L’Asaps è stata convocata dall’8°Commissione Lavori pubblici del Senato per un’audizione in merito all’esame del Disegno di legge n. 1720, relativo alla sicurezza stradale. L’audizione del presidente dell’Asaps Giordano Biserni si è svolta oggi giovedì 15 ottobre a Palazzo Madama. Il presidente ha illustrato alcuni positivi risultati sugli incidenti stradali raggiunti dopo le modifiche di legge degli ultimi due anni (leggi n.160/2007; 125/2008; 94/2209) e l’incremento dei controlli con gli etilometri (250.000 nel 2006, 800.000 nel 2007 +220%, 1.400.000 nel 2008 +43%, e probabile quota 1.800.000 nel 2009) col passaggio da una probabilità di controllo per i 35 milioni di patentati ogni 140 anni a una ogni 18-19 anni. Ecco la sintesi delle proposte dell’associazione che da 19 anni si batte per la sicurezza sulle strade. Bene ogni modifica di legge che renda più severe le norme. Ma nessuna medicina anche la più potente, sarà utile se non ci saranno i medici e gli infermieri (in divisa) che la somministrano. Per esempio la Polizia Stradale che oggi schiera mediamente 1.450 pattuglie al giorno (360 a turno), manca da oltre 20 anni di circa 1.500 agenti in organico. In pratica se venisse (finalmente) ripianato quel vuoto di divise, si potrebbero impiegare su strada almeno altre 450 pattuglie al giorno, ciò costituirebbe un incremento di un terzo di centauri su strada. Sul tema alcol, l’Asaps ha proposto che il valore alcolemico zero, già previsto per i neopatentati e i conducenti professionali sia esteso a tutti i recidivi per almeno 3 anni dopo il primo controllo positivo. Chi ha avuto un incontro ravvicinato con l’alcol alla guida deve stare lontano dai calici per un periodo congruo. Il presidente Biserni ha ribadito poi la necessita di arrivare a 4-5 milioni di controlli con l’etilometro ogni anno. L’Asaps è convinta che senza la forte partecipazione delle Polizie Locali, al sistema dei controlli anti alcol e stupefacenti (per altro alcune già molto attive su questo versante), gli obiettivi prefissati saranno in pratica irraggiungibili. Per questo si dovrebbe prevedere che tutti i comuni, con un numero di abitanti superiore a 5.000 o a 5 agenti nel loro organico, dovrebbero obbligatoriamente dotarsi di etilometri e di narcotest. Per gli stessi comuni dovrebbero essere previsti specifici contributi per l’acquisto degli strumenti e il riversamento a loro favore di una percentuale delle sanzioni derivanti a procedimento concluso. Sulla velocità l’Asaps ha ribadito tutte la sua contrarietà sull’ipotesi del limite a 150 km/h nelle autostrade a 3 o 4 corsie. Ponendo fra le altre considerazioni una domanda: come mai nessun paese d’Europa e del mondo pensa di elevare i limiti attuali (i nostri sono i più alti in assoluto). Abbiamo le strade migliori? Abbiamo il parco veicoli più moderno? Sappiamo bene che non è così. Perché allora dovremmo adottare questa misura mentre altri paesi vanno in direzione esattamente contraria? L’Asaps ha poi espresso le proprie perplessità sulla potenza dei mezzi in circolazione. A proposito della patente a punti l’associazione ha evidenziato la positività dello strumento, ma anche il lento declino della sua efficacia. I conducenti hanno presto compreso che è difficile perdere i punti (scarsi controlli ed elettronica che non permette di identificare il conducente) ed è facile recuperarli (corsi farsa, recupero del punteggio dopo 2 anni, due punti regalo ogni biennio). Per questo il sodalizio degli agenti ha proposto corsi per il recupero dei punti con verifica ed esame finale, anche con la prova pratica di guida. In merito ai due punti omaggio per ogni biennio la proposta è che, come è stato recentemente fatto in Spagna, vengano assegnati ai conducenti solo se si saranno raggiunti positivi obiettivi globalmente e preliminarmente prefissati, sulla sinistrosità stradale entro i bienni 2010/2011 e 2012/2013. In sostanza si dovrebbero considerare i patentati come degli azionisti di una società virtuosa ai quali vengono distribuiti gli utili solo se vengono raggiunti alcuni positivi risultati. Nell’audizione l’Asaps ha sollecitato il rilancio di una professionale polizia dei trasporti per far realizzare una efficace rete di controlli sul trasporto pesante e per le numerose violazioni dovute anche ad una concorrenza forte e sleale nel settore da parte di chi le regole (orari, riposi, portate) non le osserva. Ampio spazio è stato dedicato anche alla debole sensibilità per l’educazione stradale (mai in un esame di stato il tema di attualità ha toccato gli incidenti stradali e le stragi del sabato sera, che riguardano molto da vicino i giovani) e alla comunicazione. Mentre da noi si continua con gli spot ad impatto debole, in altri paesi (guarda caso i primi della classe per la sicurezza stradale) gli spot sono veri pugni nello stomaco trasmessi dalle Tv anche nelle ore di punta. Infine l’Asaps ha invocato interventi per regolamentare il procedimento davanti ai Giudici di pace che spesso interpretano più un ruolo di assistenti sociali e di difensori civici che di giudici terzi. L’associazione ha sottolineato la sistematica umiliazione degli agenti che compaiono nei dibattimenti per la discussione dei verbali contestati. Secondo l’Asaps la situazione deve essere bilanciata con la garanzia di una sistematica presenze di un qualificato rappresentante della P.A. nella L’Asaps ha proposto infine un catasto degli incidenti stradali più gravi per capirne alla radice le cause anche meno evidenti e un efficace sistema di raccolta dei dati della sinistrosità in tempo reale. Forlì, lì 15.10.2009 L’ufficio stampa Asaps
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