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Notizie brevi 15/11/2010

Ciampino, intercettato un carico di congegni in grado di occultare le targhe auto e fregare così gli autovelox
In passato sequestrate targhe coperte dalla pasta della pizza e dispositivi alla James Bond
Ma quello che preoccupa è la potenziale impunità dei pirati

Alcune storie di targhe taroccate



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Foto da Corriere.it

(ASAPS) ROMA, 15 novembre 2010 – Ripensare al James Bond degli anni ’70 e alla sua Aston Martin che cambiava targa ogni volta che l’aitante 007 premeva un pulsante sul tunnel del cambio, è stato un automatismo per tutti gli italiani. I quali, odiando l’autovelox e tutte e le diavolerie che collocano un determinato conducente sulla crime scene di un semaforo bruciato, di un sorpasso vietato o perfino di una ZTL violata, avranno d’istinto pensato: dove comprare un gioiellino del genere? In effetti, la notizia del sequestro – da parte della Polizia di Stato dell’aeroporto di Ciampino – di un container contenente kit elettronici di occultamento della targa – ha fatto subito il giro del web, almeno quello della penisola. E, prima che la soglia d’attenzione del lettore si allenti, diciamo subito che occultare la propria targa può essere anche un reato penale, se usata ad esempio per eludere il pedaggio. La notizia, seppur gustosa, non ci mette però troppa apprensione; gli italiani avevano già trovato il modo di eludere, in maniera meno tecnologica, in sistemi di rilevazione automatica delle infrazioni. Come dimenticare la targa alla pizza “pizzicata” – scusate l’allitterazione – dalla Polizia Stradale di Brugnato (La Spezia) nel novembre 2007? Quel giorno, una pattuglia autostradale inseguì un’auto il cui conducente aveva avuto la malsana idea di appiccicare letteralmente, sulla targa, un pezzo di pasta che, invece di finire in forno, finì in una busta dell’Ufficio corpi di reato del tribunale di La Spezia (leggi il nostro articolo).

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Foto da Corriere.it

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A molti dei nostri lettori in divisa, sarà invece capitato di inseguire e beccare i furbastri con la macchia d’olio “accidentalmente” finita proprio sulla targa (e solo su di essa), ad altri ancora smascherare il velocista di turno specializzato in falsi col nastro isolante. Di varianti che ne sono tantissime, un’infinità. Il colpaccio messo a segno dalla Polaria di Ciampino non è il primo di questo genere: checché se ne dica, infatti, certi dispositivi – alcuni dei quali in grado proprio di sostituire letteralmente la targa – sono già stati oggetto di sequestro da parte della Polizia Stradale. Qualche anno fa, a Viareggio, gli uomini della Sottosezione denunciarono un tale che venne visto transitare con una targa “strana”. La stranezza era costituita dal fatto che i caratteri di quella targa erano lievemente difformi da quelli del Poligrafico dello Stato. Perché, anche questo è bene ribadirlo, le targhe italiane sono prodotte e stampate dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e molti, tra gli appartenenti alle forze dell’ordine, hanno sviluppato una certa capacità nel riconoscere una cifra buona da quella taroccata. Ebbene, la Polizia Stradale di Viareggio, fermato il tale, scoprì che aveva installato un dispositivo in grado di far scendere un’altra targa (nello specifico pare si trattasse del nuovo boyfriend della ex findanzata) azionando un comando occultato nell’abitacolo. Quell’auto non tornò mai più nella disponibilità del furbastro e finì venduta all’asta. Quello che deve preoccupare, però, è che le auto con questi congegni diventano i veicoli ideali per commettere ogni tipo di reati, compresa l’omissione di soccorso. Ma, ancor più, l’incredibile (e illecita) diffusione di auto con targa straniera, in uso a molti immigrati, ma anche molti dei soliti furbi italiani, in larga parte dei paesi dell’Est. Ecco: è proprio su questo fenomeno che sarebbe meglio concentrare l’impegno delle polizie incaricate della vigilanza stradale ed effettuare controlli incrociati sulle varie banche dati per poter smascherare i soliti trucchetti. Peraltro, richiedere intestatari di targhe per veicoli immatricolati in paesi che non aderiscono ai trattati di Schengen, significa dover attendere mesi… Ma su strada gli organici languono e questi sono controlli da specialisti che una volta c’erano e che ora, invece, sono sempre più rari… (ASAPS)

© asaps.it
Lunedì, 15 Novembre 2010
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