ASAPS.IT FRANCO BALDO CI SCRIVE, E NOI VOLENTIERI RILANCIAMO… (copiato dal sito del comune di Mori ) LUNEDI 20 DICEMBRE 2010 LE LANTERNATE ORE 17.30 La scuola della comunità Maria Peratoner organizza le lanternate. La partenza dei bambini accompagnati dai genitori è prevista per le ore 17,30 dal piazzale della scuola. Proseguirà per piazza Cal di ponte, via G. Modena, via Teatro e via don Viesi con rientro alla scuola per le 18.30. Seguirà distribuzione di cioccolata calda e vin brulè a cura del Gruppo Alpini di Mori. Scrivete: sindaco@comune.mori.tn.it Leggere la Rassegna Stampa è un impegno etico, mandare una mail ogni tanto significa ancora di più. Qualcuno ha visto la pubblicità de vino San Crispino? Perché un bambino deve unirsi ad un adulto per esclamare “il nostro vino!” Molto meglio quella del prosciutto cotto che esclama “ ma è prosciutto Gran Biscotto !” Tra Asilo e San Crispino due esempi di pubblicità nemmeno tanto occulta che svilupperà rischi e danni a tempo debito. Mah! Franco Baldo GIOVENTU.GOV.IT Presentato a Roma il "Forum Alcol Parliamone" http://www.gioventu.gov.it/sala-stampa/comunicati/presenntato-a-roma-il-forum-alcol-parliamone.aspx (*) È stato presentato questa mattina alla LUMSA di Roma il progetto “Forum Alcol Parliamone”. L’iniziativa, ideata da Birra Peroni e realizzata all’Università LUMSA con il patrocinio del Ministero della Gioventù, si propone di costruire una piattaforma di comunicazione on line riguardo al rapporto che gli italiani hanno con il consumo delle bevande alcoliche. Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni ha voluto esprimere la sua “soddisfazione per l’avvio di questa iniziativa sia perchè è completamente gestita dall’università, vale a dire un’istituzione scientifica di cui sono parte fondamentale i giovani, sia perchè lo strumento utilizzato, il web, è il mezzo di comunicazione interattivo più fruibile dagli utenti e vicino alle nuove generazioni. Sono convinta che l’impegno congiunto di istituzioni pubbliche e aziende del settore sia una strada che può rivelarsi vincente affinchè venga sconfitta la cultura dello sballo e promosso un approccio responsabile al consumo di alcol". (*) Nota: al link indicato è possibile scaricare il video messaggio inerente questa iniziativa del ministro sommelier onorario Giorgia Meloni. BELLEZZA.IT Birra e vino aiutano a vivere meglio! (*) Da diversi studi è emerso che bere due o tre bicchieri di vino al dì aiuta a vivere meglio! Sembrerebbe che ci sia una percentuale minore di malattie cardiovascolari tra coloro che assumono questo prezioso “nettare degli Dei”. Idem per la birra: mezzo litro al giorno, durante i pasti, protegge il cuore dal rischio infarto. Il professor Antonio Gasbarrini, gastroenterologo e medico internista dell’Università Cattolica di Roma, sottolinea che una trentina di meta-analisi, condotte negli ultimi dieci anni, hanno dimostrato che l’alcool, assunto con moderazione, riduce la mortalità per infarto e ictus. Anche se, inizialmente, il Professor Gasbarrini era piuttosto scettico su quello che sarebbe stato l’esito dello screening (del resto, è risaputo che l’alcool è una sostanza tossica che danneggia il fegato, provocando la cirrosi!), poi si è ricreduto, affermando: "Si è scoperto che le cirrosi alcoliche erano causate dal virus dell’epatite C e non tanto dall’alcool”. A confermare gli effetti benefici di birra e vino, hanno contribuito alcune ricerche che hanno evidenziato quanto siano maggiori le malattie cardiovascolari tra gli astemi e i forti bevitori, mentre la percentuale scende notevolmente tra coloro che fanno un uso moderato di queste bevande. Importante concentrarsi sull’aggettivo “moderato”: è fondamentale la quantità e modalità di assunzione! Secondo il professore Gasbarrini, la birra ed il vino vanno bevuti solo da persone sane, secondo le dosi consigliate, al momento dei pasti e tutti i giorni della settimana… non solo durante i weekend! Sia per la birra che per il vino, gli agenti protettivi sono due: l’alcool in sé che migliora l’assorbimento delle sostanze antiossidanti presenti nei cibi, e i micro-nutrienti antiossidanti, quali vitamine, polifenoli e folati. (*) Nota: di solito non amo gli articoli pieni di punti esclamativi, ma questo è così convincente che da oggi ho deciso di modificare le mie fonti ispiratrici. Basta con Lancet, basta OMS…: “sembrerebbe che ci sia” una fonte scientifica molto più seria, rigorosa ed attendibile, così d’ora in avanti attingeremo le nostre notizie da bellezza.it. Punto esclamativo. Alla faccia di, non essendosi ancora ricreduto, ancora oggi pensa che le cirrosi alcoliche dipendano dall’alcol. Punto esclamativo. CITTAOGGIWEB.IT Incredulità in via Aosta per il gesto che poteva finire in tragedia Colpita con il rastrello dal marito, i vicini: "Era una maschera di sangue!" Bareggio Incredulità tra i residenti di via Aosta a Bareggio per il gesto commesso da un 49enne che poteva sfociare in tragedia. Fortunatamente la donna di 48 anni colpita dal marito 49enne alla fronte con un rastrello è stata subito dimessa dal Fornaroli. L’uomo, pare, abbia agito mentre era ubriaco. Una zona tranquilla, quella di via Aosta al confine con Sedriano, con alcune villette a schiera. La donna presentava profonde ferite alla testa e sanguinava in abbondanza. Ecco il racconto dei vicini di casa usciti subito per soccorrere la donna. “Stavo guardando la partita Lazio-Inter quando abbiamo sentito del trambusto – racconta un uomo – La Lazio aveva appena segnato il terzo gol, lo ricordo bene. Sono uscito e ho visto la donna seduta sul marciapiede. Era una maschera di sangue. Attorno a lei altre due persone che la stavano soccorrendo. Qualcuno le ha portato una sedia e l’ha calmata. Mia moglie non ci ha pensato un minuto e ha allertato i carabinieri e un’ambulanza”. I militari hanno impiegato cinque minuti a giungere sul posto. Sono entrati nell’abitazione e hanno arrestato il 49enne che, nel frattempo, si era barricato in camera. (*) (*) Nota: suggerisco a questa coppia la lettura di un istruttivo articolo appena uscito su bellezza.it, a titolo: “Birra e vino aiutano a vivere meglio”. Il problema quindi non è il bere, il problema è il rastrello. LA PROVINCIA DI VARESE Si presentano a scuola ubriache per una delusione sentimentale Due studentesse diciannovenni del Pessina sono finite al pronto soccorso None APPIANO GENTILE Si presentano a scuola ubriache, finiscono al pronto soccorso. Protagoniste di una mattinata insolita, quanto movimentata, due studentesse della sede associata dell’istituto professionale per i servizi commerciali, turistici e sociali “Gaetano Pessina”. All’origine dell’episodio ci sarebbe una delusione d’amore. Le due ragazze - diciotto anni l’una, diciannove l’altra, residenti nella zona - nonostante la bottiglia di spumante scolata probabilmente nel tragitto fino a scuola - si sono comunque presentate a scuola. A dispetto dell’eccessivo tasso alcolico nel sangue, evidente dal loro comportamento bizzarro, sono riuscite a percorrere a piedi il tragitto (più di duecento metri) dalla fermata dell’autobus fino alla sede del Pessina, in via Cherubino Ferrario. Sono arrivate a scuola, in ritardo, con l’intenzione comunque di seguire le lezioni, peccato però che non fossero in condizioni di farlo. Erano ubriache, come tradivano i movimenti incerti e scomposti e soprattutto il loro straparlare. Trattenute nell’atrio, per non disturbare i compagni entrando in classe a lezione già iniziata, poco dopo hanno accusato segni di malessere. Una di loro, in particolare, si è sentita male, mentre l’altra era più che altro allegrotta. Entrambe sono state trasferite in infermeria, dove sono state assistite dagli operatori scolastici, in attesa dell’arrivo di un’ambulanza inviata dal 118, con cui poi sono state trasportate all’ospedale di Tradate e quindi dimesse. Gli accertamenti eseguiti hanno riscontrato lo stato di ebbrezza, peraltro apparso fin da subito chiaro anche ai docenti e operatori scolastici intervenuti. «Sono ragazze normalissime, che non avevano mai dato problemi prima d’ora. Sono molto intelligenti, con un buon profitto scolastico - spiega Renato Ronga, responsabile della sede associata del Pessina - Anche a detta dei genitori, non sono ragazze che abbiano l’abitudine di bere. Forse, per qualche problema personale tipico di quell’età, hanno voluto fare qualche gesto eclatante, una bravata. Nonostante siano entrambe maggiorenni, abbiamo ritenuto opportuno avvisare i genitori e informarli di quanto accaduto» Poco dopo sono arrivati a scuola e da lì indirizzati in ospedale. L’episodio - il primo del genere alla sede associata di Appiano del Pessina - non è passato sotto silenzio in una piccola comunità, qual è una scuola. L’arrivo dell’ambulanza e il tam tam innescato dalla notizia delle due ragazze visibilmente alticce hanno rapidamente fatto diventare di dominio pubblico il caso. Manuela Clerici CORRIERE DI COMO CAMBIARE STILE DI VITA È COMPITO DEGLI ADULTI L’opinione dello psichiatra Michele Sforza «Purtroppo l’abuso di alcolici è un fenomeno sempre più diffuso e grave tra i più giovani. Basti pensare che in Italia abbiamo il record europeo dell’età più bassa in cui i ragazzi cominciano a bere». Inizia così il commento di Michele Sforza, psichiatra e psicoterapeuta, al caso delle due ragazze giunte ubriache a scuola ieri mattina. Sforza prosegue il suo ragionamento spiegando che «la modalità con cui i giovani abusano di alcolici è il “binge drinking”, termine inglese che significa bere “per lo sballo”, per ubriacarsi. E si tratta di un fenomeno davvero pericoloso: l’ubriachezza è un’intossicazione acuta che può portare sia a un danno immediato, come l’aumento della probabilità di incorrere in un incidente, sia a un danno più a lungo termine dovuto ai ripetuti abusi. Non dobbiamo dimenticare che l’alcol è neurotossico e può colpire il sistema nervoso». (*) Il problema è enorme ma le risposte che arrivano dalla società non sembrano soddisfacenti. «Mi meraviglia la grande tolleranza che c’è di fronte a un fenomeno simile -osserva Sforza - Si dice che capita, che lo fanno tutti. Poi però le famiglie, quando succedono queste cose, sono sempre stupite e si chiedono come si possa controllare un ragazzo di 19 anni». La risposta, sostanzialmente, è che bisogna iniziare prima. Infatti, secondo il direttore della sezione della clinica “Le Betulle” di Appiano Gentile, che si occupa di dipendenze, «a 19 anni diventa difficile far capire che certi comportamenti devono essere limitati, ma proprio per questo bisogna iniziare a 19 giorni. È un discorso educativo, ma l’educazione è fatta di stili di vita, di esempi positivi e silenziosi dati dai genitori». Un’educazione fatta con l’esempio, però, «è un sacrificio per gli adulti, perché devono essere i primi a rispettare le regole e a dimostrare che certe cose si fanno e altre no. Ma è sempre difficile dire dei no». Ma perché si finisce per presentarsi ubriachi a scuola? «Ci sono tanti motivi - risponde Sforza - ma soprattutto ci si sente grandi, trasgressivi. E può essere che anche i compagni di classe non stigmatizzino sufficientemente simili comportamenti. Magari si limitano a un sorrisino di complicità». La risposta della società, però, non passa semplicemente per le campagne di prevenzione. «Finché noi adulti non decideremo di essere più coerenti, più sobri nel nostro stile di vita, non potremo mai chiedere ai giovani di fare altrettanto. Abbiamo rovinato una generazione e continueremo a farlo finché non succederà qualcosa». Per la precisione, «dobbiamo cambiare il nostro stile di vita. Altrimenti, continueremo a contare le vittime». (*) Nota: se “l’ubriachezza è un’intossicazione acuta”, allora “un buon bicchiere di vino” è un’intossicazione lieve. Ma sempre di intossicazione parliamo. Quindi non ha senso l’utilizzo del verbo “abusare”: ogni ingestione orale di alcol per il tramite di una bevanda alcolica è di per sé “abuso”, nel senso di “uso non corretto”. Uso corretto dell’alcol è adoperarlo per le pulizie domestiche, come solvente, come combustibile…, ma non può essere ingerirlo tramite, vino, birra o altri alcolici. LA PROVINCIA DI SONDRIO Adolescenti Dilaga l’alcool l’emergenza si combatte con il dialogo MORBEGNO(m.c.p.) La diffusione del consumo di alcol tra gli adolescenti e preadolescenti è un’emergenza sociale nuova con la quale educatori, famiglie e servizi si trovano a doversi confrontare in questi ultimi anni senza un orizzonte di scenari certi, già elaborati, che preoccupa e impone momenti di riflessione e di formazione a 360 gradi. Prevenzione, come sempre in questi casi, è la parola chiave. Ne è consapevole il gruppo “Genitori in rete” di Morbegno che ha organizzato, con la collaborazione di don Diego Fognini, responsabile de “La Centralina” e l’educatore professionale Alberto Copes due incontri dal titolo “L’alcol e i nostri figli: educhiamoci”, il primo dei quali si è svolto venerdì sera con la partecipazione di una sessantina di mamme e papà di ragazzi fra gli 11 e i 18 anni. «L’Italia da questo punto di vista ha un triste primato - ha ricordato Copes - le statistiche del 2010 ci dicono che l’età in cui i ragazzi cominciano a bere è 11 anni, inoltre il 67% dei giovani dai 13 ai 15 anni dichiara di bere il sabato sera, mentre di questi il 20% si ubriaca, il fenomeno è inquietante e riguarda tutti». Ma perché si abbassata così tanto l’età della prima bevuta? Copes lo imputa alla diffusione nel mercato del cosiddetto alcol pop: bevande definite blandamente alcoliche, anche se in realtà hanno gradazioni di almeno 7 gradi (come una birra rossa). «Hanno forme e colori accattivanti, sono dolci e frizzanti, i messaggi pubblicitari sono sempre ambivalenti tanto che i ragazzi non hanno la reale percezione di assumere sostanze psicoattive». Tra i giovanissimi impazza anche l’abbuffata alcolica per cui ci si fa 5, 6, 7 cocktail a sera rischiando conseguenze assai gravi sull’organismo e dal punto di vista psicologico. Cosa può fare, dunque un genitore? Specialmente in una società dove è sempre più diffusa quella che il relatore ha definito la «precognizione dei bisogni, per cui va a finire che a 8 anni tutti i bambini debbano già essere dotati di apparecchio cellulare, perché altrimenti si sentono diversi». Tuttavia secondo l’educatore esistono disagi positivi e negativi, e quelli appartenenti alla prima categoria possono essere d’aiuto. «Il ruolo del genitore è semplicemente quello di sostenere il proprio figlio ed aiutarlo, instaurando con un dialogo e una relazione basata sulla fiducia reciproca, a fare scelte che possono anche non essere in linea con i comportamenti o le abitudini del gruppo, a 8 come a 12 o a 15 anni. Se il ragazzo non vuole bere e per questo si sente escluso, vuole dire che sta affrontando un percorso di individuazione, che potrebbe sembrare più difficile, ma che in realtà è più positivo, sano e su questo deve fare leva la famiglia» (*). Don Diego ha ripetuto il suo «non lasciateli soli, perché - ha rilevato - i ragazzi hanno bisogno di genitori 24 ore al giorno, hanno bisogno di essere ascoltati e non ignorati». (*) Nota: un genitore dovrebbe preoccuparsi prima di tutto del proprio bere e della propria cultura del bere. Ci si scandalizza perchè l’età del primo approccio all’alcol in Italia è 11 anni, ma ci si dimentica sempre di dire che il primo oste è in casa. REPUBBLICA.IT AFFARI E FINANZA "Chiuderemo a 100 milioni di fatturato e l’export è cresciuto del 20 per cento" GIORGIO LONARDI E’ conosciuto in tutta Italia come presidente della Banca Popolare di Vicenza. Eppure da sette generazioni le radici di Gianni Zonin rimangono saldamente ancorate al mondo del vino di cui oggi è il maggior produttore privato italiano. Incontriamo Zonin qui a Gambellara, nel cuore del Veneto, dove ha sede la Casa Vinicola Zonin, l’azienda di distribuzione, commercializzazione e marketing dei brand appartenenti alla famiglia. Un gruppo che ha chiuso il 2009 con 90 milioni di fatturato aggregato e che quest’anno, grazie ad una crescita a doppia cifra trainata dall’export, supererà l’asticella dei 100 milioni di ricavi. Presidente Zonin, come mai la sua azienda continua ad espandersi mentre in Italia la gente beve sempre di meno? «Intanto la nostra crescita è dovuta soprattutto alle esportazioni mentre sul mercato nazionale siamo lievemente al di sopra dei livelli del 2009. Comunque è vero: i consumi di vino in Italia seguitano a calare. Quattro anni fa eravamo a 42-43 litri procapite oggi siamo sotto i 40. I motivi sono vari. A cominciare dal cambiamento dello stile di vita. Oggi a mezzogiorno si beve un bicchiere di vino, massimo due. Poi c’è la crisi: le persone vogliono spendere meno, ci sono meno denari in giro e questa colpisce tutti i beni di consumo, vino compreso. Inoltre non dobbiamo sottovalutare l’impatto negativo di un terzo elemento». A cosa si riferisce? «All’etilometro, protagonista di un’incessante campagna di comunicazione che non differenzia fra il consumo di vino e il consumo dei superalcolici. Certo, l’etilometro c’è anche in Germania, anche negli Stati Uniti, però in quei paesi non assistiamo ad una demonizzazione del vino come in Italia». Eppure l’etilometro dovrebbe scongiurare gli incidenti stradali, o no? «Penso che sarebbe meglio concentrarsi sugli effetti dell’abuso di droga invece di demonizzare il vino. Le faccio un esempio: che cosa accadrebbe se mettessero l’etilometro ai cancelli del Vinitaly che ogni anno attira 150 mila persone a Verona? Si tratta di gente che viene per degustare il vino; un po’ di tasso alcolemico sarebbe giustificato..Eppure non mi risulta che con il Vinitaly ci sia un aumento degli incidenti stradali». Qual è la soluzione? «Il consumo consapevole: ognuno di noi è diverso e ognuno di noi sa bene qual è la quantità di vino che può bere senza per questo risentirne». Presidente, come saranno i conti della Zonin nel 2010? «Abbiamo fatto un buon lavoro e siamo soddisfatti. Nel 2010 l’Export di Zonin è cresciuto del 20% mentre sul mercato nazionale siamo lievemente al di sopra dei volumi del 2009. Quest’anno la nostra cresciuta complessiva dovrebbe essere a doppia cifra fra l’11% e il 12% con un fatturato aggregato di circa 100 milioni di euro contro i 90 milioni del 2009». Come avete fatto a spingere l’export del 20% in un periodo di crisi? «Abbiamo investito sui mercati esteri e continuiamo a farlo. Certo, c’è voluto coraggio: a volte prima di ottenere dei risultati positivi è passato parecchio tempo. Oggi, però, abbiamo una rete di distribuzione presente in 95 paesi di tutto il mondo. Ancora tre anni fa ottenevamo il 35% dei ricavi all’export; nel 2010 dovremmo posizionarci fra il 50% e il 52%. E fra altri tre anni arriveremo al 60%». Quali sono i segreti di Gianni Zonin, il «motore» che spinge le vendite sia in Italia sia all’estero? «Sintetizzando al massimo diamo una qualità ottima ad un prezzo onesto. E questo il consumatore lo capisce al volo. Non è un caso se con più di 1.820 ettari di terreno a vigne su 9 tenute dislocate in 7 regioni (oltre ad una significativa presenza in Virginia negli Usa) siamo la prima azienda privata italiana per estensione di superficie vitata nei territori a maggiore vocazione vinicola. Questo radicamento nel territorio ci dà un grande vantaggio competitivo. Anche perchè possiamo contare sul più grande staff di enologi ed agronomi d’Europa coordinato da Franco Giacosa e con la consulenza del professor Denis Dubourdieu, preside dell’Università di Enologia di Bordeaux». Poi ci sono i premi a cui tenete molto, non è vero? «I premi sono un riconoscimento del lavoro svolto e uno stimolo a fare sempre meglio. Come dimenticare, solo nel corso dell’ultimo anno, il Premio Gran Vinitaly 2010? Oppure la medaglia d’oro per il Prosecco DOC frizzante di Ca’Bolani vinto al concorso enologico internazionale Mundus Vini 2010? In quella stessa occasione il Deliella 2005 del Feudo Principi di Butera ha avuto la gran medaglia d’oro. Mentre la Guida Vini d’Italia 2011 de L’Espresso ha selezionato L’Acciaiolo 2007 della Tenuta Castello d’Albola tra i Vini dell’Eccellenza. E ancora: i Tre Bicchieri sull’edizione 2011 della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso con il Pinot Bianco della Tenuta Ca’ Bolani. E che dire del 47° posto del Chianti Classico Riserva 2007 della Tenuta Castello d’Albola, nella classifica "The Top 100 2010" di Wine Spectator? » MILANO.CORRIERE.IT Via Sarpi - Il delitto durante una rissa in un bar-karaoke Omicidio di Chinatown, inchiesta a una svolta: individuato l’assassino Gli inquirenti stanno sistemando gli ultimi tasselli. La lite con i titolari per il rifiuto di pagare il conto MILANO - Potrebbe essere questione di ore l’arresto dell’assassino di Chen Hongguang, 39 anni, ucciso venerdì scorso, poco prima di mezzanotte durante una rissa in un bar-karaoke di via Paolo Sarpi. C’è chi sussurra che l’omicida sia già stato catturato e si trovi già in caserma, in via Moscova, dove i carabinieri del nucleo investigativo stanno cercando di mettere ogni tassello della drammatica vicenda al posto giusto. Chen Hongguang, titolare di un negozio all’ingrosso a Chinatown e qualche precedente per sfruttamento della prostituzione sulle spalle, è stato ucciso venerdì sera al termine di una serata di eccessi trascorsa, in compagnia di amici, all’interno del Disco Bar Pegaso, in via Paolo Sarpi 60. Un locale di proprietà di una famiglia cinese che lo gestisce direttamente, dove si beve, si gioca alle macchinette e si canta con il karaoke. Chen e i suoi amici avevano bevuto fiumi di alcol e avrebbero dovuto pagare un conto di 180 euro. Alla cassa Chen è stato sprezzante: «Non me ne frega niente, io vi do solo 80 euro». Una risposta del genere ha scatenato la reazione della titolare. I toni si sono subito alzati e tra i litiganti sono volate parole grosse. Poi, improvvisamente, nelle mani di un antagonista è comparso un coltello. Chen non è riuscito a evitare i fendenti e un colpo lo ha raggiunto nella regione del cuore. Il killer è fuggito prima dell’arrivo dei carabinieri e qualcuno ha detto che potrebbe trattarsi di un membro della famiglia che gestisce il bar. Le indagini dei militari cercano anche di scoprire se sotto il drammatico fatto non si nasconda anche una storia di «pizzo». Il delitto ha indotto il questore Alessandro Marangoni ad emettere un provvedimento di sospensione della licenza del locale per ben 6 mesi anche in considerazione del fatto che tempo fa agosto 2008 lo stesso bar Pegaso era stato al centro di un altro episodio di violenza che aveva portato alla sospensione della licenza per cinque giorni. Alberto Berticelli ADNKRONOS Lecco, arrestato il pirata della strada che sabato ha travolto mamma e figlia Milano, 6 dic. (Adnkronos) - Sabato pomeriggio ha travolto una mamma e la sua bambina ad Oggiono, vicino a Merate (in provincia di Lecco). Ora è stato arrestato dai carabinieri e denunciato per lesioni colpose gravi e omissione di soccorso. L’uomo, un pregiudicato 45enne residente ad Arcore e con precedenti per comportamenti legati alla guida, dopo l’incidente era scappato senza soccorrere le vittime dell’incidente. Arrestato tra i boschi nei pressi della sua abitazione, dove si era nascosto a bordo della sua auto, il malvivente ha ammesso le sue responsabilità ma ha tentato di giustificarsi dicendo di temere per la propria patente perché di mestiere fa l’autotrasportatore. Ipotesi che convince poco gi inquirenti che attribuiscono la sua fuga a un possibile stato di ebbrezza, impossibile da accertare attraverso esami in quanto l’arresto dell’uomo è avvenuto dopo diverse ore dall’incidente. Le vittime, una mamma 47enne e la sua bambina di 7 anni, hanno riportato in seguito all’urto 40 giorni di prognosi riservata per fratture multiple la prima e e 5 per contusioni multiple la seconda. LEGGO Verona Qualche mese fa aveva provocato un incidente… Qualche mese fa aveva provocato un incidente in centro. Sul posto erano arrivati i vigili perché un paio di persone erano finite all’ospedale. Alla donna era stato fatto il controllo alcolemico. E il risultato era stato inequivocabile. La ragazza veronese guidava sotto l’influsso dell’alcol. Così è scattata la denuncia, visto che oltre ad aver bevuto prima di mettersi alla guida, aveva anche la responsabilità dell’incidente. La scorsa settimana è arrivato il conto della giustizia. Il giudice del tribunale di Verona, con un decreto penale di condanna (contestabile solo in cassazione, non in appello), ha stabilito che oltre alla sospensione della patente, alla decurtazione di 10 punti della patente, la donna debba pagare 24mila euro di multa. Un conto che deriva dalla somma della multa prevista dal codice penale più la commutazione della pena detentiva in pecuniaria. Soldi che l’automobilista dovrà sborsare al più presto. IL MESSAGGERO VENETO del 5 dicembre 2010 Sei mesi da appiedato? Una vita Andata e ritorno nell’inferno di mezzo anno senza patente: 123 pagine di manuale “no alcol” riassunto in “Sei mesi, una vita: centottanta giorni senza patente” per le edizioni Omino Rosso. Il semestre è stato vissuto e raccontato da Massimo Boni, l’imprenditore (ex-giornalista del Messaggero Veneto) che ha pubblicato la cronistoria di una giornata maledetta, il 23 dicembre 2009, e soprattutto dei suoi effetti collaterali. Un martedì nero, quello, con l’euforia del Natale nell’aria quando Boni, salutista impenitente reduce da un brindisi allegro in azienda, è stato “pizzicato” al volante dalla polstrada con un tasso alcolico superiore al limite di legge. Di qui sei mesi senza patente, denuncia e maximulta, raccontate nel libro-verità, presentato venerdì scorso nell’affollata saletta del convento di San Francesco a Pordenone (con avvocati, il gotha dell’Aci, il sindaco Bolzonello e vice Mazzer). «È una storia autobiografica per analizzare la privazione della libertà nel circolare su qualsiasi cosa dotata di motore - ha spiegato Boni, introdotto dall’editore Orazio Cantiello e da Marco Perugini dell’Aci, che ha firmato la prefazione -. Sei mesi senza patente portano tante ripercussioni e incidono in maniera importante sulle tasche del cittadino». Nelle sue, un salasso di 4 mila 732 euro (di cui 300 di taxi). Ma Boni ha sublimato l’esperienza in conoscenza e, da “spatentato”, ha costruito un vademecum con leggi del codice della strada, norme, percentuali (Pordenone ha il 9,67 per cento di incidenti su strada imputabili all’alcol, un triste primato nazionale). Con contributi di spessore come quello del presidente dell’Aci, Enrico Gelp. «Ne ho discusso – ha detto Boni – con Federico Facchin, sostituto procuratore della Repubblica, Sergio Lucchetta, presidente regionale Fipe, Luigi Delpino, procuratore Capo e altri relatori. Il 23 aprile 2011 andrò all’ultimo controllo in commissione medica locale». Per intanto Boni smonta il mito dello sballo in una strenna “no-alcol” dedicata a tutti i patentati, dallo scooter alla Ferrari. Libro godibile, da leggere tutto d’un fiato. Chiara Benotti LEGGO Verona Alcol e ghiaccio.. di Giovanni Marchiori Alcol e ghiaccio. Da un lato chi guida, dall’altro le temperature scese parecchio e l’umidità che si è gelata sull’asfalto. Due fattori che nel weekend hanno creato parecchi problemi sulle strade veronesi. L’episodio più grave ha riguardato un 40enne veronese. L’uomo ha investito due ragazze in scooter in via Ederle ed è fuggito. Nei guai anche un serbo di 26 anni, residente a Negrar che con la sua Fiat Bravo ha sfasciato 4 auto parcheggiate in via Todeschini. Nel sangue l’alcol era a un tasso 4 volte superiore al consentito. Un altro compaesano, stavolta veronese, di 46 anni, invece aveva raggiunto il record della serata, 2,5 grammi litro di alcol. Infine, sempre in città, sono 5 gli automobilisti che avevano scambiato le strade urbane per piste da corsa, pizzicato a oltre 90 all’ora in pieno centro. Problemi per il ghiaccio, invece, sulle Torricelle dove le pattuglie della polizia municipale hanno segnalato il pericolo ai ragazzi che stavano tornando a casa dopo la discoteca. Sulla Transpolesana, invece, all’altezza di Legnago, la Polstrada è stata costretta a chiudere la circolazione per un’oretta ieri mattina a causa di una pericolosa lastra di ghiaccio. E sempre la polizia ha ritirato qualche patente per guida in stato di ebbrezza e per uso di sostanze stupefacenti. «L’alcol è tornato sulle nostre strade - ha spiegato il comandante della Municipale di Verona, Luigi Altamura, commentando i dati del weekend -. A quanto pare c’è ancora chi non ha capito che bere prima di guidare è molto pericoloso. Ovviamente a partire da questa settimana, visto l’avvicinarsi delle feste, potenzieremo parecchio i controlli, soprattutto nei weekend». GOMARCHE.IT Senigallia: 21enne in come etilico al Mamamia, sta bene Nel corso di un servizio congiunto tra Polizia di Stato e Polizia stradale, al fine di contrastare l’abuso di alcol e droga, numerosi controlli sono stati effettuati anche con unità cinofile e medico all’interno dell’ambulanza nelle zone di maggior divertimento per la movida senigalliese. Proprio nel corso del weekend un 21enne originario di Pescara ma residente ad Ancona, che stava trascorrendo la serata con gli amici al Mamamia di Senigallia si sarebbe accasciato a terra, privo di sensi. Immediatamente trasportato al Pronto soccorso, dove il giovane è arrivato in coma etilico, A.D.R. avrebbe ripreso conoscenza poco dopo. Nulla di grave quindi, tanto che è stato dimesso nel corso della stessa notte. Ma, poichè il 21enne non ricordava cosa fosse accaduto ed essendo in possesso di tre telefoni cellulari, i sanitari hanno allertato i Carabinieri che sono giunti sul posto. Uscito dal Pronto soccorso, il giovane è stato accompagnato in Caserma per degli accertamenti. A seguito dei quali, il 21enne è stato rilasciato. LANAZIONE.IT Guti ubriaco si schianta in macchina: esce illeso Patente ritirata 6 mesi L’ex-giocatore del Real Madrid, oggi in forza al Besiktas turco, stava tornando da una serata passata in una delle più famose discoteche di Istanbul Istambul, 6 dicembre 2010 - Incidente d’auto e patente ritirata per Guti. L’ex centrocampista, per 14 anni al Real Madrid, oggi al Besiktas turco, è uscito illeso da un incidente avvenuto nelle prime ore dell’alba di lunedì: il giocatore sarebbe andato a finire con la sua macchina contro un autobus. Non si conosce ancora l’esatta dinamica dell’incidente, ma secondo quanto riportano i media turchi a Guti sarebbe stata ritirata la patente per sei mesi dopo essere risultato positivo a un test alcolemico. Dopo una discussione con gli agenti di polizia turchi, il giocatore ha chiamato il traduttore del Besiktas e, dopo essere stato accompagnato in commissariato, ha accettato di sottoporsi alla prova del palloncino. Secondo il quotidiano Milliyet l’incidente sarebbe avvenuto alle 4 di mattina: Guti avrebbe passato la notte di domenica nella discoteca Reina, una delle più famose di Istanbul. Il Besiktas ha confermato in una nota ufficiale che "Guti ha avuto un incidente ma sta bene. È a casa e sta riposando". IL MESSAGGERO (Pesaro) CANTIANO Ubriaco ha aggredito il barista che lo invitava alla calma con un coltello - e che coltello,... LA REPUBBLICA ubriachi, si scagliano contro la polizia denunciati due studenti minorenni LA SICILIA Un giovane di 23 anni sviene per coma etilico GIORNALE DI BRESCIA Nove patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza IL PICCOLO DI TRIESTE neopatentati e giovani, più controlli contro l’alcol alla guida GOMARCHE.IT Ancona: ruba la borsa ad una donna ubriaca, arrestato CORRIERE ADRIATICO Ubriaco alla guida si schianta
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