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Rassegna alcol e guida del 3 dicembre 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

CI VUOLE UNA BELLA FACCIA

WINENEWS.IT

NEW YORK SEGLIE LA PREVENZIONE CONTRO L’ABUSO DI SOSTANZE ALCOLICHE: LA CAMPAGNA “STOP DRINKING WHILE YOU’RE STILL THINKING” INVADE LA GRANDE MELA

“Stop drinking while you’re still thinking” (smetti di bere mentre stai ancora pensando). Si chiama così la campagna lanciata dal Dipartimento per la Salute della città di New York contro il “binge drinking”, l’abuso, specie di superalcolici, che coinvolge giovani di tutto il mondo, e che rischia di esplodere durante le vacanze invernali.

Così, mentre in Italia da anni la lotta agli eccessi passa attraverso la sanzione e il controllo a tappeto (etilometri), a New York si è pensato a qualcosa di diverso: una campagna basata su affissioni estremamente impattanti, presenti in ogni angolo della fitta rete metropolitana della città, che alla sola vista facciano passare la voglia di esagerare.

Il Commissario alla Salute di New York, Thomas Farley, punta sulla prevenzione, e spiega il motivo della campagna con il fatto che “i newyorkesi sono circondati da pubblicità di alcolici, i cui messaggi sono attraenti. Birra, vino e liquori potrebbero sembrare passaporti per la sofisticatezza e l’avventura romanzesca, ma anche due drink di troppo possono trasformare una bella serata in un disastro”.

I poster sono due: nel primo una ragazza ben vestita, accasciata sulle scale di case e la testa ciondolante, accompagnata dall’avvertimento, “two drinks ago you could still get yourself home” - due drink fa potevi tornare a casa da sola. Nel secondo il volto di un ragazzo, leggermente tumefatto, sanguinante, la cravatta slacciata, “two drinks ago you would have walked away” - due drink fa te ne saresti andato. Che sia la via giusta, quella della prevenzione, del puntare sul non esagerare piuttosto che sul vietare? Bloomberg, sindaco di New York, la città più popolosa del paese che meglio conosce il proibizionismo, la pensa così ... (*)


(*) Nota: cosa c’entra il proibizionismo americano (vietava la produzione, la vendita e il consumo delle bevande alcoliche) con l’utilizzo dell’etilometro per le strade italiane e la sanzione per chi viene trovato ebbro al volante?

Il redattore di questo articolo lo sa che negli Stati Uniti chi viene trovato a guidare in stato di ebbrezza, o anche solo chi a meno di 21 anni di età viene trovato a bere una birra o un “buon” bicchier di vino, rischiano il carcere?


LA PROVINCIA DI SONDRIO

Il "rodeo" finisce in tragedia:

Stefano non ce l’ha fatta

Denunciato per omicidio colposo l’amico che ha causato la caduta

Albo saggia

Altro che ragazzata finita male: il sabato sera del gruppetto di amici che giocavano al rodeo sul cofano di un’auto si è trasformato in una tragedia.

Stefano Carassali, il giovane di Albosaggia che quella notte è caduto a terra battendo la testa sull’asfalto, ieri notte ha smesso di vivere.

Aveva appena 27 anni.

L’amico che era alla guida della vettura, inizialmente denunciato per lesioni personali colpose gravi, adesso deve rispondere di omicidio colposo. È Igor Paganoni, ha 26 anni e vive ad Albosaggia, come Stefano. Con loro, quella sera, c’era anche un terzo amico. Era seduto a fianco del conducente al momento dell’incidente.

Quando hanno visto Carassali a terra privo di conoscenza, i due, che hanno subito chiamato i soccorsi, hanno cercato di nascondere la verità, posteggiando l’auto lontano dal luogo dell’incidente e raccontando di aver trovato l’amico in quelle condizioni sul ciglio della strada senza sapere cosa fosse successo.

La polizia non ci ha messo molto, però, a capire come erano andate invece le cose.

Alla luce del tasso alcolico, altissimo, e della propensione dei tre allo sballo, neanche il fatto che l’incidente sia avvenuto durante un gioco insensato ha stupito più di tanto gli agenti. Chiarito il quadro della vicenda, mancano però alcune sfumature.

Proprio da queste potrebbe dipendere il grado di responsabilità di Paganoni. Bisognerà però aspettare alcune settimane. Soltanto allora la Procura avrà a disposizione gli esiti dell’autopsia disposta sul corpo della vittima e quelli degli accertamenti sul conducente dell’auto. In base a una prima valutazione degli agenti, la questura al momento parla soltanto di «uso smodato di bevande alcoliche».

Che le conseguenze della caduta fossero state molto gravi si era caduto subito. Stefano Carassali, per tutti "Peige", aveva perso i sensi e non aveva più riaperto gli occhi. Portato d’urgenza in ambulanza al pronto soccorso di Sondrio, poco dopo era stato trasferito al Morelli di Sondalo. I medici hanno fatto di tutto per contenere gli effetti del vasto edema cerebrale riscontrato al ragazzo, ma le sue condizioni hanno continuato a peggiorare. La notte scorsa il cuore di Peige ha smesso di battere.

«Io divento pazzo» il primo commento fatto da Igor Paganoni agli amici. Più o meno con le stesse parole il giovane ritenuto responsabile dell’accaduto aveva manifestato la propria disperazione su facebook.

«Fidati che sto riflettendo talmente tanto che fra un po’ finisco in psichiatria, ma ormai è andata così e non si può più tornare indietro. Purtroppo non vedo l’ora di riuscire a parlargli perché sto andando fuori di testa. Spero che ci sia il Signore sul serio». Così lunedì aveva risposto a un amico comune che invitava i ragazzi a riflettere su quello che avevano fatto quella sera.

Sulle pagine del social network sono comparse altre decine di commenti. Il dolore per la tragedia ha scosso un’intera generazione di giovani del Sondriese.

«Riposa in pace, Peige» scrive per esempio Melania. «Ciao Peige» fa eco Mirco. Beppe si definisce invece semplicemente «senza parole». E ancora Yuri con «Hasta siempre amico» in ricordo della passione politica della quale Peige non aveva mai fatto mistero, così come di quella per l’Inter, la squadra del cuore, oppure quella per il gruppo musicale dei Nofx. E proprio con il nome della band preferita lo ha voluto ricordare Sabine: «Nofx, ci mancherai. Buon viaggio».

«Un altro angelo che ci guarderà da lassù... Porterò nel cuore quello che avevamo in programma: si realizzerà magari in un’altra vita: Peige ed Ely in consolle? ? ?» scrive Elisa.

La data del funerale dovrebbe essere fissata tra oggi e domani.

Riccardo Carugo 


LA PROVINCIA DI SONDRIO

claudio marcassoli psichiatra e criminologo forense

«L’alcol può far perdere il senso della realtà»

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 (r.c.) D’accordo, i giovani non si rendono conto del pericolo, qui però non si tratta di adolescenti, ma di uomini adulti. Com’è possibile che siano buttati in un gioco tanto pericoloso senza immaginare che le conseguenze avrebbero potuto essere gravissime?

La domanda gira da alcuni giorni, anche tra gli amici delle persone coinvolte nel tragico rodeo di Albosaggia. «La risposta potrebbero darla gli accertamenti sulle sostanze eventualmente assunte dai protagonisti della vicenda» commenta Claudio Marcassoli, psichiatra e criminologo forense autore di innumerevoli studi sulle diverse forme di disagio sociale.

«È vero, la fase della sottovalutazione del pericolo è tradizionalmente legato all’adolescenza. La persona adulta di solito ha superato quella fase - ancora Marcassoli -. Le sostanze stupefacenti o l’alcol, però, possono annullare completamente la maturità acquisita per l’età. Senza contare poi il problema del cosiddetto poliabuso di sostanze, in pratica l’assunzione di alcol mischiata a stupefacenti. Combinandosi tra loro le sostanze possono provocare effetti che non si conoscono neppure ancora bene, visto che non è semplice studiarli. Comunque - conclude lo studioso - anche l’alcol da solo, specie se in grandi quantità, può portare al distacco dalla realtà. Sono importantissimi in questo senso gli accertamenti che sta svolgendo la polizia».


LA PROVINCIA DI SONDRIO

organizzati dalla centralina

Alcol e giovani, due incontri per capire

MORBEGNO (m.c.p.) “I nostri figli e l’alcol: educhiamoci”. I genitori si interrogano e si confrontano su una delle piaghe sociali che negli ultimi anni preoccupa maggiormente le famiglie, gli educatori e gli operatori sociali. (*) Le statistiche rivelano che i ragazzi italiani consumano alcol per la prima volta a un’età che è la più bassa in Europa, poco più di12 anni. Nel 2008 il 17,6% dei giovani di 11-15 anni ha consumato bevande alcoliche, in un’età al di sotto di quella legale per la somministrazione e per la quale il consumo consigliato è pari a zero. Oggi il consumo di bevande alcoliche da parte dei giovanissimi è incentivato da forti pressioni non solo culturali e sociali, ma anche commerciali. Meno vino, più birra e superalcolici. Non più a tavola, ma nei pub, nelle birrerie e nelle discoteche, una volta la settimana.

È una realtà nota a chi si occupa del “disagio giovanile”, ma che stenta a diventare consapevolezza diffusa fra genitori ed educatori, soprattutto per ragioni culturali: bere alcolici è una pratica diffusa e socialmente accettata e l’alcol non è considerato una “droga”. Le modalità di consumo da parte di adolescenti e giovani tendono però a mischiare sempre di più alcolici con stupefacenti di varia natura, in contesti dominati dalla “cultura dello sballo”. Su questi temi si soffermeranno don Diego Fognini, sacerdote e vice presidente dell’associazione La Centralina e l’educatore professionale Alberto Copes venerdì 3 e 10 dicembre dalle 21 presso l’aula magna delle scuole medie di via Ambrosetti. Saranno presenti anche i giovani dell’Horish pub di Regoledo. Le serate sono organizzate dal gruppo “Genitori in rete”, in collaborazione con La Centralina.

(*) Nota: parlare del bere altrui è inutile.

Se in questo incontro i genitori parleranno del bere dei figli sarà tempo perso, se invece metteranno in discussione il proprio bere allora potrebbe servire a qualcosa.

Per loro stessi e anche per i loro figli.

A proposito, provate a digitare “morbegno” su google e scoprirete che l’importante motore di ricerca vi proporrà cinque voci: “morbegno”, “morbegno in cantina”, “morbegno cantine”, “morbegno in cantina 2010”, “morbegno cantine aperte”.

Se non si discute di questo, a Morbegno non ha senso parlare della “piaga sociale” dell’alcol..

IL MESSAGGERO

Via del Mare, ubriaco e drogato provoca scontro frontale: muoiono padre e figlia

ROMA (2 dicembre) - Due persone hanno perso la vita e una è rimasta gravemente ferita in un incidente avvenuto, intorno alle 22 di ieri sera, sulla via del Mare, all’incrocio con via Ippodromo Tor di Valle. Nello scontro frontale sono morti Carlos Salas, 47 anni, e sua figlia circa 25 anni che viaggiava accanto alla vittima. Il ferito, che ha 23 anni, è un tassista ricoverato in codice rosso all’ospedale Sant’Eugenio e subito dopo trasferito al San Camillo. Tutte le persone coinvolte nell’incidente sono state estratte dalle lamiere contorte delle loro auto dai vigili del fuoco. Altre fonti, invece, sostengono che il giovane che ha provocato l’incidente è stato estratto dall’auto da una guardia giurata che ha rotto un cristallo dell’auto con il calcio della pistola.

La polizia stradale ha chiuso la via del Mare per diverse ore per effettuare i rilievi.

Era ubriaco e sotto effetto di cocaina l’uomo che ieri sera sulla via del Mare si è scontrato frontalmente con un’auto su cui viaggiavano padre e figlia, deceduti sul colpo. Sembra che l’uomo, all’altezza del chilometro 10,500 in direzione Roma, in fase di sorpasso abbia occupato la carreggiata opposta scontrandosi frontalmente con l’auto delle due vittime. A quanto accertato l’auto procedeva a forte velocità. L’uomo è stato trasportato al Sant’Eugenio in gravi condizioni. Subito dopo le prime cure, A.R. è stato trasferito al San Camillo appena i medici hanno riscontrato una grave lesione all’arco aortico


IL TEMPO(Roma)

Si chiama Alessio R

e ha 22 anni l’autore del macello sulla via del Mare, costato la vita a un padre di famiglia di 47 anni, Carlos Salas, peruviano, barista in un chiosco bar a Tor de’ Cenci, morto insieme alla figlia di 25 anni, che sedeva sul sedile accanto al padre. Macello sì, e in che altro modo chiamarlo l’incidente causato mercoledì notte da un ragazzo che guidava ubriaco e sotto l’effetto della cocaina, come hanno accertato gli esami al Sant’Eugenio, dove il ragazzo è stato ricoverato prima del trasferimento al San Camillo. Ma il giovane si è messo lo stesso alla guida della sua Mazda, quando è piombato addosso alla Ford Ka su cui viaggiavano le due vittime, al km. 10,500 della via che porta a Ostia, all’altezza dello svincolo per Tor Di Valle. È stato uno scontro frontale, pare causato in fase di sorpasso dalla Mazda, che procedeva a forte velocità nella corsia opposta a quella di marcia della Ka, diretta a Ostia. Alessio avrebbe sbandato finendo contro l’altra auto, anche se la dinamica non è certa. Almeno lui si è salvato. L’hanno estratto dalle macerie contorte i vigili del fuoco con la fiamma ossidrica, coadiuvati dalla Polstrada. E ci sono volute tre ore con la strada chiusa e i vigili urbani impegnati a far tornare indietro gli automobilisti. Trasportato al Sant’Eugenio in codice rosso Alessio è stato successivamente trasferito al San Camillo. Ora è ricoverato in Cr1, la prima rianimazione d’urgenza del famoso nosocomio sulla via Gianicolense, dopo essere passato tra le mani dei chirurghi. Tor de’ Cenci invece piange Carlos Salas e la sua adorabile figlia. Affranti gli operatori del mercato, che ieri hanno messo i fiori davanti al chiosco bar di Salas, nella piazzetta di via Renzo Bertani. Pare che Alessio R. lavorasse come tassista. Ma la notizia non è stata confermata dal «3570» e nemmeno del «6645». «Non lavorava per la nostra compagnia» conferma Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi 3570, che stigmatizza l’accaduto. «È comunque grave che il giovane guidasse sotto l’effetto di alcol e droga è grave». «È necessario intensificare i controlli sulle strade a scorrimento veloce e nei punti pericolosi della città. Ritengo necessarie delle pene severe per chi si mette alla guida in stato d’ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti» ha detto Giordano Tredicine, vicecapogruppo Pdl della Commissione alle Politiche Sociali e Servizi alla Persona. «Chi si mette al volante sotto l’ebbrezza dell’alcool e sotto l’effetto della droga penso debba ritenersi un vero e proprio killer della strada. La morte atroce di padre e figlia rimasti uccisi ieri sera sulla via del Mare dall’auto impazzita condotta da un automobilista che guidava ubriaco e drogato deve far riflettere su come è poco considerata la vita degli altri da chi si mette alla guida in tali condizioni. Mi auguro che chi ha commesso una strage del genere sia giudicato come tale» ha detto il vicepresidente del Consiglio comunale Samuele Piccolo.


IL GAZZETTINO

Che a Nordest un buon bicchier di vino…

Daniela Boresi 

Che a Nordest un buon bicchier di vino non lo si rifiuti mai non è un mistero, e di certo non rappresenta un difetto. Ma che l’alcol stia diventando il compagno di viaggio preferito degli automobilisti non è cosa positiva: quattro province del Nordest, capitanate da Pordenone, che svetta addirittura al primo posto, sono tra le prime 24 italiane dove avvengono più incidenti stradali in stato di ebbrezza. Il dato di Pordenone poi, evidenziato da uno studio dell’Aci, è addirittura 3 volte superiore alla media nazionale. (*)

      La città del Noncello è in buona (si fa per dire) compagnia: se la percentuale di sinistri legati al bicchiere è a quota 9,67 per cento (contro ma media nazionale che è del 3,39), Vicenza (terzo posto in sede nazionale) ha 9,37, Rovigo 8,09, Trieste (16.posto) 5,7; Padova (22. osto), 5,33; Treviso (23. posto) 5,26; Udine (42. posto), 4,46. Nella media nazionale Venezia, con 3,53.

      Complessivamente il Friuli Venezia Giulia ha avuto in un anno 4771 incidenti, di cui 110 mortali. Sul totale 227 sinistri erano legati all’abuso di sostanze alcoliche (percentuale del 4,76). In Veneto invece gli incidenti sono stati 16744 con 458 morti, in 804 casi si era alzato il gomito (percentuale degli incidenti alcol-correlati del 4,8 per cento). Più bassa invece l’abitudine di mettersi alla guida alticci in Trentino Alto Adige: 3373 gli incidenti con 73 morti, 103 sinistri con conducente sopra i limiti (in questo caso la percentuale è sotto la media nazionale, 3,37 per cento).

      E a mettersi al volante dopo aver bevuto sono spesso i piu’ giovani: uno su tre ha meno di 28 anni. (**) Eppure l’alcol è davvero (assieme alle droghe naturalmente) il peggior nemico degli automobilisti o dei motociclisti: con 1,5 grammi di alcol in corpo il rischio di far un incidente aumenta del 380 per cento; con una percentuale dello 0,9 per cento il pericolo è 11 volte superiore.

      Insomma, con tre o quattro bicchieri di troppo, si è quasi certi di andare a sbattere.

      Certo i controlli hanno contribuito ad "educare" la popolazione di chi si muove sulle quattro (o due) ruote. Rispetto al 2007 le verifiche sono lievitare del 470 per cento, raggiungendo in sede nazionale quota 1,4 milioni di controlli l’anno. Tanti, nell’apparenza, ma non abbastanza, visto che coinvolgono solo il 4 per cento dei patentati. E il dato meno confortante riguarda il numero degli etilometri: solo 17 ogni 10 province. Pochi. Se si considera la pericolosità del lasciarsi andate alle tentazioni di bacco.

(*) Nota: la considerazione in apertura dell’articolo è base culturale al fenomeno che poi si mette in discussione.

(**) Nota: a mettersi al volante dopo aver bevuto sono soprattutto i meno giovani; le sanzioni sono più spesso comminate ai giovani perché i controlli sono concentrati in orari in cui per strada ci sono loro.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Morì l’amico, patteggia due anni

Tragedia della strada nel Natale del 2007. Guidava in stato di ebbrezza

PORDENONE - Pierluigi Santin era un elettricista di 29 anni che viveva a Ranzano. Morì nel Natale del 2007, quando l’auto condotta da Cristian Spadotto, 37 anni, di Pordenone, uscì di strada all’altezza dello svincolo all’uscita di Sacile Est, sull’A28. La macchina, una Opel Zafira, si è infilzò sulla cuspide del guard rail. Ieri Spadotto ha patteggiato in udienza preliminare per omicidio colposo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza dopo aver parzialmente risarcito il danno alla parte civile.

      La pena è stata severa, anche in considerazione del fatto che l’imputato aveva un vecchio precedente per guida in stato di ebbrezza. Il gup Alberto Rossi (pm Federico Facchin) non ha inteso scendere sotto i due anni. All’imputato, che era difeso dall’avvocato Paolo Panontin, è stata concessa la sospensione condizionale della pena. (*)

      Il 23 dicembre del 2007 l’incidente avvenne alle 7.40 del mattino. Santin fu portato all’ospedale di Udine in condizioni disperate. L’indomani, era il giorno di Natale, il dramma.

(*) Nota: guidando in stato di ebbrezza ha ucciso un uomo di 29 anni. Era recidivo per guida in stato di ebbrezza. Gli hanno dato due anni con la sospensione condizionale della pena.

Meno male che la pena è stata considerata “severa”: se non fosse stata “severa”, cosa avrebbero potuto fare? Dargli un premio?



ASAPS.IT

Bruxelles

Sicurezza stradale, basta impunità per chi commette infrazioni all’estero

I paesi Ue apriranno i registri di immatricolazione nazionale alle autorità degli altri stati membri

(ASAPS), 3 dicembre 2010 – D’ora in avanti chi verrà sorpreso all’estero a superare i limiti di velocità o a guidare senza la cintura di sicurezza o peggio ancora sotto effetto di droghe o alcool, sarà perseguito anche nel paese di immatricolazione dell’auto.

Grazie ad un accordo raggiunto nella giornata di ieri a Bruxelles dai ministri dei trasporti dei 27, i paesi Ue collaboreranno tra loro, aprendo i registri di immatricolazione nazionale alle autorità degli altri stati, affinché le infrazioni commesse all’estero da guidatori stranieri non restino impunite. Fine delle furberie per gli stranieri che vengono da noi, ma anche per gli italiani che vanno nei paesi europei. (ASAPS)

IL GIORNALE DI VICENZA

Frutta e acqua anti alcoltest

CONTROLLI. I carabinieri hanno ritirato in pochi giorni 14 patenti. In due casi gli ubriachi sono finiti fuori strada. In molti credono alle leggende metropolitane: c’è chi mangia uova, chi beve olio, chi preferisce le gomme. È però tutto inutile

Vicenza. «Scusi, può attendere un attimo? Mangio un po’ di frutta, così forse non risulterò positivo al palloncino».

Una battuta di spirito? Macché. È quanto si sono sentiti chiedere i carabinieri di Vicenza da un giovane che, ovviamente, aveva alzato un po’ troppo il gomito ma ugualmente si era messo al volante. Il ragazzo non aveva lasciato nulla al caso. Sapendo che quella sera avrebbe esagerato con l’alcol aveva pensato bene di portare con sé anche quello che avrebbe dovuto essere un antidoto.

Il risultato: il test è andato male, la patente gli è stata ritirata e, anche se la frutta fosse riuscito a mangiarla, non avrebbe di certo "abbattuto" la concentrazione di alcol come credeva. Tutti parlano delle leggende metropolitane nate con l’intenzione di "fregare" gli alcoltest: è sufficiente cercare in internet per trovare tantissimi siti che affrontano un argomento che, tra l’altro, è già stato più volte discusso in programmi televisivi.

In teoria, insomma, tutti dovrebbero sapere che qualsiasi stratagemma non ha alcuna efficacia. In pratica sono ancora molti che si fanno sedurre dalle teorie più fantasiose. E allora c’è chi prova a mangiare uova, chi beve bicchieri d’olio o chi, ancora, si affida a succhi di pera o a "magiche" gomme da masticare.

Secondo qualcuno l’unica maniera per abbassare il tasso alcolico è quella di accelerare il metabolismo attraverso attività fisica, ad esempio correre per un paio di chilometri dovrebbe avere effetti positivi: peccato che, quando si ha esagerato con cocktail e spritz, questa soluzione sia decisamente difficile da mettere in pratica.

Se la corsa è da scartare non si può dire altrettanto per la fuga. Durante i controlli effettuati negli ultimi giorni dall’aliquota radiomobile, che hanno portato a 14 ritiri di patenti, uno straniero, a bordo della sua Mercedes, ha preferito non fermarsi all’alt dei militari e fuggire. L’uomo è riuscito a raggiungere la propria abitazione, situata poco lontano: gli è comunque stato contestato il rifiuto di sottoporsi all’accertamento con conseguente ritiro della patente.

E poi c’è stato chi, sempre per evitare il "palloncino", è ricorso ad insulti e improperi (peggiorando una situazione già critica) o chi, come una donna di 34 anni, con un tasso alcolico di 1,79, deve aver fatto un po’ fatica a scorgere i carabinieri, dato che, con la sua auto di grossa cilindrata, aveva persino imboccato una via di Vicenza contromano.

I controlli dei carabinieri si sono concentrati lungo la strada regionale 11 dove non sono mancati nemmeno due incidenti con il sequestro di quanto rimaneva delle vetture.

Incidenti che hanno visto coinvolti nel primo caso una Renault Megane guidata da un serbo di 37 anni che è andato a sbattere contro una rotatoria, è rimasto illeso (aveva un tasso alcolico di 2,07) e, per fortuna, non ha coinvolto altre vetture e in un secondo caso, invece, una Ford Fiesta con a bordo un ragazzo residente a Camisano di 24 anni che è uscito di strada.

Claudia Milani Vicenzi

IL GAZZETTINO (Padova)

IMPUTATA
Natalina Buggio, in aula parla il consulente psichiatrico

La sua vita è stata passata al setaccio per mesi. Tutti l’avevano appellata come la “mantide del piovese”. Natalina Buggio, 56 anni, di origine milanese, è strana e ha un torbido passato. È stato facile incolparla di omicidio, anche senza il verdetto di un tribunale. Ieri al processo che la vede imputata per l’omicidio di Fiorindo Grigoletto, pensionato trovato massacrato da oltre cento badilate l’8 giugno del 2009, Natalina era presente. Si è parlato di lei, e questa volta è emersa la verità della sua vita. E tutto per un fine: la difesa vuole dimostrare alla Corte che, nel caso Natalina venisse riconosciuta colpevole, in quel momento la donna non sarebbe stata in pieno possesso delle proprie facoltà mentali. E quindi verrebbe giudicata non imputabile. Il professor Alessandro Pesavento, criminologo e psichiatra, teste della difesa, ha tracciato la vita dell’imputata per far capire le pieghe di un passato che possono portare anche ad azioni di violenza inaudita. Natalina è l’ultima di otto figli, vive a Milano, il papà beve (*), la mamma è depressa, e un giorno si ammazza. Si getta sotto un treno in corsa. Natalina ha solo quattro anni. È lei a vedere i pezzi sparsi del corpo della mamma sulle rotaie. Da lì inizia il tracollo. Disturbi bipolari, depressione, alcol. Entra in cura in istituti sia a Desio che a Conselve. Mai i farmaci prescritti, a detta del consulente, non sono adatti a lei. Medicine che accentuano le sue psicosi con l’aggiunta dell’alcol. E quando il pm Scamurra chiede se nel giorno dell’omicidio la donna fosse in sè il consulente rimane interdetto. Dopo una vita di ansiolitici, antidepressivi, alcol, com’è possibile stabilire se in quel giorno fosse lucida? Si torna in aula il 15 dicembre. La sentenza è attesa prima di Natale.

(*) Nota: questo articolo dimostra quanto sia difficile stimare i danni, anche a livello economico, provocati da vino, birra e altri alcolici, per la molteplicità delle possibili conseguenze anche indirette.

Quanto si può stimare sia costato, in termini di sofferenza e di denaro, il bere del padre di Natalina?

Con tutte le distinzioni del caso, ma sempre a proposito delle conseguenze indirette del bere, pare che il papà di Adolf Hitler avesse pesanti problemi di alcol, che sfogava anche in famiglia (http://it.wikipedia.org/wiki/Alois_Hitler ): possiamo ipotizzare che se il feroce dittatore nazista avesse avuto un padre sobrio la storia del secolo scorso sarebbe stata diversa? Chissà.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

A RISCHIO UNO SU 3

Bassano si beve troppo.

L’Asl ha presentato un dossier dal quale emerge che è a rischio di dipendenza dall’alcol un terzo della popolazione (34%). La media regionale è del 25% e quella nazionale del 20%. Tra i maschi ultrasessantacinquenni il valore raggiunge il 50 per cento, una cifra allarmante. (*)

      APPROCCIO PRECOCE Un altro dato preoccupante è che si abbassa sempre più l’età di approccio al bicchiere e che il 30% dei teen-ager alza il gomito almeno una volta alla settimana.

      PROGETTI DI PREVENZIONE L’Asl sta contrastando il fenomeno con il servizio di Alcologia (550 pazienti nel 2009) e con vari progetti di prevenzione rivolti ai giovani.

Ai piedi del Grappa si consuma più alcol rispetto alla media del Veneto e dell’Italia

Gianfranco Baggio

      La conferma viene dai dati esposti nella prima Conferenza sulla salute che si è svolta all’ospedale S. Bassiano. Nel capitolo dedicato agli "Stili di vita individuale" si analizza il consumo di alcol nel Bassanese e si viene a scoprire che da noi i consumatori a rischio rappresentano un terzo della popolazione (34%). L’indice, in chiave regionale, non supera il 25% e scende ulteriormente su base nazionale, 20%. É un dato su cui riflettere specialmente se si va ad analizzare il consumo pro-capite tra i quindicenni e gli oltre sessantacinquenni. I primi, lo cita il rapporto "Passi" consumano quotidianamente un 5% di alcol, quota che balza al 30% in chiave settimanale.

      Tra chi ha compiuto i 65 anni le cifre non sono meno preoccupanti, considerando che il 50 per cento del gruppo maschile e definito "bevitore e con problemi".

      Come viene contrastato il fenomeno?

      Innanzitutto esiste un preciso servizio ospedaliero, l’Alcologia, che l’anno scorso ha seguito oltre 550 pazienti (vedi sopra). Nel dossier presentato dal direttore generale Valerio Alberti sono poi rimarcati sei punti fondamentali per prevenire l’abuso di alcoolici. In primo piano il progetto di prevenzione specifica denominato "Alcool out", che interessa scuole, comuni, mondo del lavoro, ospedali e sedi dell’Ulss dove vengono rilasciate e rinnovate le patenti, con il coinvolgimento anche del mondo dell’associazionismo e sportivo.

      Poi vi sono i progetti "Ap @ Ap appigli e appartenenze", varato dalle scuole secondarie di primo grado; "S....ballando s’impara?", curato dalle scuole secondarie di secondo grado; "No alcol, si party ...e se devi guidare non fare il pieno", messo in cantiere dalle scuole di secondo grado di Bassano.

      Una nuova iniziativa interessa l’Altopiano: ad Asiago si è dato il via al protocollo "Informa alcol e non solo", organizzato dalle scuole secondarie di primo grado.

      Infine un ruolo determinate è offerto dal Comitato promozione salute, nell’ambito della Conferenza dei sindaci.

(*) Nota: Ho una buona notizia. Per due volte io e Enrico Baraldi siamo andati a presentare "Vino e bufale" a classi quinte del Liceo Scientifico di Bassano del Grappa, per un totale di circa duecento ragazzi: l’attenzione, la comprensione, la partecipazione di questi giovani ci hanno entusiasmato come in nessuna altra delle 40 presentazioni che abbiamo portato in giro per l’Italia , dandoci prova che per il futuro di Bassano del Grappa, dal punto di vista alcolico, la situazione è destinata a migliorare.

Dice bene l’OMS: rispetto all’alcol i giovani non sono un problema da risolvere, sono la sola possibilità che si riesca finalemente a cambiare questa cultura alcolica - causa di tanta sofferenza - che hanno trasmesso loro genitori e nonni.

Un ragazzo di Bassano ci ha spiegato come a lui il vino non piacesse, ma lo beveva solo per non dovere ogni volta discutere con suo padre, che lo prendeva in giro se non ne beveva.


SERVIZIO OSPEDALIERO

L’Alcologia nel 2009 ha trattato 550 pazienti

BASSANO - (G.F.B.) Nel campo della prevenzione dell’abuso e delle dipendenza da alcol pediatri e medici di base possono svolgere un ruolo importante.

      Ad affiancare il loro lavoro vi è anche il servizio ospedalierio dedicato - l’Alcologia - che l’anno scorso ha seguito oltre 550 pazienti, per i quattro quinti uomini, visto che le donne si sono fermate al 21. Una conferma che il sesso maschile beve (molto) di più.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

I ragazzi ignorano i test nei locali: uno non beve e poi guida per gli altri

BASSANO - (B.T.) È scattato a mezzanotte del 12 novembre l’obbligo per i gestori di bar, ristoranti e locali pubblici di mettere a disposizione dei propri clienti i kit "Fai da te" per la misurazione del tasso alcolico. Anche i locali bassanesi si sono adeguati, ma a quanto pare la novità sembra essere passata pressoché inosservata dagli avventori. «Personalmente - conferma il referente dei baristi del centro storico, Tiziano Farronato - non ho avuto alcuna richiesta di effettuare il test. I clienti sanno benissimo che basta bere due birre per risultare positivi e preferiscono organizzarsi in maniera diversa». «Specie i giovani - spiega Farronato - fanno in modo che almeno uno di loro, a turno, non alzi il gomito e poi si metta al volante».

      In merito alla sempre più precoce età del primo bicchiere, lo stesso Farronato precisa: «Come categoria stiamo molto attenti a chi serviamo alcolici. Se abbiamo un dubbio sull’età, chiediamo i documenti». A giudizio dei baristi bassanesi, comunque, non bastano regole e punizioni per convincere i ragazzi a non bere. «Serve un’educazione alimentare corretta fin dai primi anni di scuola» - conclude Farronato.


FARMACIA.IT

ADOLESCENTI: ALCOL E SIGARETTE, CONSUMI IN CALO MA SEMPRE ALTI

Calano i consumi di alcolici tra i giovani, ma restano comunque alti: il 47 per cento beve birra, il 40 per cento sceglie il vino e il 18 per cento preferisce i liquori.

Rispetto allo scorso anno, cala anche il consumo di sigarette (27 per cento, un adolescente su tre). I dati emergono dal Rapporto 2010 sugli adolescenti della Società italiana di pediatria.

Sempre dal Rapporto si legge che il 9 per cento del campione – almeno una volta – ha fumato uno spinello, l’1,5 per cento ha provato invece l’ecstasy. Il 35 per cento dei maschi ha provato le diete fai-da-te, le donne che l’hanno fatto sono il 43 per cento.


 

ADNKRONOS

Web: Birra Peroni apre forum discussione per utenti su consumo di alcol

Roma, 3 dic. - (Adnkronos) - Birra Peroni per rinforzare il suo impegno nel promuovere una cultura di consumo responsabile nonche’ per sensibilizzare i propri consumatori sui rischi legati al consumo di alcol, ha dato il via al Forum Alcol Parliamone (www.forumalcolparliamone.it ). L’iniziativa, sviluppata assieme all’Universita’ Lumsa e patrocinata dal Ministero della Gioventu’, si propone di costruire una piattaforma di comunicazione online riguardo al rapporto che gli italiani hanno con il consumo delle bevande alcoliche. Un canale di comunicazione diretto che sfrutta tutta la potenzialita’ del ’new media’ e che tramite nuovi strumenti di comunicazione interattiva come il web 2.0 e’ in grado agevolare lo scambio di opinioni e contribuire a conoscere i comportamenti e le abitudini di consumo degli utenti. L’iniziativa rientra in un piu’ ampio impegno in ambito internazionale preso dal Gruppo SabMiller, di cui Birra Peroni fa parte, all’interno del Forum Europeo su Alcol e Salute (Eahf). Il forum online, raggiungibile - solo da maggiorenni - al sito www.forumalcolparliamone.it , offre la possibilita’ di partecipare attivamente alla discussione sulle questioni riguardanti le tendenze e le abitudini legate al consumo di alcol. Un luogo in cui si potra’ aprire un confronto tra il mondo accademico e gli studenti, ma anche tra genitori e figli sulle delicate tematiche relative al consumo di alcol. Per favorire la raccolta di ulteriori informazioni sulle abitudini di consumo e le spinte motivazionali che inducono a consumi eccessivi di bevande alcoliche gli utenti saranno invitati a compilare un questionario che una volta raccolto verra’ elaborato in uno studio effettuato dalla cattedra di Psicologia del Lavoro dell’Universita’ Lumsa ed a disposizione del mondo accademico e scientifico.


CORRIERE DELLA SERA

Bevi e guidi? Fai lavori sociali

Gli accordi tra sindaci e tribunali per evitare le sanzioni penali

MILANO — Il carrozziere del Trevigiano ha 39 anni e una condanna per guida in stato di ebbrezza a 90 giorni di lavori socialmente utili. «Novanta giorni — dice lui — durante i quali taglierò le erbacce che nascondo i cartelli stradali; riparerò le auto del Comune di Ponzano, sono carrozziere... 90 giorni durante i quali ogni gesto mi ricorderà l’enorme cavolata che ho fatto». La sua cavolata è stata quella di guidare con un tasso alcolemico di 1,7 g/l nel sangue: gli è costata una condanna a 45 giorni di carcere, commutata in un’ammenda di 12 mila euro, quindi il sequestro dell’auto e la sospensione della patente per un anno e mezzo. Tutto spazzato via (dimezzata la sospensione della patente) con la richiesta di trasformare la pena in un lavoro socialmente utile, accolta attraverso una convenzione tra comune e tribunale.

I limiti Con un tasso alcolemico che supera 1,5 g/l si è perseguibili anche penalmente

La pena Oltre alla multa (da 1.500 a 6.000 euro) è previsto l’arresto da sei mesi a un anno

Il carrozziere arruolato dal Comune di Ponzano Veneto è solo uno dei primi «forzati» dell’etilometro. Le storie come la sua si moltiplicano da Savona a Sondalo (Sondrio), da Arcugnano (Vicenza) a Paularo (Udine) e a Sant’Omero (Teramo). Strappando consensi tra i sostenitori del recupero attraverso il sociale, ma anche perplessità tra chi teme che il tutto si traduca in uno scivolone per il potere deterrente delle nuove norme. La riforma introdotta a luglio (art. 186 del nuovo codice della strada) prevede che, per chi è sorpreso al volante con un tasso alcolemico superiore a 1,5 l/g, la pena detentiva (da 6 mesi a 1 anno) o pecuniaria (da 1.500 a 6.000 euro) possa essere commutata con un lavoro di pubblica utilità non retribuito. «Soprattutto nel campo della sicurezza e dell’educazione stradale, in enti pubblici o di volontariato. Una possibilità della quale si può beneficiare una sola volta e se non si è stati causa di incidenti», spiega l’avvocato del carrozziere trevigiano, Fabio Capraro. «Almeno due ore di lavoro al giorno (non più di otto) che hanno un valore di 250 euro da scalare dalla maxi multa». Una scelta che porta poi al dissequestro dell’auto, alla riduzione della sospensione della patente e al ritorno della fedina penale pulita.

Il Comune di Ponzano Veneto ha firmato una settimana fa la delibera per l’impiego del carrozziere trevigiano. Stessa scelta a Savona da parte di un noto commercialista fermato con un tasso di 1,51 g/l: 68 giorni di lavoro in Croce rossa al termine dei quali potrà riavere patente e Porsche. A Sondalo la convenzione è stata firmata a ottobre dal sindaco Luigi Grassi. A beneficiarne sarà il fratello (20.900 euro di multa). «Così la cosa mi crea imbarazzo, ma resto un fermo sostenitore del recupero attraverso il sociale. La legge lo prevede, molti l’hanno fatto e noi stiamo per bissare». Il sindaco di Paularo, Maurizio Vuerli, la mette sul piano economico: «Qui sono tante le famiglie monoreddito e la convenzione vuole dare una possibilità di riscatto senza rovinare nessuno».

Piace la «pena sociale» al governatore del Veneto Luca Zaia: «Lo ha fatto anche Naomi Campbell. Certo quei 250 euro a giornata gridano vendetta». Ex obiettore e sostenitore del «non bastano due bicchieri per creare un ubriaco» si dice pronto a dare un lavoro sociale in Regione a chi lo richieda: «Un lavoro che passi dalle corsie di qualche reparto di traumatologia». Concorda il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni: «In linea di principio la cosa è giustissima. I dubbi nascono sull’applicazione, sulle possibili vie di fuga. Forse bisognerebbe delegare il controllo del quando e del come all’associazione vittime della strada».


TRENTINO

Sabato, 04 Dicembre 2010
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