(ASAPS) BERNA (Svizzera)-C’è un altro paese che tiene sotto stretta osservazione il fenomeno dei veicoli in contromano: la Svizzera. A pensarci è l’UPI, l’Ufficio per la Prevenzione degli Infortuni, in collaborazione con l’USTRA, l’Ufficio Federale delle Strade. I dati del 2008, nonostante il massiccio impiego di nuove tecnologie, nonostante molte campagne di sensibilizzazione ed il coinvolgimento attivo di polizia stradale e delle radio infotraffic, indicano che nella Confederazione Elvetica il fenomeno continua a rappresentare una criticità importante, da non sottovalutare. Così l’USTRA ha deciso di mettere mano alla segnaletica in tutte le strade dei 26 cantoni, con il proposito di “ottimizzarla”. Quando la stampa locale ha dato notizia del progetto, i lavori erano già iniziati e l’Agenzia Telegrafica Svizzera (ATS) ha ottenuto dal portavoce dell’USTRA Françoise Tschanz una descrizione accurata di cosa sarà fatto. Segnaletica verticale: tutte le uscite autostradali saranno segnalate da due cartelli successivi che indicano il divieto di accesso e tutti i segnali saranno ingranditi e resi più luminosi. Segnaletica orizzontale: la freccia bianca tracciata sul piano viabile per indicare la direzione di marcia verrà raddoppiata o, dove ritenuto necessario, triplicata. “I lavori interessano tutte le autostrade del territorio elvetico – spiega all’ATS Françoise Tschanz – e interverremo su circa 1.000 siti, tra entrate, uscite, aree di sosta e di ristoro. Le misure sono state decise dall’USTRA in collaborazione con l’Associazione Svizzera dei Professionisti della Strada e dei Trasporti (VSS) in seguito alla pubblicazione dello studio dell’UPI”. La circostanza ricorda, seppur in maniera diversa, quanto accaduto in Italia, quando gli studi realizzati e pubblicati dall’ASAPS sul contromano sono stati recepiti da Autostrade per l’Italia, che ha dotato le tratte di propria competenza di nuova segnaletica, tanto da ridurre sensibilmente la fenomenologia, in crescita invece sulle arterie a doppia carreggiata (una per ogni senso di marcia). Ma, come nel caso italiano, anche in Svizzera il contromano non si limita ai soli svincoli autostradali e per questa ragione l’UPI non ritiene sufficienti le misure adottate. “Solo un caso su due di circolazione contromano si verifica ad uno svincolo autostradale – precisa l’autore dello studio Gianantonio Scaramuzza – mentre l’altra metà dei casi riguarda automobilisti che invertono la marcia di punto in bianco. In questi casi i cartelli non servono a nulla. In queste situazioni è importante soprattutto avvertire chi circola correttamente: dallo studio è emerso che segnalando le irregolarità si limitano drasticamente gli incidenti”. Le modalità di allertamento del traffico sono, in Svizzera, di tre tipi: una segnaletica a messaggistica variabile, composta da 60 pannelli su tutta la rete autostradale (ritenuti troppo pochi per coprire le effettive necessità), il ricorso da parte delle centrali operative della Polizia Stradale alla radio, e le pattuglie. Secondo i dati del 2008 le emittenti infotraffic svizzere hanno diffuso una settantina di allarmi, tutti provenienti dalla polizia e dagli automobilisti in transito, con informazioni filtrate e verificate da “ViaSuisse”. Un software permette di mandare in onda l’allarme entro un minuto dalla telefonata a tutte le emittenti nazionali ed ai GPS privati connessi, con ripetizione del messaggio ed aggiornamento dello stesso fino a cessato pericolo. A ViaSuisse tengono a precisare che un veicolo contromano è considerato un alert prioritario, che giustifica l’interruzione dei programmi. Eppure anche Oltralpe non tutto funziona come il classico cronografo svizzero. “Purtroppo – si rammarica Scaramuzza in un intervista all’ATS – la svizzero-tedesca DRS accetta di interrompere una trasmissione solo nel caso manchino più di 90 secondi alla sua fine. Alla RSR il lasso è di 60 secondi. Alla RSI per contro non esiste nessuna regola del genere: l’annuncio viene trasmesso immediatamente”. Ma quanti sono i contromano, in Svizzera, nell’arco di un anno? Lo studio dell’UPI ha censito tra il 2000 e il 2004 una media di 21 incidenti all’anno provocati da veicoli in direzione contraria rispetto a quella consentita, con un bilancio di circa 3 morti e 20 feriti all’anno. In Italia, nel 2008, gli eventi monitorati dall’ASAPS sono stati 144, 79 dei quali in viabilità di tipo autostradale (54,9%), con 48 episodi conclusi con impatti gravi (24 morti e 111 feriti). In 82 eventi l’intervento delle pattuglie ha scongiurato conseguenze più gravi. E anche la Svizzera ha quelli che potremmo chiamare “wrong way black point”: a Yverdon, sull’autostrada A9 tra Monthey e Villeneuve, nonché la A51 e e la A5 nella zona di Neuchâtel/Vue des Alpes. In Italia abbiamo una particolare incidenza sulle autostrade piemontesi, sulla E45 nel tratto umbro-laziale ed in Sardegna, sulla SS131. L’analisi elvetica attesta che in genere i conducenti contromano hanno superato i 65 anni, oppure sotto l’influsso di droghe o alcool. Idem per l’Italia, con 41,6% della casistica legata alle ebbrezze ed il 16,7% provocato da “patenti grigie”. (ASAPS)
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