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Rassegna alcol e guida del 2 novembre 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

CORRIERE DEL TRENTINO
A22, tragedia all’alba: muoiono due amiche
Michela Dandrea e Marta Casagranda, 24 anni, di Borgo, tornavano da una festa Le ragazze dormivano sul sedile posteriore, una è stata sbalzata e travolta dalla stessa auto durante la carambola
TRENTO - Un colpo di sonno, una banale distrazione, complice, forse un po’ troppo alcol nel corpo. Che cosa è accaduto in quei brevi attimi, pochi chilometri prima di Verona, lungo l’autostrada del Brennero, è ancora tutto da chiarire. Lo schianto della Ford Fiesta che, come «impazzita», ha sbandato improvvisamente verso destra, poi è carambolata ed è finita nella piccola scarpata a lato della strada, è stato violentissimo. Marta dormiva sul sedile posteriore, si era assopita, quando è stata lanciata quasi come un proiettile, catapultata dall’auto che purtroppo l’ha investita. L’amica Michela sarebbe invece riuscita ad uscire dall’abitacolo da sola, sotto choc, tremante e ferita, sarebbe stata poi travolta da alcune macchine in transito che non sono riuscite a frenare in tempo e una di loro si sarebbe allontanata senza neppure prestare soccorso.
È l’agghiacciante ricostruzione della notte di Halloween in A22, una gita fuori porta di quattro amici trentini, vittime di un sabato sera di sangue sulla strada. Inutile pensare a quello che non si sarebbe dovuto fare e che tutto questo non sarebbe dovuto accadere, sarebbe fare della dietrologia, forse inutile, ma ancora una volta la cronaca riporta alla luce tragedie assurde, crudeli che lasciano senza parole. (*) E all’indomani di una notte di festa e allegria resta solo il dolore e lo sgomento.
Marta Casagranda, 24 anni, di Borgo Valsugana, dipendente di un supermercato Coop a Trento e l’amica Michela Dandrea, 24 anni, anche lei di Borgo, da poco laureata, erano partite dalla Valsugana per partecipare ad una festa in Veneto, insieme ai loro due amici, Lukasz Masiulaniec, 27 anni, polacco d’origine, e Antonio Della Porta, 29 anni, originario di Lamezia Terme. Erano da pochi minuti passate le cinque di mattina quando i quattro a bordo della Ford Fiesta di Michela stavano rientrando a casa. Erano appena entrati dal casello di Nogarole Rocca lungo l’A22. Pochi chilometri, poi, alle porte di Verona, l’uscita di strada. Quando gli agenti della polizia stradale di Verona sud, i vigili del fuoco e i sanitari del 118 sono arrivati sul posto si sono trovati di fronte ad uno scenario agghiacciante. All’interno dell’abitacolo, feriti, ma non in modo grave (sono stati ricoverati in ospedale e uno di loro è già stato dimesso), c’erano i due ragazzi, mentre per le due amiche di Borgo non c’era purtroppo più nulla da fare. Marta è rimasta schiacciata sotto la Fiesta, mentre Michela è stata travolta dagli altri automobilisti, il suo corpo è stato trovato sull’autostrada a poca distanza dalla macchina. Una dinamica spaventosa. E ora la polizia indaga su una presunta auto pirata che avrebbe travolto Michela senza fermarsi.
Ma dalle prime indagini della polizia stradale affiora anche un’altro retroscena ancora più triste. Alla guida dell’auto c’era infatti il giovane polacco che non solo sarebbe risultato positivo all’alcoltest, ma secondo quanto accertato non poteva guidare. Il giovane, con alle spalle alcuni precedenti penali, pare infatti avesse un provvedimento restrittivo del giudice per cui non poteva lasciare il comune di Borgo e aveva anche il divieto di guidare. Insomma Lukasz Masiulaniec non avrebbe dovuto essere là la scorsa notte e non avrebbe potuto mettersi al volante dell’auto. Ma lo avrebbe fatto lo stesso e ora le sue amiche Michela e Marta non ci sono più. La polizia stradale sta effettuando una serie di accertamenti anche sull’altro amico delle due giovani, che era seduto sul sedile a fianco. Ma sono ancora molti gli aspetti su cui si sta cercando di fare luce. L’autostrada, tra Nogarole Rocca e Verona nord, è rimasta chiusa per oltre un’ora per permettere le operazioni di soccorso e i rilievi.
La notizia della tragedia è arrivata a Borgo nelle primissime ore del mattino, i genitori delle due ragazze, insieme agli altri figli, si sono precipitati a Verona. I loro due angeli se ne sono andati in una notte qualunque, all’alba di un giorno di festa, per un incidente che non doveva accadere ed è una verità troppo dura da accettare per chiunque, ma soprattutto per un genitore. E ora c’è un intero paese sotto choc. Davanti alla casa delle due ragazze il silenzio, agghiacciante, grida più delle parole. Molti non sanno ancora della tragedia, altri hanno appreso la notizia da poche ore. I volti stravolti, lo sconcerto e poi le lacrime. «Non doveva accadere» dice qualcuno con gli occhi bassi. Poi di nuovo il silenzio. A casa di Michela i familiari, gentili, ma fermi, preferiscono non parlare. «Non vogliamo dire niente». Poi la porta si chiude e loro restano chiusi nel loro dolore, abbracciati l’uno all’altro, disperati perché Michela non c’è più e non tornerà più a casa.
(*) Nota: la dietrologia è inutile se non suscita cambiamenti. Dare per scontato che gli alcolici debbano far parte delle feste, soprattutto quelle trasgressive, è il principale ostacolo al cambiamento. Ogni due novembre ci ritroviamo a commentare tragedie drammaticamente uguali. Pensate forse che passati i commenti dei prossimi giorni si metterà in discussione la presenza degli alcolici alla festa di Halloween?


CORRIERE ADRIATICO
Sei giovanissimi finiscono nei guai
Alcol e cocaina Denunce per Halloween
Sassocorvaro In occasione della “Festa di Halloween”, organizzata al Pineta Garden i carabinieri delle stazioni di Sassocorvaro, Piandimeleto, Macerata Feltria e Carpegna, hanno organizzato un massiccio servizio straordinario di verifiche. Sono state controllate 300 persone, esperite ispezioni e verifiche su 200 automezzi ed elevate complessivamente dieci contravvenzioni al codice della strada. Nel corso dei numerosi controlli, tre giovanissimi conducenti di autovetture, dai 19 ai 21 anni, sono risultati positivi all’accertamento effettuato con l’etilometro. Per loro, oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica di Urbino per guida in stato di ebbrezza alcoolica, è scattato l’immediato ritiro della patente di guida. Durante le diverse perquisizioni personali effettuate, due giovani di 21 e 23 anni, che nascondevano addosso rispettivamente 2 e 1 grammo di sostanza stupefacente del tipo cocaina, sono stati segnalati alla Prefettura quali detentori per uso personale di stupefacenti. La cocaina è stata sequestrata. Infine i militari sorprendevano un marocchino clandestino, con precedenti di polizia per furto, stupefacenti, immigrazione clandestina e resistenza a pubblico ufficiale, arrestandolo per inosservanza dei provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale emessi dalle competenti Autorità di Pubblica Sicurezza, nonché per minacce a Pubblico Ufficiale, per aver proferito frasi minacciose all’indirizzo dei militari operanti durante le operazioni di accompagnamento in caserma. Lo stesso veniva trattenuto presso la camera di sicurezza del Comando Provinciale in attesa della direttissima.


CORRIERE DI AREZZO
Rissa a morsi e bottigliate in piazza.
Torna la violenza: colpisce un ragazzo alla testa, poi con i denti ferisce a un dito un agente. Giovane ubriaco fermato dopo l’aggressione in Guido Monaco.
AREZZO 02.11.2010 - Morsi e bottigliate in piazza Guido Monaco. E la notte di Halloween si trasforma in un incubo in quella zona del cuore della città che torna ad essere teatro di un episodio che definire movimentato è riduttivo. Protagonista del parapiglia un albanese di 23 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine, che, in preda ai fumi dell’alcol ha iniziato a prendersela con chiunque si trovasse a tiro. E se non riusciva a ferire con le mani o con qualche oggetto contundente, allora ha pensato bene di usare anche i denti. Fino a quando gli agenti della squadra Volante, a rischio anche della loro incolumità, non sono riusciti a bloccarlo e portarlo in una camera di sicurezza in Questura. Adesso T.R. di fronte al giudice dovrà rispondere di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, mentre per quanto riguarda l’aggressione contro un gruppetto di giovani si dovranno attendere gli eventuali passi giudiziari che, chi ha riportato delle ferite - in particolare un giovane che si è visto spaccare una bottiglia in testa e che ha riportato una ferita guaribile in un paio di giorni - vorrà compiere. La cronaca di una serata balorda inizia intorno all’una del mattino di Ognissanti. La festa di Halloween in giro per la città deve aver riscaldato qualche animo di troppo visto che quando in piazza Guido Monaco arriva una pattuglia della Volante, per un normale controllo delle strade del centro, gli agenti si imbattono in un giovane che sta cercando di sfuggire a un gruppo di ragazzi che lo sta inseguendo. I poliziotti non fanno in tempo a scendere dall’auto di servizio che vedono l’inseguito trasformarsi in giustiziere. Si ferma, torna indietro e “preso” uno dei ragazzi che gli stava correndo indietro inizia a dargliele di santa ragione. Ne viene fuori una vera e colluttazione che si “allarga” anche ad altri contendenti. Il giovane albanese - l’inseguito che finirà poi agli arresti - cerca addirittura di mordere al collo uno dei suoi antagonisti. Non solo: quando i poliziotti intervengono per dividerli, T.R. non sente ragioni e colpisce anche gli uomini in divisa. Addirittura con i denti stringe con tutta la forza l’indice della mano destra di uno dei poliziotti che stava cercando di “staccarlo” dal collo del malcapitato. Deve arrivare una seconda Volante per riuscire, finalmente, a bloccarlo, ammanettarlo e costringerlo ad entrare in un’auto di servizio per portarlo in Questura e procedere con l’identificazione e gli accertamenti di rito per il fermo. Quando vengono ascoltate le prime testimonianze gli inquirenti possono farsi un quadro di quello che è avvenuto. Il ventitreenne, poco prima del parapiglia, era stato allontanato da un bar di piazza Guido Monaco perché con il suo atteggiamento infastidiva i clienti del locale. Ubriaco, una volta fuori non trovava di meglio da fare che aggredire un gruppetto di giovani che si trovavano di fronte al bar. Un gesto di violenza cieca, scatenatasi senza alcun motivo. Dalle parole ai fatti è stato un attimo. Al punto che T.R., impossessatosi di una bottiglia, ha iniziato a colpire alla testa un ragazzo. Colpi a ripetizione, fino a che la bottiglia non si è addirittura spaccata. Gli amici allora decidono di regolare i conti, lo braccano mentre lui cerca di darsi alla fuga. Ed è proprio in quel momento che arriva la pattuglia della Volante che, dopo mille peripezie e qualche ferita, riuscirà a bloccare l’aggressore e portarlo in Questura. Adesso T.R. dovrà attendere il processo per direttissima, mentre nei suoi confronti il Questore ha già emesso il provvedimento di avviso orale
Marco Antonucci


CORRIERE ADRIATICO
Strage di patenti dopo la festa
Novafeltria - Nel corso dei controlli effettuati dai carabinieri di Novafeltria nella notte di Halloween è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza G.D. 22enne di Rimini, sorpreso nell’abitato di Villa Verucchio, alla guida della propria autovettura Renault Clio, in stato di ebbrezza alcolica. La patente di guida gli è stata ritirata. Sanzione amministrativa per G.F., 35enne di San Leo, B.L. 19enne di Novafeltria, A.D. 21enne di Novafeltria e C.C. 18enne di San Leo, perchè nei pressi di un esercizio pubblico di Novafeltria venivano sorpresi in evidente stato di ubriachezza. Il servizio si è concluso col ritiro di 3 patenti di guida e 2 carte di circolazione; oltre 200 persone e 150 mezzi controllati.


CORRIERE DELLA SERA
Avrebbe assunto un mix di metanfetamine, cannabis e cocktail ad alta gradazione
Droga e alcol, in coma al Leonka

Ragazzo di 17 anni in fin di vita dopo la festa di Halloween. I medici valutano trapianto di fegato
MILANO - In fin di vita dopo il veglione di Halloween al Leoncavallo per un cocktail di droga e alcol. Un giovane di 17 anni è ricoverato al Niguarda in coma cerebrale. I medici puntano il dito contro un mix di metanfetamine, cannabis e alcolici. È successo sabato notte durante la festa con musica dark, techno ed electro di via Watteau. Una serata con mille ospiti che — come raccontano i partecipanti stessi — s’è trasformata in delirio, con altri ragazzi che si sono sentiti male, viavai di ambulanze e collassi.
I danni al cervello sono gravi. In più il giovane, residente a Lucca, combatte contro un’insufficienza epatica acuta sempre legata, secondo gli specialisti che l’hanno in cura, all’abuso di sostanze stupefacenti. Il quadro clinico rende necessario un trapianto: e l’allarme per la ricerca di un nuovo fegato è scattato immediatamente. Ma ieri sera i chirurghi hanno rimandato a stamattina la decisione di entrare in sala operatoria. Tutto dipende dalle condizioni del ragazzo e dalle speranze di una sua ripresa a livello cerebrale. Una notte da paura. Così il sito www.leoncavallo.org promuove l’evento di Halloween. Uno slogan che adesso suona come una maledetta premonizione. Sotto i colpi martellanti della psy-trance, una musica con suoni psichedelici spesso ascoltata durante i rave party, il giovane di Lucca non è l’unico a sentirsi male. Per gli altri, però, le conseguenze non sono gravi. Almeno durante la festa di sabato notte, comunque, il banchetto dell’unità mobile con le schede informative sull’uso e abuso di sostanze stupefacenti non è bastato per arginare il caos. Ne è consapevole Daniele Farina, storica figura del Leoncavallo: «Le misure di prevenzione e di sicurezza sono fallite - ammette -. Mai prima d’ora si sono verificati episodi tanto gravi».
Con ogni probabilità, la prossima assemblea del Leoncavallo deciderà di abolire la festa di Halloween. «Una serata con troppe anomalie», confessa Farina. Ventisei vigilantes presenti per la sicurezza, un’ambulanza interna e uno staff di psicologi: tutto inutile (o quasi). Il 17 enne ora combatte tra la vita e lamorte; e da via Watteau (uno dei seggi, tra l’altro, delle primarie del centrosinistra) si sollevano numerosi interrogativi: «È fondamentale sapere se la droga è stata acquistata all’interno o fuori. È assurdo rischiare la pelle per una festa», insiste Farina che auspica l’intervento della Procura per fare chiarezza. «Bisogna far luce sulla dinamica di quanto accaduto». Una cosa è certa: il giovane si sente male a metà della nottata (iniziata alle 23), i soccorritori del 118, chiamati per un altro caso, lo portano fuori dal centro sociale a braccia e decidono subito per un ricovero al Niguarda, l’ospedale di Milano dotato di uno dei reparti più all’avanguardia sia per i danni cerebrali sia per i trapianti. Il 17 enne è in rianimazione. Spiega Riccardo Gatti, alla guida del Dipartimento dipendenze dell’Asl: «Assumere sostanze stupefacenti è come giocare alla roulette russa: il colpo può partire e si può rimetterci la vita». Ma c’è il rischio che per Milano girino sostanze stupefacenti tagliate male o con formule chimiche sballate? «Al momento non mi risulta— dice Gatti —. Uno può anche prendere una pillola sola di ecstasy e ritrovarsi in fin di vita. Certo, per fortuna, non capita spesso».
Simona Ravizza


CORRIERE DELLA SERA – SALUTEù
Studio pubblicato su "lancet"
Alcol, la droga più dannosa per la società
Il risultato di una ricerca indipendente inglese: nella scala di pericolosità gli alcolici battono eroina e crack
MILANO - L’alcol è più dannoso per la salute di cocaina, cannabis o ecstasy ed è lo "stupefacente" più nocivo in relazione al suo impatto sulla società. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista inglese Lancet, che riporta i risultati di una ricerca condotta da David Nutt, l’ex consigliere del governo laburista per la lotta alla droga, suggerisce che il danno complessivo prodotto dagli alcolici batte quello di crack e eroina e richiede dunque strategie coraggiose sul fronte della sanità pubblica.
COMITATO INDIPENDENTE - Lo studio riapre il dibattito sulla classificazione degli stupefacenti in Gran Bretagna e sulla necessità di una campagna contro l’alcolismo. Se le droghe fossero classificate per il danno che producono, sostengono Nutt e i suoi colleghi dell’Independent Scientific Committee on Drugs, gli alcolici dovrebbero rientrare nella categoria "A", con l’eroina e il crack. Nella classificazione su una scala di pericolosità da 1 a 100 l’alcol è a quota 72, l’eroina a 55 e il crack a 54. Gli alcolici sono tre volte più dannosi della cocaina (27) e del tabacco (26), si legge sulla rivista scientifica, mentre i danni dell’ecstasy (9) sono appena un ottavo al pari degli steroidi e prima dell’Lsd (7) e dei funghi allucinogeni (5). Nutt è stato licenziato lo scorso anno dall’allora ministro dell’Interno Alan Johnson per aver contestato la posizione del governo contraria a una revisione della classificazione degli stupefacenti. Il Comitato indipendente continua a chiedere che la marijuana resti droga di categoria "C" e che l’ecstasy sia spostata dalla classe "A" sulla base di un giudizio di minor pericolosità rispetto ad altre droghe. «È interessante notare che le due droghe legali in classifica sono in testa alla nostra scala di valutazione: un fatto che indica che le droghe legali provocano almeno altrettanti danni di quelle illegali» ha detto Nutt. Secondo stime dell’Oms i rischi legati all’alcol causano 2,5 milioni di morti all’anno per malattie cardiache o epatiche, incidenti stradali, suicidio e cancro, pari al 3,8 per cento di tutte le morti.

SITUAZIONE IN ITALIA - Nel nostro Paese le morti attribuibili all’alcol sono fra le 21 e le 25mila all’anno, contro alcune centinaia di morti per droga. Lo spiega Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità e presidente della SIA, la Società italiana alcologia. L’analisi di Nutt è condivisa dallo studioso che definisce l’alcol una «droga ponte» verso altre sostanze. I nuovi bevitori a rischio in Italia si differenziano dal resto della popolazione italiana che consuma alcol (56,7% del totale) perché sono giovani, uno su tre ha meno di 24 anni, sono soprattutto maschi e vivono nelle regioni del Nord. A disegnare questo identikit è il rapporto 2009 Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) dell’Istituto Superiore di Sanità. Da 10 anni, spiega Scafato, si è cominciato a parlare di "binge drinking": si assumono sei o più unità alcoliche in un’unica occasione (un’unità è pari a una lattina di birra o a un bicchiere di vino), ma, a suo parere, non si è colto il reale pericolo dell’impatto culturale di un modello del bere che ha portato alla diffusione di questa pratica tra i giovani. Secondo i dati, il 36% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è considerato bevitore a rischio, mentre questa percentuale scende al 25% tra i 25 e i 34 anni. L’alcol, secondo l’esperto, «è una "gateway drug", una droga ponte che traghetta attraverso i suoi effetti psicotropi i giovani, prima verso la commistione di superalcolici con energy drink, per risollevarsi nel tono quando cala la prima euforia, e poi alle droghe sintetiche e alla cocaina, per superare la fase di "down" che causano queste sostanze. Pesantissimo anche il bilancio economico: le malattie legate all’alcol (cirrosi del fegato, diabete mellito, malattie neuropsichiatriche, problemi di salute materno-infantile) costano l’1% del Prodotto interno lordo di un Paese a medio e alto reddito. (Fonte: Ansa)


SONDAGGIO CORRIERE DELLA SERA
Secondo una ricerca inglese l’alcol sarebbe la droga più dannosa per la società. Siete d’accordo?
Sì 67.4%; No 32,6% - Numero votanti: 973
Per votare: VOTA - Alcol, la droga più dannosa: sei d’accordo?

CLASSIFICA DI PERICOLOSITA’ DELLE DROGHE SECONDO NUTT

Alcohol

72

Heroin

55

Crack

54

Crystal meth

33

Cocaine

27

Tobacco

26

Amphetamine/speed

23

Cannabis (Hashish, Marijuana)

20

GHB (Alcover)

18

Benzodiazepines (valium)

15

Ketamine

15

Methadone

14

Mephedrone (aka drone, MCAT)

13

Butane

10

Khat

9

Ecstacy

9

Anabolic steroids

9

LSD

7

Buprenorphine

6

Mushrooms (Funghi allucinogeni)

5


WINENEWS
Roma - 02 Novembre 2010
VINO & ALCOLICI, È TEMPO DI RIFLETTERE E DI RESTITUIRE IL NETTARE DI BACCO ALLA CATEGORIA CHE GLI COMPETE: ALIMENTO E VALORE CULTURALE. FEDERVINI: “NO AD USO DI DROGHE, NO ALL’ABUSO DI ALCOL. SCONCERTO PER STUDIO INGLESE”. IL COMMENTO DI WINENEWS ...
Sembra riaprirsi un forte dibattito sull’alcol, argomento sul quale si è disputato vivacemente in estate. Adesso è la volta di uno studio della rivista inglese “Lancet”, basato sulla ricerca scientifica dell’ex consigliere del governo laburista per la lotta alla droga, David Nutt, a ridare fuoco alle polveri: l’alcol sarebbe più dannoso per la salute di cocaina, cannabis o ecstasy ed è lo “stupefacente” più nocivo in relazione al suo impatto sulla società.
La ricerca, condotta in Gran Bretagna, è rigorosamente scientifica e, come tutte le ricerche scientifiche, si regge sulla forza inoppugnabile dei numeri. Il fatto è che un conto sono i dati, un altro conto è saperli leggere. Perché spesso i dati, loro malgrado, finiscono per accomunare fenomeni diversi tra loro, proprio come nella ricerca di Nutt, dove si confondono vino e superalcolici.
Ma - viene da chiedersi - l’operazione è lecita? Vino e distillati: non esistono differenze sostanziali, tra loro? A ben vedere, sì. La prima differenza è pratica: il distillato alcolico è il prodotto di un’operazione “indotta” dall’uomo, il vino è frutto di una fermentazione naturale che di per sé produce alcol. Ma esiste anche una differenza culturale. Perché se il distillato nasce per il puro “piacere”, il vino rappresenta un elemento della cultura alimentare (mediterranea, ma non solo), che non dovrebbe essere associato “sic et simpliciter” al contenuto alcolico.
In fondo, crediamo, il problema sta qui: nel far capire il suo valore storico-alimentare e, quindi, educarne il consumatore alla funzione specifica, quella di una componente dei pasti. Non sarebbe allora il momento di smarcare il vino, come concetto, da quello troppo generalizzante di “alcolici”, per collocarlo, invece, in una sua dimensione specifica, tanto sul piano alimentare che su quello culturale?


Focus - Lamberto Vallarino Gancia (Federvini): “no all’uso di droghe, no all’abuso di alcol. Sconcerto per studio inglese”
“No all’uso di droghe, no all’ abuso di alcol. Senza se e senza ma, e soprattutto senza classifiche, più o meno attendibili. In queste poche parole, concentrerei lo sconcerto che ho provato leggendo la sintesi dello studio del professor Nutt pubblicata oggi sulla maggior parte dei quotidiani”. Lo afferma Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini, la federazione italiana industriali produttori importatori ed esportatori di vini acquaviti liquori sciroppi ed affini, sui numerosi articoli pubblicati oggi sui media italiani, relativi allo studio pubblicato sulla rivisita scientifica “Lancet” in cui si afferma che bere alcolici è socialmente più dannoso che prendere eroina, cocaina o altre droghe.
“Non da oggi - prosegue il “numero uno” dei produttori di alcolici italiani - il settore è impegnato a diffondere messaggi forti in tema di lotta a tutti gli abusi ed a tutti gli usi scorretti dei nostri prodotti, e leggere che ancora si discute se sia meglio brindare tra amici, o celebrare la nostra tradizione e la nostra cultura enogastronomica che tutto il mondo ci invidia, oppure assumere sostanze illegali, francamente fa cadere le braccia, se non fosse che ogni persona di buon senso non ha dubbi sulla risposta corretta”.
“Tanto premesso, ritengo Le conclusioni dello studio effettuato dal professor David Nutt, che equipara il consumo di alcol all’assunzione di droghe sono sbagliate e inaccettabili, soprattutto per gli effetti “sociali” a cui farebbe riferimento l’indagine”, ed alle perverse conseguenze che ne potrebbero derivare nella percezione dei consumatori, soprattutto dei più giovani. Al di là di ogni polemica, è del tutto fuorviante, e molto pericoloso, assimilare il consumo di bevande alcoliche con l’assunzione di stupefacenti tanto sotto tutti i punti di vista. Inoltre, una tale posizione, che fortunatamente rappresenta una visione molto minoritaria all’interno della comunità scientifica, non tiene in alcun conto la stragrande maggioranza dei consumatori, che consuma bevande alcoliche in modo socialmente corretto, moderato e responsabile, ma solo una piccola minoranza che ne abusa. Peraltro, il professor Nutt non sembra nuovo a tali operazioni: nel 2009, l’autore dello studio fu costretto a lasciare il suo ruolo di capo dei consiglieri governativi britannici per affermazioni dello stesso tipo sulla marijuana e, dopo, aver criticato il governo per non aver seguito le sue indicazioni.
Attendibilità a parte, quindi, lo studio non considera la tradizione millenaria rappresentata da coloro che bevono moderatamente e ai pasti; una cultura salutare i cui effetti positivi sono stati più volte confermati da innumerevoli studi scientifici”. (*) “La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) - prosegue Vallarino Gancia - ha adottato recentemente una Risoluzione in cui si sottolinea che il problema non è l’alcol in sé, ma il suo abuso, ovvero uso scorretto. (**) In questo contesto ancor più spicca l’abnormità di uno studio che arriverebbe a giustificare, se non consigliare ai consumatori ed alla Società nel suo complesso la sostituzione del consumo di bevande alcoliche con l’assunzione di eroina, cocaina e altre droghe”. In quanto “più salutare” o “meno dannoso”.
(*) Nota: un produttore di alcolici mette in discussione l’attendibilità di uno studio scientifico sugli alcolici pubblicato dalla rivista “Lancet”. Difficile esprimersi sull’attendibilità delle ricerche scientifiche, il grado di attendibilità dei produttori di alcolici invece è del tutto evidente.
(**) Nota: forse mi è sfuggito qualcosa, ma non ricordo di aver letto niente del genere da parte dell’Oms.

Il commento di WineNews -
Gli opportuni distinguo
Ecco l’ennesima ricerca scientifica, pubblicata sulla rivista inglese “Lancet”, dell’ex consigliere del governo laburista per la lotta alla droga, David Nutt e ripresa dai media di tutto il mondo, che punta il dito sugli effetti dannosi dell’alcol, definendolo addirittura più pericoloso di eroina, cocaina e altre droghe. Se è vero che l’alcolismo è un problema sempre più diffuso tra i giovani, anche in Italia, occorre separare nettamente l’universo-vino, da sempre presente nella nostra tradizione alimentare, da quello dei superalcolici. È tempo di smarcare il vino da tutto ciò che serve al semplice “sballo”, e collocarlo nello spazio che gli compete, cioè quello di un alimento-cardine della nostra cultura, con una propria connotazione storica e - appunto - culturale. Meglio investire di più in educazione al bere consapevole, allora, piuttosto che portare avanti una inutile, quanto dannosa, caccia alle streghe.


CORRIERE DELLA SERA – SALUTE
STUDIO COREANO
Bere troppo alcol fa male agli ipertesi
Il "binge drinking" aumenta la mortalità in chi soffre di pressione alta: assolutamente necessaria la moderazione
MILANO, 02 novembre 2010 - Bere un drink dopo l’altro fino a ubriacarsi, anche se solo sporadicamente, fa male a tutti. Ma il cosiddetto binge drinking a qualcuno può fare ancora più male: è il caso degli ipertesi, che se eccedono con le "abbuffate" di alcolici si ritrovano con un rischio di morte per cause cardiovascolari fino a dodici volte più alto rispetto a chi beve poco e più coscienziosamente.
STUDIO - La dimostrazione arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Stroke e condotta su oltre 6mila persone che nel 1985 avevano più di 55 anni e che sono state quindi seguite per circa 20 anni. I ricercatori del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’università di Seoul, in Corea del Sud, (*) hanno verificato che la pressione alta è di per sé un rischio: gli ipertesi con valori superiori a 168/100 mmHg registravano infatti una mortalità per cause cardiovascolari triplicata rispetto a chi non aveva la pressione alta. Ma se all’ipertensione si aggiunge l’abitudine al bere il pericolo schizza alle stelle: gli ipertesi che si scolano sei o più drink in una sola occasione hanno una mortalità quattro volte maggiore, in quelli che bevono dodici o più drink in una singola occasione il rischio di morte per cause cardiovascolari è addirittura dodici volte maggiore rispetto a chi non ha la pressione alta. I dati si riferiscono agli uomini, perché la quantità di donne che rientrava nella categoria del binge drinking è risultata troppo esigua per trarre conclusioni valide: solo l’1 per cento delle donne beve tanto saltuariamente, contro il 18 per cento degli uomini.
ALCOL - I risultati arrivano da una popolazione asiatica, per cui gli stessi autori ammettono che non necessariamente tutto ciò può valere anche per altre etnie. Di certo c’è però che anche l’American Heart Association, ad esempio, raccomanda di bere poco e con moderazione: due drink al giorno per gli uomini, uno per le donne (dove per drink si intende un bicchiere di vino o una lattina di birra). «È una raccomandazione condivisibile - commenta Gianfranco Parati, direttore della Divisione di Cardiologia all’Auxologico di Milano e docente di medicina interna all’università di Milano-Bicocca -. Gli ipertesi devono effettivamente essere cauti con l’alcol: in piccole quantità fa bene, perché esercita un effetto vasodilatatore e ha anche proprietà antiossidanti preziose. Se però si esagera prevalgono gli effetti negativi, soprattutto se si scelgono i superalcolici come spesso accade in caso di binge drinking: grazie a un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico indotto dall’etanolo, la pressione si alza e diventa anche più variabile; l’etanolo, inoltre, modifica il metabolismo, aumenta la resistenza all’insulina e l’infiammazione, rende l’endotelio incapace di dilatarsi a dovere. In un iperteso, dove molti di questi meccanismi di malattia sono già presenti, l’effetto degli eccessi con l’alcol è ancora più dirompente. Sì quindi a un bicchiere di vino ai pasti e no alle esagerazioni, per quanto sporadiche», conclude Parati.
Elena Meli
(*) Nota: superficialmente potrebbe sembrare che la presenza costante di una droga all’interno di una società ne favorisca la conoscenza e lo studio, in realtà è vero il contrario. Un corretto giudizio si esprime più facilmente a una certa distanza. Questo vale sia per le nostre valutazioni soggettive che per quelle scientifiche. Non a caso noi facciamo le ricerche sull’eroina e gli asiatici fanno le ricerche sugli alcolici.

L’ADIGE
Brentonico
Importante occasione di crescita
Alcol, i Club delle famiglie incontrano i giovani.
I Club delle famiglie con problemi alcol-correlati come una importante occasione d’incontro e confronto per tutta la comunità.
Lo ha dimostrato l’interclub della Vallagarina, che si è svolto domenica 17 ottore al teatro di Brentonico.
L’innovazione – rispetto agli altri incontri di zone –è stata proprio la condivisione delle proprie esperienze con gli “esterni”, ovvero la presentatrice Chiara Barozzi e i giovani dei gruppi “peer leaders”, “Stay alternative” e “Milly e i vagabondi”.
Seguendo il tema “Se cambio io” i ragazzi hanno presentato i loro progetti, illustrando le motivazioni personali di ognuno, e coinvolgendo tutti nelle canzoni prodotte appositamente sul tema del cambiamento.
”Poteva essere difficile pensare di unire i giovani al mondo del Club – spiega Franco Baldo membro dell’Acat Montalbano – ed invece non c’è stata alcuna soluzione di continuità e le famiglie hanno parlato senza riserve e senza sentirsi fuori luogo. Con questo esperimento abbiamo voluto che la comunità, con i suoi dubbi, prendesse visione di questo mondo, visto ancora con qualche turbamento”. Insomma un’importante occasione per conoscere e crescere insieme, facendo rete all’interno della comunità su un tema delicato e per questo bisognoso di energie nuovo e di un impegno diffuso e condiviso.
La. Ga.

IL TIRRENO
MARTEDÌ, 02 NOVEMBRE 2010
Dopo le 24, etilometro obbligatorio nei locali
La novità del codice verrà illustrata oggi alle 15,30 dalla Confcommercio
PIETRASANTA. Si parlerà di manifestazioni nel centro storico, menù di San Martino, sagre e abusivismo dei bagni e rapporti con l’amministrazione comunale, durante l’incontro di questo pomeriggio, fissato alle 15.30, nella sede della Confcommercio, in piazza della Stazione.
Incontro, al quale sono invitati a partecipare gli esercenti del centro storico.
In discussione anche i risvolti, legati alla recente introduzione della legge del codice della strada in materia di alcool e la nomina dei componenti del sindacato dei pubblici esercizi cittadini.
Ed a proposito delle nuove disposizioni di legge; con il prossimo 13 novembre anche i locali che non effettuano intrattenimenti e che proseguono la loro attività dopo le 24, saranno obbligati a posizionare all’interno, o ancora all’uscita dallo stesso pubblico esercizio, «un precursore per la rilevazione del tasso alcolemico, così come saranno tenuti ad esporre le tabelle indicative degli effetti dell’assunzione di alcolici. Negli uffici Confcommercio sono a disposizione le tabelle alcolemiche di riferimento.
Inoltre, per quanto riguarda l’etilometro, Fipe ha fatto una convenzione con una ditta - si legge in una nota della Confesercenti - individuata, come la più idonea, in relazione alla precisazione nella misurazione, al prezzo di vendita e all’affidabilità del produttore.
La tipologia portatile dell’etilometro lo rende particolarmente interessante, poiché può essere fornito al cliente, a sua richiesta. Il prezzo convenzionato è pari a 60 euro ed è comprensivo di 5 mila cannucce. Una volta terminate potranno essere utilizzate delle semplici cannucce da bevanda».
Insomma, un altro obbligo per i commercianti e in particolare per i pubblici esercizi. Sarà però l’occasione per parlare di tanti altri temi (luci di Natale ad esempio) che in questi giorni sono di grande attualità.

APCOM
Acerra, uccide il padre ubriaco forse per difendere la madre
Lite nella serata di ieri davanti ai tre figli
Napoli, 2 nov. (Apcom) - Mauro Buonavolontà, 42 anni, è stato ucciso da almeno quattro coltellate inferte con un coltello da cucina. Il figlio, Francesco, di 21 anni, avrebbe ferito mortalmente il padre per difendere la madre. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo sarebbe rientrato a casa, ad Acerra, nel Napoletano, alle 23 circa, bagnato di pioggia e ubriaco. A quel punto sarebbe nata una discussione con la moglie in presenza dei tre figli: uno di 17, uno di 21 anni e anche il terzo, un piccolo di 15 mesi. Il 21enne, incensurato, avrebbe afferrato il coltello e sferrato i colpi al petto del genitore. Subito dopo sarebbe scappato nascondendo l’arma in un tombino vicino casa. Il giovane è stato rintracciato, nel corso della notte, in piazza Castello ad Acerra. Attualmente è in stato di fermo per omicidio volontario.

ROMAGNA OGGI
Rimini, guida in stato d’ebbrezza: sette denunce
RIMINI, 02 novembre 2010 - I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rimini sono stati impegnati nel weekend di Halloween in un servizio di controllo che si è concluso con la denuncia di sette automobilisti per guida in stato d’ebbrezza. Il più alticcio è risultato un 32enne di Arezzo, risultato positivo con un tasso di alcol nel sangue pari a 1,77 grammi per litro alla prima prova e 1,84 alla seconda. Non si è proceduto al sequestro dell’auto poiché non di sua proprietà.
Sono invece cinque gli automobilisti sanzionati per essersi messi al volante dopo aver alzato troppo il gomito, ma con tassi inferiori per far scattare la denuncia. I Carabinieri hanno denunciato anche un senegalese di 33 anni per guida con patente estera non convertibile e residente in Italia da oltre un anno. I militari hanno sequestrato amministrativamente ai fini della confisca un motociclo Yamaha.

IL GAZZETTINO (Udine)
«Avevo bevuto, chiedo scusa»
Parla Devis Lenarduzzi, che ha travolto e ucciso un coetaneo sulla Pontebbana
Daniele Paroni
Martedì 2 Novembre 2010, «Chiedo scusa, infinitamente». Devis Lenarduzzi, il trentaseienne di Varmo che domenica mattina alla guida della sua Alfa Gt ha travolto e ucciso Andrea Iacucci, sussurra la parole. Dall’altro ieri è devastato, mortificato, cosciente di aver commesso un grave errore con conseguenze che lo tormenteranno per tutta la vita. È lo stesso Lenarduzzi a confermare che l’accertamento etilometrico ha dato esito positivo: guidava ubriaco. E per questo chiede scusa, e lo ripete di nuovo quasi a cercare un modo per alleggerire il peso di un dramma. Un dramma che ha avuto come teatro in una notte piovosa un tratto rettilineo della Pontebbana all’altezza di Zoppola a due passi dal centro commerciale Sme e dalla zona industriale di Poincicco.
Racconta Devis Lenarduzzi: «La serata di sabato l’ho consumata con gli amici al Bar Mascara di Codroipo. Avevo bevuto, era tardi, sono andato a casa. Ho dormito per un po’». E poi cosa ha fatto? «Sono uscito perché dovevo andare a vedere un lavoro da dei clienti di Aviano. Ho preso l’auto e sono partito. Era ancora buio e dopo poco, mentre guidavo, ho visto come un lampo e poi ho sentito un botto. Mi sono fermato e ho capito. Assieme a un vigilante che passava di lì abbiamo richiesto l’intervento del 118».
Lenarduzzi è sconvolto, si rende conto della gravità di quanto accaduto: «Ho guardato la parte anteriore della mia auto, una botta all’altezza dello stemmino. Non capisco come possa essere successo - dice ancora Lenarduzzi che assieme al padre e al fratello porta avanti una ditta di intonaci - Devo chiedere scusa, ho sbagliato, ma per me è difficile trovare le parole».
L’automobilista riferisce di aver chiesto agli stessi carabinieri che gli hanno sequestrato il veicolo e la patente, un riferimento per raggiungere i famigliari di Iacucci: «Poi un’ambulanza mi ha accompagnato all’ospedale di Pordenone dove mi hanno fatto la prova per sapere se avevo bevuto - racconta - Il primo esame ha dato un valore di 2.30, il secondo di 2.20. Per me è molto difficile, sono frastornato, non volevo assolutamente fare del male a quella persona che mi è apparsa improvvisamente nel buio. Non so cosa ci facesse lì a quell’ora, in ogni caso io ho sbagliato e io chiedo scusa».
I carabinieri hanno subito lasciato intendere all’automobilista di Varmo che la sua posizione era particolarmente grave e lo sarebbe stato ancora di più se non si fosse fermato a prestare i primi soccorsi, in quella circostanza sarebbe scattato, in base alle ultime normative, l’arresto.

LECCEPRIMA
UBRIACA NELLA NOTTE, A ZIG-ZAG SULLA TANGENZIALE OVEST
Denunciata una donna di 37 anni. Diverse le chiamate al 113 di automobilisti. Procedeva in maniera tortuosa, a rischio di provocare incidenti.
L’etilometro ha confermato che era in stato di ebbrezza
LECCE 02/11/2010– L’hanno vista in parecchi. Andamento sinuoso. Nonostante la strada fosse dritta. Insomma, procedeva a zig-zag, nella notte. Tutta colpa dell’alcool. Il fatidico bicchiere di troppo. E così, con l’auto, una Toyota Aygo, nel rientrare a casa dopo una notte di bagordi, ha iniziato a vedere evidentemente in strada più corsie di quante ve ne fossero e a procedere in maniera tortuosa. Tanto da rischiare da provocare qualche incidente. Sono state diverse le telefonate giunte al 113 nella notte fra il 30 ed il 31 ottobre. Tutte provenivano dalla tangenziale ovest di Lecce.
Individuato il modello, inconfondibili anche le evoluzioni dell’auto, agenti della polizia stradale hanno fermato la donna, una 37enne del capoluogo. Sembra che fosse visibilmente ubriaca, prima ancora di procedere all’analisi con l’alcool test. Il quale non ha fatto altro che confermare il tutto. Per lei, inevitabile il ritiro della patente. Il fatto è avvenuto nel corso di più vasti controlli messi in atto dalla questura di Lecce, nel corso del ponte festivo. Un’altra denuncia a piede libero è scattata nei confronti di un uomo, per guida senza patente.
Un terzo deferimento è scattato per un’altra persona, per inosservanza al foglio di via obbligatorio. Mentre, tornando ai controlli in strada, sono state in totale tredici le patenti ritirate, che si sommano a sessanta contravvenzioni al codice della strada, su 682 veicoli fermati. E’ scattata anche una denuncia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nei confronti di un 20enne. Il giovane è stato trovato in piazzale Como, a Lecce, con quasi 9 grammi fra hashish e marijuana, suddivisi in dosi. Aveva anche 75 euro in banconote di piccolo taglio, presunto guadagno di precedenti cessioni, finiti sotto sequestro.

AFFARI ITALIANI
Era in coma etilico, ma guidava. Patente ritirata
Operazione sicurezza della Questura tra discoteche e ristoranti della zona di Ciampino. 77 le patenti ritirate, tra cui autisti di bus e camionisti. In due notti “bruciati” 2200 punti patente
di Tomas Puddu
Martedí 02.11.2010 - Vanno in discoteca e al ristorante con l’auto e tornano a casa a piedi. È successo a 77 automobilisti che si sono visti ritirare la patente nel lungo ponte di Ognissanti, grazie ad un servizio di controlli disposti dal Questore di Roma Francesco Tagliente, e che hanno visto coinvolti gli uomini del commissariato della polizia di Stato di Marino diretti dalla dirigente Maria Martino e dalla Polizia Locale di Ciampino diretti dal Comandante Roberto Antonelli, concentrarsi in prossimità di tutti gli obiettivi cosiddetti "sensibili" quali discoteche, locali e ristoranti.
L’attività è stata svolta per due nottate consecutive (dalla sera del sabato all’alba di lunedì). In particolare, le forze dell’ordine hanno elevato 77 provvedimenti di ritiro della patente per eccesso di velocità (48), guida in stato di ebbrezza (20) e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (9); 395 sanzioni per eccesso di velocità; 5 sequestri di autovetture, di cui 4 per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; 8 richieste di accertamenti specifici su altrettanti automobilisti, i cui risultati saranno noti in settimana; un sequestro di arma da taglio (coltello) e sostanze stupefacenti (hashish) per uso personale. Oltre 2200 punti complessivi decurtati per tutte le infrazioni descritte.
Oltre alle infrazioni, nel corso dei controlli sono emerse alcune significative particolarità: la massima velocità rilevata ha riguardato un’autovettura transitata a 153 Km/h su un tratto di strada urbano dove la velocità massima è di 60 km; diversi automobilisti sono stati trovati positivi a più sostanze stupefacenti quali cocaina, hashish e droghe sintetiche insieme; un automobilista è risultato positivo all’alcol test con un tasso alcolemico 5 volte e mezzo superiore al consentito: tale soglia è quella massima prima del coma etilico; in diversi casi di guida in stato di ebbrezza e sostanze stupefacenti si trattava di autisti professionali: in un caso si trattava di un autista di mezzi pesanti e autobus di linea. Oltre al ritiro dei punti-patente, per coloro che sono risultati positivi all’alcol ed alla droga è scattata la denuncia penale, il sequestro o affidamento del veicolo a terza persona, la sanzione pecuniaria, il ritiro della patente e sospensioni della stessa per un periodo minimo di mesi 6 fino alla revoca disposta dalla Prefettura.

CORRIERE ADRIATICO
Rissa al bar
Ubriaco e violento Arresto convalidato
Ascoli Si è svolta l’udienza di convalida d’arresto che ha visto comparire davanti al giudice Emilio Pocci un venarottese che qualche giorno fa si è reso protagonista in un bar del quartiere di Borgo Solestà di una rissa con due rappresentanti delle forze dell’ordine. L’uomo è entrato all’interno del bar in condizioni di alterazione etilica, Ha continuato a bere. Poi, ormai in preda ai fumi dell’alcol, ha cominciato ad infastidire le persone presenti. Nonostante l’invito da parte del proprietario del bar a desistere dal suo comportamento, il venarottese ha continuato a disturbare gli esercenti. Ha quindi provveduto a richiedere telefonicamente l’intervento di una Volante. Quando i due agenti della Polizia gli hanno chiesto i documenti, l’uomo si è avventato su di loro ingaggiando un furioso corpo a corpo che si è concluso con il suo arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale - i due agenti sono stati refertati con una prognosi di 10 giorni - ed il conseguente trasferimento nella casa circondariale di Marino del Tronto. Il giudice Pocci ieri ha convalidato il suo arresto . Direttissimo il 14 febbraio.

IL TIRRENO
MARTEDÌ, 02 NOVEMBRE 2010
Ubriaco spacca la vetrata di un bar
Intervento dei carabinieri in piazza dei Macelli per una rissa
PRATO. Domenica notte movimentata in piazza dei Macelli e in via Magnolfi. Verso le 1,30 alcuni passanti hanno avvertito la centrale operativa dei carabinieri perché avevano notato dei giovani albanesi che si stavano picchiando vicino ad un locale notturno. Quando la pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri è arrivata ha però trovato soltanto ragazzo di 18 anni, albanese, residente a Prato, che è stato denunciato per rissa.
Intorno alle 19 intervento della pattuglia mista “Pegaso”, composta da militari e agenti di polizia, in un bar di via Magnolfi. Un cittadino aveva segnalato che all’interno c’era una persona che stava molestando gli avventori. La pattuglia ha fermato ed identificato l’uomo: si trattava di un trentunenne campano residente a Campi Bisenzio.
L’uomo, in evidente stato di ubriachezza, poco prima aveva preso una bottiglia e l’aveva scagliata contro una vetrina del bar. Nonostante la presenza dei militari e degli agenti l’uomo continuava ad avere un comportamento molesto. A fatica veniva calmato e accompagnato in questura dove veniva denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Nei suoi confronti anche una contravvenzione per ubriachezza in luogo pubblico.

CORRIERE ADRIATICO
Ciclabile a Campocavallo: dopo i sette fermi dei carabinieri, si è aggravata la posizione di alcuni stranieri
Ubriachi alla pista, denunciati tre romeni
Osimo Tre dei sette rumeni portati ieri nella caserma dei carabinieri di Osimo dopo il caos creato nella zona dei laghetti di Campocavallo e il fastidio procurato a podisti e passanti che trascorrevano la domenica mattina nella pista ciclabile sono stati denunciati per ubriachezza molesta. Mentre dovrebbe rientrare l’ipotesi della sanzione amministrativa (circa 150 euro a testa) per pesca abusiva in quanto le guardie ittiche li avrebbero sorpresi alticci e con le canne da pesca in mano ma non lungo la riva del Musone, bensì nell’adiacente strada, vicino alle loro auto, dove fra l’altro i carabinieri intervenuti sul posto verso le 10,30 hanno trovato anche bottiglie di alcol vuote. Ma al di là dell’episodio dell’altro ieri, torna a galla il problema della sicurezza lungo il percorso ciclo-pedonale. Non a caso, viste le molteplici segnalazioni giunte in Municipio, il sindaco Simoncini domenica si è portato subito a Campocavallo per verificare l’entità dei danni sulle bacheche segnaletiche di legno che illustrato caratteristiche della Valmusone. Ma non solo vandalismi, i volontari delle guardie ittiche hanno ribadito che “quasi tutti i giorni registriamo pescatori abusivi, soprattutto immigrati che non pescano per sport, ma per cibarsi, e poi i tanti furti nelle auto parcheggiate. La sera poi –ha raccontato domenica un volontario- non osiamo venire, la sicurezza non c’è proprio”. Per questo il Pd ha presentato una mozione, che sarà presto discussa in Consiglio dove si ritiene opportuno “riservare il servizio anche a coloro che volessero frequentare la pista ciclo-pedonale in orari notturni, anch’essi volenterosi di salvaguardare il proprio benessere”. E visto “che esistono sul nostro territorio aziende che progettano sistemi di illuminazione pubblica che superano tecnologie tradizionali, ottenendo prodotti che mirano al massimo risparmio energetico ed economico” si impegna l’amministrazione “a prevedere l’illuminazione della pista ciclo-pedonale attraverso l’utilizzo di tecnologie rinnovabili”.

IL CORRIERE FIORENTINO
I démoni di mio fratello Francesco
Giovanni Nuti: «Ora li ha battuti. E tornerà a lavorare» Il vero nemico è stato l’alcol L’ha incontrato all’apice e la caduta è stata fragorosa Adesso vive di nuovo a Prato, articola frasi, la mente è lucida. Ha vinto la sua guerra. E lo sa Non ha retto l’enorme peso del successo. Come Marilyn, soggetto della sua canzone più bella Non potrà più recitare film ma dirigerli invece sì Nel cassetto ha due copioni
In piedi, per favore, e chapeau. S’avanzerà l’ombra di uno strano soldato sul red carpet della fragile e opinabile celebrità cinematografica. Venerdì, una serata tutta per lui. Lui che non ci sarà perché ancora si sta allenando a rivivere, dopo aver vissuto in maniera talvolta sconsiderata. Può appena camminare, lentamente, per pochi minuti al giorno. La sua mente, lucidissima e acuta, partorisce pensieri e idee che per il momento riescono a tradursi in parole sillabate con enorme fatica. Ma se anche Francesco Nuti, a sei anni dalla sua caduta fisica e morale, fosse stato in condizione di presentarsi pubblicamente vispo e in forma come Caruso Paskowski avrebbe egualmente dribblato, con educazione, il set dei sorrisi forzati e delle passerelle in cartapesta. Dopo aver visitato l’inferno e aver combattuto contro i suoi Dèmoni, sconfiggendoli faticosamente uno ad uno, è arrivato a farsi un’idea precisa sul valore che si deve dare a ciascuna cosa terrena. Sicchè, il poeta che aveva generato il comico oggi è un filosofo. Ha imparato a distinguere la realtà dalla finzione. Ha cancellato dal suo vocabolario la parola vanità, madre di tutte le umane tragedie. Resta Francesco, con il suo miracolo di sopravvissuto e con i suoi affetti più autentici, raccontato qui dal fratello Giovanni. Un medico, ma anche a sua volta musicista cantautore, artista sensibile e colonna sonora di tutti i film grazie ai quali Nuti si è fatto amare al punto da meritare, venerdì sera, la prevedibile standing ovation.
Dottor Giovanni, partiamo subito dal dramma che avrebbe potuto concludersi in tragedia. Una notte di settembre, a Roma. «Quattro anni fa. Francesco è solo, nella sua casa ai Parioli. Si alza dal letto, esce dalla stanza e infila la scala che porta da basso, in cucina. Scivola e cade. Batte violentemente il capo contro lo spigolo di un gradino. Perde i sensi. Lo troverà, così la governante nove ore dopo. La corsa in ospedale. L’intervento chirurgico. Il miracolo». Ha detto miracolo? «Lo ripeto, usando la medesima parola usata dal professor Santoro che lo operò per quel trauma cranico che avrebbe potuto essere fatale».
Il cinema avrebbe perso un grande autore...
«Mi perdoni, di più. Io avrei perduto una parte di me stesso. Anna Maria, la sua compagna, un uomo dolce. Ginevra, la sua bimba di undici anni, un papà tenerissimo. Anna, nostra madre, un figlio adorato. Infine, il mondo avrebbe dovuto fare a meno di un poeta»
Un poeta maledetto, per certi versi.
«Come tutte le anime fragili e sensibili che, prima o poi, si trovano a dover fare i conti con i Dèmoni privati. Quello di Francesco, il più subdolo e devastante, si chiamava alcol».
Alcuni parlarono anche di droga.
« Una sciocchezza enorme. Mio fratello ha il terrore persino delle medicine!».
Quando avvenne e perché, semmai esiste l’incontro smodato di Francesco con i liquori?
«All’apice della sua carriera, paradossalmente. Quando si trovava seduto sulla cima della montagna. Per questo la caduta fu più devastante. Il perché è scritto nel suo carattere. La difficoltà di reggere l’enorme peso del successo. Accadde anche a Marilyn che, non a caso, è la protagonista di une delle più belle canzoni mai scritte da Francesco».
Si pensava che la depressione fosse arrivata dopo il fallimento di «Occhio Pinocchio» per il quale Vittorio Cecchi Gori rischiò di finire in mutande.
«Un capolavoro che il pubblico non capì anche per quel taglio di venti minuti che dovevano illustrare il famoso Paese dei Balocchi. In effetti, io chiamato per comporre la colonna sonora non mi resi conto di ciò che mio fratello voleva dire. Litigammo. Lui avrebbe voluto realizzare un film silenzioso».
Il fallimento di quell’esperienza portò all’esaurimento della vena creativa?
«Non del tutto. Realizzò altri due film: Caruso, zero in condotta e Il signor Quindicipalle. Certamente robette rispetto alla sua produzione precedente».
Ma lei. Giovanni, come fratello e come medico non si accorse della china lungo la quale stava scivolando Francesco?
«Io vedevo, io sapevo e avrei anche voluto intervenire. Ma lui, un classico per coloro che soffrono di depressione autodistruttiva, tendeva sempre di più verso l’isolamento. Immaginava di poter tenere sotto controllo il Dèmone che, invece, giocava con lui. Ricordo ciò che mi disse il responsabile degli Alcolisti Anonimi: non creda di poterlo salvare se non sarà lui a volerlo fare». E lui ce l’ha fatta. « Eccome. Ha vinto la sua guerra e, soprattutto, è consapevole di questo grande successo ottenuto. Oggi, dopo aver corso il rischio non solo di morire ma peggio ancora di trovarsi a sopravvivere come un vegetale, sta completando un percorso che lo ha già portato ad una forma di spiritualità interiore eccezionale. Tant’è, ha lasciato la sua casa di Roma per tornare a vivere qui a Prato dove la nostra mamma non lo abbandona mai e dove ha ritrovato tutti i suoi vecchi amici di un tempo. Ora riesce anche a muovere qualche passo e ad articolare delle frasi. Tra un anno dovrebbe essere in grado di vivere una vita quasi normale». Anche di tornare al lavoro? «Certamente non per recitare. Ma lui è un ottimo soggettista e sceneggiatore. Nel cassetto ha un paio di film che meriterebbero di essere prodotti. Olga e Quando potrò cullare un bambino. Eppoi, la regia la si può fare anche da seduti. Intanto, insieme, scriviamo canzoni come ai vecchi tempi».
Sul genere di «Sarà per te», un motivo bellissimo presentato a Sanremo?
«Mi auguro ancora più belle: Uscirà, presto, un CD intitolato Le note di Cecco del quale un brano farà da colonna sonora al documentario di Mario Canale, Mi chiamo Francesco e vengo da lontano, che verrà presentato a Roma venerdì. Mio fratello lo ha già visto e, mentre lo guardava, si è commosso fino alle lacrime».
Non avrebbe, Francesco, la tentazione di farsi accompagnare alla serata in suo onore?
«Neppure se fosse in grado di camminare. Certi Dèmoni sono stati sconfitti e non torneranno mai più».

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Altamura, ubriaco travolge motociclista e scappa: arrestato

© asaps.it
Mercoledì, 03 Novembre 2010
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