(ASAPS) Lussemburgo – Che il Lussemburgo avesse già vinto, insieme a Francia e Portogallo, la corsa per il 2010 lo abbiamo già scritto molto tempo fa, dal 2006 in poi. E anche se il piccolo Granducato, pur essendo uno stato dell’Unione Europea a tutti gli effetti, conta meno di mezzo milione di abitanti, gli occhi attenti dell’intero continente guardano ai risultati di questo agguerrito puntino della carta geografica, membro fondatore dell’UE, della NATO, del Benelux e delle Nazioni Unite, oltre che snodo finanziario d’importanza planetaria. Dunque, non poteva passare inosservato l’ultimo successo in materia di sicurezza stradale, che lo porta sul gradino più alto del podio in un’ideale testa a testa con Francia e Portogallo: 2001/2008, -61% di morti. Tradotto in numeri secchi, nel 2001 vennero registrate 600 vittime, nel 2008 appena 227. Così, mentre nel Granducato è scattata una sorta di scommessa nazionale per “strafare”, tanto che moltissimi privati si sono affiancati alle istituzioni per fare sempre meglio (e guadagnarci magari sia un ideale posto in prima fila ed un portafogli più fornito), nei palazzi dell’Unione Europea qualcuno comincia a chiedersi se non valga la pena capire quanto l’esportazione della strategia lussemburghese possa portare risultati nel resto del Vecchio Continente. Al quale è profondamente legato e integrato, grazie alla sua posizione strategica tra Francia e Germania, con un’avveniristica rete ferroviaria e stradale. Ma come ha fatto, il 168esimo stato del mondo (per economia e dimensioni) a diventare il primo in Europa nella classifica della sicurezza stradale? La ricetta del successo è costituita da un netto giro di vite nei confronti della trasgressività, rappresentato da una norma che definire rigida è addirittura riduttivo, mutuando (tra iniziali polemiche generali) a copiare dalla Francia la politica della repressione totale in materia di guida in stato di ebbrezza e di velocità eccessiva. Nel corso del 2007 la soglia legale alcolemica è passata da 0,8 g/l al limite europeo di 0,5 con l’aggiunta di limitazioni maggiormente restrittive (0,2 g/l) per i neopatentati ed i conducenti professionali. Analoga tolleranza zero in materia di stupefacenti, con la distribuzione di una ricca dotazione di strumenti tecnologici alla polizia stradale. Sul fronte della velocità, i punti neri della rete viaria del paese sono stati tutti presidiati da postazioni radar fisse, della stessa tipologia di quelle approntate nella vicina Francia. (ASAPS)
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