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Germania, un giudice “ammazzaautovelox” imperversa nel nordovest del paese
Radar e laser servono solo a far cassa, e assolve tutti: per la rete è un eroe

Associazioni di vittime sul piede di guerra

 

Il giudice Knoerer al lavoro nell’aula del tribunale di Herford. (foto Kiel Steinkamp dalla rete)

 

(ASAPS), HERFORD (GERMANIA), 27 novembre 2010 – Si è sempre detto che in Germania, nel paese delle maxi cilindrate, dei lunghi tratti autostradali senza limiti di velocità, bisogna fare molta attenzione a non lasciarsi troppo andare alla foga del gas libero, perché, dove il limite c’è, la legge reprime duramente ogni comportamento sregolato. Lo abbiamo sempre rimarcato anche noi dell’Asaps, partendo da un assioma comune, secondo il quale nella Bundesrepublik ogni consiglio è un ordine mentre in Italia ogni ordine è un consiglio. Tuttavia, un reportage del quotidiano francese Le Figaro, nelle edicole francesi di alcuni giorni fa, ha raccontato la storia di Helmut Knoerer, giudice tedesco di 62 anni, che fino a qualche settimana prima aveva lavorato nel più completo anonimato, non essendosi mai dovuto occupare di processi troppo noti. Nessun delitto eccellente, nessun giallo estivo, nessuna partecipazione in maxiprocessi su organizzazioni mafiose o terroristiche. Ha, semplicemente, sempre fatto il suo lavoro alla teutonica maniera. Agli inizi del mese di novembre, però, i riflettori europei si sono accesi sul suo operato: in un sol colpo ha assolto ben 42 automobilisti, le cui auto erano finite non solo sui rullini fotografici dalle postazioni fisse per la rilevazione della velocità, ma anche sui file jpeg di telelaser e assimilati, oggetto dunque di contestazione immediata. Appena si è sparsa la notizia, lo potrete immaginare, Knoerer è divenuto un vero e proprio eroe, soprattutto alla luce delle motivazioni in base alle quali ha mandato assolti gli imputati dei reati loro ascritti (soprattutto velocità pericolosa): i dispositivi automatici, per come vengono utilizzati, possono considerarsi solo strumenti di arricchimento della pubblica amministrazione e non propedeutici alla sicurezza stradale. Parola più, parola meno, il concetto è proprio questo: chi mastica il tedesco faccia un giro sui motori di ricerca e vedrà che nel giro di poche settimane il togato germanico ha visto innalzarsi più di un monumento virtuale in proprio onore. Da quando il giudice Knoerer ha iniziato ad occuparsi di questo tipo di reati stradali, l’argomento è tornato ad essere attuale in tutto lo stato, che ancora dibatte – anche se gli spazi concessi dai media sull’argomento sono scarsi – sull’opportunità o meno di istituire limiti di velocità su tutti i tratti autostradali. Alcune organizzazioni ambientaliste (che in Germania sono effettivamente forti) ci provano da anni, attribuendo ai motori lanciati al massimo regime un ruolo importante nell’emissione di polveri sottili, mentre molte associazioni che si occupano di sicurezza stradale cercano di mettere in luce la stretta correlazione tra velocità e sinistrosità. Tuttavia, il successo di queste iniziative è scarso e quello che una volta era un minaccioso tormentone sulla testa dei velocisti, oggi è relegato in spazi di scarso rilievo. L’ammazzasentenze tedesco, però, ha riportato in alto – ovviamente sul lato opposto – l’argomento tachimetro, disponendo immediatamente la decurtazione dei punti aggiunti ai trasgressori (in Germania i punti non vengono detratti ad ogni infrazione, ma aggiunti, fino al raggiungimento della soglia massima di penalità, vale a dire 18 “debiti”) e archiviando i processi di riscossione delle sanzioni. I dispositivi di sentenza sono chiari: applicare questa legge non è una finalità legata all’esigenza di una maggior sicurezza stradale ma, piuttosto, a quella di riscuotere maggiori proventi contravvenzionali. La norma non sarebbe poi chiara ed Helmut Knoerer reclama una regolamentazione più trasparente, che definisca con maggior precisione quando e come questi controlli devono (e soprattutto “possono”) essere esercitati. Il “giudice acceleratore”, così è stato soprannominato in Germania, ha cominciato questo suo personalissimo percorso quando si è trovato a decidere sull’applicazione di una sanzione pecuniaria comminata dalla polizia locale della sua città ad un automobilista immortalato sull’hard disk di una pistola laser a 52 chilometri orari in un’area urbana del centro storico, in cui il limite massimo è tuttora fissato a 30 all’ora. La legge tedesca prevede una multa da 50 euro e un’aggiunta di 3 punti sulla patente del trasgressore: secondo il giudice, però, l’affidabilità del laser con cui gli agenti hanno accertato l’infrazione non sarebbe provata e così, sollevando questo dubbio, ha archiviato la pratica, farcendo la sentenza con chiari esempi di quale sia il suo pensiero. Questi sistemi sarebbero addirittura “contrari allo spirito della legge” e, inoltre “tali controlli non dovrebbero nemmeno essere effettuati di notte, perché le strade sono più libere e la velocità non è più un fattore aggravante del pericolo”. Come sia arrivato a queste conclusioni, non si sa. L’inviato de Le Figaro attribuisce questa personalissima levata di scudi al fatto che, circa un anno fa, la Corte costituzionale di Karlsruhe, città del Baden-Württemberg, ha accolto il ricorso di un automobilista pizzicato in flagrante superamento dei limiti di velocità. I giudici hanno spiegato che la foto che ha originato il verbale di contestazione costituisce un attentato ai diritti dell’immagine. “Questi giudici – spiega Knoerer al quotidiano francese – parlano di sicurezza stradale – ma la domanda è: si tratta di sicurezza stradale o di qualcos’altro?”. Comunque, se c’è chi considera il togato di Herford il paladino dei diritti degli automobilisti, c’è anche ci grida indignato allo scandalo, soprattutto, le associazioni di vittime della strada e il potente ADAC, l’automobil club tedesco, che parla di “assegno in bianco per tutti gli automobilisti”. Vedremo se la popolarità di Knoerer sarà destinata a crescere o a tornare nell’anonimato che ne ha, finora, caratterizzato la carriera. Nel frattempo, la corte d’appello di Biefeld esamina le carte processuali e, probabilmente, rimetterà le cose a posto. (ASAPS)

Sabato, 27 Novembre 2010
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