{foto3c} Le prime due foto sono tratte dal sito You Reporter. Nell’immagine più piccola la vittima, Marina Badiello, 49 anni. (ASAPS) PADOVA, 23 agosto 2010 – La storia è di quelle che fanno accapponare la pelle: una persona esce di casa per fare la spesa e incontra sulla propria strada, in contromano, una macchina con due balordi in fuga dai carabinieri che la travolge e l’ammazza. Per lei, Marina Badiello, 49 anni, la vita è finita così. La Volkswagen Golf che l’ha travolta si è fermata poco dopo, semidistrutta dall’impatto: le due portiere si sono aperte e i due assassini hanno tentato ancora una volta di fuggire, bloccati però dai due Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Padova che li avevano colti in flagranza di furto poco prima. La macchina su cui tentavano di sottrarsi alla cattura ha imboccato via del Giglio nel senso di marcia opposto, travolgendo prima lo scooter condotto dalla vittima (ma di proprietà della figlia Alessia), finendo poi in un canale di scolo semicoperto dalla vegetazione e finendo la folle corsa nel fango, cappottata. I due delinquenti a bordo non si sono fatti praticamente nulla e dopo aver tentato la fuga a piedi sono stati ammanettati. Vicino a loro è rimasto il cadavere di Marina Badiello, che era appena uscita di casa per andare a fare la spesa al supermercato Famila, nella vicina via Fornace Morandi. Secondo il medico legale la donna è morta sul colpo: la Golf, dalla prima ricostruzione effettuata dai Carabinieri e dalla Polizia Locale, ha centrato ad altissima velocità il ciclomotore, completamente disintegrato sull’avantreno, catapultando il corpo della donna prima sul vetro della macchina e poi a una decina di metri avanti, sull’asfalto. Il killer al volante si chiama Antony Rainardt, ventenne, residente al campo nomadi di Vigonza, come del resto il suo complice, Alex Casalgrande, 25 anni. Tutti e due erano stati sorpresi dai carabinieri in via Pontevigodarzere, mentre rubavano gasolio da un furgone in sosta. Convalidato l’arresto, il PM Silvia Scamurra ha chiesto la custodia cautelare in carcere con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e omicidio colposo, accusa quest’ultima che sembra però destinata a cambiare in omicidio preterintenzionale o volontario: percorrere a 100 chilometri orari una strada in contromano, in fuga da altri crimini, non può essere considerato un incidente stradale. Per vedere le immagini del luogo della tragedia, pubblicate su YouReporter, clicca qui. (ASAPS) |
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