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Articoli 18/03/2004

Sbadigliare a bocca aperta non sta bene…Specialmente al volante

Sbadigliare a bocca aperta
non sta bene…Specialmente al volante

di Giorgia Biserni

Il 25% degli incidenti stradali è causato dalla stanchezza, il 10-20% ai colpi di sonno veri e propri,
sono numerosi gli ANTI COLPI DI SONNO in arrivo

li sbadigli si rincorrono velocemente, gli occhi bruciano e la strada diventa una linea sfuocata.Il colpo di sonno si sta insinuando pericolosamente tra noi e la nostra auto.
Se la mente non è ancora rapita completamente da Morfeo, ci inviterà ad accostare e a mettere in atto la strategia migliore contro questo nemico: assecondarlo.Per poco, è sufficiente.
Un sonnellino di 20, 30 minuti permetterà di liberarsi dalla stretta pericolosa di Morfeo e di ripartire con i riflessi sciolti dalla trappola della sonnolenza. Purtroppo, però, il colpo di sonno è assai traditore: giunge silente, adagio, caricando le nostre palpebre di una pesantezza che piano piano diventa insostenibile.
È facile farsi trovare con la guardia bassa.
Un recente studio promosso dall’Associazione nazionale degli assicuratori tedeschi (GdV) mette in evidenza che i colpi di sonno sono la causa del 24% degli incidenti autostradali mortali.
La ricerca si muove verso direzioni diverse tentando di trovare soluzioni tecnologiche che riescano a intervenire e a limitare i danni di questo fenomeno. Il Gruppo BMW e l’Università di Wüzburg hanno sviluppato un sistema in grado di riconoscere e misurare il livello di affaticamento dell’autista e di avvisarlo se la sua soglia di stanchezza sta calando.

Una telecamera a infrarossi integrata nella vettura, analizzando la frequenza e la velocità dei battiti delle palpebre, distingue e segnala 4 stati di stanchezza: vigile, meno vigile, stanco, assonnato.. Ad ognuno di questi corrisponde una segnalazione tramite led (2 verdi se il guidatore è sveglio, uno giallo se ha l’attenzione ridotta, due gialli se è stanco e due rossi se è assonnato) ed attraverso una comunicazione sonora.
Di più semplice ideazione è “Grillo Drinn!” della Delbuda di Varese (vedi anche a pag.
17): un collarino disponibile in tre taglie, che non appena si sbadiglia o si reclina la testa lancia un segnale acustico. Il costo è piuttosto ridotto, 22 euro, ed include l’alimentazione a batteria, già istallata.
È meno ingombrante, ma segue lo stesso meccanismo, un allarme anti colpi di sonno di piccolissime dimensioni, che, appoggiato dietro l’orecchio, inizia a suonare non appena il capo cade in avanti.
Si può poi scegliere fra due angoli di inclinazione della testa, uno più ampio dell’atro.
Oltre che le dimensioni (spessore max mm 13, lunghezza mm 18, larghezza mm 52), anche il costo è inferiore rispetto a “Grillo Drinn!”, ed ammonta a 6,90 euro.
Un suono acuto desterà anche chi, indossando gli occhiali – sveglia messi a punto dalla Taiwan Invention Association, terrà gli occhi chiusi per più di tre secondi.
Queste particolari lenti sono in grado di sorvegliare gli occhi di chi è alla guida e di richiamare la sua attenzione non appena dà segni di cedimento.
Il gruppo Psa sta elaborando un sofisticato meccanismo integrato nella vettura che grazie all’ausilio di sei sensori infrarossi inseriti sul frontale del veicolo, può riconoscere le linee bianche che delimitano careggiate e corsia e, in caso di una deviazione involontaria, i dispositivi di controllo producono una forte vibrazione del sedile dell’autista.
Non bisogna poi dimenticare che, non solo il colpo di sonno vero e proprio, ma anche lo stato di stanchezza è pericoloso quando si è al volante.
L’affaticamento, infatti, fa aumentare il tempo di frenata, diminuisce la prontezza nell’evitare ostacoli improvvisi, distoglie l’attenzione sui limiti di velocità.
Contro gli esiti negativi che la fatica produce durante guida, un gruppo di ingegneri svedesi ha sviluppato una tecnica innovativa basata sull’analisi delle vibrazioni del volante.
Un calcolatore invia a questo dei segnali quasi impercettibili che hanno lo scopo di far sentire all’autista il controllo della vettura.
Quando la stanchezza prende il sopravvento sul guidatore i movimenti del volante tendono a diventare sempre più lenti.
Il calcolatore distingue allora la crescita dell’affaticamento e rende l’acceleratore sempre più duro da spingere.
Se poi il conducente si addormenta, il mezzo a poco a poco decelera fino a fermarsi automaticamente.
Anche il prototipo SAVE, realizzato dal Centro Ricerche Fiat (CRF) nell’ambito di un progetto europeo, è in grado di accostare automaticamente a destra ed inviare eventualmente una chiamata di soccorso, dopo aver rilevato lo stato di difficoltà del guidatore.
L’Ibm si muove nella stessa direzione e sta elaborando un sistema computerizzato in grado di monitorare lo stato di attenzione di chi è alla guida.
Questo progetto è molto ambizioso e oggi sembra avere toni fantascientifici; prevede, infatti, che l’automobile sia equipaggiata di un navigatore artificiale capace di rivolgere domande e di esaminarle controllando i tempi di reazione e il tono della voce.
Una microtelecamera, poi, analizzerà anche i movimenti della bocca individuando i segni di stanchezza.
In caso di necessità il "navigatore" provvederà ad abbassare i finestrino rinfrescando l’ambiente, a cambiare repentinamente la stazione della radio e a fare suonare eventuali allarmi.
Ancora più avveniristico è il progetto curato da Sony e Toyota che prevede la realizzazione di “The pod”, “auto che capisce e comunica con il suo padrone”.
Questa vettura, ancora in fase di realizzazione, oltre a mettere in comunicazione tra loro le diverse vetture presenti sulla strada, capterebbe gli stati d’animo e risponderebbe in modo appropriato.
Dovrebbe, inoltre, individuare il sopraggiungere del colpo di sonno ed intervenire in modo efficace per allontanarlo.
In attesa che il futuro diventi presente, la polizia austriaca interviene contro la stanchezza degli automobilisti con un il pupillometro, un interessante congegno messo a punto da Gerhard Schied del Dipartimento dei disturbi del sonno della Clinica Neurologica di Graz.
Il dispositivo valuta l’affaticamento degli automobilisti osservando le pupille e la velocità con cui cambiano le dimensioni del proprio diametro in breve intervalli di tempo.
Il pupillometro funziona inviando luce infrarossa e misurando l’intensità riflessa nella pupilla.
Questa risponde in modo diverso agli stimoli in base al livello di stanchezza: il diametro cambia di 0,3 millimetri al secondo ma quando l’occhio è stanco la variazione è più repentina e confusa.
La Polizia austriaca è ricorsa a questo strumento, ancora in fase sperimentale, dopo aver rilevato, non solo che la stanchezza è responsabile del 25 – 40% degli incidenti, ma anche che guidare senza aver dormito abbastanza rallenta le risposte dei riflessi quanto un tasso alcolico dello 0,8 %.
Il governo austriaco si è mostrato molto sensibile a questa analisi, tanto che sta discutendo la possibilità di introdurre una legge che vieti la guida in condizioni di eccessiva stanchezza.
La complessità del fenomeno "colpi di sonno" è tale che anche l’Unione Europea, all’interno del finanziamento della ricerca volta i ridurre il numero degli incidenti, ne ha stanziato una parte per indurre la diminuzione dei sinistri causati da affaticamento.
Anche la tecnica corre velocemente in aiuto di questa società che spinge in strada automobilisti sempre più stanchi, trafelati, sovraccarichi di pensieri e di faccende.
Si riconferma, però, il vecchio teorema per cui la macchina non può e non deve sostituire l’intelletto umano.
Cercare di recuperare ritmi più naturali e rallentati potrebbe rappresentare, allora, l’anti colpo di sonno più economico, genuino…e utopico.

di Giorgia Biserni

da "Il Centauro"n.85
Giovedì, 18 Marzo 2004
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