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Notizie brevi 16/10/2010

Morti su strade extraurbane l’Europa lancia l’allarme

Secondo l’European Transport Safety Council ci sono troppe vittime su queste strade: il 55% di tutti i decessi avviene proprio su percorsi fuori dalle città

Foto dalla rete

Troppi morti sulle strade extraurbane d’Europa. L’allarme arriva dall’European Transport Safety Council che nel suo "18th Road Safety PIN Flash" rileva come il 55% di tutti i decessi avvenga proprio su queste strade e mostra i progressi compiuti dal 2001 da alcuni paesi dell’UE per la loro riduzione.

Nel suo periodico rapporto l’organizzazione indipendente che ha sede a Bruxelles, raccomanda inoltre l’adozione di misure fondamentali per l’UE e stati membri e li promuoverà durante gli "European Road Safety Days" che si svolgono questa settimana nella capitale belga.

L’analisi dell’Etsc indica che nel 2009 almeno 21.500 persone hanno perso la vita sulle strade extraurbane in tutta Europa, dato che rappresenta una percentuale pari al 55% di tutti i decessi avvenuti sulle strade.
Le nazioni che hanno ottenuto risultati migliori sulla riduzione della mortalità sono state Francia, Lussemburgo e Portogallo che dal 2001 hanno ottenuto una media del 9% di diminuzione, seguono Lettonia, Belgio, Israele, Germania, Spagna e Paesi Bassi con una riduzione annuale media superiore al 6%. Da segnalare poi che Francia, Portogallo, Lettonia e Belgio sono i paesi che hanno raggiunto la più rapida riduzione complessiva dei morti. In Francia l’abbassamento dei limiti di velocità è risultato la misura più efficace per la sicurezza stradale e i risultati migliori sono stati registrati proprio sulle strade extraurbane.

Secondo l’Etsc il confronto dei livelli di sicurezza tra i vari paesi è difficile a causa della varietà di strade extraurbane e la mancanza di dati dettagliati sui veicoli-km percorsi, mentre si conoscono le misure adottate per il miglioramento della rete stradale come la progettazione della sicurezza stradale, la gestione dell’infrastruttura di sicurezza e una migliore applicazione delle norme di circolazione, in particolare dei limiti di velocità. In tal senso l’Ente cita come esempio modello la Svezia che dal 1998 ha avviato un grande programma di modifica delle strade "secondarie" favorendo lo scorrimento a corsia unica o la presenza di barriere tra i due sensi di marcia per ridurre la possibilità di scontri frontali che spesso si rivelano fatali per gli occupanti delle vetture.
La direttiva UE sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali richiede agli stati membri di applicare quattro tipi di interventi sulla rete stradale trans europea ma il Governo olandese ha deciso di andare di là di questa richiesta adottando tutti e quattro gli interventi richiesti anche sulla sua rete extraurbana.

Una politica per la sicurezza stradale approvata pienamente dalla European Transport Safety Council, come affermato dal suo direttore Antonio Avenoso: "Invitiamo tutti gli stati membri a seguire l’esempio olandese e sfruttare il recepimento della direttiva sulla sicurezza delle infrastrutture, di introdurre valutazioni d’impatto sulla sicurezza stradale obbligatorie per le nuove strade e i progetti di ristrutturazione, ispezioni e benchmark per la extraurbana esistente. Inoltre invitiamo la Commissione Europea a sostenere gli stati membri con le direttive tecniche che riguardano la gestione dei siti ad alto rischio e la promozione delle misure per la riduzione della velocità".

da repubblica.it/motori di Maurilio Rigo

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Sabato, 16 Ottobre 2010
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