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Finlandia, radar super tecnologico in servizio sulle strade: misura velocità, distanza di sicurezza, avverte se l’auto è rubata, senza assicurazione e se chi ci sta sopra ha le cinture

Il gioiello suscita però polemiche sulla privacy, mentre in Europa le politiche sono contrastanti
 



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Nella foto sopra, il sofisticato radar che entrerà in esercizio in Finlandia nei prossimi giorni e,
sotto, una vignetta satirica inglese.

(ASAPS) HELSINKI (FINLANDIA), 25 novembre 2010 – Mentre in molti paesi d’Europa, le tecnologie sono nel mirino dei detrattori della sicurezza stradale, in Finlandia, uno dei paesi più sicuri su questo fronte, stanno per essere messi sul campo nuovi e sofisticatissimi radar in grado non solo di rilevare la velocità dei veicoli e la distanza di sicurezza tenuta, ma anche se gli occupanti abbiano allacciato o meno le cinture di sicurezza.  Si tratta di dispositivi multifunzione e, in verità, non sono una novità assoluta: già in Svizzera un sofisticatissimo radar è entrato in esercizio ai primi di ottobre. La vera novità è che il paese ha modificato la propria legislazione a tempo di record e così, i connazionali di Kimi Räikkönen dovranno cominciare a convivere con questo grande fratello della strada:  l’occhio elettronico controllerà se le cinture sono allacciate, se la distanza tenuta è quella effettivamente di sicurezza, verificherà – leggendo automaticamente la targa e inserendola nella banca dati – se il veicolo è rubato, in regola con il pagamento delle tasse o se sia coperto da assicurazione. Insomma, per chi ha dimestichezza della fantascienza, sembra sia arrivato il momento  immaginato da Philip K. Dick nel suo celebre Minority Report, da cui nel 2002 Steven Spielberg ha tratto il suo omonimo film interpretato da Tom Cruise, Colin Farrell e Samantha Morton.  Il super radar, che si è già attirato molte critiche da chi parla di sistematica e crescente violazione della privacy, è il risultato di numerosi studi finanziati dalla Commissione Europea ed ai quali hanno partecipato numerose università europee e, dopo la Finlandia, potrebbe essere sperimentato in Inghilterra dove, peraltro, alcuni governi locali hanno iniziato a smantellare numerose speed camera. Proprio nel Regno Unito, nel 2006 (clicca il link) erano state predisposte alcune camere in grado di inserire automaticamente le targhe in transito nelle banche dati del fisco e proprio in Gran Bretagna, nello Oxfordshire, le autorità locali hanno iniziato la rimozione e lo spegnimento di tutti i dispositivi di rilevazione della velocità. Lo scorso anno, ai primi tagli governativi, erano stati gli amministratori della regione di Swindon a prendere un’analoga decisione, facendo sorgere il ragionevole sospetto che, almeno in Inghilterra, le tanto odiate macchinette non fossero utilizzate come strumenti per far soldi alle spalle degli utenti della strada. Infatti, anche se il taglio del budget governativo ha superato il 40%, le speed-camera avrebbero potuto mantenersi tranquillamente con il loro incessante lavoro se i proventi contravvenzionali non fossero stati effettivamente destinati a specifici bilanci connessi alla sicurezza stradale.  Così, dopo 20 anni di politica improntata alla repressione, divenuta esempio per gran parte dei paesi vicini, i flash saranno forzosamente costretti a restare spenti, lasciando ad altri stratagemmi la responsabilità di riuscire o fallire. Secondo il delegato alla Road Safety Robert Gifford, le speed-camera spariranno definitivamente dai budget del regno, per lasciare il posto – nella destinazione dei fondi – ad investimenti su altri materiali. Per qualche tempo ancora, quelle scatole metalliche che hanno “flashato” la flagrante trasgressione di milioni di cittadini britannici, resteranno sul posto per esercitare il proprio potere dissuasivo, lasciando nel dubbio i driver di Sua Maestà. Il ministro della sicurezza stradale, Mike Penning, la decisione presa a Oxford sarebbe il primo atto della fine della guerra contro gli utenti della strada, rispettando così la promessa fatta agli elettori durante la campagna elettorale. Dopo Oxford toccherà alle regioni del Devon e del Cornwall. E se qualcuno protesta, ci sono i dati dello Swindon a rimettere ognuno al proprio posto: nessun aumento della sinistrosità, dicono gli analisti. In Arizona (USA), una sentenza emessa dal tribunale di Phoenix ha bollato, come violatori di privacy e strumento di “vile” approvvigionamento di denari per le casse (disastrate) delle amministrazioni locali. Dunque, tutto il mondo è paese.  In Francia, invece, le Prefetture non avranno più alcun obbligo di presegnalare una postazione velox. Tra le polemiche, infatti, il Dipartimento Interministeriale della Sicurezza Stradale ha diramato una circolare – datata 16 aprile 2010 – che chiude con la “trasparenza” e inchioda l’automobilista davanti alle proprie responsabilità. Infatti, fino a quella data, 25 dipartimenti francesi avevano scelto di comunicare in anticipo, attraverso comunicati stampa pubblicati sui giornali e bollettini trasmessi sulle principali radio infotraffic – la dislocazione delle postazioni radar e dei tratti di strade e autostrade interessate dai servizi di repressione. A Luglio, con una mossa che viene additata come utile solo alle casse del governo (in Francia i proventi contravvenzionali finiscono tutti nelle casse dello stato), i prefetti dovranno tenere la bocca cucita, in nome di un “irrigidimento della politica locale e nazionale in materia di sicurezza stradale” che rimette “ogni utente della strada responsabile delle proprie azioni”. In Francia, la questione della presegnalazione delle postazioni, soprattutto quelle mobili, è oggetto di polemica da molti anni. Inizialmente venivano segnalate con cartelli mobili simili a quelli utilizzati oggi dalle pattuglie italiane, ma nel 2005 il Dipartimento Interministeriale revocò tale obbligo istituendo quello di pubblicizzare i servizi, e mentre in Italia è divenuto ormai impossibile controllare la velocità (per indiscutibile colpa di chi ha trasformato la sicurezza stradale in un business, ad eccezione dei dispositivi Tutor) in Francia è ormai impossibile scampare alle sanzioni previste per il superamento del limite. Insomma, la situazione non è per nulla chiara… (ASAPS)

 

Giovedì, 25 Novembre 2010
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