CORRIERE DEL TRENTINO CORRIERE ADRIATICO CORRIERE DI AREZZO CORRIERE ADRIATICO CORRIERE DELLA SERA Ragazzo di 17 anni in fin di vita dopo la festa di Halloween. I medici valutano trapianto di fegato CORRIERE DELLA SERA – SALUTEù SITUAZIONE IN ITALIA - Nel nostro Paese le morti attribuibili all’alcol sono fra le 21 e le 25mila all’anno, contro alcune centinaia di morti per droga. Lo spiega Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità e presidente della SIA, la Società italiana alcologia. L’analisi di Nutt è condivisa dallo studioso che definisce l’alcol una «droga ponte» verso altre sostanze. I nuovi bevitori a rischio in Italia si differenziano dal resto della popolazione italiana che consuma alcol (56,7% del totale) perché sono giovani, uno su tre ha meno di 24 anni, sono soprattutto maschi e vivono nelle regioni del Nord. A disegnare questo identikit è il rapporto 2009 Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) dell’Istituto Superiore di Sanità. Da 10 anni, spiega Scafato, si è cominciato a parlare di "binge drinking": si assumono sei o più unità alcoliche in un’unica occasione (un’unità è pari a una lattina di birra o a un bicchiere di vino), ma, a suo parere, non si è colto il reale pericolo dell’impatto culturale di un modello del bere che ha portato alla diffusione di questa pratica tra i giovani. Secondo i dati, il 36% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è considerato bevitore a rischio, mentre questa percentuale scende al 25% tra i 25 e i 34 anni. L’alcol, secondo l’esperto, «è una "gateway drug", una droga ponte che traghetta attraverso i suoi effetti psicotropi i giovani, prima verso la commistione di superalcolici con energy drink, per risollevarsi nel tono quando cala la prima euforia, e poi alle droghe sintetiche e alla cocaina, per superare la fase di "down" che causano queste sostanze. Pesantissimo anche il bilancio economico: le malattie legate all’alcol (cirrosi del fegato, diabete mellito, malattie neuropsichiatriche, problemi di salute materno-infantile) costano l’1% del Prodotto interno lordo di un Paese a medio e alto reddito. (Fonte: Ansa) SONDAGGIO CORRIERE DELLA SERA
WINENEWS Focus - Lamberto Vallarino Gancia (Federvini): “no all’uso di droghe, no all’abuso di alcol. Sconcerto per studio inglese” CORRIERE DELLA SERA – SALUTE STUDIO COREANO Bere troppo alcol fa male agli ipertesi Il "binge drinking" aumenta la mortalità in chi soffre di pressione alta: assolutamente necessaria la moderazione MILANO, 02 novembre 2010 - Bere un drink dopo l’altro fino a ubriacarsi, anche se solo sporadicamente, fa male a tutti. Ma il cosiddetto binge drinking a qualcuno può fare ancora più male: è il caso degli ipertesi, che se eccedono con le "abbuffate" di alcolici si ritrovano con un rischio di morte per cause cardiovascolari fino a dodici volte più alto rispetto a chi beve poco e più coscienziosamente. STUDIO - La dimostrazione arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Stroke e condotta su oltre 6mila persone che nel 1985 avevano più di 55 anni e che sono state quindi seguite per circa 20 anni. I ricercatori del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’università di Seoul, in Corea del Sud, (*) hanno verificato che la pressione alta è di per sé un rischio: gli ipertesi con valori superiori a 168/100 mmHg registravano infatti una mortalità per cause cardiovascolari triplicata rispetto a chi non aveva la pressione alta. Ma se all’ipertensione si aggiunge l’abitudine al bere il pericolo schizza alle stelle: gli ipertesi che si scolano sei o più drink in una sola occasione hanno una mortalità quattro volte maggiore, in quelli che bevono dodici o più drink in una singola occasione il rischio di morte per cause cardiovascolari è addirittura dodici volte maggiore rispetto a chi non ha la pressione alta. I dati si riferiscono agli uomini, perché la quantità di donne che rientrava nella categoria del binge drinking è risultata troppo esigua per trarre conclusioni valide: solo l’1 per cento delle donne beve tanto saltuariamente, contro il 18 per cento degli uomini. ALCOL - I risultati arrivano da una popolazione asiatica, per cui gli stessi autori ammettono che non necessariamente tutto ciò può valere anche per altre etnie. Di certo c’è però che anche l’American Heart Association, ad esempio, raccomanda di bere poco e con moderazione: due drink al giorno per gli uomini, uno per le donne (dove per drink si intende un bicchiere di vino o una lattina di birra). «È una raccomandazione condivisibile - commenta Gianfranco Parati, direttore della Divisione di Cardiologia all’Auxologico di Milano e docente di medicina interna all’università di Milano-Bicocca -. Gli ipertesi devono effettivamente essere cauti con l’alcol: in piccole quantità fa bene, perché esercita un effetto vasodilatatore e ha anche proprietà antiossidanti preziose. Se però si esagera prevalgono gli effetti negativi, soprattutto se si scelgono i superalcolici come spesso accade in caso di binge drinking: grazie a un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico indotto dall’etanolo, la pressione si alza e diventa anche più variabile; l’etanolo, inoltre, modifica il metabolismo, aumenta la resistenza all’insulina e l’infiammazione, rende l’endotelio incapace di dilatarsi a dovere. In un iperteso, dove molti di questi meccanismi di malattia sono già presenti, l’effetto degli eccessi con l’alcol è ancora più dirompente. Sì quindi a un bicchiere di vino ai pasti e no alle esagerazioni, per quanto sporadiche», conclude Parati. Elena Meli (*) Nota: superficialmente potrebbe sembrare che la presenza costante di una droga all’interno di una società ne favorisca la conoscenza e lo studio, in realtà è vero il contrario. Un corretto giudizio si esprime più facilmente a una certa distanza. Questo vale sia per le nostre valutazioni soggettive che per quelle scientifiche. Non a caso noi facciamo le ricerche sull’eroina e gli asiatici fanno le ricerche sugli alcolici. L’ADIGE Brentonico Importante occasione di crescita Alcol, i Club delle famiglie incontrano i giovani. I Club delle famiglie con problemi alcol-correlati come una importante occasione d’incontro e confronto per tutta la comunità. Lo ha dimostrato l’interclub della Vallagarina, che si è svolto domenica 17 ottore al teatro di Brentonico. L’innovazione – rispetto agli altri incontri di zone –è stata proprio la condivisione delle proprie esperienze con gli “esterni”, ovvero la presentatrice Chiara Barozzi e i giovani dei gruppi “peer leaders”, “Stay alternative” e “Milly e i vagabondi”. Seguendo il tema “Se cambio io” i ragazzi hanno presentato i loro progetti, illustrando le motivazioni personali di ognuno, e coinvolgendo tutti nelle canzoni prodotte appositamente sul tema del cambiamento. ”Poteva essere difficile pensare di unire i giovani al mondo del Club – spiega Franco Baldo membro dell’Acat Montalbano – ed invece non c’è stata alcuna soluzione di continuità e le famiglie hanno parlato senza riserve e senza sentirsi fuori luogo. Con questo esperimento abbiamo voluto che la comunità, con i suoi dubbi, prendesse visione di questo mondo, visto ancora con qualche turbamento”. Insomma un’importante occasione per conoscere e crescere insieme, facendo rete all’interno della comunità su un tema delicato e per questo bisognoso di energie nuovo e di un impegno diffuso e condiviso. La. Ga. IL TIRRENO MARTEDÌ, 02 NOVEMBRE 2010 Dopo le 24, etilometro obbligatorio nei locali La novità del codice verrà illustrata oggi alle 15,30 dalla Confcommercio PIETRASANTA. Si parlerà di manifestazioni nel centro storico, menù di San Martino, sagre e abusivismo dei bagni e rapporti con l’amministrazione comunale, durante l’incontro di questo pomeriggio, fissato alle 15.30, nella sede della Confcommercio, in piazza della Stazione. Incontro, al quale sono invitati a partecipare gli esercenti del centro storico. In discussione anche i risvolti, legati alla recente introduzione della legge del codice della strada in materia di alcool e la nomina dei componenti del sindacato dei pubblici esercizi cittadini. Ed a proposito delle nuove disposizioni di legge; con il prossimo 13 novembre anche i locali che non effettuano intrattenimenti e che proseguono la loro attività dopo le 24, saranno obbligati a posizionare all’interno, o ancora all’uscita dallo stesso pubblico esercizio, «un precursore per la rilevazione del tasso alcolemico, così come saranno tenuti ad esporre le tabelle indicative degli effetti dell’assunzione di alcolici. Negli uffici Confcommercio sono a disposizione le tabelle alcolemiche di riferimento. Inoltre, per quanto riguarda l’etilometro, Fipe ha fatto una convenzione con una ditta - si legge in una nota della Confesercenti - individuata, come la più idonea, in relazione alla precisazione nella misurazione, al prezzo di vendita e all’affidabilità del produttore. La tipologia portatile dell’etilometro lo rende particolarmente interessante, poiché può essere fornito al cliente, a sua richiesta. Il prezzo convenzionato è pari a 60 euro ed è comprensivo di 5 mila cannucce. Una volta terminate potranno essere utilizzate delle semplici cannucce da bevanda». Insomma, un altro obbligo per i commercianti e in particolare per i pubblici esercizi. Sarà però l’occasione per parlare di tanti altri temi (luci di Natale ad esempio) che in questi giorni sono di grande attualità. APCOM Acerra, uccide il padre ubriaco forse per difendere la madre Lite nella serata di ieri davanti ai tre figli Napoli, 2 nov. (Apcom) - Mauro Buonavolontà, 42 anni, è stato ucciso da almeno quattro coltellate inferte con un coltello da cucina. Il figlio, Francesco, di 21 anni, avrebbe ferito mortalmente il padre per difendere la madre. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo sarebbe rientrato a casa, ad Acerra, nel Napoletano, alle 23 circa, bagnato di pioggia e ubriaco. A quel punto sarebbe nata una discussione con la moglie in presenza dei tre figli: uno di 17, uno di 21 anni e anche il terzo, un piccolo di 15 mesi. Il 21enne, incensurato, avrebbe afferrato il coltello e sferrato i colpi al petto del genitore. Subito dopo sarebbe scappato nascondendo l’arma in un tombino vicino casa. Il giovane è stato rintracciato, nel corso della notte, in piazza Castello ad Acerra. Attualmente è in stato di fermo per omicidio volontario. ROMAGNA OGGI Rimini, guida in stato d’ebbrezza: sette denunce RIMINI, 02 novembre 2010 - I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rimini sono stati impegnati nel weekend di Halloween in un servizio di controllo che si è concluso con la denuncia di sette automobilisti per guida in stato d’ebbrezza. Il più alticcio è risultato un 32enne di Arezzo, risultato positivo con un tasso di alcol nel sangue pari a 1,77 grammi per litro alla prima prova e 1,84 alla seconda. Non si è proceduto al sequestro dell’auto poiché non di sua proprietà. Sono invece cinque gli automobilisti sanzionati per essersi messi al volante dopo aver alzato troppo il gomito, ma con tassi inferiori per far scattare la denuncia. I Carabinieri hanno denunciato anche un senegalese di 33 anni per guida con patente estera non convertibile e residente in Italia da oltre un anno. I militari hanno sequestrato amministrativamente ai fini della confisca un motociclo Yamaha. IL GAZZETTINO (Udine) «Avevo bevuto, chiedo scusa» Parla Devis Lenarduzzi, che ha travolto e ucciso un coetaneo sulla Pontebbana Daniele Paroni Martedì 2 Novembre 2010, «Chiedo scusa, infinitamente». Devis Lenarduzzi, il trentaseienne di Varmo che domenica mattina alla guida della sua Alfa Gt ha travolto e ucciso Andrea Iacucci, sussurra la parole. Dall’altro ieri è devastato, mortificato, cosciente di aver commesso un grave errore con conseguenze che lo tormenteranno per tutta la vita. È lo stesso Lenarduzzi a confermare che l’accertamento etilometrico ha dato esito positivo: guidava ubriaco. E per questo chiede scusa, e lo ripete di nuovo quasi a cercare un modo per alleggerire il peso di un dramma. Un dramma che ha avuto come teatro in una notte piovosa un tratto rettilineo della Pontebbana all’altezza di Zoppola a due passi dal centro commerciale Sme e dalla zona industriale di Poincicco. Racconta Devis Lenarduzzi: «La serata di sabato l’ho consumata con gli amici al Bar Mascara di Codroipo. Avevo bevuto, era tardi, sono andato a casa. Ho dormito per un po’». E poi cosa ha fatto? «Sono uscito perché dovevo andare a vedere un lavoro da dei clienti di Aviano. Ho preso l’auto e sono partito. Era ancora buio e dopo poco, mentre guidavo, ho visto come un lampo e poi ho sentito un botto. Mi sono fermato e ho capito. Assieme a un vigilante che passava di lì abbiamo richiesto l’intervento del 118». Lenarduzzi è sconvolto, si rende conto della gravità di quanto accaduto: «Ho guardato la parte anteriore della mia auto, una botta all’altezza dello stemmino. Non capisco come possa essere successo - dice ancora Lenarduzzi che assieme al padre e al fratello porta avanti una ditta di intonaci - Devo chiedere scusa, ho sbagliato, ma per me è difficile trovare le parole». L’automobilista riferisce di aver chiesto agli stessi carabinieri che gli hanno sequestrato il veicolo e la patente, un riferimento per raggiungere i famigliari di Iacucci: «Poi un’ambulanza mi ha accompagnato all’ospedale di Pordenone dove mi hanno fatto la prova per sapere se avevo bevuto - racconta - Il primo esame ha dato un valore di 2.30, il secondo di 2.20. Per me è molto difficile, sono frastornato, non volevo assolutamente fare del male a quella persona che mi è apparsa improvvisamente nel buio. Non so cosa ci facesse lì a quell’ora, in ogni caso io ho sbagliato e io chiedo scusa». I carabinieri hanno subito lasciato intendere all’automobilista di Varmo che la sua posizione era particolarmente grave e lo sarebbe stato ancora di più se non si fosse fermato a prestare i primi soccorsi, in quella circostanza sarebbe scattato, in base alle ultime normative, l’arresto. LECCEPRIMA UBRIACA NELLA NOTTE, A ZIG-ZAG SULLA TANGENZIALE OVEST Denunciata una donna di 37 anni. Diverse le chiamate al 113 di automobilisti. Procedeva in maniera tortuosa, a rischio di provocare incidenti. L’etilometro ha confermato che era in stato di ebbrezza LECCE 02/11/2010– L’hanno vista in parecchi. Andamento sinuoso. Nonostante la strada fosse dritta. Insomma, procedeva a zig-zag, nella notte. Tutta colpa dell’alcool. Il fatidico bicchiere di troppo. E così, con l’auto, una Toyota Aygo, nel rientrare a casa dopo una notte di bagordi, ha iniziato a vedere evidentemente in strada più corsie di quante ve ne fossero e a procedere in maniera tortuosa. Tanto da rischiare da provocare qualche incidente. Sono state diverse le telefonate giunte al 113 nella notte fra il 30 ed il 31 ottobre. Tutte provenivano dalla tangenziale ovest di Lecce. Individuato il modello, inconfondibili anche le evoluzioni dell’auto, agenti della polizia stradale hanno fermato la donna, una 37enne del capoluogo. Sembra che fosse visibilmente ubriaca, prima ancora di procedere all’analisi con l’alcool test. Il quale non ha fatto altro che confermare il tutto. Per lei, inevitabile il ritiro della patente. Il fatto è avvenuto nel corso di più vasti controlli messi in atto dalla questura di Lecce, nel corso del ponte festivo. Un’altra denuncia a piede libero è scattata nei confronti di un uomo, per guida senza patente. Un terzo deferimento è scattato per un’altra persona, per inosservanza al foglio di via obbligatorio. Mentre, tornando ai controlli in strada, sono state in totale tredici le patenti ritirate, che si sommano a sessanta contravvenzioni al codice della strada, su 682 veicoli fermati. E’ scattata anche una denuncia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nei confronti di un 20enne. Il giovane è stato trovato in piazzale Como, a Lecce, con quasi 9 grammi fra hashish e marijuana, suddivisi in dosi. Aveva anche 75 euro in banconote di piccolo taglio, presunto guadagno di precedenti cessioni, finiti sotto sequestro. AFFARI ITALIANI Era in coma etilico, ma guidava. Patente ritirata Operazione sicurezza della Questura tra discoteche e ristoranti della zona di Ciampino. 77 le patenti ritirate, tra cui autisti di bus e camionisti. In due notti “bruciati” 2200 punti patente di Tomas Puddu Martedí 02.11.2010 - Vanno in discoteca e al ristorante con l’auto e tornano a casa a piedi. È successo a 77 automobilisti che si sono visti ritirare la patente nel lungo ponte di Ognissanti, grazie ad un servizio di controlli disposti dal Questore di Roma Francesco Tagliente, e che hanno visto coinvolti gli uomini del commissariato della polizia di Stato di Marino diretti dalla dirigente Maria Martino e dalla Polizia Locale di Ciampino diretti dal Comandante Roberto Antonelli, concentrarsi in prossimità di tutti gli obiettivi cosiddetti "sensibili" quali discoteche, locali e ristoranti. L’attività è stata svolta per due nottate consecutive (dalla sera del sabato all’alba di lunedì). In particolare, le forze dell’ordine hanno elevato 77 provvedimenti di ritiro della patente per eccesso di velocità (48), guida in stato di ebbrezza (20) e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (9); 395 sanzioni per eccesso di velocità; 5 sequestri di autovetture, di cui 4 per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; 8 richieste di accertamenti specifici su altrettanti automobilisti, i cui risultati saranno noti in settimana; un sequestro di arma da taglio (coltello) e sostanze stupefacenti (hashish) per uso personale. Oltre 2200 punti complessivi decurtati per tutte le infrazioni descritte. Oltre alle infrazioni, nel corso dei controlli sono emerse alcune significative particolarità: la massima velocità rilevata ha riguardato un’autovettura transitata a 153 Km/h su un tratto di strada urbano dove la velocità massima è di 60 km; diversi automobilisti sono stati trovati positivi a più sostanze stupefacenti quali cocaina, hashish e droghe sintetiche insieme; un automobilista è risultato positivo all’alcol test con un tasso alcolemico 5 volte e mezzo superiore al consentito: tale soglia è quella massima prima del coma etilico; in diversi casi di guida in stato di ebbrezza e sostanze stupefacenti si trattava di autisti professionali: in un caso si trattava di un autista di mezzi pesanti e autobus di linea. Oltre al ritiro dei punti-patente, per coloro che sono risultati positivi all’alcol ed alla droga è scattata la denuncia penale, il sequestro o affidamento del veicolo a terza persona, la sanzione pecuniaria, il ritiro della patente e sospensioni della stessa per un periodo minimo di mesi 6 fino alla revoca disposta dalla Prefettura. CORRIERE ADRIATICO Rissa al bar Ubriaco e violento Arresto convalidato Ascoli Si è svolta l’udienza di convalida d’arresto che ha visto comparire davanti al giudice Emilio Pocci un venarottese che qualche giorno fa si è reso protagonista in un bar del quartiere di Borgo Solestà di una rissa con due rappresentanti delle forze dell’ordine. L’uomo è entrato all’interno del bar in condizioni di alterazione etilica, Ha continuato a bere. Poi, ormai in preda ai fumi dell’alcol, ha cominciato ad infastidire le persone presenti. Nonostante l’invito da parte del proprietario del bar a desistere dal suo comportamento, il venarottese ha continuato a disturbare gli esercenti. Ha quindi provveduto a richiedere telefonicamente l’intervento di una Volante. Quando i due agenti della Polizia gli hanno chiesto i documenti, l’uomo si è avventato su di loro ingaggiando un furioso corpo a corpo che si è concluso con il suo arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale - i due agenti sono stati refertati con una prognosi di 10 giorni - ed il conseguente trasferimento nella casa circondariale di Marino del Tronto. Il giudice Pocci ieri ha convalidato il suo arresto . Direttissimo il 14 febbraio. IL TIRRENO MARTEDÌ, 02 NOVEMBRE 2010 Ubriaco spacca la vetrata di un bar Intervento dei carabinieri in piazza dei Macelli per una rissa PRATO. Domenica notte movimentata in piazza dei Macelli e in via Magnolfi. Verso le 1,30 alcuni passanti hanno avvertito la centrale operativa dei carabinieri perché avevano notato dei giovani albanesi che si stavano picchiando vicino ad un locale notturno. Quando la pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri è arrivata ha però trovato soltanto ragazzo di 18 anni, albanese, residente a Prato, che è stato denunciato per rissa. Intorno alle 19 intervento della pattuglia mista “Pegaso”, composta da militari e agenti di polizia, in un bar di via Magnolfi. Un cittadino aveva segnalato che all’interno c’era una persona che stava molestando gli avventori. La pattuglia ha fermato ed identificato l’uomo: si trattava di un trentunenne campano residente a Campi Bisenzio. L’uomo, in evidente stato di ubriachezza, poco prima aveva preso una bottiglia e l’aveva scagliata contro una vetrina del bar. Nonostante la presenza dei militari e degli agenti l’uomo continuava ad avere un comportamento molesto. A fatica veniva calmato e accompagnato in questura dove veniva denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Nei suoi confronti anche una contravvenzione per ubriachezza in luogo pubblico. CORRIERE ADRIATICO Ciclabile a Campocavallo: dopo i sette fermi dei carabinieri, si è aggravata la posizione di alcuni stranieri Ubriachi alla pista, denunciati tre romeni Osimo Tre dei sette rumeni portati ieri nella caserma dei carabinieri di Osimo dopo il caos creato nella zona dei laghetti di Campocavallo e il fastidio procurato a podisti e passanti che trascorrevano la domenica mattina nella pista ciclabile sono stati denunciati per ubriachezza molesta. Mentre dovrebbe rientrare l’ipotesi della sanzione amministrativa (circa 150 euro a testa) per pesca abusiva in quanto le guardie ittiche li avrebbero sorpresi alticci e con le canne da pesca in mano ma non lungo la riva del Musone, bensì nell’adiacente strada, vicino alle loro auto, dove fra l’altro i carabinieri intervenuti sul posto verso le 10,30 hanno trovato anche bottiglie di alcol vuote. Ma al di là dell’episodio dell’altro ieri, torna a galla il problema della sicurezza lungo il percorso ciclo-pedonale. Non a caso, viste le molteplici segnalazioni giunte in Municipio, il sindaco Simoncini domenica si è portato subito a Campocavallo per verificare l’entità dei danni sulle bacheche segnaletiche di legno che illustrato caratteristiche della Valmusone. Ma non solo vandalismi, i volontari delle guardie ittiche hanno ribadito che “quasi tutti i giorni registriamo pescatori abusivi, soprattutto immigrati che non pescano per sport, ma per cibarsi, e poi i tanti furti nelle auto parcheggiate. La sera poi –ha raccontato domenica un volontario- non osiamo venire, la sicurezza non c’è proprio”. Per questo il Pd ha presentato una mozione, che sarà presto discussa in Consiglio dove si ritiene opportuno “riservare il servizio anche a coloro che volessero frequentare la pista ciclo-pedonale in orari notturni, anch’essi volenterosi di salvaguardare il proprio benessere”. E visto “che esistono sul nostro territorio aziende che progettano sistemi di illuminazione pubblica che superano tecnologie tradizionali, ottenendo prodotti che mirano al massimo risparmio energetico ed economico” si impegna l’amministrazione “a prevedere l’illuminazione della pista ciclo-pedonale attraverso l’utilizzo di tecnologie rinnovabili”. IL CORRIERE FIORENTINO I démoni di mio fratello Francesco Giovanni Nuti: «Ora li ha battuti. E tornerà a lavorare» Il vero nemico è stato l’alcol L’ha incontrato all’apice e la caduta è stata fragorosa Adesso vive di nuovo a Prato, articola frasi, la mente è lucida. Ha vinto la sua guerra. E lo sa Non ha retto l’enorme peso del successo. Come Marilyn, soggetto della sua canzone più bella Non potrà più recitare film ma dirigerli invece sì Nel cassetto ha due copioni In piedi, per favore, e chapeau. S’avanzerà l’ombra di uno strano soldato sul red carpet della fragile e opinabile celebrità cinematografica. Venerdì, una serata tutta per lui. Lui che non ci sarà perché ancora si sta allenando a rivivere, dopo aver vissuto in maniera talvolta sconsiderata. Può appena camminare, lentamente, per pochi minuti al giorno. La sua mente, lucidissima e acuta, partorisce pensieri e idee che per il momento riescono a tradursi in parole sillabate con enorme fatica. Ma se anche Francesco Nuti, a sei anni dalla sua caduta fisica e morale, fosse stato in condizione di presentarsi pubblicamente vispo e in forma come Caruso Paskowski avrebbe egualmente dribblato, con educazione, il set dei sorrisi forzati e delle passerelle in cartapesta. Dopo aver visitato l’inferno e aver combattuto contro i suoi Dèmoni, sconfiggendoli faticosamente uno ad uno, è arrivato a farsi un’idea precisa sul valore che si deve dare a ciascuna cosa terrena. Sicchè, il poeta che aveva generato il comico oggi è un filosofo. Ha imparato a distinguere la realtà dalla finzione. Ha cancellato dal suo vocabolario la parola vanità, madre di tutte le umane tragedie. Resta Francesco, con il suo miracolo di sopravvissuto e con i suoi affetti più autentici, raccontato qui dal fratello Giovanni. Un medico, ma anche a sua volta musicista cantautore, artista sensibile e colonna sonora di tutti i film grazie ai quali Nuti si è fatto amare al punto da meritare, venerdì sera, la prevedibile standing ovation. Dottor Giovanni, partiamo subito dal dramma che avrebbe potuto concludersi in tragedia. Una notte di settembre, a Roma. «Quattro anni fa. Francesco è solo, nella sua casa ai Parioli. Si alza dal letto, esce dalla stanza e infila la scala che porta da basso, in cucina. Scivola e cade. Batte violentemente il capo contro lo spigolo di un gradino. Perde i sensi. Lo troverà, così la governante nove ore dopo. La corsa in ospedale. L’intervento chirurgico. Il miracolo». Ha detto miracolo? «Lo ripeto, usando la medesima parola usata dal professor Santoro che lo operò per quel trauma cranico che avrebbe potuto essere fatale». Il cinema avrebbe perso un grande autore... «Mi perdoni, di più. Io avrei perduto una parte di me stesso. Anna Maria, la sua compagna, un uomo dolce. Ginevra, la sua bimba di undici anni, un papà tenerissimo. Anna, nostra madre, un figlio adorato. Infine, il mondo avrebbe dovuto fare a meno di un poeta» Un poeta maledetto, per certi versi. «Come tutte le anime fragili e sensibili che, prima o poi, si trovano a dover fare i conti con i Dèmoni privati. Quello di Francesco, il più subdolo e devastante, si chiamava alcol». Alcuni parlarono anche di droga. « Una sciocchezza enorme. Mio fratello ha il terrore persino delle medicine!». Quando avvenne e perché, semmai esiste l’incontro smodato di Francesco con i liquori? «All’apice della sua carriera, paradossalmente. Quando si trovava seduto sulla cima della montagna. Per questo la caduta fu più devastante. Il perché è scritto nel suo carattere. La difficoltà di reggere l’enorme peso del successo. Accadde anche a Marilyn che, non a caso, è la protagonista di une delle più belle canzoni mai scritte da Francesco». Si pensava che la depressione fosse arrivata dopo il fallimento di «Occhio Pinocchio» per il quale Vittorio Cecchi Gori rischiò di finire in mutande. «Un capolavoro che il pubblico non capì anche per quel taglio di venti minuti che dovevano illustrare il famoso Paese dei Balocchi. In effetti, io chiamato per comporre la colonna sonora non mi resi conto di ciò che mio fratello voleva dire. Litigammo. Lui avrebbe voluto realizzare un film silenzioso». Il fallimento di quell’esperienza portò all’esaurimento della vena creativa? «Non del tutto. Realizzò altri due film: Caruso, zero in condotta e Il signor Quindicipalle. Certamente robette rispetto alla sua produzione precedente». Ma lei. Giovanni, come fratello e come medico non si accorse della china lungo la quale stava scivolando Francesco? «Io vedevo, io sapevo e avrei anche voluto intervenire. Ma lui, un classico per coloro che soffrono di depressione autodistruttiva, tendeva sempre di più verso l’isolamento. Immaginava di poter tenere sotto controllo il Dèmone che, invece, giocava con lui. Ricordo ciò che mi disse il responsabile degli Alcolisti Anonimi: non creda di poterlo salvare se non sarà lui a volerlo fare». E lui ce l’ha fatta. « Eccome. Ha vinto la sua guerra e, soprattutto, è consapevole di questo grande successo ottenuto. Oggi, dopo aver corso il rischio non solo di morire ma peggio ancora di trovarsi a sopravvivere come un vegetale, sta completando un percorso che lo ha già portato ad una forma di spiritualità interiore eccezionale. Tant’è, ha lasciato la sua casa di Roma per tornare a vivere qui a Prato dove la nostra mamma non lo abbandona mai e dove ha ritrovato tutti i suoi vecchi amici di un tempo. Ora riesce anche a muovere qualche passo e ad articolare delle frasi. Tra un anno dovrebbe essere in grado di vivere una vita quasi normale». Anche di tornare al lavoro? «Certamente non per recitare. Ma lui è un ottimo soggettista e sceneggiatore. Nel cassetto ha un paio di film che meriterebbero di essere prodotti. Olga e Quando potrò cullare un bambino. Eppoi, la regia la si può fare anche da seduti. Intanto, insieme, scriviamo canzoni come ai vecchi tempi». Sul genere di «Sarà per te», un motivo bellissimo presentato a Sanremo? «Mi auguro ancora più belle: Uscirà, presto, un CD intitolato Le note di Cecco del quale un brano farà da colonna sonora al documentario di Mario Canale, Mi chiamo Francesco e vengo da lontano, che verrà presentato a Roma venerdì. Mio fratello lo ha già visto e, mentre lo guardava, si è commosso fino alle lacrime». Non avrebbe, Francesco, la tentazione di farsi accompagnare alla serata in suo onore? «Neppure se fosse in grado di camminare. Certi Dèmoni sono stati sconfitti e non torneranno mai più». LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Altamura, ubriaco travolge motociclista e scappa: arrestato
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