Giusta
la legge sulla circolazione stradale, chi è in stato di spossatezza
non deve condurre un veicolo. Purtroppo non è così facile
applicare tale norma poiché per la sonnolenza non vi è
(ancora) un metodo di misurazione standardizzato, come ad esempio per
il tasso di alcolemia nel sangue.
La sensazione di stanchezza è soggettiva e certamente viene spesso
sottovalutata dagli interessati.
Anche agli effetti sugli incidenti derivati dalla sonnolenza sono sottovalutati.
Secondo l’Upi, sulla base di diversi studi uno dei motivi che causano
tra il 10 e il 20 per cento di tutti gli infortuni stradali è
la stanchezza.
Questi dati costituiscono una percentuale maggiore rispetto a quanto
dimostrato dalle statistiche degli infortuni. Cosa fare? In prima linea
occorre sensibilizzare su tali rischi tutti gli utenti della strada,
anzitutto gli automobilisti.
Devono ottenere informazioni sul corretto comportamento da adottare
in caso di sonnolenza.
Il messaggio più importante: l’unica misura che funziona veramente
contro la spossatezza è dormire regolarmente e a sufficienza.
E’ importante anche l’aspetto medico.
Sono relativamente diffusi i disturbi del sonno patologici che alla
guida di un automobile possono causare sonnolenza.
E’ importante dunque riconoscerli e curarli.
A tale proposito leggete l’intervista con uno specialista, il dottor
Johannes Mathis.
Poiché ne consegue un maggior rischio d’infortunio, bisogna richiamare
l’attenzione dei pazienti su tale problematica. Inoltre, anche l’assunzione
di medicinali può influenzare la guida e comportare un effetto
negativo sulla sicurezza stradale.
Sonnolenza
Un rischio d’infortunio sottovalutato
Secondo l’Upi, molto più spesso di quanto comunemente si
affermi, uno dei fattori che contribuisce al 10 - 20 per cento
di tutti gli incidenti stradali è la spossatezza, spesso dovuta
alla mancanza di riposo e non di rado dovuta anche ai disturbi del sonno
patologici.
Secondo la statistica ufficiale, soltanto l’1,4 per cento degli
incidenti stradali è riconducibile alla spossatezza. La percentuale
risulta così bassa poiché quest’ultima è difficilmente
dimostrabile. Tuttavia, diversi studi indicano che la percentuale effettiva
degli incidenti dovuti alla stanchezza si situa tra il 10 e il 20 per
cento (senza contare gli incidenti dovuti all’alcol). Dunque, in
genere, la sonnolenza come causa di incidenti è sottovalutata.
Gli incidenti dovuti alla stanchezza avvengono soprattutto di notte
e nel corso del pomeriggio. Nei fine settimana se ne contano di più
rispetto ai giorni feriali, inoltre, se paragonati agli altri incidenti,
essi sono particolarmente frequenti sulle strade autostrade e relativamente
rari sulle strade all’interno di un centro abitato. Nella maggioranza
dei casi si tratta di incidenti dovuti a collisioni contro ostacoli
fissi al di fuori della carreggiata, come ad esempio contro guard-rail,
siepi, cartelli o alberi. Oltre alla comune mancanza di riposo e ai
disturbi del sonno (cfr. intervista che segue), la sonnolenza può
essere dovuta anche al consumo di droghe, all’alcol, nonché
a medicinali. Mentre le cause esteriori possono dipendere da tragitti
lunghi e monotoni con velocità superiori a 60 Km/h oppure da
una temperatura elevata all’interno dell’abitacolo.
Per tali ragioni bisognerebbe evitare percorsi lunghi (oltre i 500 Km);
in caso di stanchezza bisogna interrompere il viaggio il prima possibile.
Aiuto
in caso di disturbi del sonno
In svizzera esistono diversi Centri per la medicina del sonno, nei quali
un gruppo composto da specialisti in neurologia, pneumologia, psichiatria
e in altri settori specializzati offrono, tutti insieme, una consulenza.
Per ulteriori informazioni consultate il seguente sito elettronico:
www.swiss-sleep.ch (in inglese).
Disturbi
del sonno
Chi nel corso della giornata è spesso stanco e assonnato, molto
probabilmente soffre di disturbi del sonno. Quali sono le cause e gli
effetti? Come combatterli? Il docente privato dottor Johannes Mathis,
responsabile del Centro per la medicina del sonno presso l’insespital
di Berna, risponde alle nostre domande.
Attualità Upi: In Svizzera quanti soffrono di disturbi del sonno?
Johannes Mathis: Il termine "disturbi del sonno" comprende
quattro diverse tipologie di sonno:
1. "durata del sonno accorciata" (insonnia) frequente
tra la popolazione normale. Fino al 30% lamenta frequenti disturbi di
insonnia, fino al 10% assume sonniferi su base regolare per combatterla.
2. "durata del sonno allungata" (sonnolenza diurna = ipersonnia)
molto frequente. Ne soffre circa il 5% della popolazione normale.
3. "sonno deformato" (parasonnia) raro, ne soffre circa
l’1% della popolazione. Qui si tratta di diversi tipi di "attacchi",
dal conosciuto sonnambulismo fino a giungere agli attacchi epilettici.
4. "sonno sfasato" (modifiche del ritmo sonno-veglia) è
una malattia rara, nel caso di fuso orario e di lavori a turni, può
rivelarsi un grosso problema (ne soffre fino al 20% degli uomini e il
12% delle donne).
Quali
sono le cause dei disturbi del sonno?
1. Le cause dell’insonnia sono spesso psicologiche, in molti
casi si tratta di depressioni o di fobie. In primo piano tra le cause
organiche vi sono tutti i tipi di dolori e la sindrome delle "gambe
senza riposo" (Restless Legs Sindrome). Tale disturbo è
molto diffuso e si distingue da una sensazione di irrequietezza molto
fastidiosa nelle gambe. Gli interessati trovano soltanto un po’
di sollievo fintanto che camminano e si muovono. Ne soffrono in modo
particolare le donne incinte.
2. La causa più frequente della sonnolenza diurna è
molto semplicemente la carenza di riposo oppure un ritmo sonno-veglia
troppo irregolare.
Tra le ragioni patologiche che concernono gli uomini, in primo piano
vi è la sindrome dell’apnea del sonno (disturbo che interrompe
la respirazione e che fa poi boccheggiare in cerca di aria diverse volte
durante il sonno), per le donne invece vi è la sindrome "di
fatica cronica" (Chronic fatique Sindrome).
Una causa più rara, che colpisce entrambi i sessi, è la
narcolessia oppure variazione dell’ipersonnia, che, nella maggioranza
dei casi, compare nella pubertà.
3. Le parasonnie sono un recipiente contenente gli attacchi più
diversi collegati al sonno.
Spesso si tratta di crampi al polpaccio, incubi e movimenti periodici
delle gambe nel sonno (sindrome delle gambe senza riposo, SGSR).
Dietro violenti attacchi nel sonno possono celarsi anche attacchi epilettici.
4. Il sonno sfasato compare quando l’orologio interno ha
un ciclo più lungo o più breve di 24 ore.
Di significato pratico sono soprattutto i grandi problemi che riscontrano
le persone di una certa età nello svolgere un’attività
lavorativa in turni. Il cervello invecchiato non è più
in grado di adeguarsi al nuovo ritmo nel giro di pochi giorni.
Quali
conseguenze comporta la sonnolenza diurna sul rischio d’infortuni
personale?
La sonnolenza diurna, ad esempio la mancanza di riposo, l’apnea
del sonno o la narcolessia possono assumere dimensioni di proporzioni
drammatiche.
Dal punto di vista numerico, i giovani uomini sani costituiscono la
fascia di utenti a maggior rischio in relazione agli infortuni nella
circolazione stradale.
Oggigiorno, gli incidenti dovuti a colpi di sonno al volante sono
giudicati analogamente a quelli causati dall’alcol. La responsabilità
ricade sul conducente!
Gli incidenti succedono senza che il veicolo venga rallentato e risultano
perciò particolarmente gravi o addirittura letali. I pazienti
che soffrono di sonnolenza diurna patologica riferiscono anche di attacchi
di colpi di sonno mentre vanno in bicicletta, oppure quando fanno immersioni.
Fortunatamente però, il sonno non compare mai così rapidamente
da non fornire alle persone colpite da tali disturbi, alcuni segni premonitori.
Per questa ragione, oggigiorno gli incidenti dovuti ai colpi di sonno
al volante sono giudicati analogamente a quelli causati dall’alcol.
La responsabilità ricade sul conducente! Costui deve sapere che
adottare misure come aprire il finestrino o ascoltare la musica ad alto
volume, hanno effetto al massimo durante un lasso di tempo pari a 15
minuti.
L’unica misura che riduce la sonnolenza durante un arco di tempo
più lungo è: fermarsi, bere due tazze di caffè
oppure una bevanda contenente caffeina e concedersi un sonnellino di
circa 15-30 minuti.
Un sonno notturno sufficientemente lungo è il miglior modo per
prevenire il colpo di sonno al volante. Chi soffre comunque di sonnolenza
diurna dovrebbe rivolgersi al medico per chiarire - secondo il
caso (p. es. apnea del sonno o narcolessia) - se vi è un
rimedio.
Nel caso di disturbi del sonno patologici, Lei e il suo team, siete
in grado di aiutare i pazienti affetti in modo efficace con diverse
terapie individuali. Ma cosa si può fare per dormire meglio?
La cosa migliore contro le diverse patologie del sonno è la regolarità
del ritmo sonno-veglia. Un sonno sano richiede, sia per i bambini che
per gli adulti, un rituale calmante. La serie di comportamenti che fisiologicamente
favoriscono un buon sonno notturno, la cosiddetta "igiene del sonno",
è molto vasta. Ecco alcuni esempi:
-coricarsi e alzarsi ad orario regolare;
-andare a letto solo per dormire, non per leggere o per lavorare;
-in caso di insonnia, uscire dalla stanza e andare in un altro
locale a leggere;
-rinunciare a stimolanti ed evitare, nelle ore prima di coricarsi,
di impegnarsi in attività che risultano particolarmente coinvolgenti
sul piano emotivo;
-evitare l’esercizio fisico di medio-alta intensità
prima di coricarsi;
-eseguire esercizi di rilassamento la sera; evitare sonnellini
diurni.
Testo e intervista: Ursula Marti