IL MESSAGGERO VENETO «Bere vino protegge la vista» Bere vino rosso protegge la vista. Studi internazionali hanno da tempo dimostrato come il resveratrolo, contenuto nel vino rosso possa svolgere una attività anti-invecchiamento dell’occhio. Questa evidenza desta particolare interesse nell’area friulana, nota nel mondo per la qualità dei propri vini. (*) Questo e altri saranno gli argomenti trattati nel corso del convegno Occhio, dieta, micronutrienti e neuroprotezione , organizzato dal direttore della clinica oculistica professor Paolo Lanzetta. Il corso di aggiornamento si svolgerà oggi nella sala convegni dell’hotel La di Moret. Tra i temi trattati particolare attenzione sarà rivolta alla degenerazione maculare legata all’età e alla retinopatia diabetica. Tali patologie rappresentano le principale causa di grave calo vista nei soggetti adulti e anziani (**). Secondo le ultime previsioni delle Nazioni Unite, il numero globale di ultrasessantenni è destinato a triplicarsi nei prossimi decenni passando dai 606 milioni del 2000 ai circa 2 miliardi del 2050. La prevalenza delle malattie oculari dovute all’invecchiamento è dunque destinata ad aumentare, non solo per l’incremento della popolazione anziana, ma anche per l’aumento dell’aspettativa di vita. degenerazione maculare legata all’età è una malattia cronica e progressiva della macula ed è la principale causa di cecità legale e di grave riduzione della visione centrale nella popolazione al di sopra dei 50 anni d’età nei paesi sviluppati. Chi vive in condizioni di deficit visivo a causa di questa malattia sperimenta una forte disabilità per quanto riguarda la mobilità, la cura di sé, il vivere in società. La qualità della vita di queste persone si riduce addirittura del 60% rispetto ai coetanei sani e le disabilità causate da questa patologia sono così importanti che le persone che ne sono affette sarebbero disposte a cedere metà degli anni di vita rimanenti pur di avere una visione ottimale. La retinopatia diabetica rappresenta la principale causa di grave compromissione della vista nei soggetti in età lavorativa, nonché la complicanza del diabete che più influenza la qualità della vita del diabetico. (***) (*) Nota: questa forma di promozione commerciale del vino mascherata da informazione scientifica appare sempre più un inaccettabile attacco alla salute dei cittadini. Qui la manipolazione utilizza la consueta scorrettissima tecnica di utilizzare uno studio sul resveratrolo, trasformandolo poi nella notizia miracolosamente in vino. (**) Nota: secondo il titolo e l’inizio di questo articolo bere vino protegge la vista, a motivo del resveratrolo contenuto nella buccia dell’uva. Qualcuno potrebbe capire che, per proteggere molto la vista e assumere molto resveratrolo, sia utile bere molto vino: riflettendoci bene, è ragionevole pensare che un tale comportamento ridurrebbe davvero significativamente i casi di retinopatia diabetica degli anziani. Il professor Hudolin era solito ricordare come l’età media di vita di quelli che una volta venivano definiti “alcolisti” è di 53 anni. (***) Nota: il testo di questo articolo parla di un problema molto serio, anche per questo appare particolarmente grave averlo introdotto con una sciocchezza priva di significato scientifico, tesa solo a promuovere il vino.CORRIERE ADRIATICO Una donna di 50 anni trovata morta sul letto di casaPedaso Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte di una cinquantenne, trovata ieri mattina priva di vita all’interno della propria abitazione, in via della Pace, a Pedaso. La donna, L. C., romana ma da qualche anno residente a Pedaso, è stata trovata inginocchiata sul letto dai vigili del fuoco allertati da una vicina di casa. Tra le prime ipotesi che sono state avanzate ci sarebbe quella che ad uccidere la donna possa essere stato qualche micidiale cocktail di farmaci e alcol, ma siamo ancora nel campo delle supposizioni, ogni dubbio dovrà essere chiarito in sede di esame autoptico disposto dalla autorità giudiziaria. Ieri mattina una delle vicine della donna si è allarmata perchè non l’aveva vista uscire come era solito fare tutte le mattine. Si è avvicinata a una delle finestre e ha notato la donna inginocchiata sul letto che non dava alcun segno di vita. Ha quindi dato l’allarme. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della stazione di Pedaso e i vigili del foco di Fermo. Sono stati i pompieri a sfondare la porta dell’abitazione e ad entrare all’interno dell’appartamento trovando la donna priva di vita, inginocchiata sul letto con la sigaretta ancora in bocca. I carabinieri hanno subito avviato le indagini del caso, mentre come dicevamo una delle prime ipotesi è quella che la donna possa essere stata colta da malore a seguito di qualche micidiale miscela di farmaci e di alcol. Il passato della donna non sarebbe stato facile. La donna era da tempo seguita da una psicologa e da una assistente sociale, soffriva infatti di depressione e anche per questo assumeva farmaci di continuo. Era uscita con forza e determinazione dal tunnel dell’alcol, infatti negli ultimi tempi, anche secondo alcune testimonianze dei vicini di casa, appariva più partecipativa e sempre più determinata a tirarsi fuori. Ad ucciderla con molta probabilità un infarto fulminante. La salma della donna è stata trasportata presso l’obitorio dell’ospedale di Fermo e messa a disposizione del magistrato. Subito dopo l’ispezione cadaverica verrà riconsegnata ai familiari per i funerali. La notizia della morte della donna ha suscitato forte commozione nella comunità di Pedaso che in molte occasioni le era stata vicina dopo che si era trasferita dalla capitale.CORRIERE.IT – FORUM NUTRIZIONE Scrive nuora preoccupata IL VINO buongiorno, le scrivo per chiedere un parere sull’alimentazione di mio suocero (85 anni): dai recenti accertamenti risulta essere affetto da una grave splenomegalia e da ingrossamento medio del fegato. L’internista gli ha consigliato di bere solo mezzo bicchiere di vino a pasto, lui dice che il "dottore non capisce niente". Un suo parere da far leggere all’interessato? Grazie di cuore e "simpatici" saluti. Risponde Andrea Ghiselli Ha ragione suo suocero. Non capisce niente un medico che permette mezzo bicchiere di vino ai pasti a un paziente affetto da epatosplenomegalia. La quantità di vino (o bevande alcoliche in generale) per questo tipo di persone è infatti pari a zero.BRESCIA OGGI EMERGENZE SOCIALI. I numeri sanitari e quelli dei servizi parlano di un netto peggioramento Valcamonica, l’amaro calice: l’alcolismo cresce tra i giovani Le persone seguite dai servizi sono in continuo incremento Contro la «cultura dell’alcol» la risposta dei gruppi d’autoaiuto Le complicazioni patologiche e gli effetti spesso devastanti sulla sicurezza in strada rendono evidente a tutti l’importanza di un problema altrimenti piuttosto «nascosto»: anche in Valcamonica, l’alcolismo è una emergenza in espansione; un problema sociale che in questa fase investe soprattutto i giovani, ma che interessa pure una larga fetta della popolazione adulta. Una realtà, questa, testimoniata dal documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari 2010 dell’Asl di Valcamonica e Sebino: nel testo, alla voce «Mortalità in Valcamonica» sta scritto che «In merito ad alcune cause specifiche, si ha un eccesso di mortalità in entrambi i sessi per cirrosi epatica (del 45% e del 75% rispettivamente nei maschi e nelle femmine), dovuta anche all’abuso dell’alcool». Il preoccupante incremento del fenomeno è testimoniato poi dal crescente numero di persone assistite dai servizi pubblici territoriali: si è infatti passati dai 180 utenti del 2006 ai 212 del 2007. Nel 2008 gli assistiti erano saliti a quota 287, e infine, l’anno scorso sono diventati addirittura 377 (139 dei quali «nuovi»). (*) Entrando più nel dettaglio, è il vino la sostanza d’abuso prevalente (per il 50% dei casi), mentre il 23% delle persone privilegia la birra. I commenti? L’operatore della cooperativa «Arcobaleno» di Breno, Gabriele Crimella, è un esperto del settore e conosce bene la realtà valligiana. Da tempo si occupa di condurre serate e incontri a tema, e in queste occasioni parla diffusamente della «cultura dell’alcol». E spiega che «in Valcamonica questa dipendenza, soprattutto tra i giovani è in preoccupante ascesa, e sono sempre più frequenti gli incidenti stradali correlati». Come rispondere? L’operatore dell’Arcobaleno ritiene che «quando si favorisce la presenza di persone e di associazioni di persone, per esempio i soggetti che frequentano l’associazione Alcolisti anonimi, che si aprono e parlano del loro problema, si rende un vero servizio nei confronti della collettività. Queste sono opportunità che valgono cento volte di più di sterili iniziative». Dove operano queste realtà? Oltre al gruppo di Alcolisti anonimi «Alta Valle» di Malonno, sul territorio esistono quello di Malegno, il gruppo «In cammino» di Darfo e l’«Aurelio» di Pontagna. (*) Nota: non necessariamente l’aumento del numero delle persone in carico ai servizi significa un aumento del problema. Quaranta anni fa non c’erano i servizi alcologici e c’erano certamente molte più famiglie con problemi alcolcorrelati di adesso. Probabilmente dietro questo aumento persone assistite ci sta l’incremento di controlli con etilometri sulle strade. L’utilizzo dell’etilometro ha anche fatto emergere il fenomeno alcol e guida: non è che sia in aumento, semplicemente oggi cominciamo ad avere strumenti per riconoscerlo. L’ARENA di Verona INIZIATIVE. La cena all’enoteca Wine bar con le forze dell’ordine Vino a tavola, con quattro bicchieri si resta nei limiti Due (ma anche tre o quattro) bicchieri di vino consumati durante una cena non conducono al ritiro della patente di guida per superamento del tasso alcolemico di 0,50 grammi/litro nel sangue: lo ha voluto dimostrare Gilberto Santoro dell’enoteca Wine bar di Affi, concretizzando un’idea di Raffaele Boscaini responsabile del gruppo tecnico dell’azienda Masi di Gargagnago di Valpolicella. La cena, organizzata per dimostrare come funzionano l’assimilazione e lo smaltimento dell’alcol assunto durante un pasto, ha fatto vedere, alla presenza della polizia municipale, che chi beve quattro bicchieri di vino durante una cena di quattro portate non supera un tasso alcolemico dello 0,3 nel sangue, restando quindi al di sotto dei limiti di legge. L’etilometro è stato utilizzato sia durante che alla fine della cena, e non c’è stato caso in cui il tasso alcolico fosse superiore a quello consentito. (*) «Siamo di fronte a una norma che impone un limite espresso con un valore numerico», chiarisce Boscaini, «di fatto non misurabile agevolmente da chi lo dovrebbe rispettare. La nostra iniziativa intende portare serenità tra i consumatori, perché i numeri dimostrano che si può bere a tavola. Abbiamo usato un alcoltest uguale a quello della polizia», continua. «Lo scopo è quello di tutelare la cultura del vino come completamento dell’alimentazione, segnando chiaramente una distanza da tutte le altre forme "deviate"». Il timore esagerato nei confronti del limite alcolemico, secondo Boscaini, viene inoltre amplificato dalle cronache e dai racconti di chi ha subìto il ritiro della patente, che cercherebbe di «minimizzare» per vergogna. Il risultato è che si afferma la convinzione che bastino due calici di vino consumati a tavola per incorrere nelle sanzioni di legge. «Ma così non è», puntualizza Boscaini, «e con il nostro esperimento, ripetibile, si vuole dimostrare ai consumatori che non devono eliminare completamente il vino dalla tavola». L.Z. (*) Nota: è un’affermazione perlomeno imprudente, perché ogni persona (e ogni bevuta e ogni mangiata) fa storia a sé, dato il numero delle variabili che entrano in gioco. Vengono alla mente almeno due considerazioni: 1 - chi dice che il limite alcolemico di 0,5 è troppo basso non sa di cosa parla, perché per superarlo non basta certo un goccio di vino, ma il più delle volte bisogna bere parecchio; 2 - se l’interesse principale da tutelare è la tutela della sicurezza di tutti, e non del portafoglio di pochi, l’unica indicazione accettabile e seria da dare ai cittadini resta quella di non bere affatto vino, birra o altri alcolici prima di mettersi al volante. LA STAMPA Vesime AVVENIRE Coltivato in vigna senza veleni aggiunti DI GIORGIO CALABRESE Vino naturale significa vino coltivato senza veleni in vigna, limitando, cioè, l’uso di zolfo e rame, che sono comunque ammessi dalla viticoltura organica. Significa non aggiungere o togliere nulla al mosto e al vino, in cantina. Le origini documentate della locuzione «vino naturale» si debbono al Codice di Diritto Canonico (Can.924 - §3) che indica che il vino da messa debba essere «naturale, del frutto della vite e non alterato (corruptum in latino)». Tale definizione è stata dibattuta recentemente da un gruppo di studiosi, fra cui uno dei più noti e riconosciuti esperti di viticultura al mondo, Mario Fregoni, un maestro che ha detto che il «corruptum» della definizione latina di vino naturale indica un vino privo di difetti quale lo spunto, l’acescenza etc… Secondo lo scienziato non ha senso stimare innaturale l’aggiunta di anidride solforosa, lo zolfo è presente nell’uva e la solforosa viene prodotta dai lieviti di fermentazione, come non ha senso pretendere che sia innaturale l’aggiunta di lieviti selezionati, e magari selezionati proprio nella vigna del produttore, dunque autoctoni. Ad esempio, gli champagne e i vini liquorosi (con aggiunta di alcol vinico o meglio viticolo) sono annoverabili fra i vini naturali. Le sue conclusioni portano a ritenere che è innaturale tutto ciò che è estraneo alla composizione primaria dell’uva, al profilo unico dell’ecosistema viticolo. È comprensibile che questo tipo di vino naturale abbia una maggiore concentrazione di polifenoli, specie di antociani, e la quota d’alcol contenuta è assolutamente simile e, quindi, la differenza non è sostanziale. Concludendo, è bene sottolineare che la locuzione «vino naturale » resta un poco ambigua e che anche l’Unione Europea sta avendo difficoltà nel legiferare al riguardo. È notizia proprio di questi ultimi mesi che la commissione di riferimento ha chiesto ed ottenuto di rinviare i tempi del giudizio, chiedendo approfondimenti tecnici, vista la difficoltà insorta nel definire i veri limiti tra vino normale e vino naturale. Si limita l’uso di zolfo e rame. Ma l’Unione europea ha difficoltà nel legiferare in materia
Cagliari, niente alcol dopo le tre di notte nei locali Entreranno in vigore questa notte le nuove norme sulla sicurezza del codice della strada, che prevedono soprattutto più restrizioni per la guida in stato di ebrezza, e maggiori sanzioni anche per gli esercizi commerciali. “Attenzione perché basterà anche una sola birra per far scattare sanzioni da 5 fino a 20mila euro a carico di titolari e gestori di bar, ristoranti, chioschi e venditori ambulanti che non rispetteranno le nuove regole”. Così Giancarlo Deidda, presidente Confcommercio Cagliari e di Fipe regionale (Federazione italiana pubblici esercizi), commenta le nuove norme. CAGLIARI - Le principali novità riguardano i pubblici esercizi con licenza che somministrano alcolici (quindi anche circoli, agriturismo, chioschi, camion e baracchini, enoteche, alberghi, campeggi, fiere, sagre, feste varie e simili): se la loro attività si protrae oltre la mezzanotte dovranno mettere a disposizione dei clienti i cosiddetti “precursori”, gli strumenti per la rilevazione del tasso alcolemico e affiggere le tabelle alcolemiche previste dalla nuova normativa. Tra le categoria interessate dalla nuova normativa, anche i cosiddetti “esercizi di vicinato” e i venditori ambulanti non autorizzati alla somministrazione: per loro vi è l’obbligo di cessare la vendita di alcolici superalcolici dalle 24 alle 6. “Siamo convinti – ha detto Deidda - che queste disposizioni siano un buon deterrente per limitare gli incidenti stradali dovuti ad abuso di alcol e comunque confidiamo nel fatto che la loro applicazione avvenga gradualmente”. I limiti. Tabelle e precursori consentono al cliente di affrontare più serenamente la guida ed evitare, in caso di fermo delle forze dell’ordine, di incorrere nelle sanzioni previste per la guida in stato di ebbrezza. (*) Il limite di legge da non superare per potersi mettere al volante della propria auto per non incorrere in forti ammende in caso di fermi da parte delle forze dell’ordine è quello di 0,5 grammi di tasso alcolemico. Per esempio il valore 0,5 corrisponde a 3/4 bicchieri di vino per una donna di 60 chili a stomaco pieno o a poco meno di mezzo litro per un uomo di 80 chili sempre a stomaco pieno. Va ricordato che per alcune categorie di conducenti permane il tasso zero di alcol nel sangue per poter guidare. Le sanzioni prevedono la confisca dell’auto per il consumatore che supera il livello 1,5 di alcolemia. (*) Nota: l’obiettivo non deve essere salvare la patente, ma tutelare la sicurezza. Quindi ancora una volta l’indicazione deve essere di non bere affatto prima di guidare.
IL TIRRENO L’alcoltest si farà al ristorante Tabelle e precursori nei locali pubblici La novità da domani PRATO. I clienti di bar e ristoranti aderenti all’Unione Commercianti da domani troveranno un servizio in più a loro disposizione: l’alcoltest si potrà fare direttamente al bar o al ristorante. Con l’entrata in vigore dell’ultima fase della legge sulla sicurezza stradale, i locali che somministrano alcolici, con attività oltre la mezzanotte, metteranno a disposizione dei clienti precursori per la rilevazione del loro tasso alcolemico e affiggeranno tabelle indicative dei tassi. Il lavoro di concertazione, svolto da Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio) col ministero della Salute, ha consentito una stesura più chiara delle tabelle, i cui titoli in inglese consentono la consultazione anche da parte di stranieri. Le tabelle, da esporre in luoghi visibili, sono contenute in tre manifesti e sono corredate con informazioni sui sintomi correlati ai livelli di assunzione di bevande alcoliche. Le tabelle sono state fornite gratuitamente dall’Unione Commercianti a tutti i soci che ne hanno fatto richiesta, mentre chi non avesse provveduto può ritirarle alla sede in via Roncioni 216. Tabelle e precursori consentiranno al cliente di valutare più serenamente la propria condizione, per decidere se mettersi o meno alla guida. Il precursore ha una mera funzione preventiva e cautelativa. Il test da parte dei clienti è facoltativo e non ha alcun valore per successivi eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine. Il limite di legge da non superare per potersi mettere alla guida è di 0,5 grammi di tasso alcolemico, che corrisponde a tre/quattro bicchieri di vino per una donna di 60 chili e a poco meno di mezzo litro per un uomo di 80 chili, purchè non digiuni. Per alcune categorie di conducenti permane tuttavia il tasso zero per poter guidare. Le sanzioni prevedono la confisca dell’auto per chi supera il livello di 1,5 grammi di alcolemia. «I pubblici esercizi aderenti all’Unione Commercianti - dice Canio Molinari, presidente della categoria - forti del loro senso di responsabilità sociale, e di mediazione diretta con i cittadini, saranno in grado di assistere i clienti che dovessero richiedere delucidazioni e soprattutto richiedere di effettuare i test per verificare il tasso di alcol. E comunque l’esortazione di tutta la categoria verso i consumatori e in particolare verso i giovani è sempre la stessa: se guidi non bere alcol». MODENA QUI Notte bianca al vaglio dell’ordinanza anti-alcol Botta e risposta tra i comitati e Guerzoni (Pd) Nella notte bianca l’ordinanza anti-alcol verrà fatta rispettare? A chiederselo è Stefano Soranna, del comitato cittadini Sant’Agnese. «Mi ha davvero lasciato perplesso - scrive Stefano - l’entusiasmo del consigliere Giulio Guerzoni, per un’idea ormai impolverata, se non obsoleta che spesso ha creato piccoli, grandi problemi di ordine pubblico in tutte le città che l’hanno ospitata. Problemi causati principalmente dall’abuso di bevande alcoliche». «Basta una veloce ricerca su Google - prosegue l’esponente dei comitati per la sicurezza - per trovarsi di fronte a un fitto elenco di spiacevoli e, a volte, gravi episodi capitati in giro per l’Italia». «Questa è la mia opinione di cittadino e non pretendo sia condivisa da tutti, ma vorrei che chi non concorda con me rispondesse ad una semplice domanda: come saranno conciliabili le ordinanze anti-alcool con la presenza di tante persone che invaderanno le strade cittadine e che, inevitabilmente, consumeranno un buon numero di birre, bicchieri di vino e superalcolici alla faccia delle ordinanze comunali? Dovremo forse prevedere che, per l’occasione, sarà diffuso l’ordine di tollerare, di chiudere tutti e due gli occhi?Le ordinanze del sindaco valgono ad intervalli? E poi questa scelta dal punto di vista educativo non mi pare... ineccepibile!», afferma Soranna. «D’altro canto non sarebbe una novità: è quello che già succede alla Pomposa, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti», conclude. Unica boa di salvataggio, per Soranna, l’intervento dell’assessore Alperoli che « è intervenuto per cercare di ‘salvare’ l’idea virando verso un progetto più culturale. La sua proposta di allargamento della Notte Bianca alla Notte dei Musei è un’ottima idea». «Esattamente come è accaduto al Consigliere Bellei in sede di dibattito consiliare, sono certo che leggendo bene il mio testo cambieresti idea. Anzi se il Comitato Sant’Agnese vuole un approfondimento, io sono dispostissimo a darlo dal vivo in una serata in cui discutere la mozione votata all’unanimità da Pd, Idv, Lega Nord, Pdl, Modena 5 stelle» replica su Facebook il consigliere Giulio Guerzoni, primo firmatario dell’ordine del giorno approvato lunedì. «Dico poi infine che non c’è alcuna conflittualità tra le 2 ordinanze anti-alcool emesse dal Sindaco Pighi e la realizzazione della notte bianca. Tanto che nei due testi si parla di esercizi commerciali e non esercizi pubblici (ristoranti, bar, pub ecc...)» conclude il consigliere Pd.
BRESCIA OGGI «Ragazzi, la strada è un pericolo» «Alla fine di questo spettacolo cento persone saranno morte a causa di un incidente stradale»;è una delle prime battute di «Raccolti per strada», rappresentazione teatrale curata dal regista Pietro Arrigoni e interpretata da Francesca Poliani e Walter Tiraboschi, andata in scena ieri nell’auditorium di via Balestrieri di fronte ai quasi 500 ragazzi delle quinte degli istituti Copernico e Leonardo. Lo spettacolo dura una sola ora: significa che ogni minuto due persone in Italia perdono la vita sulla strada, 7 mila ogni anno. (*) Per sensibilizzare i giovani sul tema della sicurezza la polizia ha attivato il progetto «…E se succedesse a me…», che proseguirà il suo viaggio nel mondo scolastico bresciano per i prossimi mesi. Un modo per rendere coscienti i ragazzi che gli incidenti possono capitare a chiunque in qualunque momento («sono tristemente democratici», sostiene uno degli attori) e per far capire di non sottovalutare la propria vita. Nel corso dello spettacolo molti i nomi delle celebrità la cui vita è stata interrotta da incidenti (attori, politici, sportivi), ma la parte più toccante è stata dedicata ai giovani, elemento fondamentale per creare empatia con il pubblico degli studenti. LE STORIE di Paolo, Pierluigi e Marco lasciano il segno: da adolescenti pieni di vita diventano tristi ricordi, vittime di disattenzioni e imprudenza che non lasciano scampo e segnano per sempre la vita dei famigliari, costretti a vivere con il dolore nel cuore. «Una sofferenza che spesso non riescono a reggere - spiega Roberto Merli, presidente della sezione di Concesio dell’Associazione vittime della strada -: pochi giorni fa una mamma si è tolta la vita perché non sopportava più il dolore causato dalla perdita del figlio avvenuta otto anni fa». La carrellata di racconti, canzoni e filmati di «Raccolti per strada», secondo Arrigoni «serve a far riflettere: la strada è un elemento di vita e di gioia, ma bisogna viverla con attenzione». Lo stesso messaggio arriva dal commissario Dario Marelli e dal commissario aggiunto Giusy Pedracini, che vivono ogni giorno la realtà degli incidenti stradali: i progetti di sensibilizzazione nelle scuole e sul campo (come «Un soffio per la vita», che permette ai ragazzi di unirsi alle pattuglie notturne durante i controlli) vanno nella direzione di far nascere nei ragazzi la consapevolezza dei rischi della guida in stato di ebbrezza o a velocità folle. Significativa (ma non priva di difficoltà: a causa della presenza di barriere architettoniche le loro carrozzine sono state trasportate a mano per le scale) la testimonianza di Luca Savardi e Simone Bonassi dell’associazione sportiva per disabili Icaro, che hanno invitato i ragazzi a divertirsi responsabilmente senza cercare emozioni alla guida. Perché, come recita una battuta di «Raccolti per strada», «tra una pallottola e una macchina preferisco la prima: più un tiratore è scarso più è facile che ti eviti, più un guidatore è scarso più è facile che ti colpisca».
(*) Nota: il calcolo dei due morti al minuto è clamorosamente sbagliato. Forse invece che ai dati italiani sugli incidenti stradali (circa un morto ogni ora) si riferisce al mondo intero.
CITY.CORRIERE.IT Ubriachi sul web? Un programma ferma i “post” imbarazzanti La sensazione è davvero terrificante. Ci si sveglia, si dà un’occhiata al computer, e si scopre con orrore di aver scritto la cosa sbagliata alla persona sbagliata. Un commento acido a una foto postata su Facebook. Un dettaglio di troppo a chi pensava si fosse da tutt’altra parte. Una frecciata all’organizzatore di una festa. E tutto a causa di una birra di troppo. Ora tutto questo potrebbe avere le ore contate. Una società di sicurezza informatica ha infatti creato un programma gratuito, chiamato Social Media Sobriety Test, che impedisce di postare commenti su Flickr, Facebook, YouTube, Twitter se non si passa, prima, un test di “sobrietà”. Il meccanismo è semplice. si imposta per quali programmi e da quali orari si chiede la “protezione”. Poi, una volta che si tenta l’accesso ai siti dopo l’ora fissata, il programma impone di seguire con il cursore un dito, o di scrivere una parola al contrario, o ancora di indicare un tempo di trenta secondi facendo due click col mouse. La casa produttrice, la Webroot, ha creato uno slogan forse eccessivo, ma efficace: “Niente accade di buono sul web dopo l’una di notte”. Specie se si è brilli.
IL GIORNALE DI VICENZA IL RESTO DEL CARLINO (Modena) IL MESSAGGERO VENETO L’ADIGE LA REPUBBLICA CORRIERE FIORENTINO CORRIERE DEL TRENTINO
|
|
|