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Rassegna alcol e guida del 23 e 24 ottobre 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta


IL GIORNALE DI VICENZA
OMICIDIO COLPOSO
Investì e uccise una ragazza
Due anni senza patente

Il vicentino Matteo Colpo, 23 anni, ha patteggiato sei mesi di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo davanti al tribunale di Milano. Il giovane si è visto sospendere la patente dal giudice per due anni e un mese.
Colpo, nel luglio del 2009, era alla guida di una Renault Clio con la quale, alla periferia del capoluogo lombardo, aveva investito e ucciso Marika Detano, 19 anni, residente in città. La ragazza stava attraversando la strada sulle strisce quando era stata travolta dall’auto che il giovane conduceva a velocità sostenuta. Ma soprattutto Colpo quella sera aveva esagerato con gli alcolici (aveva un tasso di 1.51, ragion per cui la sua auto era stata sequestrata per la confisca) e con gli stupefacenti (è risultato positivi ai cannabinoidi). (*)
(*) Nota: riportiamo di seguito un articolo pubblicato in rassegna due giorni fa, che riporta le conseguenze giuridiche di un incidente avvenuto a pochi chilometri di distanza, solo quattro mesi dopo, causato da una persona che aveva un analogo tasso alcolemico.
Nel primo ci caso c’è in più la compresenza della droga e soprattutto la morte di una giovane di 19 anni: la pena è stata la metà rispetto al secondo caso.
Dinanzi a tanta ingiustizia per oggi io ho finito le parole, commentate voi, se ce la fate.


IL GAZZETTINO (Vicenza)
Ubriaco provocò un incidente
A 36enne patente sospesa per 4 anni

BASSANO - Dopo aver bevuto si mise al volante e provocò un incidente. La punizione è stata come una bottigliata: 1 anno di arresto, 10mila euro di ammenda e sospensione della patente per 4 anni. Questo ha ricevuto, lunedì, in Tribunale, per "abbreviato", Luca Zarpellon, 36 anni, di Romano d’Ezzelino. Il 23 novembre 2009, come detto, l’uomo uscì di strada con la propria Fiat "Punto", a Mussolente; intervennero i Cc di Romano che gli riscontrarono un tasso alcolemico superiore di 3 volte il consentito.


CORRIERE DELLA SERA (Roma)
Lite al centro anziani, poi il delitto Assassinato Max «il culturista»
La vittima molestava il vicinato. «Giustiziere» arrestato

Delitto tra balordi al Laurentino 38. La vittima era nota nel quartiere per infastidire tutti e girare sempre sotto i fumi dell’alcol. Ma ieri, secondo molti, Max «il culturista», ha esagerato: è sceso nel centro anziani sotto casa e si è messo a picchiare i presenti, alcuni dei quali giocavano a carte. A quel punto in difesa dei pensionati è intervenuto un altro giovane, Giancarlo Di Francesco, 34 anni, muratore e padre di tre figli. Anche lui è stato schiaffeggiato da Massimiliano Garsevich, 31 anni: deve essere stata questa la scintilla nella testa dell’improvvisato «giustiziere» di periferia. Di Francesco è corso a procurarsi la pistola e poco dopo si è presentato a casa di Garsevich. «Apri». E gli ha sparato contro due revolverate, una alla testa e una all’addome. Il «culturista» è morto sul colpo. Il killer è stato arrestato dai carabinieri sulle scale.


IL TEMPO (Roma)
Laurentino 38 Massimiliano Garsevic ucciso dal vicino
«Picchiava la gente senza alcun motivo»
La vittima terrorizzava da anni i residenti L’applauso del quartiere dopo l’omicidio
Al sesto ponte del Laurentino 38 lo conoscevano tutti
Era il terrore del quartiere. Chi lo incontrava in strada abbassava lo sguardo nella speranza di non essere notato. Altrimenti si rischiavano schiaffi, calci e pugni. Senza motivo. E proprio questo è accaduto ieri pomeriggio, quando Massimiliano Garsevic, di 31 anni, ha preso di mira alcuni cittadini. Ma quella di ieri per il ragazzo è stata l’ultima aggressione: è stato ucciso da un vicino di casa esasperato dalle continue aggressioni. Gli ha sparato due volte nella sua abitazione dopo l’ennesima lite: la vittima è stata raggiunta dai proiettili alla fronte davanti agli occhi della moglie. Il marito è caduto in terra in una pozza di sangue senza vita. E mentre la donna urlava in casa, a pochi metri dal luogo della tragedia c’era chi invece stava addirittura applaudendo. Sì, perché alcuni abitanti del palazzo popolare del Laurentino non ne potevano più degli atteggiamenti violenti della vittima, tanto da arrivare a esultare quando hanno saputo che era stato ucciso. Insomma, in via Domenico Giuliotti si è consumata prima una tragedia e poi è esplosa la folle felicità di alcuni cittadini vessati da anni da quel ragazzo. Gioia e rabbia si sono dunque mischiati in una strada di poche decine di metri, senza uscita, larga appena per far transitare una vettura: ai lati della via ci sono infatti gli alti palazzi del Laurentino, che ospitano i giovani, le mamme e gli anziani che per tanto tempo hanno subito la violenza di Massimiliano o hanno assistito alle aggressioni ai danni, a volte, anche di persone invalide. «Quello se la piava co’ tutti, uomini, donne e vecchi - racconta uno dei ragazzi scesi in strada dopo l’omicidio - menava la gente senza motivo, bastava uno sguardo sbagliato o una parola di troppo e ti aggrediva. Quasi tutti i pomeriggi beveva, spesso anche di giorno». Molti dei vicini di casa non hanno esitato ad ammettere che bisognava avere paura solo a guardarlo negli occhi quando beveva e che nessuno aveva mai avuto il coraggio di reagire alle sue aggressioni. «Era una montagna, alto uno e novanta, tutti muscoli, era un culturista - dice Pasquale, uno degli anziani presenti al momento dell’aggressione di Massimiliano ai danni degli altri anziani del centro che si trova al piano terra del palazzo della tragedia - ha menato anche persone invalide, era impossibile calmarlo quando era ubriaco». C’è chi ha ricordato anche i momenti in cui era in casa con la moglie, con la quale litigava spesso. «È anche capitato che lanciasse dalla finestra i mobili. Quando sentivo di sera le urla in casa mi mettevo le cuffie per non sentire», dice l’inquilino dell’appartamento al piano di sopra della vittima. E ancora: «Quando non era ubriaco era anche gentile, salutava sempre e non dava fastidio a nessuno. Ma appena beveva di trasformava, diventava una belva, bisognava avere paura quando ti si avvicinava». Alcuni ragazzi, però, hanno descritto anche il carattere del ragazzo di 34 anni, Giancarlo Di Francesco, che ieri pomeriggio ha fatto fuoco. «È una persona tranquilla, un lavoratore, si vede che Massimiliano lo ha mandato fuori di testa - dice una ragazza - quando ha schiaffeggiato gli anziani nel centro sotto casa Giancarlo ha cercato di difenderli e a quel punto Massimiliano lo ha minacciato con un coltello. E dopo è successa la tragedia». Molti invece ieri pomeriggio non facevano altro che parlare dei tre figli di Giancarlo, chiuso in carcere. «E adesso come fanno quelle creature a vivere? Chi le aiuterà adesso?», ripetono soprattutto le donne anziane che abitano nel palazzo dell’omicidio. Molti dei cittadini in strada non hanno esitato a puntare il dito contro la vittima. Come alcuni negozianti che hanno ricordato le aggressioni da parte di Massimiliano. «Entrava nel bar, beveva alle 4-5 del pomeriggio, si ubriacava e poi aggrediva i titolari o chi incontrava nel suo tragitto - ha detto Cinzia, una ragazza del quartiere - una volta l’ho sentito dire a uno sbirro che se non lo lasciava andare via gli staccava la testa e ci giocava a pallone».


CORRIERE DEL VENETO (Venezia)
Tunisino annegato il movente dell’omicidio rapina e odio razziale
VENEZIA - Un addetto alla consegna dei giornali li aveva visti allontanarsi insieme. Erano le cinque del mattino e Ben Mbarek Atef, tunisino di 21 anni, sotto l’effetto dell’alcol, aveva infastidito l’uomo dei giornali. Gheorghe Minascurta, 28 anni, moldavo, era seduto a bere con altri connazionali ed era intervenuto contro le urla del giovane. Il racconto del testimone finisce qui. Ed è l’ultimo ad avere visto in vita Atef. Il corpo del tunisino era stato ritrovato senza vita, l’11 settembre, nel rio della guerra. Morto affogato, ha stabilito l’autopsia del medico legale Valentina Meneghini, che aveva anche evidenziato delle lesioni alla testa e un occhio gonfio. Gheroghe Minascurta è stato fermato, dopo un mese di indagini, per omicidio, dalla squadra mobile. E il movente, per gli investigatori del primo dirigente Marco Odorisio, sarebbe una rapina finita male e aggravata dall’odio razziale. Le intercettazioni delle celle dei cellulari avrebbero confermato che il moldavo si trovava nello stesso luogo in cui era stato visto dal testimone. Minascurta è in carcere, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, oggi. Se non si avvarrà della facoltà di non rispondere, come è probabile per il suo avvocato difensore Jacopo Trevisan, Minascurta potrebbe spiegare come mai dopo la lite, sia entrato in possesso del cellulare del tunisino. Le indagini hanno svelato che dopo quella notte, tra mercoledì e giovedì 9 settembre, il cellulare di Atef continuava a mandare un segnale, che ha portato fino a Belluno. Minascurta aveva dato il telefono alla cugina che vive nel bellunese. La difesa esclude la tesi della rapina: «Sono stato in carcere e abbiamo parlato molto - spiega l’avvocato - se Minascurta lo riterrà opportuno, spiegheremo come si sono svolti i fatti. E’ da escludere in maniera categorica che i due si siano incontrati nel locale di lap dance a San Lorenzo, il mio cliente ha detto di non esservi mai stato e tanto meno di aver mai incontrato il tunisino prima di quella notte». Il giallo ha ancora alcune ombre, 12 ore da ricostruire: il tunisino, cameriere del ristorante «Ai Tre Spiedi», sarebbe morto venerdì dopo la nottata dell’alterco.


CORRIERE DEL VENETO (Treviso)
Ubriaco alla guida assolto dal giudice «I vigili sconfinarono»
TREVISO — Questione di pochi metri, ma tant’è. Quella multa davanti all’ippodromo, i vigili di Treviso non dovevano farla. Già territorio villorbese quello, dove gli agenti guidati da Federica Franzoso non hanno alcuna competenza. Per questo l’automobilista sottoposto all’alcoltest la sera del 30 agosto 2007 sarebbe stato assolto ieri dal reato di guida in stato di ebbrezza.
La pattuglia della Municipale, secondo le carte depositate al giudice dall’avvocato difensore dell’automobilista, il legale Fabio Capraro, avrebbe «oltrepassato» i confini del comune di competenza, sistemandosi nel territorio di Villorba.
La riflessione del giudice sarebbe partita proprio dalla toponomastica. L’automobilista multato, R.C., 54 anni, era stato fermato da una pattuglia dei vigili la sera di tre anni fa nello spiazzo antistante l’ippodromo, in viale Felissent. Dai successivi controlli, l’uomo è risultato positivo all’alcoltest e conseguentemente multato per guida in stato di ebbrezza.
Leggendo il verbale, però, subito l’automobilista si accorge di una nota stonata: a redigere l’atto sono gli agenti della Municipale di Treviso e non quelli di Villorba. Il cinquantenne si rivolge allora al proprio legale, l’avvocato Capraro che chiede al giudice l’annullamento del verbale. «Manca la competenza – ha ribadito il legale – quindi la multa è nulla». Ieri l’ultimo atto davanti al giudice Michele Vitale che dopo aver sentito un architetto comunale ha assolto l’imputato annullando di fatto l’esito del controllo.(*)(*) Nota: l’ho scritto altre volte e lo ripeto oggi, sogno un mondo in cui se un automobilista sanzionato per guida in stato di ebbrezza fa ricorso prendendo a pretesto un cavillo burocratico… gli viene raddoppiata la pena, senza nemmeno discutere.


L’ARENA di Verona
BARDOLINO. Il convegno nazionale oncologico sceglie il Garda per la sua quarta assise nazionale e analizza l’attualità
Gli specialisti dell’antitumor«Nordest, record negativo»
Le patologie al seno colpiscono assai più della media nazionale
Venturini: «Il dato positivo però è nell’alto tasso di guarigione»
È il ricco nord-est italiano a detenere il triste primato di maggior incidenza del tumore al seno, con Veneto Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che presentano un tasso medio di 131 casi su 100mila abitanti rispetto ai 93 della media nazionale; ma la notizia buona è che l’80 per cento delle donne colpite da questa patologia guarisce perfettamente e anche il rimanente 20 per cento può nutrire speranze e prospettive di vita decisamente migliori.

Nel caso del tumore allo stomaco, invece, il record dell’incidenza si sposta, per il nostro Paese, nelle Regioni centrali; più difficile, purtroppo, in questo caso delineare percentuali di guarigione e quadri pronostici perché impossibile pensare a uno screening di massa, attraverso gastroscopie, che consentirebbe di intervenire precocemente sulla malattia. Anche in questo caso, però, la terapia ha fatto notevoli progressi e oggi il «carcinoma gastrico» viene combattuto con farmaci mirati; altro dato confortante il fatto che la sua incidenza è in costante diminuzione.

È questo il quadro illustrato nel corso del quarto convegno nazionale «Breast and Gastric cancer: dai bersagli molecolari alle applicazioni cliniche», che si conclude oggi all’hotel Caesius di Bardolino, presieduto dal professor Marco Venturini: direttore dell’oncologia medica dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar e presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica.
Accanto a lui, nella conferenza di presentazione dell’evento scientifico, il professor Giuseppe Viale, ordinario di Anatomia patologica all’Università di Milano e direttore della Divisione di anatomia patologica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
«Non è possibile indicare oggi con precisione le cause della maggior incidenza nella popolazione femminile del nord est, in particolare del Triveneto, del tumore al seno», ha detto Venturini. «Tra i fattori più sospetti la tendenza ad avere figli in età più avanzata così come il numero di figli solitamente inferiore rispetto alle donne delle regioni meridionali. Altro elemento da tenere in considerazioni gli stili di vita: dal poco movimento all’abitudine al fumo, dall’alimentazione all’eccessivo consumo di alcol». (*) «Oggi, però», ha sottolineato il medico,«le donne colpite da questo tumore possono contare su cure più efficaci e sicure. Lo confermano i dati delle guarigioni che si attestano intorno all’80 per cento. E solo un terzo è ascrivibile allo screening e quindi alla prevenzione. Il che significa che i due terzi di questo 80 per cento guarisce grazie alle cure sempre più mirate; in particolare le cosiddette terapie biologiche: che si differenziano dalla chemioterapia o radioterapia, alle quali possono per altro essere associate, perché vanno a colpire specifici processi di sviluppo del cancro e possono includere gli anticorpi monoclonali, vaccini e le terapie genetiche. Questo anche grazie ad un diverso e più stretto rapporto tra oncologi e anatomo patologi». «Questi ultimi», ha precisato il professor Viale, «non sono più figure che si fermano alla diagnosi rimanendo quasi del tutto estranei al percorso terapeutico. Anzi: oggi noi fungiamo per così dire da “occhio” dell’oncologo, nel senso che individuiamo il bersaglio, ovvero il tipo di tumore, che l’oncologo deve colpire e dunque gli indichiamo il percorso migliore da seguire per raggiungere l’obiettivo. Dunque siamo direttamente coinvolti nel percorso decisionale. Ed è motivo di grande soddisfazione poter dire che gli specialisti italiani hanno raggiunto in questo ambito, un livello qualitativo tra i più elevati al mondo».
(*) Nota: va ricordato come il rischio di cancro del seno cresce in maniera significativa già con un consumo giornaliero di un solo bicchiere di vino (o di un altro alcolico).


L’AVVENIRE
Pavia, basta bottiglie di alcolici in strada Polemiche per l’ordinanza del Comune
DA PAVIA CLAUDIO MICALIZIO
Vietato consumare per strada bevande in bottiglia: dopo le 23 e fino alle 6, i baristi non potranno più vendere birre e altre bibite somministrate in contenitori di vetro. Ma se la bevanda la si vuol acquistare in un chiosco o in un negozio che vende alimenti da asporto o ancora nei kebab, il limite orario viene anticipato di un’ora, alle 22.
Sono le linee guida di un’ordinanza che, presentata ufficialmente ieri, da settimane però alimenta a Pavia polemiche e discussioni. La giunta si propone così di migliorare il decoro del Duc, il di- stretto urbano commerciale, evitando che cocci di vetro e bottiglie vuote abbandonate ricoprano le vie e le piazze della città: i baristi dopo le 23 potranno ovviamente continuare a servire birre alla spina ed alcolici purché in bicchieri.

Il decoro urbano trarrebbe quindi giovamento da questa iniziativa, che segue le discussioni sulla riorganizzazione degli spazi antistanti ai locali aperti al pubblico, i cosiddetti dehor, anch’essi al centro di un confronto tra la giunta e i commercianti. «Nel merito sono tutti d’accordo – spiega il sindaco, Alessandro Cattaneo –, qualche critica l’avevamo ricevuta sugli orari. Inizialmente, il provvedimento prevedeva l’entrata in vigore alle 22: i baristi avrebbero preferito mezzanotte, abbiamo trovato un compromesso ». Il provvedimento quindi entra in vigore ma sarà un test: «Noi siamo soddisfatti a metà – spiegano dall’Associazione Commercianti – ma a questo punto è bene che nell’interesse comune ognuno ci metta del proprio e che tra qualche mese ci si trovi per valutare l’efficacia dell’iniziativa». Più aspri i toni politici dall’opposizione. Per il Pd questa nuova ordinanza è fuori luogo: «Sarebbe bastato aumentare il numero di bidoni e cestini per la raccolta differenziata di vetro e rifiuti».


RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMOù
Cari amici vi allego un’articolo di riflessione che abbiamo fatto pubblicare in data odierna -22/10 - al giornale locale La Nazione, per far sentire anche la voce di chi come noi frequenta il Sert di Viareggio come "utente", dopo gli innumerevoli e pretestuosi attacchi rivolti a questo importante servizio, da alcuni ex collaboratori, anche attraverso la carta stampata, con lo scopo di mettere in cattiva luce il servizio e di riflesso il suo direttore Dott. Intaschi.

E’ per noi importante farlo girare..
Saluti
Vangelisti Bruno
Acat Versilia
Caro Sert grazie ...

Recentemente leggendo sui giornali riflessioni molto critiche nei confronti del Sert di Viareggio e del suo Direttore, ci siamo sentiti in molti, che di questo servizio ne hanno e ne stanno ancora usufruendo le prestazioni, a dover offrire alla comunità una loro riflessione.
Noi non abbiamo interessi a dover difendere nessuno, se non quello della nostra salute. Ci dispiace molto per le persone che perdono un lavoro, e di questi tempi sono tante, sarebbe stato auspicabile che alcuni “luminari” fossero intervenuti anche per esempio in occasione della chiusura del Centro Raffa, altro punto di riferimento importante per chi vive nel disagio delle dipendenze, e contro la cui chiusura il Sert e tante altre persone comuni si stanno battendo, o in tante altre occasioni di licenziamenti di persone “brave” nel privato, che purtroppo non hanno figure importanti che ne prendano le difese.
Non vogliamo e non ci permettiamo di entrare nel merito di questioni personali, ma invece esprimere un sincero apprezzamento su un servizio che ci ha e ci sta aiutando molto nel cammino intrapreso per cercare di uscire dal tunnel delle dipendenze.
Sono molti che come noi, indirettamente o per un proprio familiare, hanno passato molti anni in cliniche private, comunità e reparti di psichiatria, e una volta arrivati al Sert, possono dire con assoluta certezza di esser riusciti a tornar a vivere una vita quasi “normale”, riconquistando gli affetti perduti e attraverso anche piccoli lavori, di aver riavuto una “possibilità” di un graduale reinserimento nella società.
Questo grazie alla professionalità, esperienza, e disponibilità trovata nel Direttore del Sert e nei suoi collaboratori, cosa purtroppo molto rara di questi tempi da trovare nella sanità in generale e possiamo assicurare che nessuno di noi si è mai sentito “sotto torchio” né da atteggiamenti del personale, né da telecamere.
A conferma, c’è l’impegno che gli operatori mettono ogni giorno a disposizione delle persone disagiate, e che spesso sono abbandonate a loro stessi anche dalla propria famiglia e dalle istituzioni in genere; impegno che spesso prosegue anche fuori dalle mura del servizio, oltre l’orario di lavoro con il volontariato in associazioni come l’Acat, dimostrando che il bene si può fare anche senza ricevere sempre in cambio qualcosa. (*)
Purtroppo molte volte per mancanza di finanziamenti, o per sprechi, o incapacità di chi gestisce la ns. sanità, si chiudono esperienze o servizi invece importanti per la comunità, e che magari danno meno visibilità ai manager o politici, ma quando come in questo caso “qualcosa funziona bene per l’utente” ci sentiamo in dovere di farlo conoscere a tutta la comunità, perché il senso di responsabilità civile ci dice di criticare quando è necessario, e di dover esprimere apprezzamento ed incoraggiamento quando alcune cose funzionano.

Per cui vogliamo poter dire, grazie Sert…..
Un gruppo di cittadini
(*) Nota: qui naturalmente ci si riferisce a “qualcosa” di materiale.

Chi si attiva in un club qualcosa riceve sempre in cambio, qualcosa che arricchisce più di quanto possa fare il denaro.
Per chi non conoscesse il dottor Guido Intaschi, protagonista di questa lettera, al seguente link si può vedere una sua interessante intervista http://www.viareggiointv.com/jml1_5/index.php?id=4987&option=com_content&view=article .


IL GAZZETTINO (Treviso)
Dove è morta la piccola Giuliana serate per ragazzini a suon di birra
ODERZO - (an.fr.) Dietro piazza Rizzo, sopra la «chiusa» del Monticano. È un luogo diventato tristemente famoso dopo la morte di Giuliana Favaro. Ma è anche uno dei posti preferiti dai giovanissimi che vogliono sballare a suon di birra, lontano da occhi indiscreti e pure vicinissimi al centro. Specie durante il weekend in questo tratto di argine, è facile incontrare spesso gruppetti di 4-5 ragazzini, seduti accanto alla «chiusa» con accanto bottiglie di birra vuote. Teenager che certo i 16 anni ancora non li hanno compiuti. Come si procurino gli alcolici non è dato saperlo, dato che i supermercati non dovrebbero venderli ai minori.


IL GAZZETTINO (Vicenza)
Fiere del Grappa
"Oktober Forst" con una ventina di alcol-test
MUSSOLENTE - Si apre stasera sera ai padiglioni di Fiere del Grappa a Mussolente la terza edizione di "Oktober Forst", la kermesse di otto giorni incentrata sulla buona birra, sui sapori e sulla tradizionale musica bavarese. La novità di questa edizione è la campagna di sicurezza stradale, un’occasione di riflessione sull’eccessivo consumo di alcol. Si tratta di un’iniziativa promossa col patrocinio della Regione, della Provincia e del Comune di Mussolente. Verrà spiegata l’importanza del non bere prima di mettersi alla guida, saranno pure disponibili depliant e gadget. Ogni sera verranno poi effettuati degli alcol-test grazie ad una ventina di etilometri messi a disposizione dalla Provincia. (*)
(*) Nota: la prima prevenzione è non organizzare Feste della Birra.

Sostenere la cultura che associa alcol e divertimento e parlare di sicurezza stradale è una contraddizione, su un tema tanto delicato servono messaggi chiari, coerenti, inequivocabili.


IL GIORNALE DI VICENZA
«Vietare sempre non educa i giovani»
Sono uno degli organizzatori di una manifestazione chiamata “Enotica”, che tante polemiche creò in città con la sua ultima edizione, avvenuta nell’ormai lontano 2004. Da allora ne è passato un pò di tempo, ma il mio sorriso è sempre più amaro osservando quanto tali polemiche allora fossero inutili. All’epoca ci si lamentò del “decoro violato” della città, perchè 4-5 ragazzi si erano permessi di urinare durante il giorno in qualche angolo della città. Enotica voleva essere una festa di vino e di musica, regalare sorrisi e allegria.
Qualche errore di sicuro è stato fatto, però si era provato a far passare il concetto “faccio festa, forse bevo anche qualche bicchiere, ma uso la testa”.

Come fanno nel resto d’Europa.
I giovani in Veneto lo spritz lo berranno sempre, e ne berranno sempre di più se nessuno dà loro un’alternativa o gli insegna una direzione. Da allora niente è stato fatto per “incanalare” la voglia delle persone di aggregarsi e fare festa in un modo rispettoso, consapevole e sano.
Enotica è stata sostituità con un sua versione “soft”, chiamata “Ciocolando”, che porta un bell’introito a quei commercianti che decidono di tenere aperti fino a notte tarda.
Ma i bicchieri volano anche lì, eccome.
Per il resto si vieta, vieta, vieta. Poi si aggiungono gli stranieri, altro problema.
E allora addirittura si arriva a imporre il coprifuoco ai bar in una zona malfrequentata, addirittura si tolgono le panchine, per eliminare il problema dello straniero delinquente, non gestibile.
Quando invece dovremo ricordarci, sempre, che il piatto simbolo di questa città è lui stesso un piatto straniero.

Ciliegina sulla torta, mesi fa sento dire da un ex-rappresentate della giunta del 2004: «Il problema dell’alcool e degli schiamazzi a Vicenza noi l’avevamo risolto vietando Enotica». Contento lui.
Giovanni Bottazzi


LA NAZIONE (Firenze)
ABUSO DI ALCOL IN CENTRO LA CONFESERCENTI CHIEDE PIU’ INIZIATIVE PER IL CONTRASTO.
Questa la risposta di Santino Cannamela, presidente provinciale Fipet Confesercenti al presidente del Q1 in merito all’abuso di alcol nel centro.

<>. Questa la risposta di Santino Cannamela, presidente provinciale Fipet Confesercenti al presidente del Q1 in merito all’abuso di alcol nel centro. <>. <>.


ADNKRONOS
Abusi sessuali su disabile, tre arresti in provincia di Matera

Matera - (Adnkronos) - Tutto è iniziato quando il ragazzo aveva 14 anni e le violenze si sono ripetute per anni. I tre offrivano alcol al minore e poi ne abusavano in un garage abbandonato nel centro storico oppure in automobile.


IL GIORNALE DI VICENZA
PIOVENE ROCCHETTE
Alcolismo
Un convegno dell’Acat per parlarne
Il problema dell’alcolismo considerato non come malattia, ma come comportamento, stile di vita, atteggiamento multifattoriale determinato da elementi di carattere psicologico, fisico e sociale. Sarà questo l’approccio col quale, nel convegno in programma domani alle 9 all’auditorium comunale di Piovene Rocchette, verrà affrontata questa problematica sociale tanto sentita nella nostra realtà veneta.
Organizzato dall’interclub zonale dell’A.C.A.T. di Thiene e dell’A.C.A.T. Pedemontana di Schio, il convegno, intitolato “La famiglia: vera protagonista del cambiamento" proporrà riflessioni e testimonianze sul problema alcol e vedrà gli interventi di vari dirigenti dell’Ulss 4 impegnati nel Sert nel sociale e nella cura dell’alcologia.
L’A.C.A.T., Associazione Club degli Alcolisti in Trattamento, si occupa, infatti, di seguire le persone dipendenti dall’alcol utilizzando l’approccio ecologico sociale , una terapia sistemica comunitaria che si basa sul lavoro di comunità multi familiari autonome e sull’osservazione della famiglia e della persona, e non del paziente e della sua patologia. (*)

A.CR
(*) Nota: la termilnologia è decisamente imprecisa sul finale dell’articolo,l’Interclub sarà sicuramente molto interessante.


IL TIRRENO
Ubriaco, stava disturbando i passanti in piazza Gramsci
Sferra un pugno a un carabiniere Arrestato un uomo di 49 anni

PIOMBINO. Un uomo di 49 anni, di origine marocchina, è stato arrestato giovedì sera dai carabinieri per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Erano le 22,30 quando sono arrivate telefonate di cittadini che segnalavano la presenza in piazza Gramsci di uno straniero, in stato di alterazione alcolica, che disturbava e infastidiva i passanti. All’arrivo della pattuglia, sul posto era presente anche personale medico del 118, ma l’uomo si dimenava impedendo a chiunque di avvicinarsi. I carabinieri hanno prima tentato di indurlo alla ragione, ma l’uomo ha sferrato un pugno ad uno di loro. Il militare è riuscito a scansare il colpo, ma è rimasto contuso alla mano per deviarlo, riportando lesioni guaribili in 3 giorni. Il marocchino, tra l’altro irregolare, stato infine immobilizzato e accompagnato al carcere Le Sughere.


IL GIORNALE
RITRATTO INEDITO DI DE ANDRÉ
E il boss della camorra ringraziò De André
Un libro racconta come sono nati i grandi successi del cantautore. Il boss Cutolo pensò di aver ispirato un brano ma si sbagliava. Marinella? La prima versione era «hard» (*)

di Antonio Lodetti
Raffaele Cutolo era convinto che De André avesse scritto Don Raffaè per lui, ma non è proprio così. Mauro Pagani - coautore del brano - ebbe l’idea di fare un brano sulla vita agiata del boss in galera, ma Fabrizio pensava piuttosto al «personaggio che spiega cosa pensare» ispirandosi a Gli alunni del tempo di Giuseppe Marotta. In realtà Don Raffaè era il nome del sindaco nella commedia Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo e il brigadiere «Pasquale Cafiero» è stato scelto per motivi di metrica. Piuttosto, nel testo c’è una variazione di ’O café di Modugno che cantava: «Ah che bell’ ’o café,sulo a Napule ’o sanno fa» poi trasformato in «pure in carcere ’o sanno fa». Cutolo comunque scrisse direttamente a De André per ringraziarlo. «Ho ricevuto tre lettere da Cutolo - dirà Faber - e un suo libro di poesie. Alcune sono davvero toccanti. Si vede che, pur avendo fatto solo la quinta elementare, è un poeta, uno che pensa e riesce a sentire». È uno dei mille curiosi aneddoti di Il libro del mondo di Walter Pistarini (curatore di viadelcampo.com , il sito più completo e seguito sul cantautore) che va alla scoperta delle curiosità, della storia, delle vicende personali dietro a ogni canzone dell’artista genovese.ù
Non tutti coloro che ancor oggi vibrano alle note di La canzone di Marinella sanno che è nata dalla vera storia di Maria Boccuzzi, giovane operaia calabrese approdata a Milano. Sognava di diventare ballerina col nome di Mary Pirimpò, ma finì prima sulla strada e poi in fondo all’Olona crivellata di proiettili. De André raccontò di aver letto la storia su La provincia di Asti quando aveva 15 anni; dopo lunghissime ricerche, tre anni fa lo psicologo astigiano Roberto Argenta ritrovò quell’articolo in un numero del quotidiano del 1953. Ma certo nessuno sa che Marinella nacque con un testo molto spinto. «Quasi pornografico disse De André -, poi una persona che mi stava particolarmente vicina mi ha fatto capire che quel brano poteva diventare un grosso successo, quindi è venuta fuori una canzone senza pericolo di offendere la morale o il buon costume».
Strano un De André che si preoccupa del giudizio altrui; lui che sta dalla parte dei perdenti perché sa che c’è ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell’errore. Anche lui si beccò le sue belle censure; fu costretto a cambiare una strofa di Bocca di rosa , non per gli sberleffi al senso del pudore della protagonista ma «dietro cortesi pressioni dell’Arma dei Carabinieri». Così i versi «Spesso gli sbirri e i carabinieri al loro dovere vengono meno/ ma non quando sono in alta uniforme e l’accompagnarono al primo treno» si trasformano nel più morbido «Il cuore tenero non è una dote di cui siano colmi i carabinieri/ ma quella volta a prendere il treno l’accompagnarono malvolentieri ». Problemi comuni a tanti grandi «poeti» di denuncia e trasgressione; Fabrizio incise Il gorilla di Brassens, già amputata di una strofa non per i riferimenti sessuali (il gorilla giustiziere che sodomizza il giudice che grida «mamma» come l’uomo che aveva fatto ghigliottinare quel pomeriggio) ma per vilipendio ai magistrati.
Pochi (e neppure coi libri) hanno saputo condensare l’impeto del ’68 come fece Fabrizio nel ’73 con Storia di un impiegato , album che non a caso è stato criticato da sinistra e da destra ma è diventato punto di riferimento per i giovani di sinistra e di destra. Lo spunto letterario di alcuni concetti dell’album è La centrale idroelettrica di Bratsk , raccolta del poeta Evgenij Evtušenko che Faber aveva letto poco prima di incidere il disco. Fu particolarmente colpito dalla storia del capo cosacco Sten’ka Razin, che guidò nel ’600 una rivolta contadina e fu giustiziato sulla Piazza Rossa. Nella mia ora di libertà infatti canta: «Pensavo di battermi per uno zar buono/ non ci sono buoni zar/ cretino.http://dati.asaps.it/ Stenka/ tu muori per niente». Nello stesso album la celebre Canzone del maggio viene da Chacun de vous est concerné , inno di battaglia della cantante francese Dominique Grange. De André e Giuseppe Bentivoglio presero spunto da quel testo e vi adattarono la musica di Nicola Piovani. Esiste però anche una versione precedente, dal testo diverso, sempre guidata dalla storica frase «per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti», ascoltabile con una ricerca nel jurassico mondo delle musicassette (ma esistono ancora!?!).
L’altro grande brano politico di Faber, La domenica delle salme , secondo il coautore Mauro Pagani, avrebbe dovuto essere un pezzo su Renato Curcio; invece contiene solo una strofa sull’ex Br e il disco fu recapitato in prigione allo stesso Curcio che espresse «stupore e gratitudine perché non pensavo che un poeta che lavora con le immagini s’interessasse alla mia storia». Analizzando il capolavoro «religioso » La buona novella , soprattutto nel brano L’infanzia di Maria, Pistarini scopre parecchie analogie tra i Vangeli apocrifi cui De André s’è ispirato (soprattutto il Protovangelo di Giacomo) notando come la fanciullezza di Maria, assieme ai genitori Gioacchino e Anna, sia raccontata in modo identico nella Sura III del Corano, versetto 35 e seguenti.

«In Via del Campo c’è una puttana », canta Fabrizio in uno dei suoi brani più intensi. Ma la canzone è stata ispirata da un travestito genovese. Come riporta nel libro Amico fragile il critico musicale (e amico fraterno) Cesare G. Romana, si trattava probabilmente di una certa Josephine, poi rivelatasi «Giuseppe». Tuttavia si parla anche di una tal Morena, o forse di uno di quei personaggi senza volto, persi e ai margini della società, che Faber amava perché il bene e il male non abitano mai su sponde opposte: lo voleva ribadire con un’ultima canzone, in cui Pietro l’Eremita sarebbe stato accompagnato alla Prima crociata da un angelo cattivissimo e da un diavolo buono.
Chiudiamo con un aneddoto divertente. De André pensava che la musica di Via del Campo fosse medievale. In effetti lo era, ma Enzo Jannacci l’aveva rielaborata per la sua canzone La mia morosa va alla fonte e l’aveva poi proposta a Faber per fargli uno scherzo. Solo in seguito Enzo rivelò la verità e si tenne i diritti d’autore della musica.

Antonio Lodetti
(*) Nota: se leggerete con attenzione tutto questo interessante articolo, capirete che cosa ci sta a fare in questa rassegna stampa…

Alessandro Sbarbada


ITALIA OGGI
Troppa offerta, ora il vino costa meno dell’acqua


CORRIERE DELLA SERA (Milano)
Quattordicenne in coma etilico


LA NAZIONE (Firenze)
I giovani, le occupazioni, l’alcol: «Facciamo rispettare le regole»


LA NAZIONE (Grosseto)
Piombino Ubriaco prende a pugni un carabiniere e finisce in carcere


LA NAZIONE (Prato)
Ubriaco armato minaccia i carabinieri


IL RESTO DEL CARLINO (Rovigo)
Fa il pieno di alcol e investe un carabiniere Le manette alla fine della lunga fuga


LA GAZZETTA DI MODENA
Investe un cinese ubriaco ed è travolto da albanese brillo


LA STAMPA
Ubriaco alla guida del camion dei rifiuti
Guida in stato di ebbrezza domani convegno sui rischi
"Le donne e il vino Un mistero"


CORRIERE DEL VENETO (Treviso)
Ubriaco al Madam aggredisce il gestore


CORRIERE DELLE ALPI
gli eno-gat che amano il vino

Rassegna del 24 ottobre

IL TIRRENO
DOMENICA, 24 OTTOBRE 2010
BOTTA E RISPOSTA
Dito puntato contro i giovani «Ma che alternative ci date?»
GROSSETO. Giovani senza senso civico, giovani ubriaconi e molesti, giovani tarlo del centro storico. Il messaggio che esce dalla sala Pegaso della Provincia nell’assemblea pubblica degli Amici del Centro Storico è chiaro: uno dei “nemici” è stato identificato.
È il giovane grossetano rumoroso e mezzo alcolizzato artefice della cosiddetta “movida” molesta che popola le cronache degli ultimi periodi. Ma i giovani in sala si difendono. «Ci annoiamo perché a Grosseto non c’è niente - spiega Ismaele Ricciarelli - non ci sono posti per suonare dal vivo, non c’è spazio per fare sport. Non esiste in città un posto dove giocare a basket a livello amatoriale. Non si lamentino gli anziani se la sera ci troviamo in centro e stiamo un po’ insieme». Alla parola “anziani” qualcuno protesta, ma il discorso prosegue, tra la proposta di avere più portacenere e quella, più ingenua, di lasciare libere le persone di dipingersi la facciata come vogliono. «Non sono questi i problemi». Alla fine il messaggio passa.
E lo ribadisce un suo coetaneo. «Qualcuno accusa i bar di vendere alcol a poco e di favorire così i consumi, ma c’è chi come me cinque euro di birra non se li può permettere. Che si facciano più controlli, e non nei soliti posti perché si ha paura di andare a controllare certi locali...».
F.F.


IL TIRRENO
DOMENICA, 24 OTTOBRE 2010
IL QUESTORE
«Ordine pubblico? Pazientate risolveremo noi il problema»
GROSSETO. Delle conseguenze nefaste dell’alcol ai giovani e delle notti moleste è un professionista, per essere riuscito a domare il problema nel cuore della capitale. E adesso il questore di Grosseto, Michele Laratta, promette di fare altrettanto nel capoluogo maremmano. «A Roma sono riuscito a risolvere la situazione - spiega davanti agli intervenuti all’assemblea degli Amici del Centro Storico - e ci riusciremo anche qua».
La ricetta del questore, a Grosseto da tre mesi, è fatta di informazione e comunicazione, prima che di pugno duro. «A volte - spiega - non si può essere troppo incisivi. Quello della “movida” è un problema molto difficile che rischia di fare “morti e feriti” se non si prepara in anticipo. Va fatta un’opera preventiva nelle famiglie e nelle scuole per preparare i ragazzi al contatto con gli operatori delle forze dell’ordine. Io stesso parlerò nelle scuole e, se non potrò esserci io, ci sarà il capo della Mobile».Educare, dunque, e prevenire ancor prima di reprimere. Una strada già praticata dall’amministrazione comunale, che da tempo promuove nelle scuole iniziative e progetti per convincere i giovani a dire no al bicchiere.«Sulla sicurezza mi sono posto degli obiettivi - conclude il questore - e altrove li ho sempre raggiunti. Abbiate pazienza e dateci qualche mese di tempo». Il centro storico incrocia le dita.
F.F.


CORRIERE DI MAREMMA
“I vandali sono protagonisti perché l’area è abbandonata”.
Nuove bordate di Paolo Regina (direttore dell’Ascom).
GROSSETO24.10.2010 - “Un centro storico frequentato, vissuto dalla gente, pulito e ordinato”. Questo l’obiettivo di Paolo Regina, direttore dell’Ascom Confcommercio. “La nostra associazione - spiega Regina - rispetta i residenti del centro, persone che hanno il diritto di vedere preservata la propria quiete. Riteniamo infatti che si debba offrire una giusta vitalità al cuore cittadino, senza cadere in eccessi che vanno puniti, come nel caso di vendita di prodotti alcolici a bassissimo costo spesso anche a minorenni, con il massimo rigore. Si deve però segnalare come l’attività attenta e nel pieno rispetto delle regole degli esercizi commerciali, quali bar e ristoranti, non può fare che bene. I recenti atti di vandalismo - prosegue - sono frutto di un totale abbandono dell’area. Non è normale vedere le vie centrali della città deserte sin dalle prime ore serali, così - conclude il direttore - si incentiva il degrado creando situazioni nelle quali, balordi di ogni età, trovano il proprio ambiente ideale”. Poi riguardo alla prossima apertura del centro commerciale del Casalone, Regina afferma: “Il vero centro commerciale dei grossetani e dei maremmani è, da sempre, il centro storico. Un centro commerciale naturale, che si contrappone a quelli artificiali”. E proprio a testimonianza dell’attenzione rivolta al centro storico da parte dell’associazione dei commercianti, Regina ha voluto ricordare il progetto presentato dall’Ascom per riqualificare piazza della Palma. Un’idea che secondo il direttore sta ottenendo, giorno dopo giorno, “...molte adesioni anche da parte di istituzioni che si sono dette pronte a contribuire economicamente. Un modo concreto, il nostro, di affrontare le cose”
M.B


JULIENEWS
Incontro-dibattito con Angelo Antonucci
Duelvillage: emergenza alcool tra i giovani
di Redazione
CASERTA 24/10/2010 - La notevole diffusione delle bevande alcoliche tra giovani e giovanissimi al centro del nuovo film di Angelo Antonucci ‘Vorrei averti qui’ presentato ieri mattina al Duel Village di Caserta. In sala il regista e parte del cast protagonisti di un interessante dibattito con gli studenti del liceo classico ‘Giannone’. ‘Ho deciso di realizzare questa pellicola – ha dichiarato Antonucci – per fare luce su un fenomeno troppo spesso sottovalutato. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha scoperto infatti che l’alcol è la prima causa di morte tra i giovani. Un decesso su quattro, tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni, è dovuto proprio al consumo di bevande alcoliche e agli effetti che ne derivano (incidenti automobilistici, avvelenamento, suicidi). Un fenomeno gravissimo che deve essere arrestato con ogni mezzo. Da qui il mio appello ai giovani a non cadere nella trappola dell’alcol e alle istituzioni affinché facciano una maggiore campagna di prevenzione’. Il film di Antonucci, candidato al David di Donatello Giovani e in concorso al Festival internazionale del cinema di Salerno, ha inaugurato la nuova edizione del progetto ‘Al cinema con le scuole’ promosso dal Duel Village e giunto quest’anno all’undicesima edizione. Un percorso didattico-formativo destinato alle scuole di ogni ordine e grado per approfondire, attraverso la proiezione di pellicole accuratamente selezionate e in presenza di testimonial d’eccezione, tematiche legate alla storia, all’attualità, alla politica, all’arte e alla cultura in genere. Un progetto, sempre più rispondente alle esigenze della scuola e dei docenti, che guarda all’opera filmica come a uno strumento didattico da affiancare ai testi per esaminare i temi trattati in classe, contribuendo così a diffondere la cultura del cinema di qualità e soprattutto a formare nuovi spettatori in grado di riconoscere e di interpretare i messaggi e le tecniche espressive dei media in genere.


IL RESTO DEL CARLINO
GUALTIERI, 21 ottobre – “Mi chiamo Sara, ho 28 anni e sono la figlia di Rosanna Brozzi, la donna di 48 anni che lotta in ospedale tra la vita e la morte dopo essere stata travolta da un’auto, la stessa che ha ucciso la sua amica di 60 anni, Clara Cressoni, che era con lei a fare una passeggiata, venerdì sera”. Così, la giovane Sara Veneselli, avvocato di Gualtieri, inizia il suo appello per chiedere che il conducente che ha investito i due pedoni possa essere messo in grado “di non nuocere più a nessuno”. L’uomo in auto – M.T., 35 anni, per ora solo denunciato e privato della patente – era al volante sotto l’effetto di droghe. “Ora – aggiunge Sara, parlando anche a nome dei parenti della signora Clara – a Gualtieri ci sono due famiglie distrutte, mentre chi guidava l’auto è a casa, libero di fare ciò che vuole. Ma questa è giustizia?”. Ieri i familiari di Rosanna Brozzi – ricoverata in rianimazione al Santa Maria Nuova di Reggio – si sono incontrati con i familiari della donna uccisa nell’incidente. Con loro pure l’avvocato Vera Sala, che segue la vicenda giudiziaria per conto delle parti lese. I congiunti di Rosanna e Clara chiedono che la magistratura si esprima in modo chiaro nei confronti dell’indagato. E la coordinatrice dell’Associazione europea familiari vittime della strada, Carla Mariani Portioli, aggiunge il suo appello: “Quell’uomo – dice – si è posto alla guida con la consapevolezza di aver assunto droga. Dunque, perchè l’imputazione è solo di omicidio colposo? Alla luce dei fatti ci appelliamo al pubblico ministero perchè valuti la ravvisabilità del dolo eventuale. Ciò porterebbe ad una imputazione più equa, per dare giustizia ai familiari che si sono visti “rubare” una madre, mentre una seconda madre lotta contro la morte. E’ necessario il “coraggio” del magistrato di assumere provvedimenti indispensabili per tutelare la comunità da soggetti che possono reiterare tali eventi. La nostra provincia ha già pagato fortemente questa… mancanza di coraggio”. Anche il sindaco di Guastalla, Giorgio Benaglia, ha espresso solidarietà alle famiglie di Rosanna (il cui figlio Alex è dipendente comunale proprio a Guastalla) e Clara, auspicando che sulla vicenda “Sia fatta piena giustizia”. Ed il sindaco di Gualtieri, Massimiliano Maestri aggiunge: “Questa vicenda non può finire nel nulla. Ciò che è successo a Pieve Saliceto deve far riflettere. Chi ha sbagliato deve pagare. Davvero”.


CORRIERE ADRIATICO
Appello di Mei
Campagna dell’Udc contro Halloween
Pesaro - “Si alla luce dei fuochi della Madonna. No al buio della notte delle streghe”. E’ l’espressione usata dal segretario provinciale dell’Udc Marcello Mei e che riguarda la tutela delle tradizioni locali e religiose. L’Udc vuole infatti sensibilizzare gli enti locali, a partire dall’Amministrazione Provinciale, affinchè Comuni, Pro Loco ma anche Oratori e associazioni continuino a mantenere le tradizioni popolari vive nella vita dei cittadini patrocinando eventi di questo tipo. “Un esempio è rivitalizzare il rito popolare dell’accensione dei “fuochi della Madonna” nella notte tra il 9 e 10 dicembre - spiega Mei - una tradizione ancora viva nel Montefeltro e nell’ascolano, che ricorda l’arrivo della casa di Nazareth sulle colline di Recanati e per tracciare la via si accendevano fuochi lungo il percorso che accompagnavano il viaggio della “casetta”. Purtroppo i giovani di oggi non la conoscono oppure non hanno intenzione di perpetuarla”. Non solo tradizione. A questa ricorrenza si può associare una giornata volta al risparmio energetico abbassando in quell’occasione l’illuminazione pubblica legando così tradizione e attualità. Il patrocinio provinciale potrebbe facilitare anche l’organizzazione di questi eventi rendendo più semplice i permessi e la presenza di forze dell’ordine o vigili del fuoco a tutela della sicurezza. L’importanza di salvare queste ricorrenze è tanto più forte e dovuta da parte degli enti locali dal momento che rischiano di venire sostituite da feste d’importazione, sfruttate soprattutto a fini commerciali. “Penso ad Halloween - continua Mei - festa ormai imminente che non ha alcun legame con la tradizione marchigiana o italiana. Una festa delle “zucche vuote” in ogni senso ed una sorta di iniziazione ai riti satanici che da noi si trasforma anche nell’ennesima occasione per far ubriacare i giovani con fiumi di alcool”. Una festa fortemente diseducativa per l’Udc. (*)
Luca Senesi
(*) Nota: se si critica la festa di Halloween come occasione in cui vengono offerti molti alcolici, occorrerebbe anche mettere in discussione tutte le altre feste programmate all’insegna dell’eccesso. A meno che non si ritenga che proporre fiumi di birra in onore della Madonna sia meno pericoloso che farlo per la festa dei morti.


LECCEPRIMA
WEEKEND NERO PER GLI AUTOMOBILISTI, RITIRATE 22 PATENTI
Controlli serrrati sulle da parte dei carabinieri della compagnia di Gallipoli. Beccato inoltre alla guida 18enne senza patente e a Neviano un altro automobilista con il tagliando assicurativo falso
GALLIPOLI, 24/10/2010 – Controlli serrati sulle strade durante il weekend da parte dei carabinieri della compagnia di Gallipoli. Obiettivo, evitare le stragi sull’asfalto e contrasto agli stupefacenti.
E così salgono a 22 le patenti ritirare, con 17 persone denunciate, di cui 10 per guida in stato di ebbrezza alcolica. Il tasso minimo riscontrato sugli automobilisti dopo la prova dell’etilometro è di 0,89 g/l, quello massimo 2,90 g/l.
Quest’ultimo dato riferito ad un anziano di 72 anni, di Copertino, controllato con la cosiddetta “prova del palloncino” dopo un lieve incidente che fortunatamente ha visto solo lui coinvolto. L’uomo era uscito di strada mentre si trovava alla guida della sua “Ape” senza riportare ferite.
Sette invece le persone denunciate sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (si cui 5 soggetti positivi a droghe leggere, un altro alla cocaina, mentre un automobilista si è rifiutato di sottoporsi all’esame delle urine. Altri cinque, invece, avevano un tasso alcolemico nel sangue tra i 0,5 e i 0,80. A tutti è stata ritirata la patente, con decurtazione di 10 punti e 500 di sanzione amministrativa.
Non solo patenti ritirate per avere bevuto prima di mettersi alla guida. A Gallipoli, un 18enne è stato denunciato perché beccato al volante senza mai avere conseguito al patente, mentre a Neviano un 30enne è stato denunciato per aver contraffatto il tagliando assicurativo.


LA NAZIONE
Abuso di alcol
Sospesa la licenza di un pub per 5 giorni
A seguito di numerosi controlli in zona Palazzuolo, connessi al fenomeno dell’abuso di alcol, sono state sanzionate quattro persone sorpresi all’uscita di un pub in via della Scala completamente ubriachi
Firenze, 23 ottobre 2010 - A seguito dei controlli straordinari, operati dalla Polizia di Firenze nella serata del 21 ottobre e mirati al contrasto della criminalità diffusa, il Questore ha emesso, nei confronti del titolare di un pub in via della Scala, un provvedimento amministrativo di sospensione della licenza, chiudendo il locale per cinque giorni.
A seguito dei controlli in zona Palazzuolo, recentemente scenario di episodi di degrado, connessi al fenomeno dell’abuso di alcol, sono stati sanzionati 4 soggetti sorpresi all’uscita del pub in via della Scala completamente ubriachi. Sulla base delle dichiarazioni rese (non appena ripresi dallo stato di ebbrezza) dai quattro individui, di età compresa tra i 19 e i 41 anni, il Questore ha accertato la responsabilità del gestore del locale, che rimarrà chiuso fino al 27 ottobre.
L’aver somministrato, all’interno del pub in questione, bevande alcoliche a persone già palesemente ubriache, ha creato una gravissima situazione di pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini.
I controlli per contrastare il fenomeno dell’abuso di alcool sono continuati anche la scorsa notte. Le volanti hanno infatti sanzionato due automobilisti che alle prime luci dell’alba guidavano completamente ubriachi per le vie della città. Per uno di loro, patentato da 6 mesi e per il quale la normativa prevede l’assoluto divieto di guidare dopo aver assunto alcolici, il tasso è risultato addirittura di 2,13 gr/l. Per tutti e due sono scattate le denunce penali, oltre alle previste sanzioni amministrative.


IL MESSAGGERO (Ancona)
Ubriaco e con la fretta di fare una denuncia…
di MARCO CATALANI
OSTRA Domenica 24 Ottobre 2010 - Ubriaco e con la fretta di fare una denuncia, fa irruzione alla stazione dei carabinieri nel cuore della notte e ferisce un militare: arrestato. Ha finito di smaltire la sbornia in cella l’uomo che nella notte tra venerdì e sabato ha creato non poco scompiglio nella locale caserma dei carabinieri. A.E.F., marocchino di 45 anni residente a Morro D’Alba, si è presentato in caserma per denunciare, ha spiegato, un ex datore di lavoro che non lo aveva pagato. Soldi che gli facevano comodo visto che al momento si trova disoccupato con una moglie e un figlio da mantenere. Un’istanza che non farebbe una piega se non fosse per l’orario della richiesta: le 4 di notte. Quando i militari, che fino alle 2 erano stati in servizio alla Notte degli Sprevengoli, gli hanno detto di tornare il mattino successivo, il 45enne ha dato in escandescenza. Ha afferrato il cancello d’ingresso e scuotendolo lo ha divelto, arrivando fino al portone d’ingresso. A quel punto i carabinieri sono usciti per fermarlo. E’ nata una colluttazione durante la quale uno dei militari ha riportato un colpo alla schiena, giudicato guaribile in 6 giorni. Il marocchino è stato arrestato. Oltre a minacce, ingiurie e lesioni è accusato anche di invasione di zona militare. Ieri, smaltita la sbornia, ha chiesto scusa ai carabinieri. Processato per direttissima al Tribunale di Ancona è stato condannato a un anno pena sospesa


IL TIRRENO
DOMENICA, 24 OTTOBRE 2010
Picchia il cognato e la moglie lo denuncia
LUCCA. Un operaio di 44 anni residente a S. Angelo in Campo è stato denunciato dalla moglie e dal cognato per minacce e lesioni. Stando all’accusa l’uomo - originario del Marocco - nelle scorse settimane in preda ai fumi dell’ alcol era andato a Montuolo, a casa del cognato, in cerca della moglie fuggita dopo i frequenti litigi e rifugiatasi dal fratello. Una volta aperta la porta l’operaio ha aggredito e preso a pugni il cognato per poi ingiuriare e minacciare di morte la consorte. I due fratelli a quel punto hanno sporto denuncia in questura.


IL TIRRENO
DOMENICA, 24 OTTOBRE 2010
Ubriaco alla guida, giovane denunciato
LIVORNO. Sfrecciava per le strade vicine al porto a tutta velocità in piena notte, una volante della polizia se n’è accorta e alla fine è riuscita a fermare e denunciare un giovane di 28 anni che aveva bevuto troppo. L’uomo, sottoposto al test per la rilevazione del tasso alcolemico, è risultato positivo ed è andato molto vicino dal subire il sequestro dell’auto. La vettura stava percorrendo la via della Cinta esterna quando i poliziotti l’hanno intercettata e inseguita, fino a giungere alla denuncia


CORRIERE DI SIENA
Festa del vino tenuta dal Rotary per beneficenza.
Il ricavato sarà devoluto all’ospedale di Nottola e alle donne del Togo.
MONTEPULCIANO 24.10.2010 - Il Rotary club Chianciano Chiusi Montepulciano ha organizzato la tradizionale Festa del vino. Alla manifestazione hanno partecipato 90 soci provenienti dai Rotary club di Tivoli, Mondovì, Massa Marittima, S.Miniato/Fucecchio, Velletri, Marina di Massa, Termoli e Caserta: era presente anche Giuseppe Frizzi assistente del governatore distrettuale. L’evento si ripete da vari anni nel periodo vendemmiale per esaltare il prodotto più importante della zona: il vino Nobile di Montepulciano. L’iniziativa che è riuscita splendidamente ha lo scopo di far incontrare rotariani di varie parti d’Italia provenienti da realtà e situazioni diverse, per conoscersi, diventare amici e tener sempre vivo il principio del "servire al di sopra di ogni interesse personale". Queste iniziative vengono fatte con lo scopo di reperire fondi per i molti "service" che il club fa da sempre ma che quest’anno nei festeggiamenti del 50° della Fondazione ha intensificato notevolmente. In questa circostanza la raccolta era destinata a delle attrezzature per il reparto di pediatria dell’ospedale di Nottola, e per l’acquisto di macchine da cucire per un gruppo di donne in Togo per creare un’attività economica in una zona particolarmente povera



CORRIERE DELLE ALPI
Gli Eno-gat che amano il vino
Da domani la mostra di Franco Anselmi all’Enoteca Top 90
BELLUNO. 23 ottobre 2010 - Raffinati e intenditori, anche i gatti amano il buon vino. Almeno i felini ritratti da Franco Anselmi, in mostra all’enoteca Top 90 di piazza Santo Stefano da domani e fino al 27 novembre. Nei dieci dipinti realizzati dal pittore di Vittorio Veneto, gli "Eno-Gat" (questo il nome della collezione) vengono abbinati ai vini più famosi, in un connubio di immagini, colori e nomi. Troviamo così il "Gattize", il "Gattoso del Piave" e il "Gatto nero d’Avola", accanto al "Gattorchiato", al "rosso da Gattalcino", al "Pros-gat" e al "Gattamarone". (*) In tutto dieci dipinti colorati e simpatici nei quali l’etichetta si fonde con il termine "gatto", creando nomi bizzarri ma di grande impatto. Anselmi non è l’ultimo arrivato nel campo dell’arte: il pittore ha infatti esposto le sue collezioni in Italia ma anche all’estero. Diversi i soggetti raffigurati, dagli splendidi gufi ai più recenti gatti, che colorano e abbelliscono le pareti del Top 90. La mostra è visitabile fino al 27 novembre negli orari di apertura dell’enoteca.
(a.f.)
(*) Nota: qualcuno potrebbe chiedere un risarcimento per plagio. L’Enogatto è già citato nel libro “Vino e bufale” di Sbarbada e Baraldi. Nel libro viene proposto come esempio negativo e cinico di condizionamento al bere, qui invece come simpatico prototipo di creatività.


CORRIERE DEL VENETO
ENOGASTRONOMIA
Nasce lo spritz blu Ricetta top-secret
Carla Trevisan è l’ideatrice del nuovo cocktail e proprietaria del ristorante «Primo Piano» in piazza del Santo a Padova
Nasce a Padova lo «spritz blu». L’idea è della ristoratrice Carla Trevisan, per festeggiare l’apertura del nuovo ristorante & wine «Primo Piano» in piazza del Santo. «La ricetta è top secret - dice Carla Trevisan —, ma la caratteristica dello spritz blu è di lasciare in bocca un sapore aromatico. E’ preparato rigorosamente con bollicine charmatte invecchiate di 12 mesi, firmate Costa vini, nostro partner enologico. Lo spritz è servito in balloon di cristallo marchiati con stemma in argento per dare più riflesso al blu». Inaugurato venerdì sera in piazza del Santo a Padova, il ristorante «Primo Piano» propone i piatti tipici della tradizione veneta, secondo la filosofia della ristoratrice, specializzata in cucina antica veneta, spesso ospite di trasmissioni come «Uno Mattina» e «La vita in diretta». Opere d’arte, mobili vintage per l’arredamento di «primo Piano», che oltre alla cucina veneta propone colazioni biologiche, menù etnici e «spuncioni».

CORRIERE DEL VENETO
Treviso - Va a spritz e cade dalla bici: diciassettenne in coma etilico

IL SECOLO XIX
Ubriaco danneggia 8 auto e ruba una Golf: arrestato

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
Caserta Antonucci: il mio film anti-alcolismo
© asaps.it
Lunedì, 25 Ottobre 2010
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