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Rassegna alcol e guida del 3 novembre 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

CORRIERE DELLA SERA – FORUM NUTRIZIONE
Martedì, 02 Novembre 2010
Alcol la droga più dannosa per la società

Gentile Dottore,
le chiedo un commento in merito all’articolo in oggetto (http://www.corriere.it/salute/10_novembre_01/alcol-droga-stupefacenti-danni-lancet_067bae72-e5af-11df-b5c0-00144f02aabc.shtml), anche perché la fonte è un organismo indipendente e quindi non si capisce quanto sia affidabile.
Inoltre ho l’impressione che la questione sia malposta o almeno posta con un’ottica "di parte", però non so: è una sensazione.
grazie
Max

Risponde Andrea Ghiselli
E’ iperaffidabile sia l’organismo indipendente (proprio perché indipendente) sia la rivista scientifica che ha ospitato la pubblicazione. Sono anni che denunciamo la pericolosità dell’alcol, anche in piccole quantità. Non esiste il "bere moderato" è un concetto sbagliato, perché anche poco, anche un bicchiere al giorno fa danno. Certo, fa la metà del danno di due bicchieri e un quarto del danno di quattro...ma sempre danno è. Ci scordiamo (o meglio, mettiamo a tacere) che l’alcol è la seconda causa di cancro dopo il fumo di sigaretta e la prima causa di morte tra i giovani!
Non capisco però cosa intenda con ottica di parte (certo è dalla parte della salute del consumatore) e questione malposta, vuole spiegarmelo meglio?



LA NAZIONE
PRIMO PIANO FIRENZE
PALAZZO VECCHIO MOZIONE DI PUGLIESE (PD): SI ALL’UNANIMITA’ IN COMMISSIONE. CHIESTO ANCHE UN ASSESSORE COORDINATORE
Pugno di ferro: licenze sospese a tempo. Tutti d’accordo
IL CONTRASTO all’abuso di alcol potrebbe iniziare dalla sospensione temporanea della licenza per i locali che si rendono responsabili di “comportamenti illeciti reiterati nel tempo”. E’ questa la filosofia che ha mosso la mozione proposta dal consigliere comunale Andrea Pugliese ( Pd) approvata ieri all’unanimità dalla commissione sviluppo economico. L’obiettivo è proporre misure per ottenere un comportamento responsabile nella somministrazione e consumo di alcol, per evitare risse, schiamazzi eccessivi, molestie legate all’ubriachezza. E, soprattutto, che si possano verificare episodi come quello del 16 ottobre scorso, quando una ragazza, minorenne, si sentì male – a causa del troppo alcol - durante la serata di fine occupazione della scuola. Le bevande alcoliche erano state comprate proprio in un minimarket e in un kebab della zona di Santa Croce. La mozione impegna il sindaco e la giunta a intensificare l’attività coordinata fra polizia municipale, forze dell’ordine, a coinvolgere le associazioni di categoria per un rapido aggiornamento del codice di autoregolamentazione dei pubblici esercizi per favorire l’applicazione rigorosa della normativa vigente. (*)  “Visto l’argomento – ha detto il presidente Enrico Bertini (Pd) – la commissione ha lavorato a lungo su questa mozione. L’aspetto più significativo è l’invito al sindaco a individuare un assessore che svolga un’azione di coordinamento fra tutte le direzioni dell’amministrazione coinvolte nelle attività di contrasto e di punizione dell’abuso di alcolici”.
I CONSIGLIERI Stefano Alessandri e Marco Stella ( PdL) hanno una visione diversa della questione, puntando, nella lotta all’eccessivo consumo giovanile al coinvolgimento delle famiglie, delle scuole e delle associazioni sportive. “Siamo fermamente convinti – dicono – che per risolvere il problema occorra coinvolgere le associazioni di categoria per un rapido aggiornamento del codice di autoregolamentazione dei pubblici esercizi per favorire l’applicazione rigorosa della normativa vigente, in particolare per ciò che attiene al divieto di vendita di alcolici ai minori”. Secondo Alessandri e Stella è “altrettanto evidente che accanto a un’azione di prevenzione, occorra intervenire in modo efficace nel reprimere i comportamenti illegali. L’introduzione di una serie di sanzioni pecuniarie che colpiscano gradualmente comportamenti illegali nell’assunzione e nella somministrazione di bevande alcoliche sarà verificata nei modi e nei contenuti al momento della presentazione di una proposta da parte degli uffici al consiglio comunale”.
gi. mar

(*) Nota: autoregolamentazione? L’obbligo di non vendere alcolici ai minori di sedici anni deriva dal codice penale, cosa c’entra l’autoregolamentazione? Esistono forse dei codici di autoregolazione per gli altri articoli del codice penale?


LA NAZIONE
Alcol e droga, la miscela esplosiva di Santa Croce
Dopo la rissa in via de’Benci, cresce l’allarme tra i commercianti. Dito puntato su spaccio e vendita nei market
Firenze, 3 novembre 2010 - “Stiamo attenti, perché Santa Croce è una polveriera. D’ora in poi può succedere di tutto: il quartiere rischia di diventare un casbah incontrollabile”. L’ultimo allarme sulla “zona rossa” del centro storico non arriva da un residente stremato dalle turbolenze della movida ma da Daniele Locchi, esponente di Confcommercio nonchè proprietario del Negroni. Uno che la notte la “mastica” da più di 30 anni.
Un commento amaro e diretto il suo che si inserisce nel dibattito nato dopo la scazzottata-choc avvenuta sabato notte al Moyo di via de’ Benci, l’ “autostrada” del divertimento sgangherato per eccellenza. “Intendiamoci - dice Locchi - i nostri locali passano da protagonisti di questi fenomeni, ma in realtà noi siamo le vittime di un sistema che non va”. Quale sistema? “Quello del proliferare di spacci e mini-market che vendono alcolici ad ogni ora della notte. Senza senso e senza regole. E noi che le regole le abbiamo, che facciamo somministrazione assistita, alla fine ci troviamo in mezzo a questa miscela esplosiva” spiega Locchi. Che aggiunge: “Qualcosa deve cambiare, ma serve lo sforzo di tutti. Ci vuole maggiore sensibilità, dobbiamo collaborare con le forze dell’ordine che non sono contrapposte a noi ma nostre alleate”.
Il putiferio dell’ultimo fine settimana ha lasciato il segno. La finestra sulle notti difficili di Firenze è di nuovo spalancata. E dal balcone si vedono le ferite aperte di vecchi problemi - abuso di alcol, droga, risse e tensioni - che non si risolvono mai. Anzi, se possibile, si acuiscono. Lorenzo Segre, titolare del Moyo e di numerosi locali di punta della movida più in, sposta il fuoco del problema. “Si parla tanto di alcol. E’ vero, molti ne abusano, ma qui il problema reale è lo spaccio di droga che imperversa in città. - dice - Basta vedere tutta la sovreccitazione che c’è in giro, la notte, per rendersi conto di cosa parlo. Certi comportamenti non dipendono da un cocktail in più, ma dalla cocaina, dalle pasticche...non c’è altra spiegazione”.
Comunque stiano le cose, c’è qualcosa che non va. A livello culturale. E in un certo senso anche politico. E’ la tesi di Aldo Cursano, presidente Fipe: “Siamo di fronte a una deriva sociale, dobbiamo fare qualcosa per i nostri figli. I guai grossi sono cominciati con la liberalizzazione della vendita di alcolici. Ormai non ci sono più regole, l’alcol si trova dovunque e a qualsiasi ora. Come l’acqua minerale”. “C’è un dato poi - aggiunge - che ci dovrebbe far riflettere: il consumo nei pubblici esercizi si è ridotto al 25% del totale. Ciò significa che tre quarti dei consumi avvengono nel sottobosco di mini-market e negozietti che svendono gli alcolici a prezzi stracciati. E’ un paradosso perchè l’acquisto dei liquori, che come le sigarette non fanno certo bene alla salute, dovrebbe essere scoraggiato o perlomeno controllato come avviene negli esercizi storici. Ormai invece impazza il paghi 2 e bevi 5. Ed è una follia. Le istituzioni devono intervenire per arginare il fenomeno”.
E un appello alle istituzioni, e in particolar modo a Palazzo Vecchio, arriva anche dalla Confesercenti con Stefano Fontanelli che torna a chiedere all’amministrazione comunale di “riprendere il tavolo costituito prima dell’estate”. “E’ necessario - sottolinea Fontanelli - che ci sia al più presto una nuova convocazione. Dobbiamo tornare a studiare iniziative, coordinandole tra i diversi soggetti in campo, che possano fare qualcosa per contrastare l’eccesso e i modelli negativi di comportamento”. In poche parole, dicono da Confesercenti, non ci si può più nascondere. “La vendita abusiva di alcolici, per esempio, va contrastata con forza - sottolinea Fontanelli - Lo sappiamo tutti che dopo le dieci e mezzo, in centro, girano decine di persone che vendono bottiglie per la strada. Cominciamo ad eliminare questo canale”. (*)

“Sono due-tre le strade davvero critiche, basterebbe aumentare i controlli lì” dice invece Uliano Ragionieri che conviene con gli esercenti sulla necessità di un maggior controllo nel centro storico. I buoni propositi, insomma, ci sono tutti. Ma certe aree della città restano incandescenti. E la sensazione è che ormai, che sia estate o inverno, certi fenomeni siano diventati una costante. Con la quale la città è costretta a convivere cercando, e questo è il senso di questa prima sfida, perlomeno di non soccombere.
di EMANUELE BALDI

(*) Nota: i gestori dei locali notturni, gli stessi che si avvalgono del codice di autoregolamentazione per limitare la vendita degli alcolici, si lamentano della concorrenza dei venditori ambulanti e dei negozi. Per questi, però, stranamente non invocano un codice di autoregolamentazione, ma chiedono regole severe.


CORRIERE DI COMO
Giovani e alcol, i gestori dei locali fanno appello alle famiglie
Allarme dopo il blitz in via Milano Il portavoce, Gianni Pina: dove non arrivano le regole, deve intervenire il buonsenso. «Puntare il dito contro i gestori dei locali, a volte, è facile. Troppe famiglie lasciano la responsabilità dei ragazzi alle discoteche e alle scuole».
Mercoledì 03 Novembre 2010 - Lui, Gianni Pina, dice sempre di aver trattato i clienti della sua discoteca «come un buon padre di famiglia»: dove non arrivano le regole, «deve intervenire il buonsenso». (*) Storico proprietario della discoteca “Charlie” di Como (oggi Cfc), rappresentante dei gestori di locali notturni nella commissione di vigilanza prefettizia ed esponente del Silab, il più grande sindacato italiano dei locali da ballo, Pina conosce molto bene il mondo della movida notturna.
Nel blitz di sabato notte, che ha portato alla chiusura del discopub “Mangu” di via Milano, all’interno del locale la polizia locale ha trovato diversi minori di sedici anni con un tasso alcolemico positivo, fino a 0,42 grammi litro.
Torna così alla ribalta il problema dei giovani, o meglio dei “troppo giovani”. Ragazzini di quattordici anni che spingono per entrare in discoteca: vogliono tirar mattina, bere e fare tutto ciò che, in altre epoche, un quindicenne non si sarebbe nemmeno sognato.
«Controllare l’età di chi assume gli alcolici, per un gestore, è davvero difficile - spiega Pina - Faccio un esempio: se al bancone si presenta un sedicenne (che quindi ha l’età per bere, ndr) ma poi passa il drink all’amico quindicenne, chi mai potrà fermarlo? Nessuno. È un grosso problema, questo. Dopo quarant’anni, nessuno ha ancora capito come risolverlo. Ricordo ancora le domeniche pomeriggio al “Charlie”, quando comunque non servivo alcolici: avevo mille persone fuori dal locale che premevano per entrare. Metà aveva i documenti, l’altra metà no. E quindi, chi a prima vista sembrava giovane, nel dubbio rimaneva fuori».
Secondo Pina, nella gestione del fenomeno le famiglie dovrebbero avere un ruolo più incisivo. «L’età di accesso in discoteca si è abbassata. Quando avevo sedici anni non tornavo certo alle tre di mattina. Non voglio criminalizzare nessuno, però anche le famiglie dovrebbero iniziare a controllare di più: i genitori non possono delegare ogni responsabilità all’insegnante o al gestore di una discoteca. Salvo poi, ovviamente, fare il diavolo a quattro se succede qualcosa. Ho sempre cercato di gestire la discoteca con lo spirito del buon padre di famiglia».
E proprio in collaborazione con il Silab, il sindacato rappresentato da Gianni Pina, l’Asl di Como ha avviato, dalla scorsa estate, una campagna di sensibilizzazione su droga e alcol rivolta ai teenager. Due unità mobili “Giovani e divertimento” vengono piazzate all’esterno dei locali più frequentati della provincia di Como. Sono finanziate dalla Regione Lombardia e coordinate dalla stessa Asl.
L’obiettivo della sensibilizzazione è informare e migliorare la percezione del rischio legato al consumo di sostanze, diminuire il rischio di incidenti stradali dovuti ad alcol e droga e favorire l’accesso ai servizi di cura. Tramite un etilometro, le due unità mobili possono anche osservare l’evolversi degli stili di consumo tra i giovani: finora sono state effettuate 830 rilevazioni di tasso alcolico a Como (piazza Cavour, piazza Duomo, piazza Matteotti, piazza Mazzini, Villa Geno, hangar, giardini a lago) e a Domaso, Novedrate, Pusiano e Blevio. In futuro questi dati, raggruppati ed elaborati, potranno dare la misura del fenomeno “giovani e alcol” in provincia di Como.
Andrea Bambace

(*) Nota: a me sembra più logico il contrario: dove non arriva il buonsenso devono intervenire le regole.


IL TIRRENO
MERCOLEDÌ, 03 NOVEMBRE 2010
Una crociata contro sigarette e alcol nei parchi pubblici
Il Giardino Scotto un po’ come Central Park: no a sigarette e alcolici al parco.l’idea appassiona il vicesindaco che ci sta studiando
DANIELE BENVENUTI
PISA - Comune che vai, divieto che trovi: un’ordinanza per vietare il fumo, le bevande alcoliche e l’uso di stupefacenti all’interno delle cinquanta aree verdi attrezzate (cioè con spazi giochi per bambini) nel comune di Pisa. Questa l’idea su cui sta lavorando il vicesindaco Paolo Ghezzi per dare una risposta concreta a quanti chiedono che queste aree, per la maggior parte frequentate da famiglie con bambini, siano mantenute integre. Il caso del piccolo che nei giorni scorsi al Giardino Scotto ha raccolto una siringa, non è che uno degli aspetti più eclatanti di una situazione più volte evidenziata dagli stessi genitori. Per un bambino che gioca sull’altalena, infatti, non è molto edificante vedere qualcuno che ingurgita mille birre o fuma come un turco, per non parlare degli stupefacenti. Tutte azioni che adesso sono consentite e non possono essere quindi contrastate. Un’ordinanza per il divieto di fumare nei parchi pubblici è sicuramente il passaggio più semplice avendo già precedenti in Italia (senza citare New York dove addirittura si sta allargando il divieto a tutto lo Stato). A Napoli, ad esempio, l’ordinanza è già in vigore, Milano la sta studiando forte anche di una ricerca condotta dall’Istituto Mario Negri tra il 2009 e il 2010; ricerca su un campione di 6234 adulti secondo il quale il 64,6% di cittadini si è detto favorevole a restrizioni antifumo nei giardini e nei parchi e il 68,5% addirittura negli stadi. «È un’idea concreta per rendere queste zone verdi oasi per i bambini e per le famiglie - spiega il vicesindaco Ghezzi -. Se una ordinanza che vieti il fumo sarebbe semplice da realizzare sulla scorta di altre simili, la novità sarebbe quella di unirvi anche il divieto di alcolici ed uso di sostanze stupefacenti. Proprio per questo stiamo valutando la legittimità di un simile atto».
Un divieto che darebbe strumenti di intervento alle forze dell’ordine anche attraverso i sistemi di videosorveglianza dove presenti (ad esempio lo Scotto). Ancora Ghezzi: «Al di là del fumo, adesso è consentito fare abuso di alcol o addirittura fumare uno spinello in un parco comunale. I custodi possono solo chiedere di smettere. Una ordinanza darebbe invece gli strumenti per intervenire e di conseguenza sarebbe un deterrente. È ovvio che una operazione del genere deve essere equilibrata - conclude il vicesindaco - e può avere un senso in spazi dedicati principalmente ai bambini. La battaglia è giusta anche se porterà polemiche. Ne avrebbe meno, ad esempio, se il divieto fosse richiesto anche ad esempio per le logge di Banchi o le gallerie di viale Gramsci».
Resta dunque da fare una visita al Giardino Scotto, oasi di gioco per i bimbi, per scoprire cosa pensano i cittadini: «Veniamo qui almeno tre volte alla settimana - dice Claudio, fermando per un attimo il passeggino su cui siede suo figlio Leonardo - e ci troviamo bene. Questo è un polmone verde di Pisa e spesso a Leonardo dà fastidio passare in mezzo a gente che fuma. In ogni caso i desideri di tutti vanno assecondati e si potrebbero creare delle aree per fumatori all’interno del parco».
Passeggiando allo Scotto, ci si ricorda che vecchi e bambini non hanno poi abitudini tanto differenti e capita di incontrare parecchi anziani che camminano lentamente fra scivoli e altalene: «Da quando mi hanno investito sulle strisce pedonali, passo qui ogni almeno un’ora al giorno - sospira Piero, un neurochirurgo in pensione di 90 anni appoggiato alle sue stampelle -. Come si fuma dentro si fuma anche fuori dal parco, ma questo verde va preservato».
Vicino ad un gruppo di adolescenti che hanno marinato la scuola, contrari al divieto, si incrocia il caso paradossale di una mamma che fuma mentre suo figlio si sfrena beatamente tra i giochi.
A pochi passi di distanza, una famiglia francese è soddisfattissima del parco e contraria alle sigarette, ma si lamenta di non essere mai riuscita a vedere i famosi sotterranei del giardino.
Un addetto alla pulizia dello Scotto commenta: «Sono altre le cose che dovrebbero vietare oltre alle sigarette... il giardino è ben tenuto ed è sotto sorveglianza. Ma quante siringhe ci è capitato di trovare nella zona riservata ai cani...».


LA STAMPA
TRAGEDIA NEL NAPOLETANO
Uccide il padre per difendere la madre e il paese lo ringrazia
Acerra, manette a un ventunenne "Era ubriaco, volevo solo salvarla"
NAPOLI, 2/11/2010 Non era la prima volta. E non sarebbe stata neanche l’ultima. Ubriaco ha iniziato ad essere violento, con la moglie. Una lite di fronte alla quale il figlio Francesco, 21 anni, ha deciso di reagire. Forse la rabbia, forse la disperazione per una situazione che andava avanti da tempo. Soprattutto un obiettivo preciso: difendere la mamma, mettere fine alle violenze, ha raccontato ai carabinieri. E così, ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito il padre al petto, per quattro volte. Uccidendolo. Ad Acerra, comune alle porte di Napoli, che a casa Buonavolontà l’atmosfera fosse complicata lo sapevano tutti. Ecco perchè oggi, in tanti, si sono schierati dalla parte di Francesco. La sua colpa? «Ha solo difeso la sua famiglia», hanno detto tutti. E poi, ancora: «Francesco sarà stato disperato per compiere quel gesto.
Il padre era violentissimo, nessuno qui ha un buon ricordo di Mauro» Mauro Buonavolontà, 42 anni, un passato pieno zeppo di problemi, con le dipendenze, droga e alcol, e con la legge, ieri sera è arrivato a casa della suocera poco dopo le 23. Era ubriaco e la moglie è finita nel suo mirino, come già era più volte accaduto. Non a caso a suo carico aveva una denuncia per maltrattamenti in famiglia. Erano in cucina, con loro anche l’ultimo dei loro figli, di soli 17 mesi.
Le urla di aiuto della donna si sono immediatamente sentite in ogni angolo della casa, anche al piano superiore, dove c’erano gli altri due figli: Francesco e il fratello 17enne. Entrambi sono scesi giù, in cucina. Prima, a dividere il papà e la mamma, ci ha provato il 17enne. Poi, è intervenuto Francesco. In pochi attimi, l’omicidio. In paese non si racconta che della violenza, ordinaria, di Mauro. Un attaccabrighe, dicono. Che mesi fa ha accoltellato un vicino di casa con il quale aveva litigato, e che quando era stato licenziato da autista di ambulanze, aveva rubato e incendiato i mezzi di soccorso. È stato anche in carico ai servizi sociali, quando era tossicodipendente. Quegli stessi servizi che ora, dice il sindaco di Acerra, Tommaso Esposito, prenderà in carico la famiglia di Mauro, «stravolta dalla tragedia».
La notte scorsa, quando i carabinieri sono arrivati in via Caporale - in uno di quei palazzi un po’ diroccati e con la corte al centro e con un fiocco davanti alla porta a ricordare che lì era nato un bimbo - la famiglia Buonavolontà, forse per la prima volta unita, ha cercato di negare quanto successo. La moglie, al pari del figlio 17enne, hanno dato una versione diversa: Mauro era stato ferito altrove, e poi si era sentito male in casa. Ma i racconti sono apparsi subito contradditori. E poi c’era l’assenza di Francesco. Il 21enne, dopo aver nascosto il coltello in un tombino, era andato in piazza Castello dove le voci erano già arrivate e dove in tanti gli hanno detto, «hai fatto bene». Anche Francesco, anche lui autista di ambulanze e lavori vari per aiutare gli altri, con i carabinieri, sulle prime, ha negato. Poi, durante la notte, ha confessato. Soprattutto ha ammesso: la sua famiglia, sua madre, non ce la facevano più a subire. Erano disperati. E così quel gesto, chissà quanto razionale. E un omicidio, quello del papà.


YAHOO NOTIZIE
Torino: ubriaco aggredisce moglie e accoltella figlio, arrestato
Torino, 3 nov. - (Adnkronos) - Tentato omicidio. E’ l’accusa di cui dovra’ rispondere un marocchino di 49 anni, arrestato ieri sera dai carabinieri di Susa. L’uomo, rientrato a casa ubriaco ha prima insultato la moglie, poi, afferrato un grosso coltello da cucina si e’ scagliato contro il figlio causandogli profonde lesioni al volto e al collo. Soccorso e medicato in ospedale, il giovane e’ stato giudicato guaribile in una quindicina di giorni.


RIVIERA24
Accusato di abusare della convivente quando rincasava ubriaco: a processo un 59enne di Ventimiglia
Ventimiglia, 03/11/2010 - L’uomo, accusato di violenza sessuale, avrebbe in piu’ occasioni picchiato, minacciato ed esercitato violenza psicologica nei confronti dell’allora compagna, obbligandola ad avere dei rapporti.
Rito abbreviato, domattina (giovedi’ 4), davanti al gup Eduardo Bracco di Sanremo, per un ventimigliese di 59 anni, G.A., accusato di aver piu’ volte abusato della convivente, quando rincasava ubriaco. I fatti risalgono al 2007. L’uomo, accusato di violenza sessuale, avrebbe in piu’ occasioni picchiato, minacciato ed esercitato violenza psicologica nei confronti dell’allora compagna, obbligandola ad avere dei rapporti.
di Fabrizio Tenerelli


SENZACOLONNE
Picchia la moglie e finisce in cella
BRINDISI. Mercoledì 03 Novembre 2010 - Ha picchiato selvaggiamente la moglie, le ha addirittura rotto un timpano. Ma la gelosia non c’entra, la discussione, probabilmente esasperata dai fumi dell’alcol, aveva altre origini. La disperazione per un lavoro che non c’è, per una situazione famigliare problematica, per l’insoddisfazione quotidiana nell’affrontare la vita senza alcuna speranza.
In carcere è finito Alessandro Liardo, 35 anni, già noto alle forze dell’ordine. I fatti sono accaduti nella notte di ieri, quando una richiesta d’aiuto da parte di una 21enne in lacrime è giunta al centralino della polizia: la donna ha chiamato al 113 e ha detto di essere in pericolo, ha specificato che in una abitazione del quartiere Commenda, la sua abitazione della quale ha fornito l’indirizzo preciso, c’era una persona, suo marito, che gliele stava dando di santa ragione. La coppia ha due figli piccoli, di 2 e 3 anni e la scena si stava verificando davanti agli occhi terrorizzati dei bambini.
Era così sfuggita di mano la situazione che non aveva neppure la possibilità, la giovane madre, di aprire la porta di casa. Quando i poliziotti sono giunti sul posto hanno dovuto perfino sfondare la porta per entrare.
Hanno subito placato l’uomo che sembrava fuori di sé. Un’ambulanza ha soccorso la donna che è stata portata al Pronto soccorso dell’ospedale di Brindisi dove le è stata diagnosticata la rottura di un timpano, tanto erano state violente le percosse che aveva subito.


IL GIORNO
Droga e alcol all’Halloween party
"Il ragazzo è troppo grave per il trapianto del fegato" I medici del Niguarda definiscono disperate le condizioni del 17enne finito in coma durante una festa al Centro sociale Leoncavallo. De Corato: "Una tragedia annunciata. Cos’altro dovrà succedere prima che si decida di chiudere i centri sociali abusivi?"
Milano, 3 novembre 2010 - «DISPERATE». I medici del Niguarda non usano mezzi termi per definire le condizioni del ragazzo di 17 anni che l’altro ieri notte è finito in coma durante una festa al Centro sociale Leoncavallo. Un malore gravissimo, provocato da una miscela di droghe e alcol. Un mix che, a dire dei sanitari, potrebbe risultare letale anche in conseguenza del fatto che il minorenne era già affetto da una seria patologia al fegato.
L’ALTRO ieri i medici avevano pianificato addirittura un trapianto di fegato, organo seriamente compromesso sia dalle menomazioni congenite sia dall’abuso di farmaci e droghe, ma ieri gli stessi sanitari hanno dovuto accantonare l’ipotesi di portare il paziente in sala operatoria considerate le sue precarie condizioni. «Mancano le forze per sostenere un’operazione così delicata...». Altri organi sono infatti fortemente danneggiati e il giovane presenterebbe anche una sospetta emorragia cerebrale riportata durante la caduta, quando ha sbattuto la testa. Aveva nel sangue anche un’elevata percentuale di cannabis, che insieme alle anfetamine avrebbe creato un cocktail micidiale.
TANTO che i danni al fegato non sarebbero i soli a compromettere le condizioni del ragazzo: le droghe avrebbero causato un effetto domino anche su altri organi, che secondo i medici sono in «probabile compromissione». Il giovane, originario di Lucca, era arrivato in via Watteau per partecipare alla festa di Halloween organizzata e pubblicizzata sul sito del Leonka, il centro sociale più famoso di Milano. Un mega party con circa un migliaio di partecipanti che secondo i racconti di chi vi ha partecipato sarebbe sfuggito al controllo degli addetti alla sicurezza. Gli stessi organizzatori infatti, consapevoli dei rischi di concentrare un numero così elevato di giovani, avevano approntato un poderoso servizio d’ordine per controllare che non si facesse abuso di droghe e che l’alcol non fosse consumato a fiumi. Evidentemente però non è bastato. Non solo il giovane è finito in coma, ma anche altri partecipanti hanno avuto bisogno dell’intervento dei volontari del 118 e un coetaneo è finito all’ospedale.
ANCHE un terzo giovane, forse in preda all’alcol o per uno stordimento causato da qualche tipo di droga assunta durante la festa ha perso l’equilibrio ed è caduto da un’altezza di circa quattro metri.
Già ieri subito dopo che la notizia era stata resa nota, lo storico leader del Centro sociale, Daniele Farina, aveva paventato addirittura lo stop per queste manifestazioni. «Se in occasioni come queste si sfiora la tragedia meglio fermarsi», aveva commentato addolorato dall’epilogo della festa.
di Tino Fiammetta


ROMAGNA OGGI
Ravenna, urta cordolo della rotonda con l’auto della nonna. Era ubriaco
RAVENNA, 3 novembre 2010 - Gli agenti della Polizia Stradale di Faenza hanno effettuato nel cuore della notte tra lunedì e martedì una serie di servizi finalizzati al controllo della sicurezza stradale. La prima patente è saltata intorno alle 2.30, quando un ravennate di 35 anni è stato sorpreso percorrere l’Adriatico con un tasso di alcol nel sangue pari a 1,10 grammi per litro alla prima prova e 1,17 alla seconda. Per il conducente, che si trovava al volante di una ‘Golf’, anche la denuncia.
In via Trieste un 28enne è finito con la sua ‘Ford Fiesta’ contro il cordolo della Rotonda Finlandia. L’accertamento al test dell’etilometro hanno consentito di appurare che aveva nel sangue un tasso oscillante tra 1,74 e 1,77 grammi per litro. La vettura non è stata confiscata poiché intestata alla nonna.


CORRIERE ADRIATICO
Movimentato episodio davanti a una discoteca. L’uomo è stato bloccato dopo qualche metro dai carabinieri
Ubriaco ruba un’auto e causa un incidente
Matelica Una serata di divertimento è finita con una denuncia per tentato furto e guida in stato di ebbrezza. Il fatto ha visto protagonista l’altra notte, C.V., operaio di 43 anni residente a Castelraimondo che qualche ora prima si era recato in discoteca, per festeggiare in allegria la serata di Halloween. Solo che all’uscita, complice qualche bicchiere di troppo, qualcosa non è andato per il verso giusto. Fatti pochi passi l’operaio è entrato in un’auto, al buio, ed ha tentato di accenderla senza riuscirci. Dopo aver armeggiato un po’ sotto il cruscotto ha deciso di proseguire con il motore spento, lungo la discesa davanti al locale notturno.
Dopo diversi metri “a folle” la corsa però si è fermata contro un’altra vettura, regolarmente parcheggiata in sosta. La scena è stata notata dai carabinieri, in pattuglia per i consueti controlli del fine settimana, disposti dal comandante della compagnia carabinieri, il capitano Domenico Calore, per prevenire fenomeni di abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti alla guida. I militari hanno parlato con l’operaio per ricostruire la dinamica dell’incidente e dal controllo dei documenti hanno accertato che l’auto nella quale si trovava, non era di sua proprietà, ma è risultata appartenente ad una persona di nazionalità straniera, probabilmente un avventore della discoteca, che l’aveva lasciata in sosta come molte altre, durante le serate festive.
Visto il comportamento dell’uomo, i carabinieri si sono insospettiti ed hanno accertato che il quarantenne aveva superato il limite di alcol nel sangue, consentito per guidare, così per lui è scattato, come previsto dalla legge il ritiro della patente, e la denuncia per guida in stato di ebbrezza e tentato furto d’auto. La mancata accensione dell’auto è stata provvidenziale, in quanto ha impedito che l’uomo potesse percorrere un maggiore tragitto di strada, con il possibile rischio di eventuali seri incidenti stradali.
m.o.,


LA NAZIONE
Guida lo scooter ubriaco
Fermato alle Cascine
LUNEDI’ sera gli uomini delle volanti hanno denunciato un peruviano del ’72 perchè guidava ubriaco. L’uomo è stato sorpreso a bordo di un motorino al piazzale delle Cascine, con un valore di alcol nel sangue di gran lunga superiore ai limiti consentiti dalla legge ( 2,82). Lo straniero è stato inoltre sanzionato poiché sprovvisto di targhino e assicurazione, mentre il mezzo è stato sequestrato.


TRENTINO
LA TRAGEDIA SULL’A22
Due ragazze trentine morte in auto: arrestato l’amico alla guida, era ubriaco
TRENTO. - E’ stato arrestato il conducente dell’auto su cui viaggiavano le due giovani trentine di Borgo Valsugana morte all’alba di lunedì sull’Autostrada del Brennero, nei pressi dello svincolo di Nogarole Rocca.
Lukasz Masiulaniec, 27 anni, polacco, anch’egli residente a Borgo Valsugana, accusato di omicidio colposo, è risultato positivo all’alcoltest.
Il giovane era alla guida della Ford Fiesta finita fuori strada sulla quale viaggiavano Michela Dandrea e Marta Casagranda, entrambe di 24 anni.
Marta è stata sbalzata dal mezzo mentre Michela, uscita illesa, e stata investita e uccisa da un’auto pirata sul ciglio della strada.

Michela Dandrea
29424

Marta Casagrande

 



ASAPS
Alcol e mancato uso delle cinture di sicurezza causano la morte di 3 giovani donne
Due distinti incidenti, accomunati da una dinamica drammaticamente simile, si sono verificati in provincia di Campobasso e in Veneto, nel fine settimana di Ognissanti
3 novembre 2010 - Durante il fine settimana comprensivo della festività di Ognissanti la Polizia Stradale è intervenuta su due incidenti stradali dove hanno perso la vita tre giovani donne, fornendo all’Autorità Giudiziaria elementi utili sia a chiarire la dinamica dei sinistri che a definire i profili di responsabilità. Il primo sinistro mortale si è verificato lo scorso 31 ottobre verso le ore 03.30 sulla SS 647 in agro di Ripamolisani in provincia di Campobasso, dove un’auto con cinque giovani a bordo ha colliso violentemente contro il guard-rail, sbalzando fuori dal mezzo una giovane seduta nel sedile posteriore e causandone la morte. Il giovane alla guida del mezzo è stato trovato con un tasso alcolemico di 2,69 grammi per litro, e per questo motivo è stato arrestato dalla Sezione Polizia Stradale di Campobasso con l’accusa di omicidio colposo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e da violazioni alle norme del Codice della Strada. Il secondo incidente si è invece verificato nella mattinata del primo novembre verso le ore 05.30 lungo la carreggiata nord dell’A22 del Brennero nel territorio di Nogarole Rocca dove un’autovettura sulla quale viaggiavano, due ragazze trentine in compagnia di altri 2 amici, è fuoriuscita dalla carreggiata. Entrambe le giovani donne sono state sbalzate fuori dall’auto e sono decedute. Anche in questo caso l’autista era ubriaco e aveva inoltre un obbligo di dimora, di firma oltre ad avere un divieto di guida a causa di un precedente arresto per spaccio.
In entrambi gli incidenti gli inquirenti, intervenuti per i rilievi, hanno constatato che le giovani vittime non indossavano le cinture di sicurezza, sistema di protezione che, come ricorda costantemente la Polizia Stradale, vanno allacciate da tutti gli occupanti del veicolo, anche sui sedili posteriori. Ancora più allarmante risulta il fatto che, in entrambi i sinistri mortali, gli autisti dei 2 mezzi viaggiassero in stato d’alterazione psicofisica a causa della significativa quantità d’alcol assunta. Per contrastare l’abuso di alcol al volante la Polstrada congiuntamente all’Arma dei Carabinieri, chiuderà il 2010 con oltre 2 milioni di controlli all’alcool concentrandosi in particolar modo sui conducenti sotto i 21 anni, i neopatentati e i conducenti professionali.


IL TIRRENO
MERCOLEDÌ, 03 NOVEMBRE 2010
Algerino ubriaco spacca quattro auto
Caos lunedì pomeriggio in piazza dei Mille: un nordafricano ubriaco, 50 anni, con nujna bottiglia di vino vuota in mano, voleva entrare al New York shop per comprare altre bevande. Ma il titolare, un nigeriano di 42 anni, lo ha invitato ad andar via. L’altro, algerino, s’è arrabbiato e ha cominciato a fare confusione, a gridare e al culmine ha danneggiato quattro auto in sosta nella piazzetta: Golf, Renault Exspress, Focus e Astra. Il nigeriano quindi ha chiamato la polizia, che ha denunciato l’algerino per danneggiamento e porto di oggetti atti a offendere (aveva due lamette in tasca). Agli agenti lui ha detto di chiamarsi Tarek Aziz, nome che si è rivelato falso. (*)

(*) Nota: buon per lui che non gli hanno creduto. Il vero Tarek Aziz e appena stato condannato a morte…


AGI
DROGA E ALCOL, ’GIRO DI VITE’ DEI CARABINIERI NEL FORLIVESE
Forli’, 3 nov. - "Giro di vite" dei carabinieri forlivesi per il controllo di quanti guidano in stato di ebbrezza alcolica, magari dopo aver ’fumato’ o fatto uso di altri stupefacenti, soprattutto nel fine settimana. Sono stati effettuati mirati servizi di controllo nel corso dei quali sono stati deferiti in stato di liberta’ per guida in stato di ebbrezza alcolica 6 ragazzi di eta’ compresa tra i 20 e i 30 anni, sorpresi alla guida con il tasso alcolemico superiore a quello consentito. Uno dei giovani durante le fasi del controllo ha tentato anche di allontanarsi a bordo della sua autovettura, ma e’ stato prontamente bloccato dai militari operanti. Denunciato in stato di liberta’ per detenzione illecita di sostanze stupefacenti un ragazzo di 21 anni residente a Cervia poiche’ nei pressi della discoteca "Empyre" di Forli’, veniva sorpreso in possesso di circa otto grammi di "hashish", mentre presso la sua abitazione venivano rinvenuti tre grammi di "marijuana", un bilancino di precisione ed altro materiale per confezionamento. Sono stati inoltre segnalati alla locale prefettura per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale 7 ragazzi di eta’ compresa tra i 31 e 20 anni, tutti controllati nei pressi discoteca "empyre". Sempre nei pressi della citata discoteca, veniva rinvenuto occultato all’interno del giubbotto di un ragazzo forlivese di 25 anni, un manganello telescopico in metallo. Il giovane e’ stato denunciato per porto abusivo di strumenti atti all’offesa. Infine, e’ stato denunciato per guida senza patente un cittadino iracheno di 33 anni sorpreso dai militari alla guida di un’autovettura senza aver mai aver conseguito la patente di guida.
Mir


ROMAGNA OGGI
Lugo, guida in stato d’ebbrezza: ritirate sei patenti
LUGO 3 novembre 2010 - Tre automobilisti sono stati denunciati dai Carabinieri della Compagnia di Lugo nel corso di un servizio di controllo finalizzato a garantire la sicurezza nelle strade. I militari del Nucleo Radiomobile, della stazione di Traversara e di Massa Lombarda hanno fermato decine di automobilisti, sottoponendoli al test dell’etilometro. Due cittadini italiani, rispettivamente di 37 e 40 anni, ed un polacco di 50, sono risultati positivi con valori oscillanti tra 1,45 e 1,9 grammi per litro.
Oltre alla denuncia a piede libero ai tre conducenti sono state ritirate immediatamente le patenti di guida. In un caso i militari hanno proceduto al sequestro ai fini della confisca di una "Fiat Punto". Altri tre automobilisti, due uomini ed una donna, tutti italiani, di età compresa fra 30 e i 65 anni, sono stati sorpresi alla guida con valori compresi tra i 0,50 e 0,80 g/l. Oltre alla multa ai tre è stata ritirata la patente di guida per la successiva sospensione.


YAHOO NOTIZIE
A San Patrignano si gira film su alcol
ROMA, 3 NOV - La comunita’ di recupero di San Patrignano si trasforma in un set cinematografico: da sabato scorso sono in corso le riprese del film ’Asfalto rosso’, pellicola-monito per chi si mette alla guida dopo aver bevuto alcolici. Il film e’ diretto da Ettore Pasculli e scritto dallo stesso assieme a Daniele Rosa, direttore della comunicazione dell’azienda farmaceutica Bayer che produce il film. Come location principale e’ stata scelta la cantina della comunita’.

ASCA
VINO: FEDAGRI, IN ITALIA SCENDE CONSUMO. ESPORTARE E’ UN OBBLIGO
Roma, 3 nov - In Italia si beve sempre meno vino: per la prima volta nel 2010 i consumi sono sotto la soglia dei 40 litri procapite, quindi ’’esportare fuori dai confini nazionali il vino made in Italy sembrerebbe piu’ che un’opportunita’, un obbligo’’. Lo ha detto oggi durante l’Assemblea delle cooperative vitivinicole, Adriano Orsi, presidente del settore vitivinicolo di Fedagri. E in effetti i numeri vanno proprio in questa direzione: dal 1999 al 2008 il valore dell’export di vino italiano e’ passato da 2,4 a 3,6 miliardi di euro, con un incremento record del 50% (Fonte: Oiv).
Se nel Bel Paese si beve sempre meno vino, infatti, la Russia, la Cina e gli Usa hanno visto aumentare sensibilmente negli ultimi anni i loro consumi di vino. Mentre in Italia infatti il consumo di vino e’ sceso sotto la soglia dei 20 milioni di ettolitri (dati Ismea 2010), in altre aree si registrano crescite a due cifre: Regno Unito (+94% rispetto a vent’anni fa), Stati Uniti (+47%), Russia (+63%), Cina (+160%).
’’La crisi economica - ha spiegato Orsi - ha ridimensionato questo trend impetuoso, riportando nel 2009 il valore dell’export sotto i 3,5 miliardi (con un calo del -2,2% rispetto al 2008), ma i dati sulle esportazioni nei primi sette mesi del 2010 mostrano una ripresa delle vendite oltre frontiera, con una crescita del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dati Nomisma)’’.
A sorpresa, sono le regioni del Sud Italia ad aver fatto registrare il maggiore incremento della quota export (+9,8% contro una media nazionale pari all’8,1%). Le variazioni piu’ significative sono state quella della Puglia (+22,1%), Campania (+25,1) e Basilicata (+24,4%). La crescita a due cifre di tali regioni e’ strettamente correlata agli investimenti in promozione: lo dimostra il caso della Puglia, che ha investito un milione di euro in promozione, registrando un notevole incremento delle esportazioni verso i paesi extra-Ue (+ 44%).
res/sam/ss

IL SECOLO XIX
Banda Ubriachi al volante:11 denunce


Giovedì, 04 Novembre 2010
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