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Rassegna alcol e guida del 15 novembre 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

CORRIERE  ADRIATICO

Un soffio prima di mettersi in viaggio
Etilometro obbligatorio per bar e ristoranti, molti non ne sono dotati. Controlli senza multe

Ancona. L’obbligo di Etilometro nei pub, bar e ristoranti ha colto di sorpresa molti. L’entrata in vigore della norma che, in nome di una maggiore sicurezza stradale, istituisce la presenza di un alcoltest nei locali pubblici aperti oltre la mezzanotte ha visto impreparati la maggior parte dei titolari di pub e ristoranti del centro. “Credevo che l’obbligo scattasse dall’inizio del 2011 - racconta Marina Longarini del Caffè del Viale, che si dice scontenta dall’idea di doversi sobbarcare il costo del macchinario - non è giusto, abbiamo già tante imposte e obblighi ai quali adempiere. La responsabilità deve essere del cliente: chi ama bere dovrebbe dotarsi di un dispositivo portatile da tenere in auto”. Sulla stessa linea d’onda la signora Daniela Cupido: “Ci dobbiamo pensare noi? Non lo trovo per niente giusto - commenta polemicamente la titolare del Bar Ancona in Corso Mazzini - del resto come possiamo obbligare chi ha bevuto troppo a sottoporsi al test? A queste cose ci deve pensare la polizia”.
Non manca chi teme le multe (da 300 a 1200 euro), perché ancora non in regola: “Abbiamo già esposto le tabelle - spiegano i titolari di un locale del centro che vuole ricorrere ai ripari prima di eventuali controlli - ma non sapevamo che da questo sabato fosse obbligatorio dotarsi di etilometro: speriamo che ci sia un periodo di tolleranza per permetterci di adeguarci alla normativa”. Proprio su questo fronte arriva la rassicurazione del Comandante della Polizia Municipale: “Non procederemo a controlli immediati - ha riferito Tiziano Fulgi - ma i gestori dei locali si devono mettere in regola al più presto”. Qualche controllo l’ha effettuato la Polizia Stradale, che non ha però elevato contravvenzioni, limitandosi forse ad ammonire gli inadempienti. Nell’impreparazione generale, c’è chi già da tempo ha provveduto ad installare gli alcoltest: “Mi sono aggiornato prima degli altri spendendo poche decine di euro - osserva soddisfatto David Appolloni, proprietario del risorante Il Cardeto - ma non sono convinto che questa misura contribuirà alla riduzione degli incidenti stradali: è solo un servizio in più per i clienti”. Ben preparati alcuni locali della movida del sabato sera: “Nel mio locale l’etilometro è presente già da qualche tempo - dichiara Riccardo Agus, titolare del Nu 54 di Piazza del Papa - credo che potrà aiutare ad aumentare la sicurezza stradale e la cultura del bere consapevole”. “Credo che innanzitutto ci sia bisogno di educazione al giusto approccio con gli alcolici- osserva Danilo Tornifoglia di Strabacco - io mi sono messo in regola ma sono convinto che la norma non funzionerà. Sarà uno spauracchio all’italiana, con tanto di controlli e multe, che diventerà presto lettera morta”.


CORRIERE ADRIATICO

I vigili urbani hanno avviato i controlli in diversi esercizi cittadini per tenere d’occhio soprattutto i giovani automobilisti
Scatta il blitz nei locali per la vendita degli alcolici
Ascoli. Sabato sera è entrata in vigore la modifica al codice della strada che prevede che gli esercizi pubblici non debbano vendere alcolici ai minori di sedici anni ma soprattutto che si dotino di un apparecchiature atte a misurare il tasso alcolemico degli avventori oppure di un etilometro usa e getta, simile a quello in dotazione alle forze dell’ordine nel controllo lungo le strade. Ovviamente la verifica del tasso è volontaria: il cliente, prima di lasciare il bar, il ristorante o la pizzeria per apprestarsi a tornare a casa o recarsi altrove alla guida dell’auto, può verificare se ha superato il livello imposto dalla legge e quindi regolarsi di conseguenza nel caso in cui risulti superiore allo 0,3. (*)
“Già da quindici giorni - ha detto il tenente colonnello Pierpaolo Piccioni, comandate del vigili urbani - stiamo eseguendo dei controlli nei pubblici esercizi. La prima fase, che è in corso di completamento, sono stati controllati quelli del centro storico. Al momento abbiamo proceduto ad elevare diverse decine di multe riguardanti la somministrazione di bevande alcoliche a giovani che non avevano compiuto ancora il sedicesimo anno di età, per la vendita di alcolici oltre l’orario di chiusura e per gli esercizi che sono stati trovati privi degli apparecchi atti al rilevamento del tasso alcolemico. Il controllo sarà totale su tutto il territorio comunale e, non appena lo avremo completato, forniremo dettagliatamente i risultati. E’ stata fatta una campagna d’informazione capillare in modo da mettere in guardia sia gli esercenti che i proprietari dei pubblici esercizi. Le contravvenzioni che vengono elevate sono d’importo piuttosto elevato per cui è bene attenersi scrupolosamente alla disposizione del Codice della strada”. “Da parte nostra - sottolinea il comandante della polizia stradale, Maurizio Collina - i controlli lungo le strade vengono eseguiti regolarmente da sempre, in particolare il venerdì ed il sabato sera che sono i giorni più delicati sotto questo punto di vista”.

(*) Nota: ci sono molti errori in questo articolo. Un errore e un refuso possono sempre capitare, ma da articoli che non sono solamente di cronaca, ma anche di informazione, ci si aspetterebbe una maggior precisione.

IL SECOLO XIX

Alcoltest? Positivi con una birra
Simone Schiaffino
15 novembre 2010 - Lo abbiamo provato, dopo aver bevuto. E ci siamo resi conto che la migliore tecnologia è il buon senso. Se devi guidare, non bere. Nulla, o quasi. Perché tra margini di errore, variabili come il peso corporeo, il sesso, l’età, lo stomaco pieno o vuoto, è meglio non rischiare di credersi al di sotto del livello massimo. Per poi scoprire, al cospetto di polizia o carabinieri, di essere di poco sopra. E pagare quattro o cinquecento euro di sanzione, oltre a lasciare le chiavi dell’auto nel cassetto per un mese o più. Sabato sera un cronista del Secolo XIX ha testato un etilometro in un bar di Lavagna, sulla scia dell’obbligo per i locali notturni, scattato proprio alla mezzanotte di quel giorno, di avere gli alcol test a disposizione dei clienti che ne facciano richiesta.
La prova è andata in scena alle 21, al bar Rico di piazza della Libertà. Nel locale, dietro al bancone, c’è il barista Marco Viola. «Ci siamo dotati di questo etilometro elettronico, e lo mettiamo a disposizione gratuitamente - dice Viola - Per ora, nel pubblico, c’è più che altro molta curiosità. Ne ha chiesto l’utilizzo, ad esempio, anche chi sarebbe tornato a casa a piedi».
Consumiamo una birra media chiara alla spina, quindi 40 centilitri alla gradazione di 4,7 gradi. Il nostro peso corporeo è di 65 chili e siamo a stomaco vuoto. Pochi minuti dopo aver terminato la bevuta chiediamo l’etilometro. Si utilizza (com’è spiegato in un prospetto affisso alla parete) soffiando vicino ad un sensore per qualche secondo, senza appoggiare la bocca, quindi senza necessità di parti sterili. Il primo tentativo va a vuoto: nessun risultato. «Non sempre funziona alla prima, problemi di taratura dell’apparecchio - ammette il barista - riprova, vedrai che di dà il responso». Il secondo tentativo, in effetti, va a segno. L’apparecchio emette un “beep” intermittente, e sul display a cristalli liquidi compare la stima del tasso di alcol nel sangue: 0,5. Saremmo già a rischio ritiro patente. Anche se va detto che queste macchinette sono tarate per arrotondare per eccesso, in modo da evitare ai clienti di credere di essere sotto al limite quando invece si è al di sopra. Magari, con la nostra “birretta” appena bevuta a stomaco vuoto, il nostro reale tasso di alcol è di 0,4, e l’etilometro, che ha un margine di errore di 0,1, segna un punto in più. Comunque, per evitare rischi, aspettiamo un po’ di tempo prima di tornare a casa in auto: mezzora dopo, in effetti, il nostro tasso è già sceso a 0,3. Di alcol test ce ne sono tre tipi: c’è quello elettronico, da noi testato al bar Rico: la macchinetta costa 50 euro, e funziona per un centinaio di “soffiate”. Poi è necessario sostituire un piccolo componente, il sensore, che da solo costa quasi 50 euro, perché contiene i reagenti che danno l’impulso all’apparecchio. Anche il ristorante “Spinnaker” a Lavagna ha questo modello, come ci mostra il titolare Gianni Nocera. C’è poi quello a palloncino, di cui si è dotato il ristorante “Desco dei Fieschi”, sempre a Lavagna. In questo caso il funzionamento è chimico: si soffia dentro e un beccuccio cambia colore: a seconda della tonalità si saprà il proprio tasso alcolico. Al ristoratore costa 2,5 euro a pezzo, e dopo si getta. Il suo prezzo al cliente è già fissato a 2,90 euro. Ma ci sono ristoratori che lo offrono in omaggio, a seconda di quella che è stata la consumazione della clientela.
Infine, esiste l’apparecchio a muro, che funziona a moneta, e si usa soffiando con una cannuccia: questo modello, il più costoso (circa 500 euro) è quello che si trova solamente nelle sale da ballo. Ed in effetti sia il Sol Levante di Cavi di Lavagna che il Covo di nord est di Santa Margherita ne hanno uno. Ieri sera, in questa storica sala da ballo, il macchinario suscitava molta curiosità, nonostante sia in funzione già da un anno.
«Quando vediamo un ragazzo che ci sembra un po’ troppo ubriaco - dice Stefano Rosina, gestore del Covo - siamo noi stessi ad invitarlo a testare il suo livello di alcol».

(*) Nota: per molti etilometri collocati nei locali pubblici in base alla normativa appena entrata in vigore esiste un problema di affidabilità. In particolare per gli strumenti che rientrano nella prima fascia di prezzo il risultato può essere veramente poco attendibile.

IL GIORNALE

I baristi della movida: "Etilometri introvabili"
di Maria Sorbi
Via all’obbligo dei kit anti-alcol nei locali notturni della città. Una ventina di controlli dei vigili ma nessuna multa. Molti gestori però non si sono ancora messi in regola: "Non sappiamo dove comprarli. In farmacia sono esauriti"
«Dove devo soffiare? E se il flaconcino cambia colore e diventa giallo?». I ragazzi della movida non si sono tirati indietro e in tanti, tantissimi, hanno provato a utilizzare il kit dell’alcol test. Un po’ per gioco, un po’ per curiosità. Il debutto degli etilometri nei locali è andato benone. Con un unico neo: tanti gestori dei locali ne erano sprovvisti. «Nelle farmacie erano esauriti e noi non sappiamo più dove andare a comprarli. Non sappiamo come fare, così rischiamo la multa, ma tanti farmacisti ci hanno detto di averli venduti già tutti». Eppure, nella prima notte di controlli, nessun barista è incappato in sanzioni. Avrà quindi il tempo per adeguarsi.
«La polizia locale - spiega il vicesindaco Riccardo De Corato - ha controllato una ventina di locali, tra bar, pub e pizzerie. E tutti sono risultati in regola». Essere in regola per i baristi che somministrano alcolici dopo la mezzanotte, significa pure esporre le tabelle alcolemiche. Lo prevede la legge 160 del 2007 sulla sicurezza stradale. «Le tabelle devono essere esposte in un posto visibile ai clienti - spiega Epam, l’associazione milanese dei pubblici esercizi - e devono essere corredate di ogni informazione anche sui sintomi correlati ai vari livelli di assunzione di bevande alcoliche. Le tabelle sono state fornite a tutti i soci interessati».
Oltre ai controlli nei locali, i vigili proseguiranno con i controlli per strada. «I controlli stradali - specifica il vicesindaco - sono stati intensificati nel week-end. Nei primi dieci mesi del 2010 sono già 2.226 gli alcol test effettuati». E di questi, 458 sono risultati positivi: in sostanza, circa una persona su cinque è risultata positiva. I veicoli sequestrati ai guidatori ubriachi sono stati in tutto trecento.

IL TIRRENO

15 NOVEMBRE 2010
All’etilometro non c’è la fila 
Macchinetta obbligatoria nei pubblici esercizi: per ora la usano in pochi Per molti locali non è una novità, e comunque va forte il kit usa e getta 
CARLO BARTOLI 
Un esordio in sordina. Il debutto dell’etilometro in ristoranti e pubblici esercizi in cui si beve alcol e si tira tardi non ha sconvolto le abitudini: in pochi, infatti, hanno chiesto di poter controllare il tasso alcolemico.
 E anche nei locali notturni, dove già esisteva l’obbligo, il tam tam mediatico non ha stimolato un aumento dell’utilizzo dell’etilometro.
 Alessio Fossi, dell’irish pub Lo stravizio di Castelfiorentino, dice che già sabato sera qualche cliente ha chiesto informazioni, ma nessuno ha usato l’alcoltest. «Abbiamo ordinato la macchinetta, ma nell’attesa ci siamo dotati di kit usa e getta già da qualche tempo. Negli scorsi fine settimana, qualcuno ha chiesto di effettuare il test, ma sono pochissimi i casi, anche perché ai clienti preme troppo non perdere la patente e chi vuol bere un paio di birre si organizza in modo da far guidare un amico».
 Stesso risultato per Franco Brogi, del pub Mac Cool di Certaldo. «I clienti sono molto informati - dice - ma nessuno ci ha chiesto di poter effettuare il test anche se la prova è gratuita per chi mangia o effettua delle consumazioni che non si limitino al semplice caffè».
 Al bar pizzeria Ottavo Nano a Lucca, uno dei pochi locali ad essere riuscito a procurarsi l’etilometro già da qualche giorno, la macchinetta, spiega il gestore Fabio Baldassari, è stata utilizzata da una quindicina di ragazzi, «ma lo hanno fatto più che altro per gioco, per vedere come funziona l’apparecchio, per ascoltare la voce che dà il responso». Sempre a Lucca, al Girovita, la titolare Lucia Bacci ha acquistato un po’ di test usa e getta, «anche se - spiega - nessuno mi ha chiesto di provarlo. Quando i ragazzi arrivano in gruppo, c’è sempre qualcuno che ordina solo una bibita».
 L’inizio è stato soft anche sul versante dei controlli ai locali: «Non ci risulta - spiega Massimo Biagioni, segretario della Confesercenti toscana - che siano stati fatti controlli nei pubblici esercizi per verificare la presenza degli etilometri. Un approccio ragionevole che comunque non deve spingere ristoranti e pubblici esercizi ad abbassare la guardia, anche perché chi non si è potuto procurare le macchinette può sempre utilizzare i kit monouso. In ogni caso, è giusto prevedere un periodo di rodaggio, perché finora l’obbligo era in vigore solo per discoteche e locali notturni, mentre adesso si va a coinvolgere una fascia diversa di clienti, quella dei pub e, soprattutto, dei ristoranti».
 Anche alla Capannina, Gherardo Guidi parla di un esordio positivo della nuova normativa: «Ai clienti che lo chiedono - dice - offriamo di fare il test gratuitamente». Anche alle Panteraie a Montecatini, il tam tam di giornali e televisioni non ha modificato le abitudini. Per noi, non è una novità e i nostri clienti sono molto consapevoli. Vicino all’uscita abbiamo sistemato l’apparecchio, ma abbiamo anche dei test usa e getta che chi vuole può effettuare senza farsi notare, rispettando così la privacy».
 Al Kings a Cala Galera si aspetta l’arrivo dell’apparecchio e ci sono, come al solito, i kit usa e getta. «Il nostro contributo nella lotta alle stragi del sabato sera non si limita solo nel mettere a disposizione l’etilometro usa e getta - spiega il titolare Natalino Galgani - ma abbiamo organizzato un servizio di pullman che termina la notte alle quattro e mezza per consentire ai ragazzi di divertirsi senza pericolo». Anche Alex De Giorgi del Mama mia di Torre del Lago non ha notato nessuna novità. «A scanso di equivoci - spiega - ogni sera una buona percentuale dei nostri clienti, tra il 5 e il 10 per cento, si controlla». A farlo è soprattutto chi ha bevuto, ma non troppo. «Per scrupolo - spiega Chiara - uso sempre il kit se sono io a guidare. Basta un lieve superamento del limite per beccarsi una bella multa. Così, se sono sopra il limite, aspetto mezz’ora prima di mettermi al volante».

RIVIERA24

Senza multe la prima notte con obbligo per i locali che chiudono dopo le 24 di dotarsi di etilometri
Nessun accanimento perché si vuole lasciare ai titolari degli esercizi qualche giorno di assestamento, prima di fare scattare accertamenti più rigorosi. Per gli esercizi che non rispettano la norma, è prevista una multa di almeno 300 euro.
Sanremo, 15/11/2010 - A Sanremo la prima notte con l’obbligo per i locali che chiudono dopo le 24di dotarsi di etilometro si è chiusa senza multe. Né polizia né carabinieri hanno effettuato controlli mirati, le pattuglie della Polizia Municipale hanno solo verificato il rispetto della nuova legge “a campione”, senza rilevare irregolarità. Nessun accanimento perché si vuole lasciare ai titolari degli esercizi qualche giorno di “assestamento”, prima di fare scattare accertamenti più rigorosi. Per gli esercizi che non rispettano la norma, è prevista una multa di almeno 300 euro.
di Ma. Gu.

IL TIRRENO

LUNEDÌ, 15 NOVEMBRE 2010
Ritirate soltanto due patenti 
I precursori (per ora) funzionano: livornesi virtuosi Controlli della Polstrada alla barriera dell’A12 Fermati circa 70 veicoli 
LIVORNO. Due patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza su 70 veicoli fermati. Un dato che fa ben sperare sulla virtuosità dei livornesi e che arriva nella serata in cui è entrata in vigore la norma del codice della strada che impone a ogni locale che vende alcolici di dotarsi di etilometro.
Nella notte tra sabato e ieri, dalle 2 alle 4, tre pattuglie della polizia stradale (Livorno, Rosignano e Venturina) hanno svolto un servizio di controllo all’uscita dell’autostrada a Livorno. Gli agenti hanno fermato una settantina di mezzi, la maggior parte guidati da livornesi che tornavano in città dopo una nottata trascorsa a ballare in Versilia e dintorni. Una parte degli automobilisti fermati è stata sottoposta ad etilometro, per misurare il tasso alcolico. Tuttavia, solo due persone hanno superato i limiti imposti dalla legge. Il più indisciplinato è un livornese di 36 anni che guidava un’utilitaria con un tasso alcolemico di 1.74 (il limite 0.50). Per lui via la patente e denuncia penale. Non gli è stata sequestrata l’auto perché sera intestata a un’altra persona. Il trentaseienne, che viaggiava con amici, dovrà avere un bel po’ di pazienza: la patente è sospesa da sei mesi a due anni, in base a quanto deciderà il giudice. Il veicolo è stato quindi affidato a un amico sobrio.
L’altra patente invece è stata tolta a un 28enne livornese. Il giovane rientrava a casa dopo una serata con gli amici ed era alla guida di un’Alfa 147. A lui è stata contestata solo la multa perché aveva un tasso di 0.78 (fino a 0.80 per chi ha la patente da più di tre anni scatta solo la sanzione amministrativa). Più severa la norma per i neopatentati, che invece non possono assolutamente bere prima di guidare.
Sabato a partire da mezzanotte è entrata in vigore la nuova norma che prevede che ogni locale che vende alcolici sia dotato di un misuratore del tasso alcolico. Forse la nuova regola ha influenzato positivamente i livornesi, che in questo weekend, rispetto a controlli passati, sono risultati sobri e coscienziosi.
Tuttavia, è ancora presto per osannare gli effetti benefici della norma. Lo ricorda il comandante della polstrada di Rosignano, Gaetano Barrella, che invita alla prudenza: «Sicuramente la presenza dei precursori nei locali è un di più. Però bisogna precisare che un conto è un controllo mirato all’uscita dalle discoteche, un altro è un servizio alla barriera autostradale in una fascia oraria come 2-4. Vedremo cosa accadrà tra un paio di mesi».
L.L. 

LA STAMPA – Giro di vite

IL NUOVO OBBLIGO
L’etilometro nei locali e lo stipetto blu dei barbieri 
Le nuove norme servono a poco se non si convince la gente: l’esempio del fumo 
SERGIO MIRAVALLE
Vi ricordate quei contenitori in plastica trasparente che diffondevano una misteriosa e miracolistica soffusa luce blu? Barbieri e pettinatrici furono indotti negli anni scorsi a munirsi di tali attrezzature salvifiche per «rendere sterili» o almeno disinfettare pettini, rasoi e spazzole. Si era in piena psicosi da contagio da Aids e qualcuno ci fece l’affare. Ora la maggior parte di quale apparecchietti giace impolverato. Qualche barbiere lo usa da stipetto porta-shampoo altri li hanno trasformati in altarini luminosi con le foto di famiglia, Del Piero e Valentino Rossi.
Posso sbagliarmi, ma credo che lo stesso destino polveroso toccherà agli etilometri da banco che dall’altra  notte sono diventati obbligatori per bar, pub e ristoranti, discoteche che servono alcolici dopo la fatidica mezzanotte. Costano dai 40 fino ai 1400 euro nelle versioni a controllo elettronico. Diranno ai clienti se il loro tasso alcolico supera la fatidica soglia di 0,5 grammi/litro oltre la quale, se ci si mette al volante, scattano multe e sequestri in crescendo onerosissimo.
Il rischio è che passata la novità l’auspicato autocontrollo della clientela, soprattutto la più giovane si affievolisca e anzi quegli etilometri diventino un invito certificato allo stupido gioco di chi esagera. Bisogna incidere sul comportamento reale. La gente va convinta ed educata, così come si è convinta a non fumare nei locali più e prima di qualsiasi obbligo legale. (*)

(*) Nota: credo anche io che tra qualche anno nei locali pubblici gli etilometri non verranno più usati. Così come adesso non sarebbero più necessari i cartelli “vietato fumare”. Vi ricordate i cinema e i bar come camere a gas? E le polemiche quando venne introdotto il divieto? I fumatori che hanno smesso di fumare nei luoghi pubblici sono stati convinti ed educati da un divieto, non certo dalle parole di qualcuno. Non fumare nei luoghi pubblici è un segno di civiltà. La stragrande maggioranza delle persone ormai lo percepisce come tale e troverebbe insensato e stupido trasgredire. Anche non bere prima di guidare è un traguardo di civiltà che sta per essere raggiunto attraverso dei divieti. Quando le persone troveranno insensato e stupido bere prima di guidare, non si tornerà più indietro. Gli etilometri potranno allora rimanere in un cassetto, ormai avranno assolto al loro compito.  

FUORILUOGO.IT

Alcol e giovani, resiste la cultura del bere misurato
La recensione di Allaman Allamani del libro di Franca Beccaria, "Alcol e Generazioni. Cambiamenti di stile e stili in cambiamento in Italia e in Finlandia" (Carocci editore) per la rubrica settimanale di Fuoriluogo sul Manifesto del 10 novembre 2010.
Il libro appena uscito a cura di Franca Beccaria sui consumi giovanili in Italia e in Finlandia è benvenuto: è un rimedio allo sconforto suscitato così spesso dai media che insistono sui danni prodotti dal binomio giovani/alcol; e alle perplessità per le soluzioni proposte dagli esperti - che si rifanno acriticamente alle norme proibizionistiche in vigore nel nord Europa.
E’ importante che ci siano ricerche italiane in un campo dove gli studi sono in prevalenza fatti all’estero: in nord Europa o nord America, con culture del bere tanto lontane dalle nostre. Franca Beccaria è una ricercatrice sull’alcol, tra i pochi in Italia: sociologa, proviene dalla scuola torinese di Amedeo Cottino. Col suo gruppo di lavoro e con colleghi finlandesi ha confrontato gli stili del bere e le loro trasformazioni in Italia e in Finlandia negli ultimi 60 anni. Mediante la moderna tecnica dei gruppi focali, si sono intervistate circa 200 persone di quattro generazioni (a Torino e a Helsinki): i nati dei decenni 1940, 1950, 1960, e infine la generazione tra il 1980 e il 1990.
Il testo riporta le memorie di prima infanzia, giovinezza, età adulta e anziana, che attraverso il filo comune delle abitudini al consumo dipingono diverse epoche, famiglie, condizioni lavorative e di tempo libero dell’Italia dagli anni 50 fino ai giorni nostri. Dai  risultati emergono comportamenti assai diversi in Italia e in Finlandia. Per i Finlandesi (che negli ultimi 40 anni hanno aumentato cospicuamente i consumi) il primo assaggio, le prime bevute e le prime ubriacature coincidono con un’iniziazione al bere intorno ai 15 anni, alla presenza di amici e lontano dai genitori. Lo scopo principale è raggiungere l’ubriacatura; tale condotta si può mutare nell’età successive in abbuffate alcoliche – bere 6 o più bicchieri di birra o liquori, nei momenti di festa o nel fine settimana, fuori dai pasti.
In Italia, il vino, che resta la bevanda più bevuta, negli ultimi 40 anni ha visto i consumi dimezzati per le trasformazioni sociali legate al passaggio dalla cultura rurale, predominante fino agli anni sessanta, a quella industriale e postindustriale; e, negli ultimi decenni, per il diffondersi degli atteggiamenti salutisti e col propagarsi dell’orientamento consumistico. Altri aspetti restano invece stabili. I primi assaggi – solitamente vino- avvengono verso i 7-8 anni, in famiglia e ai pasti, come condivisione col mondo degli adulti. Il primo bere regolare (vino) accade verso i14 anni o dopo, in famiglia, mentre per le ultime generazioni si beve, con coetanei, birra e combinazioni di alcolici. Iniziare a bere presto non appare affatto come segnale di un problema (come forse è in altri paesi): è un modo attraverso cui la famiglia trasmette l’uso del bere, in forma moderata.
I giovani delle ultime generazioni bevono in modo diverso da prima. Certamente aumentano nel tempo le occasioni di consumo, la disponibilità economica, e il moltiplicarsi di offerte dei locali pubblici. I giovani, spiega Beccaria, cercano oggi con la bevanda alcolica esperienze di piacere, che attivino il proprio mondo emozionale e accrescano le percezioni corporee. Ma ciò coesiste con lo stile conviviale e socializzante, tipico della tradizione. Seppur le ubriacature appaiono più numerose che in passato, sono generalmente un prodotto collaterale dei momenti di socializzazione, mai o quasi mai obiettivi primari del consumo. Piuttosto che avere particolari condotte trasgressive, come certi luoghi comuni ci propongono, i giovani oggi sembrano piuttosto propensi ad accettare lo statu quo, accogliendo nuove suggestioni di consumo, ma mantenendo continuità col passato. Inoltre molti di loro sono consapevoli del rischio degli eccessi. A ciò può aver contribuito l’applicazione delle recenti leggi sulla guida sotto effetto dell’alcol.
Le conclusioni, per una volta, non sono improntate al pessimismo. Si conferma da un  lato che la frequenza degli episodi di abuso riguarda un periodo giovanile limitato. E in seguito, nelle età più adulte, subentra una rivalutazione della tradizione: uno stile più moderato, rivolto più alla qualità della bevanda che alla quantità dell’assunzione. 
(Franca Beccaria, Alcol e Generazioni. Cambiamenti di stile e stili in cambiamento in Italia e in Finlandia, Carocci editore)

TRENTINO

«L’alcol è solitudine»
Molte le testimonianze degli Alcolisti Anonimi vittime di una malattia sempre più diffusa
ROVERETO. «Quando cominciai a domandarmi se nel mio bere ci fosse qualcosa che non funzionava non mi ritenevo alcolizzato, - testimonia un alcolista anonimo - pensavo che questi fossero l’anziano e il barbone delle panchine. Per me il bere era un’abitudine, un vizio, non pensavo fosse una malattia che può colpire qualsiasi persona, non conta l’età, il sesso, la condizione sociale. Il mio bere serviva per avere un approccio con le persone, ma mi rimaneva soltanto il peso della solitudine».
 Questa è soltanto una delle testimonianze che gli alcolisti anonimi e i loro familiari, hanno portato ieri nella loro riunione aperta. I gruppi di Rovereto, Trento Mattarello e Borgo Valsugana si sono riuniti nella sede cittadina per raccontare le loro esperienza.
 «Più volte mi sono avvicinato ad Alcolisti Anonimi, ma senza avere il coraggio di varcare quella porta, troppo orgoglioso per chiedere aiuto. Poi l’ho fatto. Frequentando i gruppi ho trovato veri amici in chi ha già percorso questo cammino prima di me. Mi hanno dato quell’aiuto che stavo cercando. In quel momento ho vinto la solitudine e la forza distruttiva dell’alcol che tanti danni ha fatto nella mia vita. Con AA ho ritrovato la serenità».
 Entrare a far parte del gruppo non è difficile. Basta desiderare di smettere di bere. A Rovereto il gruppo di alcolisti e, separatamente, quello di famigliari o amici (perché l’alcolismo è una vera e propria malattia della famiglia) si riuniscono tutti i lunedì e giovedì, dalle 20.30 alle 22.30, nella sede di via Leonardo Da Vinci 17, a Borgo Sacco. Assieme gli alcolisti parlano del loro problema comune e, grazie al percorso spirituale dei “12 Passi”, cercano di superarlo. «E’ una forma di autoaiuto, - spiega uno di loro che agli incontri partecipa da 13 anni - aiutando un’altra persona rafforziamo la nostra sobrietà». (st.c)

BRESCIA OGGI

«Positivi» al volante Ritirate undici patenti
E’ stato un sabato sera.... sobrio. O, quantomeno, più sobrio del solito.
15/11/2010 - POSITIVO il bilancio dei controlli effettuati dalla polizia stradale di Brescia per l’intera nottata tra sabato e domenica che permette di dire che gli automobilisti bresciani, per questo fine settimana, hanno scoperto la «guida sobria».
A differenza del solito, la percentuale di automobilisti trovati in condizioni in idonee alla guida è decisamente più bassa. Se per tutta la durata dei controlli estivi e anche nelle ultime settimane era stato circa il dieci per cento dei conducenti controllati a restare senza patente, stavolta a pagare con il ritiro l’eccesso di bevute è stato meno del cinque per cento di automobilisti.
GLI AGENTI della Stradale, impegnati in due posti di controllo sul Garda e in Franciacorta con cinque pattuglie, hanno ritirato 11 patenti per guida in stato di ebbrezza. Non sono poche, ma la percentuale è bassa se raffrontata ai controlli totali: i poliziotti hanno verificato le condizioni di 280 automobilisti e di 300 persone in totale.
Non tutti gli automobilisti controllati erano in grado di mettersi al volante garantendo la loro sicurezza e quella degli altri utenti della strada, ma non hanno superato la prova dell’etilometro solo in undici. Questi automobilisti hanno dovuto lasciare l’auto e sono tornati a casa a piedi.
PER UNO DEI CONDUCENTI è scattata anche la confisca del mezzo: aveva un tasso alcolemico superiore a 1,5 milligrammi per litro. Questo automobilista, oltre a essere rimasto a piedi, rischia la sospensione della patente per due anni.
Decisamente meno «brilli» gli altri automobilisti che sono rimasti senza patente: due avevano un tasso inferiore a 0,5 (ma erano neopatentati), quattro tra 0,5 e 0,8, uno tra 0,8 e 1 e tre un tasso alcolemico tra 1 e 1,5.
I controlli verranno ripetuti anche nei prossimi fine settimana sempre nelle zone del divertimento.
W.P.

ASCA

SALUTE: DOMANI LA DIETA MEDITERRANEA ENTRA NEL PATRIMONIO UMANITA’  (*)
Roma, 15 nov - In occasione della storica iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanita’ da parte dell’UNESCO, nell’ambito del comitato di valutazione a Nairobi in Kenia, e’ organizzata dalla Coldiretti una maxispaghettata con pasta, pomodoro, extravergine, vino, frutta e verdura prodotti dagli agricoltori italiani che hanno permesso di raggiungere l’importante traguardo.
L’appuntamento e’ alle 10 di domani martedi’ 16 novembre al Campidoglio nel centro del Comune di Roma dove si trova l’area urbana piu’ estesa al mondo sotto tutela dell’importante organismo internazionale.
All’iniziativa parteciperanno rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle forze economiche e sociali e consumatori di tutte le nazionalita’ che hanno decretato nel mondo il successo di un tipo di alimentazione e di uno stile di vita che e’ diventato il simbolo della salute e del benessere.
Sara’ presentato il primo studio sui risultati conquistati dalla dieta mediterranea Made in Italy in termini produttivi, nelle esportazioni e dal punto di vista della salute.
res-mpd/mcc/ss

(*) Nota: la dieta mediterranea andrebbe riconsiderata alla luce dell’impatto complessivo che il vino ha sulla salute della popolazione. Riporto qui di seguito una risposta ai lettori del Forum Nutrizione del Corriere della sera del nutrizionista Andrea Ghiselli. “… è il solo modello alimentare che ha dimostrato di essere preventivo nei confronti della maggior parte delle malattie croniche e degenerative in tutte le età studiate, in tutte le popolazioni studiate, in tutte le etnie studiate, in tutti i paesi del mondo. L’alcol non deve essere rimosso dal modello mediterraneo, ci mancherebbe, così come nessun alimento dovrebbe esserlo, ma non si può ignorare che sia un fattore di rischio per il cancro, per cui sicuramente, come dice lei, il migliore modello è la dieta mediterranea senza vino e bisogna dire alle persone che, senza essere proibizionisti, il consumo di bevande alcoliche non è esente da rischio anche in quantità ritenute moderate: un bicchiere al giorno.”

ROMAGNA OGGI

Cesena, incidenti in via San Carlo e Madonna dello Schioppo. L’alcol sempre protagonista
CESENA, 15 novembre 2010 - La Polizia Municipale è intervenuta domenica per rilevare due incidenti con lesioni e in entrambi i casi sono risultati coinvolti conducenti risultati in stato di ebbrezza. Il primo incidente si è verificato in mattinata in Via S. Carlo, mentre il secondo è avvenuto in via Madonna Dello Schioppo al pomeriggio. In tutti e due i casi la PM ha proceduto al ritiro delle patenti, in attesa dei referti medici. I tassi alcolemici dei due fermati non sono stati resi noti.
Se un guidatore  in stato di ebbrezza è responsabile di un incidente, le sanzioni vengono raddoppiate e nel caso si registri un tasso superiore a 0.8, viene applicato anche il fermo del veicolo per 30 giorni.

ROMAGNA OGGI

Lugo, automobilista perde auto e patente dopo incidente: era ubriaco
LUGO 15 novembre 2010 - Sono cinque gli automobilisti denunciati nel weekend dai Carabinieri della Compagnia di Lugo nel corso dei controlli stradali svolti a San Lorenzo di Lugo, Fusignano e Traversara di Bagnacavallo. Si tratta di quattro italiani ed un romeno con età compresa fra i 34 e i 47 anni (di cui quattro maschi ed una donna) i quali risultavano positivi alla prova dell’etilometro con valori variabili tra l’1,15 e 2,00 grammi per litro (il limite è di 0,50).
Per tutti oltre alla denuncia è scattato il ritiro della patente. Durante il controllo al cittadino romeno, avvenuto a seguito ad un incidente stradale, è emerso che lo stesso non aveva mai conseguito la patente. Inoltre l’auto è risultata priva di copertura assicurativa. Pertanto si è provveduto al sequestro della vettura ai fini della confisca. Un’altra auto è stata sequestrata al conducente risultato positivo con valori pari a 1,70 g/l.

SARDEGNA OGGI

Rissa davanti alla discoteca, cinque arresti a Guspini
Cinque giovani sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Villacidro per la rissa scoppiata all’alba davanti alla discoteca Felix di Guspini. Fra loro c’è anche il ragazzo rimasto ferito gravemente al collo con una bottiglia rotta, ricoverato con prognosi riservata nell’ospedale di San Gavino, dove è piantonato dai carabinieri. Il provvedimento restrittivo è scattato per altri tre ventenni, tutti di San Gavino e per un manovale di 22 anni di Terralba.
GUSPINI Lunedì, 15 novembre 2010 - Tutto è accaduto nella notte tra sabato e domenica davanti alla discoteca Felix di Guspini. I cinque giovani, secondo gli investigatori un po’ alterati dall’alcol, si sarebbero scontrati per chiarire un diverbio nato all’interno del locale. Durante la rissa uno dei giovani è stato colpito al collo con una bottiglia rotta. Il colpo gli ha provocato una “ferita lacero contusa con lesioni vascolari e muscolari in regione cervicale”; il ragazzo è stato immediatamente portato in ospedale, dove si trova ancora adesso in prognosi riservata, anche se non è in pericolo di vita. A tutti i partecipanti è stato contestato il reato di rissa aggravata, mentre chi ha colpito il giovane in ospedale dovrà rispondere anche di lesioni aggravate.

LA NAZIONE

Ubriachi in giro di notte a disturbare i passanti
Denunciati in tre: due a piedi e uno in auto
Firenze, 14 novembre 2010 - Giravano ubriachi nella notte, due a piedi e uno in auto. Tutti e tre sono stati sono stati denunciati dalla polizia. Due di loro disturbavano i passanti in strada, uno è stato fermato durante un controllo mentre guidava l’auto.
In via Orti Oricellari gli abitanti hanno chiamato il 113 per un ubriaco che stava urlando nella strada in piena notte suscitando le proteste di chi dormiva. Si tratta di un brasiliano di 32 anni, denunciato per ubriachezza molesta e per resistenza agli agenti, da lui colpiti con calci e pugni mentre gli si avvicinavano per identificarlo.
A Novoli episodio simile: un altro ubriaco, un fiorentino di 25 anni, ieri alle 20, e’ stato bloccato dalla polizia perche’ dava fastidio agli altri avventori della pasticceria dove si trovava.
Infine, verso mezzanotte e mezzo, un fiorentino di 55 anni e’ stato controllato con l’etilometro in via Bolognese: aveva un tasso alcolemico di 1,44 quando il limite consentito e’ 0,50. 

CORRIERE ADRIATICO

Bloccato dalla volante sabato sera a San Lazzaro, il giovane albanese era già stato condannato per gli stessi reati
Ubriaco picchia la moglie di fronte ai figli, arrestato
Fano. Da tempo era dedito all’alcol e quando era ubriaco, sfogava la sua ira sulla moglie, malmenandola anche di fronte ai figli in tenera età. Già denunciato e processato, sabato sera, dopo aver bevuto, ha aggredito di nuovo la donna finché non è stato bloccato dagli agenti della volante della polizia di Stato.
Si tratta di un albanese di 29 anni, a cui evidentemente la prima lezione impartita dal giudice non è servita. L’episodio si è verificato dopo cena. Non sono noti i motivi che hanno scatenato l’aggressività del giovane, fatto sta che la volante è subito accorsa in via Ambrosini nel quartiere di San Lazzaro, dopo che al 113 era giunta una telefonata che denunciava un grave episodio di violenza in famiglia.
Al loro arrivo gli agenti hanno sorpreso l’uomo che ancora stava malmenando la moglie; sono quindi intervenuti salvando la donna da ulteriori percosse. Lo straniero è stato arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni.
Il marito violento è recidivo perché pochi mesi fa aveva patteggiato una condanna per i medesimi reati in seguito alla quale, nel febbraio scorso, il gip gli aveva imposto la misura dell’allontanamento dalla propria abitazione. Nel frattempo però di fronte alle assicurazioni di ravvedimento dell’imputato, il provvedimento era stato ritirato, ma lui ci è ricascato.
Aveva fatto anche delle buone promesse di astenersi dal bere, ma evidentemente, una volta liberato non ha resistito alla tentazione di affogare le proprie frustrazioni nell’alcol, come hanno notato gli agenti del commissariato non appena intervenuti per bloccare le violenze.
L’uomo da tempo risiede a Fano, dove ha ottenuto un regolare permesso di soggiorno. Ora è stato condotto nel carcere di Villa Fastiggi in attesa della convalida dell’arresto da parte dell’autorità giudiziaria e di un nuovo processo.

IL TIRRENO

LUNEDÌ, 15 NOVEMBRE 2010
VIALE VITT. VENETO 
Tira una bottiglia contro il bus 
Ha esagerato con l’alcol e poi, senza un apparente motivo, ha lanciato una bottiglia vuota contro un autobus, rompendo il vetro di un finestrino.
Per questo sabato pomeriggo Massimo Cesarino, di 40 anni, è stato denunciato a piede libero dai carabinieri con le accuse di attentato alla sicurezza dei trasporti e danneggiamento.
E’ accaduto intorno alle 17,30 in viale Vittorio Veneto. Tanto spavento, ma nessuno dei passeggeri del bus è rimasto ferito a causa del finestrino rotto.

IL GIORNALE

Spot aspetta il padrone che non tornerà più
di Redazione
Lunedì 15 novembre 2010 - È il cane che sta facendo commuovere l’America: da 5 mesi ogni giorno si ferma sulla strada dove un pirata ha investito e ucciso il suo proprietario. Al passaggio di ogni macchina spera di rivederlo. Le sue immagini fanno il giro del mondo
Prima ha commosso il Texas, poi l’America, ora sta commuovendo il mondo intero. E’ la storia di Spot, l’ennesimo cane che fa riflettere su un fenomeno che si presta molto bene all’antropomorfizzazione, ovvero a introdurre negli animali sentimenti che parrebbero essere di esclusiva competenza umana. Ma qui i condizionali sono d’obbligo ed è giusto farne largo uso, perché ormai sappiamo che anche gli animali provano sentimenti. D’altronde basta vedere i pochi minuti di questo video, per rendersi conto, attraverso lo sguardo di questo cane, che nella sua mente c’è qualcosa di più che il semplice istinto, la semplice risposta di relais neuronali, come vorrebbero i moderni seguaci di un positivismo cartesiano che ha perso la sua battaglia con la storia.
Andate a vedere il video (basta battere "Spot il cane" su qualunque motore di ricerca) e capirete cosa intendo dire. L’espressione triste e malinconica (i Pointer ce l’hanno già di per sé) di questa femmina di cane da caccia che attende sulla statale di Loan Oak (Texas) il suo padrone, deve convincere chiunque che il ricordo dei defunti e la mancata rassegnazione per la loro dipartita non sono prerogative umane. Da cinque mesi, da quel maledetto giugno in cui un autista sbronzo ha investito Wayne Giroux, Spot si reca ogni giorno su quella strada e si mette seduta, le orecchie ritte e attende. Quando sente in lontananza il rumore di una macchina simile a quella di Wayne, le orecchie si alzano, gli occhi scrutano avanti, il corpo si tende e trema, nell’attesa che da quell’auto si apra una portiera e che Wayne superi il frastuono del motore con il suo "Come on up, Spot!" (Sali su, Spot!). Ma l’auto non si ferma e, mentre corre veloce, verso l’orizzonte, le orecchie reclinano, gli occhi si velano di malinconia e Spot torna a sedersi, nell’attesa della prossima. E’ così da cinque mesi, tutti i santi giorni. "Non ho alcun dubbio su chi stia aspettando" dice davanti ai microfoni Paul, il figlio di Wayne" e credetemi, mi si spezza il cuore quando percorro quella strada e la vedo là seduta, al solito posto". Ho visto il video diverse volte e in diversi siti e devo dire che, nel sottotitolo di uno di questi, c’era scritto: "tenete a portata di mano un fazzoletto di carta". Non era una trovata pubblicitaria.
La storia di questo cane ovviamente non può che ricordare quella di un suo famoso simile, l’Akita Inu di nome Hachi, reso celebre dal recente film con Richard Gere, che attese alla stazione di Shibuya per 10 lunghi anni il suo padrone Ueno, docente di agraria morto per infarto durante il viaggio verso l’università dove insegnava.
D’altronde nessuna visita alla città di Edimburgo può dirsi completa se manca l’omaggio, in Candlemaker Row, alla statua del piccolo Skye Terrier di nome Bobby, che attese per 14 anni il suo padrone, John Gray morto nel 1858.
E’ del giugno di quest’anno la storia di Ambra, la femmina di Husky, rimasta per giorni a 3000 metri in mezzo a gelo e valanghe ad attendere Francesco Zavattiero, l’alpinista con il quale viveva in simbiosi, purtroppo morto tra i ghiacci eterni.
Trovo solo due termini per spiegare questi atteggiamenti: fedeltà e lealtà e li pronuncio con grande cautela, quasi chiedendo scusa. Ai cani.

 

 

Martedì, 16 Novembre 2010
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