlino - Un grattacielo di Berlino puo’ essere affittato solo a inquilini che si impegnano a rispettare le leggi dell’Islam. Il quotidiano Bild rivela che un arabo, proprietario del palazzo, ha posto come condizione per dare in affitto i 6mila mq di uffici il rispetto della legge islamica. Gli inquilini dovranno impegnarsi a non mangiare carne di maiale, a non bere alcol, a non giocare d’azzardo e a non operare in un settore in cui si percepiscono interessi, come quello bancario e delle assicurazioni.
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