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Notizie brevi 19/11/2010

Asaps: «Strade statali inadeguate, carenti segnaletica e manutenzione»

da Il Messaggero.it



Distrazione. E’ il peccato capostipite per chi viaggia in auto. Il nemico pubblico numero uno, per se stessi e per gli altri. La maggior parte degli incidenti avviene proprio in conseguenza di una guida con la testa fra le nuvole. Ne è convinto Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione amici della polizia stradale, nata nel 1991 per iniziativa di un gruppo di appartenenti alla Specialità di Forlì, Cesena, Ravenna e Faenza. Da anni Biserni si occupa di dati e statistiche. Numeri che tracciano una fotografia a tinte fosche del sistema sicurezza sulle strade italiane. Nonostante il calo del numero dei morti, passati dai 7.060 del 2000 ai 4.731 del 2008, il prezzo pagato sia in termini di vittime che di costi sociali è ancora altissimo rispetto ai canoni fissati a livello europeo. «Basti pensare che in Italia ogni anno - dice Biserni – si spende il 2,5 per cento del Pil per gli incidenti stradali». Circa 35 miliardi di euro. «Bisogna fare alcune distinzioni, però - sottolinea, riferendosi ai comportamenti scorretti di chi viaggia in auto – anche se spesso la distrazione si trasforma in mancato rispetto della distanza di sicurezza o mancata precedenza. Tra le cause più frequenti degli incidenti la velocità e l’alcol rimangono le più problematiche, perché spesso associate assieme». Un cocktail esplosivo, che va sommato al fatto che molte automobili sono dei veri e propri bolidi. «È vero, ormai otto auto su dieci superano i 200 chilometri orari, velocità che vanno ben oltre le reali necessità di trasporto e i limiti fissati dalle regole del codice. E se aggiungiamo le due ruote al pacchetto, la media si alza notevolmente, visto che ci sono moto che arrivano a 100 all’ora in prima e toccato i 300 orari senza problemi».



Una cultura dominante che eleva potenza e velocità al rango di mito.
Ma la strada, spiega il presidente dell’Asaps, non è la pista. E fa un esempio: «Schiantarsi a 50 all’ora è come lanciarsi dal terzo piano di un palazzo, lei lo farebbe?». E poi c’è la questione pedoni. Troppi i morti e i feriti, circa 640 ogni anno. Anche in questo caso distrazione e imperizia salgono a buon diritto sul banco degli imputati. «A 30 all’ora, secondo le statistiche – racconta Biserni – 9 pedoni su 10 investiti da un’auto si salvano. Ma basta aumentare la velocità a 50 orari per ridurre al 30 per cento il numero dei pedoni sopravvissuti». Ecco allora che il connubio distrazione-velocità diventa letale.

Ma è davvero tutta colpa degli automobilisti?
Non sempre, continua Biserni, dato che spesso la segnaletica orizzontale e verticale risulta illeggibile, soprattutto se l’automobilista è distratto. E anche in questo caso a dimostrazione della tesi arrivano i dati. Tra le strade più a rischio ci sono proprio le statali (quelle con la minor manutenzione), dove avviene la maggior parte degli incidenti, seguite dalle provinciali, le autostrade e infine le urbane. «Le strade statali sono ormai inadeguate al traffico – spiega Biserni - e molte presentano carenze strutturali gravi. Basti pensare alle buche, vere trappole per gli automobilisti, ai guardrail che spesso per i motociclisti si trasformano in ghigliottine. Affettatrici che amputano gambe e braccia».


Insomma se il sistema strada non è curato diventa letale, tanto quanto i comportamenti scorretti di chi guida, aggiunge Biserni. E chiede al governo tre cose: «Maggior cura e investimenti per le strutture viarie (visti i costi sociali dei sinistri), mettere sotto osservazione e magari ridurre la potenza dei veicoli – si raccomanda – anche se si tratta di una questione da affrontare assieme agli altri Paesi, e ripianare l’organico della Polstrada di almeno 1500 agenti. Perché l’altro tasto dolente, per Biserni, è proprio il delegare troppo all’elettronica il controllo delle strade. «Dobbiamo recuperare la presenza fisica sul territorio - incalza – servono pattuglie perché spesso le telecamere non sono in grado di pizzicare chi commette particolari infrazioni (come l’uso del telefonino mentre si guida, il mancato uso delle cinture di sicurezza), ma solo di registrare il veicolo, così multa e pene accessorie perdono la loro efficacia. Tenendo conto, in ogni caso, che i cardini di un’azione che si voglia efficace rimangono l’educazione stradale e l’educazione civica degli automobilisti, molto carenti».

Il fallimento del senso civico si rileva anche dal numero dei pirati, o meglio di chi uccide, ferisce e poi fugge via senza prestare soccorso, oggi in costante aumento. «Molte persone hanno paura di assumersi le loro responsabilità», continua Biserni. E molte altre, invece, dovrebbero essere d’esempio per i loro figli, insegnando che non si passa col rosso, nemmeno in bicicletta o a piedi.

Una rivoluzione culturale che parte da un semplice presupposto:
non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. «Con un occhio di riguardo per chi opera in strada a tutela della sicurezza - conclude Biserni - ho assistito a genitori infuriati che lamentavano che ai loro figli era stata tolta la patente per una modesta bravata e che i problemi del Paese erano altri... e non certo quello di andare un po’ veloce o di aver bevuto qualche goccetto in più... A loro ho risposto che è meglio che un figlio torni a casa senza patente, ma con qualcosa su cui riflettere insieme, piuttosto che riavere la patente senza più un figlio».

di Riccardo Tagliapietra
da Il Messaggero.it

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Municipale o Stradale: ecco gli amici della Polizia

L’Asaps, l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, nasce nel 1991. Oggi il sodalizio, divenuto in Italia il simbolo dell’impegno a favore della Sicurezza Stradale, conta circa 30mila soci. L’Asaps è presente in tutti gli uffici ed i comandi della Polizia Stradale ed in molti della Polizia Locale, con una struttura di oltre 600 tra referenti provinciali e responsabili periferici, con un trend di crescita, anche fra i comuni cittadini, ormai stabilizzato tra i 2 ed i 3mila soci all’anno.
La sua rivista ”Il Centauro” tratta temi che finiscono puntualmente nelle aule del governo e pone interrogativi che spingono i media nazionali a locali ad in chieste. L’Asaps ha la sua sede nazionale in Forlì, via Consolare, al numero 1. Telefono 0543/704015; fax 0543/701411. Ha un proprio sito: www.asaps.it. La e-mail è sede@asaps.it.



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