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Il Belgio adotta l’alcolock ma l’Italia sta sperimentando sistemi capaci di captare l’alcol a distanza

L’Università di Ferrara sta sperimentando Angel, un sistema capace di capire se gli occupanti dell’auto hanno bevuto

Foto dalla rete

(ASAPS), 10 dicembre 2010 - Il Belgio applica gli alcolock a chi beve troppo. Chi verrà trovato al volante di un’auto con tasso alcolemico oltre 0,8 grammi per litro o “guadagna” la seconda multa per guida in stato di ebbrezza, avrà la possibilità di usufruire di un programma di riabilitazione, che prevede anche il montaggio di un dispositivo nel quale bisogna soffiare ogni volta che si sale in auto. L’etilometro incorporato all’auto rileva infatti la presenza di alcol nel fiato del guidatore impedendogli di avviare il mezzo.
Preliminarmente va detto che quello belga è l’unico modo attualmente possibile per utilizzare gli alcolock.  Al momento non è possibile renderli obbligatori di serie su tutti i veicoli perché le norme di equipaggiamento sono di competenza di direttive europee e così i singoli Stati possono introdurre equipaggiamenti solo all’interno di norme di comportamento che ne presuppongono l’uso. Si tratta con tutta evidenza di un grosso limite che consente di controllare solo l’auto del soggetto a rischio, che potrebbe a quel punto usare tranquillamente veicoli altrui. Altro problema degli alcolock, è che si potrebbe farvi soffiare dentro una persona sobria che poi non guida, lasciando il volante a uno che ha bevuto. Per far fronte a questi punti deboli in Italia, da quattro anni, l’università di Ferrara sta portando avanti il progetto Angel,  un sistema sperimentale con tre sensori piazzati in parti diverse dell’abitacolo, capace di captare l’alcol nel fiato degli occupanti senza far soffiare in un boccaglio. In questo modo si capisce se ad aver bevuto è il guidatore o uno dei passeggeri. (ASAPS)

 

 

Venerdì, 10 Dicembre 2010
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