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Francia: dichiarazione di guerra alla guida sotto l’effetto di alcol e stupefacenti
Mentre in Italia si decide d’ufficio la latitanza dei dati statistici nazionali in materia di ebbrezze, Oltralpe si decide la linea dura: controlli, dati e carcere

I positivi si accolleranno i costi dei controlli e così i test non mancheranno mai
Giro di vite anche per cinquantini e baby patenti
 

Foto dalla rete

 

(ASAPS) PARIGI, 23 novembre 2010 – Mentre in Italia l’Istat cancella la rilevazione dei dati relativi alle ebbrezze, senza peraltro nemmeno ipotizzare in quale modo integrare un dato che, a livello planetario, incide tra il 30 ed il 40% della mortalità stradale, in Francia si ingrana la quinta anche sul fronte del contrasto alle sostanze stupefacenti. Infatti proprio ieri mattina, le agenzie transalpine, AFP in testa, hanno rilanciato la notizia che le forze di polizia dovranno totalizzare un minimo di 100mila controlli da effettuarsi nel 2011. Secondo gli esperti della Missione interministeriale per la lotta alla droga e alla tossicodipendenza (MILDT), il rischio di provocare un incidente stradale, quando ci si trova al volante dopo aver consumato alcol e cannabis, è moltiplicato per 15. In Francia, condurre un veicolo sotto l’effetto di sostanze stupefacenti prevede fino a 2 anni di prigione: una pena considerevole, che può decuplicare se, per effetto di quella trasgressione si provoca un incidente stradale con lesioni o morte. Per questo la Missione, unitamente al Dipartimento della Sécurité Routière, ha stilato un piano operativo d’intervento che prevede un dispositivo di controlli da mettere in atto soprattutto attorno alle grandi città. Nel frattempo anche in Francia il codice della strada è stato rivisto con una serie di modifiche che entreranno in vigore proprio questa mattina (23 novembre), all’atto della pubblicazione sul Journal Officiel di alcuni articoli che prevedono nuove modalità di svolta a destra ai semafori per quanto riguarda i pedoni, l’uso della patente di guida per tutti i motoveicoli di cilindrata maggiore a 50 cc e, soprattutto, un giro di vite che prevede l’introduzione di sanzioni penali per chi trucchi i ciclomotori. Secondo la normativa vigente, anche in Francia i motorini 50 non possono superare i 45 orari: chi sgarra e potenzia scooterini e similari, rischia sanzioni amministrative da 1.500 euro, mentre chiunque metta in vendita un motoveicolo truccato sarà passibile di reclusione fino a 6 mesi e 7.500 euro di ammenda. Se a truccare un cinquantino sarà un meccanico professionista, allora il carcere è garantito per 2 anni, mentre la sanzione pecuniaria è fissata in 30mila euro. Ma torniamo alle ebbrezze da stupefacenti: ciò che stupisce, in questo autunno caldo sul fronte della sicurezza stradale d’Oltralpe, è lo slancio con cui lo Stato ha trovato il modo di finanziare lo screening sulle strade: le ultime ricerche hanno infatti dimostrato che esiste una vera e propria emergenza droga al volante, con una crescente quota di conducenti permanentemente sotto effetto dei cannabinoidi, cocaina, eroina e anfetamine. Ebbene, ogni conducente che risulterà ebbro, dovrà corrispondere all’erario un forfait di 100 euro per sostenere le spese dell’accertamento, 10 dei quali andranno a coprire il costo dei test salivari. In Francia, come l’Ufficio studi di ASAPS ha più volte sottolineato nel corso degli anni, prevenzione e repressione delle ebbrezze rappresentano una priorità fin dal 1958, anno in cui vennero varate le prime normative in materia. Secondo i dati relativi al 2008, 3 conducenti su 100 circolano con un alcolemia positiva, mentre 6 conducenti su 100 coinvolti in un incidente con lesioni superano la soglia legale alcolemica. Sono invece 17 su 100 i conducenti ebbri coinvolti in un sinistro mortale. La proporzione d’incidenti con conducenti ebbri sale al 10,2% per gli eventi con feriti ed al 27,9% per quelli con esito letale. Secondo gli analisti del Dipartimento interministeriale della Sicurezza Stradale, se si potesse azzerare il numero di conducenti ebbri, si salverebbero ogni anno, in Francia, 1.200 vite. Questo, i nostri cugini francesi lo ripetono più o meno da 50 anni, da quando, cioè, ogni corpo di polizia ad ordinamento nazionale o locale ha l’obbligo di contribuire in tempo reale alla statistica. Da noi, invece, non essendo ancora riusciti a creare un form telematico comune che consenta a tutti coloro che partecipano ad alimentare la banca dati della sinistrosità di fare la propria parte, abbiamo deciso di depennare voci come l’alcol o la droga dall’annuario statistico nazionale. È, se ci permettete, un gravissimo errore, che potrebbe fornire informazioni ancora più devianti rispetto a quelle pervenute finora. Di contro, l’ordine diramato da Parigi a tutti i dipartimenti, compresi quelli d’Oltremare, è categorico: controllo rigoroso e assoluto. Da quando, nel 2003, è entrata in vigore la legge “Marilou” – in omaggio a Marilou Poinsot, una bambina di 9 anni uccisa il 24 aprile 2002 da un conducente che aveva consumato cannabis – sono più di 9.000 le condanne per guida sotto l’effetto di stupefacenti: nel 2010 ancora in corso, su 5.520 controlli salivari effettuati nella sola Parigi, ben 2.030 sono risultati positivi, con 1.425 conferme certificate dai test sul sangue. Secondo la legge, infatti, un test salivario è utilizzabile solo come precursore di un controllo ospedaliero. Da noi, evidentemente, la memoria sarà ancora più corta. (ASAPS)

 

Martedì, 23 Novembre 2010
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