Foto Coraggio-archivio Asaps ROMA (13 ottobre) - Una sentenza della Cassazione sembra mettere la parola fine alle polemiche sorte, soprattutto a Roma e provincia, sull’uso degli autovelox da parte della polizia municipale. La Suprema Corte ha infatti deciso che sono valide le multe rilevate da autovelox collocati su tratti di strada individuati, a piacere, dalla polizia municipale anziché dal Prefetto, che ha anche l’onere di renderli pubblici in appositi decreti. Per la Cassazione l’unica condizione di validità di tali multe è che siano effettuate da apparecchi direttamente gestiti dagli organi di polizia e non appaltati a privati. I supremi giudici hanno così annullato la decisione con la quale sia il giudice di pace sia il tribunale di Locri avevano annullato la multa per eccesso di velocità - fatta ad un automobilista - e rilevata da un autovelox posto «su un tratto di strada non menzionato in decreto prefettizio». Il comune di Stignano aveva fatto ricorso contro l’annullamento della multa a Umberto G. per guida troppo veloce. Nella sentenza 21091 la Cassazione spiega che «l’inserimento del tratto stradale in un decreto prefettizio è condizione di legittimità dell’utilizzo delle sole apparecchiature di rilevamento a distanza delle infrazioni, non anche di quelle direttamente gestite - come nella specie - dagli organi di polizia». Per quanto riguarda il modello dell’Autovelox che aveva multato Umberto G. - un Velomatic 512 - i giudici sottolineano, come già fatto alte volte, che si deve considerare come perfettamente omologato ogni singolo esemplare sfornito di singolo certificato di omologazione perché tale attestazione si deve riferire al modello depositato nelle apposite sedi ministeriali. Fonte della notizia: ilgazzettino.it |
|