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Articoli 19/03/2004

Stanchezza al volante: come comportarsi

Stanchezza al volante: come comportarsi

di Jorg Thoma, membro della direzione upi
da "attualità Upi" - Rivista antinfortunistica per circolazione stradale, sport, casa e tempo libero della Svizzera

Giusta la legge sulla circolazione stradale, chi è in stato di spossatezza non deve condurre un veicolo. Purtroppo non è così facile applicare tale norma poiché per la sonnolenza non vi è (ancora) un metodo di misurazione standardizzato, come ad esempio per il tasso di alcolemia nel sangue.
La sensazione di stanchezza è soggettiva e certamente viene spesso sottovalutata dagli interessati.
Anche agli effetti sugli incidenti derivati dalla sonnolenza sono sottovalutati.
Secondo l’Upi, sulla base di diversi studi uno dei motivi che causano tra il 10 e il 20 per cento di tutti gli infortuni stradali è la stanchezza.
Questi dati costituiscono una percentuale maggiore rispetto a quanto dimostrato dalle statistiche degli infortuni. Cosa fare? In prima linea occorre sensibilizzare su tali rischi tutti gli utenti della strada, anzitutto gli automobilisti.
Devono ottenere informazioni sul corretto comportamento da adottare in caso di sonnolenza.
Il messaggio più importante: l’unica misura che funziona veramente contro la spossatezza è dormire regolarmente e a sufficienza.
E’ importante anche l’aspetto medico.
Sono relativamente diffusi i disturbi del sonno patologici che alla guida di un automobile possono causare sonnolenza.
E’ importante dunque riconoscerli e curarli.
A tale proposito leggete l’intervista con uno specialista, il dottor Johannes Mathis.
Poiché ne consegue un maggior rischio d’infortunio, bisogna richiamare l’attenzione dei pazienti su tale problematica. Inoltre, anche l’assunzione di medicinali può influenzare la guida e comportare un effetto negativo sulla sicurezza stradale.

Sonnolenza
Un rischio d’infortunio sottovalutato

Secondo l’Upi, molto più spesso di quanto comunemente si affermi, uno dei fattori che contribuisce al 10 - 20 per cento di tutti gli incidenti stradali è la spossatezza, spesso dovuta alla mancanza di riposo e non di rado dovuta anche ai disturbi del sonno patologici.
Secondo la statistica ufficiale, soltanto l’1,4 per cento degli incidenti stradali è riconducibile alla spossatezza. La percentuale risulta così bassa poiché quest’ultima è difficilmente dimostrabile. Tuttavia, diversi studi indicano che la percentuale effettiva degli incidenti dovuti alla stanchezza si situa tra il 10 e il 20 per cento (senza contare gli incidenti dovuti all’alcol). Dunque, in genere, la sonnolenza come causa di incidenti è sottovalutata. Gli incidenti dovuti alla stanchezza avvengono soprattutto di notte e nel corso del pomeriggio. Nei fine settimana se ne contano di più rispetto ai giorni feriali, inoltre, se paragonati agli altri incidenti, essi sono particolarmente frequenti sulle strade autostrade e relativamente rari sulle strade all’interno di un centro abitato. Nella maggioranza dei casi si tratta di incidenti dovuti a collisioni contro ostacoli fissi al di fuori della carreggiata, come ad esempio contro guard-rail, siepi, cartelli o alberi. Oltre alla comune mancanza di riposo e ai disturbi del sonno (cfr. intervista che segue), la sonnolenza può essere dovuta anche al consumo di droghe, all’alcol, nonché a medicinali. Mentre le cause esteriori possono dipendere da tragitti lunghi e monotoni con velocità superiori a 60 Km/h oppure da una temperatura elevata all’interno dell’abitacolo.
Per tali ragioni bisognerebbe evitare percorsi lunghi (oltre i 500 Km); in caso di stanchezza bisogna interrompere il viaggio il prima possibile.

Aiuto in caso di disturbi del sonno
In svizzera esistono diversi Centri per la medicina del sonno, nei quali un gruppo composto da specialisti in neurologia, pneumologia, psichiatria e in altri settori specializzati offrono, tutti insieme, una consulenza.
Per ulteriori informazioni consultate il seguente sito elettronico: www.swiss-sleep.ch (in inglese).

Disturbi del sonno
Chi nel corso della giornata è spesso stanco e assonnato, molto probabilmente soffre di disturbi del sonno. Quali sono le cause e gli effetti? Come combatterli? Il docente privato dottor Johannes Mathis, responsabile del Centro per la medicina del sonno presso l’insespital di Berna, risponde alle nostre domande.
Attualità Upi: In Svizzera quanti soffrono di disturbi del sonno?
Johannes Mathis: Il termine "disturbi del sonno" comprende quattro diverse tipologie di sonno:
1. "durata del sonno accorciata" (insonnia) frequente tra la popolazione normale. Fino al 30% lamenta frequenti disturbi di insonnia, fino al 10% assume sonniferi su base regolare per combatterla.
2. "durata del sonno allungata" (sonnolenza diurna = ipersonnia) molto frequente. Ne soffre circa il 5% della popolazione normale.
3. "sonno deformato" (parasonnia) raro, ne soffre circa l’1% della popolazione. Qui si tratta di diversi tipi di "attacchi", dal conosciuto sonnambulismo fino a giungere agli attacchi epilettici.
4. "sonno sfasato" (modifiche del ritmo sonno-veglia) è una malattia rara, nel caso di fuso orario e di lavori a turni, può rivelarsi un grosso problema (ne soffre fino al 20% degli uomini e il 12% delle donne).

Quali sono le cause dei disturbi del sonno?
1. Le cause dell’insonnia sono spesso psicologiche, in molti casi si tratta di depressioni o di fobie. In primo piano tra le cause organiche vi sono tutti i tipi di dolori e la sindrome delle "gambe senza riposo" (Restless Legs Sindrome). Tale disturbo è molto diffuso e si distingue da una sensazione di irrequietezza molto fastidiosa nelle gambe. Gli interessati trovano soltanto un po’ di sollievo fintanto che camminano e si muovono. Ne soffrono in modo particolare le donne incinte.
2. La causa più frequente della sonnolenza diurna è molto semplicemente la carenza di riposo oppure un ritmo sonno-veglia troppo irregolare.
Tra le ragioni patologiche che concernono gli uomini, in primo piano vi è la sindrome dell’apnea del sonno (disturbo che interrompe la respirazione e che fa poi boccheggiare in cerca di aria diverse volte durante il sonno), per le donne invece vi è la sindrome "di fatica cronica" (Chronic fatique Sindrome).
Una causa più rara, che colpisce entrambi i sessi, è la narcolessia oppure variazione dell’ipersonnia, che, nella maggioranza dei casi, compare nella pubertà.
3. Le parasonnie sono un recipiente contenente gli attacchi più diversi collegati al sonno.
Spesso si tratta di crampi al polpaccio, incubi e movimenti periodici delle gambe nel sonno (sindrome delle gambe senza riposo, SGSR).
Dietro violenti attacchi nel sonno possono celarsi anche attacchi epilettici.
4. Il sonno sfasato compare quando l’orologio interno ha un ciclo più lungo o più breve di 24 ore.
Di significato pratico sono soprattutto i grandi problemi che riscontrano le persone di una certa età nello svolgere un’attività lavorativa in turni. Il cervello invecchiato non è più in grado di adeguarsi al nuovo ritmo nel giro di pochi giorni.

Quali conseguenze comporta la sonnolenza diurna sul rischio d’infortuni personale?
La sonnolenza diurna, ad esempio la mancanza di riposo, l’apnea del sonno o la narcolessia possono assumere dimensioni di proporzioni drammatiche.
Dal punto di vista numerico, i giovani uomini sani costituiscono la fascia di utenti a maggior rischio in relazione agli infortuni nella circolazione stradale.
Oggigiorno, gli incidenti dovuti a colpi di sonno al volante sono giudicati analogamente a quelli causati dall’alcol. La responsabilità ricade sul conducente!
Gli incidenti succedono senza che il veicolo venga rallentato e risultano perciò particolarmente gravi o addirittura letali. I pazienti che soffrono di sonnolenza diurna patologica riferiscono anche di attacchi di colpi di sonno mentre vanno in bicicletta, oppure quando fanno immersioni.
Fortunatamente però, il sonno non compare mai così rapidamente da non fornire alle persone colpite da tali disturbi, alcuni segni premonitori.
Per questa ragione, oggigiorno gli incidenti dovuti ai colpi di sonno al volante sono giudicati analogamente a quelli causati dall’alcol.
La responsabilità ricade sul conducente! Costui deve sapere che adottare misure come aprire il finestrino o ascoltare la musica ad alto volume, hanno effetto al massimo durante un lasso di tempo pari a 15 minuti.
L’unica misura che riduce la sonnolenza durante un arco di tempo più lungo è: fermarsi, bere due tazze di caffè oppure una bevanda contenente caffeina e concedersi un sonnellino di circa 15-30 minuti.
Un sonno notturno sufficientemente lungo è il miglior modo per prevenire il colpo di sonno al volante. Chi soffre comunque di sonnolenza diurna dovrebbe rivolgersi al medico per chiarire - secondo il caso (p. es. apnea del sonno o narcolessia) - se vi è un rimedio.
Nel caso di disturbi del sonno patologici, Lei e il suo team, siete in grado di aiutare i pazienti affetti in modo efficace con diverse terapie individuali. Ma cosa si può fare per dormire meglio?
La cosa migliore contro le diverse patologie del sonno è la regolarità del ritmo sonno-veglia. Un sonno sano richiede, sia per i bambini che per gli adulti, un rituale calmante. La serie di comportamenti che fisiologicamente favoriscono un buon sonno notturno, la cosiddetta "igiene del sonno", è molto vasta. Ecco alcuni esempi:
-coricarsi e alzarsi ad orario regolare;
-andare a letto solo per dormire, non per leggere o per lavorare;
-in caso di insonnia, uscire dalla stanza e andare in un altro locale a leggere;
-rinunciare a stimolanti ed evitare, nelle ore prima di coricarsi, di impegnarsi in attività che risultano particolarmente coinvolgenti sul piano emotivo;
-evitare l’esercizio fisico di medio-alta intensità prima di coricarsi;
-eseguire esercizi di rilassamento la sera; evitare sonnellini diurni.
Testo e intervista: Ursula Marti


di Jorg Thoma, membro della direzione upi

da "Il Centauro" n. 85
Venerdì, 19 Marzo 2004
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