(ASAPS) PARIGI, – Si chiamano “garde à vue”, letteralmente “guardati a vista” e possono essere paragonabili agli arresti che, in Italia, conducono al rito direttissimo. Parigi, nel 2009, ha visto un’impennata del numero di queste misure pari al 40%. Gli arrestati, sospettati di aver commesso o di aver tentato di commettere un’infrazione penale, vengono rinchiusi nelle celle di commissariati o stazioni della Gendarmeria per il tempo necessario a chiudere l’inchiesta giudiziaria, vere e proprie gabbie che consentono, appunto, di essere sempre sotto la vista degli operatori. In Francia questo tipo di misura restrittiva della libertà personale è in genere applicata in caso di grave violazione del codice stradale e l’escalation di cifre che caratterizza le statistiche della polizia allarmano, e non poco, i vertici della Prefettura: nei primi 9 mesi dell’anno, infatti, il numero di detenzioni a vista intraprese dagli operatori delle forze dell’ordine nei venti arrondissement della capitale francese è cresciuto a dismisura (+40%). Nella cerchia urbana, del capoluogo, sono stati in tutto 3.283. Tanti. Secondo la newsletter periodica della Prefettura di Polizia “PPrama”, (tenuta d’occhio da noi dell’Asaps) un reato stradale su due, ormai, è oggetto di una misura cautelare di questo tipo. Sotto accusa l’uso di sostanze stupefacenti, con 312 delitti accertati, mentre nei primi 9 mesi del 2008 erano stati in tutto 79: l’aumento è pari al +294%. Un ideale secondo posto è occupato a pari merito da guida in stato di ebbrezza, guida senza patente e mancanza di assicurazione. Probabilmente sul dato ha influito l’entrata in scena della nuova polizia di quartiere, che ha ricevuto lo specifico mandato di contrastare la criminalità stradale. (ASAPS) |
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