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Notizie brevi 06/11/2010

Cdm, sì al pacchetto sicurezza
Verso un wi-fi più libero

Tra le misure proposte da Roberto Maroni la flagranza differita per i tifosi violenti, stretta sulla prostituzione e possibilità di espellere i cittadini comunitari. Il ministro dell’Interno dichiara superate le restrizioni imposte dal decreto Pisanu a internet senza fili

Il ministro Roberto Maroni

 

ROMA - Approvato il nuovo pacchetto sicurezza messo a punto dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Composto da un decreto legge e da un disegno di legge, il provvedimento che ha avuto il via libera dal Consiglio dei ministri prevede misure per la lotta alla criminalità organizzata, la possibilità di espellere cittadini comunitari, il ripristino dell’arresto in flagranza differita per i tifosi violenti, il potenziamento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia, la liberalizzazione delle connessioni internet. Nel pacchetto anche misure di sicurezza urbana come una stretta contro la prostituzione su strada e l’accattonaggio.

Il governo, ha detto Silvio Berlusconi, ha "espresso un plauso al ministro Maroni" per il suo impegno sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata. Il pacchetto sicurezza, ha spiegato il premier, "contiene diverse norme: sulle manifestazioni sportive, dove finora abbiamo ottenuto risultati molto buoni, con il 50% di incidenti in meno negli stadi; il potenziamento del contrasto alla criminalità organizzata; la tracciabilità dei flussi finanziari; la sicurezza urbana; il superamento dell’accesso al wi-fi". Inoltre, ha aggiunto Berlusconi, "visto che non procedeva in Parlamento, abbiamo deciso di riapprovarlo e di inserire la norma sul reato di prostituzione nel pacchetto sicurezza".

Violenza stadi, reintrodotta flagranza differita. La reintroduzione dell’arresto in flagranza differita,

entro le 48 ore dal termine della manifestazione, più poteri di controllo e maggiore tutela legale per gli steward. Queste le principali misure relative alla violenza negli stadi illustrate da Maroni. "Attraverso le riprese video si può procedere entro le 48 ore successive all’arresto di chi si è reso protagonista di atti di violenza in occasioni di manifestazioni sportive". Maroni ha anche sottolineato che la normativa già in vigore sta già dando risultati. "Nelle prime 9 giornate di questo campionato c’è stata una riduzione del 50% del numero di partite con incidenti e una riduzione del 90% dei feriti, passati da undici a uno". Inoltre si è verificato un "aumento degli spettatori, nonostante lo spezzatino e la tessera del tifoso". Questa, ha concluso Maroni, "è la strada giusta per una maggiore sicurezza negli stadi". 

Wi-fi, cosa cambia. Dal primo gennaio le connessioni wi-fi da luoghi pubblici saranno più libere e presto, probabilmente, anche più diffuse sul territorio italiano. Il disegno di legge presentato da Maroni infatti fa scadere il 31 dicembre l’articolo 7 del decreto Pisanu, quello contenente obblighi e restrizioni per chi offre servizi di accesso internet in luoghi pubblici. Non si può parlare di liberalizzazione del Wi-Fi, perché il disegno dispone anche che resteranno alcuni obblighi a tutela della sicurezza pubblica. A definirli saranno, entro fine anno, i ministeri dello Sviluppo Economico, Innovazione e Interno. "Da qui a dicembre - ha detto Maroni - valuteremo quali siano gli adeguati standard di sicurezza e dal 1 gennaio i cittadini saranno liberi di collegarsi ai sistemi Wi-Fi senza le restrizioni introdotte cinque anni fa e che oggi sono superate dall’evoluzione tecnologica". Nel frattempo il disegno di legge dovrà comunque passare dall’approvazione del Parlamento. L’iter insomma è appena iniziato e l’incognita principale è quali saranno questi nuovi obblighi che sostituiranno quelli del Pisanu. Un’idea di fondo però sembra assodata: il governo vuole norme che al tempo stesso assicurino la sicurezza pubblica e non frenino più del necessario lo sviluppo del Wi-Fi in Italia.

Che cosa dice il decreto Pisanu. In effetti le attuali norme sono state un ostacolo allo sviluppo di internet nei luoghi pubblici, come segnalano tutti gli addetti ai lavori e gli esperti. E cioè: il fornitore di Wi-Fi (bar, ristoranti, circoli vari, per esempio) in Italia deve identificare in modo certo l’utente e registrarne il traffico, per poi dire alle forze dell’ordine, in caso di reati, chi ha fatto cosa con quella connessione. "Ma in Francia, Germania e Regno Unito c’è solo l’obbligo di registrare il traffico in forma anonima. Senza che il fornitore debba identificare l’utente in modo preventivo", spiega Fulvio Sarzana, avvocato esperto di questi temi. Adesso i fornitori identificano gli utenti in due modi, in Italia: chiedono il documento d’identità, la carta di credito (se la navigazione è a pagamento) oppure utilizzano un sistema via sim. L’utente cioè telefona o manda sms a un numero, per avere la password con cui navigare in Wi-Fi. "Mafiosi o terroristi certo non userebbero i propri veri documenti d’identità o sim a loro intestate. Quest’obbligo quindi non ha senso - continua Sarzana - mentre è opportuno, per le indagini, registrare il traffico anonimo come si fa nel resto d’Europa. Serve per sapere che cosa ha fatto il criminale su internet".

Grasso: da liberalizzazione danno a indagini. Secondo Sarzana, insomma, la totale liberalizzazione è pericolosa, "ha ragione il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso", continua. Secondo Grasso l’accesso libero alle postazioni Wi-Fi e agli internet point porterebbe a "ridurre moltissimo la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso internet". "Bisogna rendersi conto - ha concluso Grasso - che dietro queste reti Wi-Fi e internet point ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili e si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi".

Un ostacolo allo sviluppo del Wi-Fi. L’altra faccia della medaglia è che "il Pisanu aumenta le difficoltà e i costi di installazione del Wi-Fi", spiega Francesco Loriga, responsabile del progetto Provincia Wi-Fi della Provincia di Roma, che ha sviluppato una grande rete di hot spot gratuiti. Sono pochissimi infatti i punti ("hot spot") che offrono questa connessione: 4.200 in tutto il Paese secondo il ministero dello Sviluppo Economico, meno di 2.000 per il sito specializzato WiFi Italia. com. Comunque "un quarto o un quinto rispetto a quelli degli altri principali Paesi europei", come scrive la media company californiana Jiwire.com; mentre è meglio soprassedere al confronto con gli Usa (oltre 70 mila, di cui un migliaio solo a New York, spesso gratuiti). Dal punto di vista dell’utente, la possibilità di identificarsi via sim alleggerisce i grattacapi burocratici, peccato che questo sistema non funzioni con i cellulari degli stranieri (e quindi dei turisti).

Gentiloni: una vittoria, ma restiamo in campana. Da queste considerazioni è nata a ottobre una proposta di legge, per abolire l’articolo 7, da Paolo Gentiloni (Pd), Linda Lanzillotta del gruppo dei rutelliani e Luca Barbareschi (Fli). "L’iter della proposta continua, da martedì alla Camera - spiega Gentiloni - la teniamo come elemento di pressione nel caso le novità annunciate dal ministro si rivelino meno buone di quanto sembrano ora". Resta infatti da definire il dettaglio dei nuovi obblighi di sicurezza: è l’incognita che potrebbe riaccendere il dibattito.

Maroni: agenzia beni sequestrati si autofinanzia. Con il pacchetto sicurezza "abbiamo rafforzato l’Agenzia nazionale creata per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata" ha spiegato Maroni. I beni sequestrati, ha detto il ministro dell’Interno, "sono circa 35mila per un valore di 18 miliardi di euro. Pensiamo che l’Agenzia possa procedere all’autofinanziamento consentendo di mettere a reddito una parte di questi beni". Inoltre, ha proseguito, "aumentiamo le risorse umane e finanziarie per consentire l’apertura di nuove sedi regionali". Maroni ha citato in particolare le città di Palermo, Napoli, Milano e Bari.

Foglio di via per prostitute su strada. Sarà applicata la misura del foglio di via per chi esercita la prostituzione su strada violando le ordinanze dei sindaci in materia, ha precisato Maroni. Inoltre il prefetto disporrà del concorso delle forze di polizia per assicurare l’attuazione delle ordinanze in materia di sicurezza urbana. In questo modo, ha spiegato il ministro, "si rafforza il ruolo dei sindaci: le ordinanze comunali, infatti, si sono spesso rivelate poco efficaci perché non c’era collegamento con le forze di polizia che dovevano attuarle. Si aumenterà così il livello di sicurezza nelle città".

Espulsione anche per cittadini comunitari. I cittadini Ue che soggiornano nel nostro Paese oltre tre mesi senza i requisiti previsti dalla normativa europea, potranno essere espulsi per motivi di ordine pubblico esattamente come avviene nei confronti degli extracomunitari. "C’è una norma europea - ha spiegato il ministro - la 38 del 2004, che prevede che se un cittadino dell’Ue vuole risiedere stabilmente in un paese oltre i 90 giorni deve rispondere a determinati requisiti e cioè avere un lavoro, un reddito e un’idonea abitazione. La violazione non è oggi sanzionata e dunque noi introduciamo una sanzione che è l’invito ad allontanarsi" per il cittadino comunitario. La norma è stata inserita nel disegno di legge e non nel dl perché il governo ha voluto "notificare la proposta alla Comunità Europea per sapere se la commissione è d’accordo o meno". "Al di là delle polemiche che hanno accompagnato le politiche del governo in termini di immigrazione - ha concluso il ministro - l’Italia non ha avuto alcuna censura sulle politiche messe in atto".

Ai Comuni il rinnovo permessi di soggiorno. "Ogni anno in Italia vengono rilasciati 500mila nuovi permessi di soggiorno e questi restano in capo alle questure: noi vogliamo però che il rinnovo dei permessi di soggiorno venga tolto alle questure e suddiviso sul territorio nei comuni dove i cittadini comunitari risiedono" in modo da "rendere" la procedura "più rapida e meno onerosa", ha detto il ministro dell’Interno Maroni.

Nel pacchetto tracciabilità flussi finanziari. Nel nuovo pacchetto sicurezza sono contenute anche misure sulla tracciabilità dei flussi finanziari. Le nuove misure, varate dal governo, prevedono infatti il rafforzamento delle norme introdotte con il piano straordinario antimafia mediante disposizioni interpretarive e attuative. Misure, ha spiegato Maroni, rese necessarie per bloccare i pagamenti alle ditte vincitrici di appalti.

Anche la carta d’identità elettronica. Il pacchetto prevede anche la nuova carta di identità elettronica per tutti i cittadini, sin dalla nascita, e sarà un documento di identificazione rispondente agli standard internazionali di sicurezza. "Abbiamo posto fine alla sperimentazione della carta d’identità elettronica e che andava avanti da 10 anni e che ha comportato una spesa di 300 milioni di euro. Apriamo un capitolo nuovo - ha aggiunto Maroni - e cioè l’introduzione della carta d’identità come documento di sicurezza per tutti a costo zero a partire da quando si è neonati". "Attraverso la registrazione delle impronte digitali nei comuni - ha continuato il ministro - speriamo di arrivare anche prima della fine della legislatura all’utilizzo completo di questo nuovo strumento. Il nostro obiettivo resta quello di poter utilizzare questo documento per il voto elettronico".


da repubblica.it
(Ha collaborato Alessandro Longo)
Sabato, 06 Novembre 2010
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