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Notizie brevi 11/09/2010

Intervista del presidente dell’Asaps sul web del Casellario Centrale Infortuni dell’INAIL sulla sicurezza stradale

 

L’ASAPS, Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, è un ente nato nel 1991 dall’iniziativa di un gruppo di agenti di polizia di Forlì, Cesena, Ravenna e Faenza. Oggi il sodalizio, divenuto in Italia il simbolo stesso dell’impegno a favore della Sicurezza Stradale, conta oltre 30mila soci, tra tutte le forze di polizia e tra la gente comune. Il Presidente di ASAPS, il Dott. Giordano Biserni, ci illustra attività ed iniziative dell’Associazione alla luce del nuovo codice della strada.

1 - Passato il "giro di boa" del 2010, è arrivato il tempo dei primi bilanci sull’andamento del fenomeno sicurezza stradale. Due i dati preoccupanti messi in luce dall’ASAPS:

nei primi 6 mesi del 2010 gli incidenti sulla rete autostradale hanno registrato una forte crescita del numero delle vittime (+14,7%), mentre rimane stabile il numero dei sinistri (-0,6%) e dei feriti (+ 0,2%);

in modo analogo, stando ai rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri raccolti dall’ASAPS, nei fine settimana dei primi 6 mesi del 2010, a fronte di una leggera diminuzione del numero complessivo dei sinistri e dei feriti, aumentano i morti che, da 578 dello scorso anno, sono passati a 617 (+6,7%) di questo primo periodo del 2010.

Dopo i buoni risultati del 2007, 2008 e 2009, il trend favorevole si è inceppato? Come leggere questi dati? Quali le tendenze che si registrano?


Nel biennio 2007-2008 i dati ufficiali Istat ci dicono che abbiamo avuto dei risultati davvero notevoli con la mortalità che è passata da oltre 6000 vittime a 4731 in 3 anni. L’ultimo dato consolidato che abbiamo è quello del 2008 che parla di 4731. Nel 2007 erano 5131. Il risultato è stato notevole soprattutto in termini di mortalità tanto che ci si è avvicinati molto agli obiettivi che ci ha dato la UE, che voleva un dimezzamento delle vittime entro il 2010, con un -33% di vittime. Il 2009 sembra dare ulteriori dati positivi che dovrebbero collocarci poco sopra 4100 vittime con un calo anche degli incidenti. Nel 2010 il trend positivo sembra rallentare, soprattutto per la mortalità in autostrada. C’è una tendenza sia in autostrada che negli incidenti del fine settimana, che sono gli unici che ASAPS riesce a monitorare, di un incremento della sinistrosità grave. Siamo intorno a un +15% della mortalità in autostrada, con una stabilizzazione degli incidenti. Gli incidenti nel fine settimana nei primi sei mesi sono stati tanti, ma già con il mese di luglio questo dato si ridimensiona. Nel fine settimana abbiamo un -4,4% degli incidenti, con un +2% dei morti che a giugno era al +6,7%. C’è una stabilizzazione dei morti sotto i 30 anni e rimane forte l’incremento della mortalità notturna, 36 morti in più, circa il 17,5% in più. Si è invertito completamento il buon trend degli incidenti motociclistici che ad aprile era sceso del 25%, soprattutto grazie al mal tempo. Con il bel tempo sono tornati 15/20 morti a settimana fra i motociclisti e a fine luglio siamo a un +2% di motociclisti morti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il trend globale del 2010, anche con i dati forniti dal Ministero degli Interni, non ci sembra così entusiasmante come il 2009.

 
2 - L’ASAPS pubblica il suo annuario sulla sicurezza stradale, uno strumento fondamentale per leggere il fenomeno. Come vengono raccolti i dati?
Nel nostro annuario abbiamo fissato alcuni osservatori importanti: pirateria stradale, contromano, "sbirripikkiati", lancio di sassi dal cavalcavia. Uno degli osservatori importanti è quello degli incidenti che coinvolgono trattori agricoli o bambini. Raccogliamo solo i dati degli episodi gravi. Abbiamo effettuato delle stringhe di ricerca sui motori di ricerca delle agenzie di stampa e sui giornali con cui siamo collegati. Poi abbiamo più di 700 referenti sul territorio contando tutti i comandi di polizia. Raccogliamo i dati di notte e vengono elaborati il giorno dopo dai volontari dell’Asaps. Ogni addetto ha 2/3 osservatori da seguire. I dati vengono incrociati con i referenti sul territorio per eliminare i casi doppi, raccolti sia da stampa che da referente. Quindi approfondiamo con i nostri referenti gli elementi che non conosciamo per avere i dati più certi possibili, per esempio quelli relativi all’età di una vittima.


3 - Con finalità di prevenzione, il Casellario Centrale Infortuni pubblica dal 2008 un Rapporto Statistico elaborato sui dati raccolti dalla Banca Dati, con analisi mirate agli incidenti stradali e alla natura e alla sede della lesione subita. Come potrebbero integrarsi i dati raccolti dal Casellario Centrale Infortuni, che raccoglie gli infortuni indennizzati dagli enti assicurativi, ed i dati a disposizione delle forze di polizia e dell’ASAPS?
I dai raccolti dal Casellario Centrale Infortuni rappresentano un osservatorio molto importante. L’osservazione di questi fenomeni in generale è molto importante. Noi dell’ASAPS abbiamo fatto dell’osservazione di fenomeni come la pirateria stradale o i contromano una delle nostre bandiere. Servirebbe però una maggior integrazione fra le banche dati dei soggetti coinvolti nell’osservazione, in particolare con l’Istat. L’Istat nella sua analisi, per esempio, non può avere i dati sui feriti che presentano certificazioni successive ai rilievi delle forze di polizia. Se un incidente non è rilevato dalle forze di polizia e poi le persone coinvolte presentano un certificato si può essere liquidati dall’assicurazione. L’assicurazione me lo rileva come incidente con feriti e l’Istat no.


4 - Quali tendenze vengono evidenziate dai dati "integrativi" del Casellario Centrale Infortuni?
Leggendo i dati forniti dal Casellario nel rapporto statistico si evidenzia una forte aumento dell’incidentalità giovanile fino ai 24 anni d’età. Questo è confermato anche dalle nostre rilevazioni che dicono che i neopatentati nei primi tre anni hanno una percentuale di incidentalità molto alta. Circa uno su tre ha un incidente. Su questo dato incide inoltre anche il numero di conducenti stranieri presenti in Italia, che sono molto giovani, e il tipo di mobilità giovanile, che si concentra molto nelle ore notturne. Questo comportamento, come evidenziano anche i dati del Casellario, si sta trasferendo dal Nord al Sud Italia. Al Sud c’è un aumento della sinistrosità stradale perchè si sta trasferendo al Sud un comportamento che prima era più accentuato al Nord. C’è infatti un forte aumento delle stragi del sabato sera in regioni come Puglia e Sicilia, lungo arterie stradali che spesso non si sono adeguate all’aumento dei mezzi in circolazione. Ai dati del Sud, in particolare a quelli campani, va aggiunto però il fenomeno delle frodi che alza notevolmente il dato della sinistrosità in tutto il Mezzogiorno.

 
5 - In base ai dati raccolti quali tipologie di pericoli stradali devono essere affrontati con maggior urgenza e come i dati forniti dal Casellario Centrale Infortuni, possono aiutare l’azione di prevenzione?
I questi anni abbiamo ottenuto dei buoni risultati per quel che riguarda i trasportati di autovetture e nel trasporto pesante. La situazione è invece più critica per i pedoni, dove non ci sono segni di diminuzione. Molto critica è la situazione che riguarda moto e ciclomotori. Negli ultimi 10 anni noi abbiamo avuto oltre 14.000 morti fra i conducenti di moto e ciclomotori e 160.000 feriti. Se si considera che ogni morto ha almeno 4 feriti gravi in condizioni irreversibili e 20 feriti con lesioni permanenti, si ha il quadro di una situazione tragica. Nel 2000 c’erano 1378 morti fra i motociclisti e nel 2008 siamo, secondo l’Istat, a 1380. Abbiamo il triste primato europeo. I motociclisti hanno una mortalità che è oltre il 26% del totale, sebbene la loro percorrenza sia solo il 4% del totale perchè fanno itinerari molto brevi. Incidono sicuramente le condizioni della strada ma è anche vero che si fanno moto troppo veloci. Poi, in molti incidenti che coinvolgono ciclomotori, c’è sempre un concorso di colpa di molti automobilisti, molti non più adatti al volante come gli anziani, che sono inoltre in continua crescita.

 
6 - Il nuovo codice della strada quali novità ha introdotto per arginare in problema degli anziani al volante?
Sono stati adottati due provvedimenti in questo senso che sono in contraddizione l’uno con l’altro. Il primo prevede che dopo gli 80 anni si vada a rinnovare la patente ogni due anni e non ogni tre come prima. Dall’altra parte si è portato il limite per la guida di camion e pullman da 65 a 68 anni, introducendo una verifica annuale. Un provvedimento che si poteva, a mio parere, evitare.


7 - Allo stato le informazioni del Casellario non contemplano - a norma di legge - il collegamento tra danno fisico e modalità dell’incidente (utente alla guida, terzo trasportato, motociclista, pedone, tipologia di strada). Crede che tale ulteriore completamento di informazioni possa aiutare a tracciare un quadro ancora più efficace per le politiche di sicurezza stradale?
Certo perchè ci sono incidenti con gravità estrema sui quali non si conosce bene la dinamica. Servirebbe un catasto delle indagini, un’indagine amministrativa sul perchè è avvenuto l’incidente. Un’indagine approfondita sui perchè di una situazione, che non viene quasi mai fatta e, se viene fatta, non è raccolta nei data base.


8 - I dati che mostrano le compagnie di assicurazione evidenziano un problema di infortunistica relativo soprattutto alle microlesioni da tamponamento. Quali strategie dovrebbero essere messe in atto per ridurre questo tipi di danni, spesso non accertabile come il colpo di frusta, e che fa aumentare notevolmente i costi dell’Rc Auto?
Serve una banca dati generale dei soggetti coinvolti nell’incidente. La polizia, la magistratura e gli addetti ai lavori devono sapere in tempo reale quanti incidenti ha avuto un soggetto e un determinato veicolo e in quali condizioni li ha avuti. Inoltre è noto che gli italiani sono in Europa gli automobilisti con la colonna verticale "più debole". Per questo servirebbe la scatola nera nelle auto. Molte assicurazioni la vogliono introdurre per farci pagare una parte del premio Rc Auto secondo una quota fissa e una parte variabile in base ai Km. La scatola nera misurerebbe velocità, frenata, forza dell’impatto, oltre all’orario e ad altri dati e le assicurazioni avrebbero la cartina di torna sole dell’incidente.

 
9 - L’ASAPS ha attivato in questi anni molte campagne di educazione e sensibilizzazione per indurre negli automobilisti comportamenti più prudenti. Può raccontarci le più importanti?
Abbiamo creato diverse campagne di un certo profilo sociale. Una di queste è stata anche premiata per il suo valore sociale nel 2005. Si chiamava "Ogni pedone non merita il tuo scacco". Poi ne abbiamo fatta una sull’alcol, "L’unico pieno che non ti fa andare lontano". Due in particolare hanno ottenuto risultati eccellenti. "La sicurezza dei bambini in auto e sulla strada" che spiegava rischi e modalità degli incidenti ed è stata lanciata in concomitanza con un convegno a Forlì nel 2008. La campagna diceva che, sulla strada, Erode è sempre un adulto perchè i bambini non hanno mai colpe. Poi c’è stata quella molto forte sull’alcol "E’ meglio che torni a casa un figlio senza patente che una patente senza figlio". Una campagna intensa perchè parte da un doppio "film" che si vede il lunedì mattina negli uffici di polizia. Genitori che vengono a lamentarsi perchè ai figli è stata ritirata la patente e genitori che vengono a riprendere il portafoglio dei figli che magari sono in terapia intensiva. Abbiamo voluto parlare agli adulti, ai genitori e la campagna è stata ripresa da molti quotidiani che ci hanno offerto spazio gratuito.

 
10 - Che giudizio dà sulle nuove norme del codice della strada, soprattutto in relazione alla integrità psico-fisica di chi si mette alla guida?
Ci sono misure molto apprezzabili che noi abbiamo sollecitato: alcol zero sui neopatentati e fino ai 21 anni e per i conducenti professionali di camion e taxi, così come è apprezzabile la necessità di rifare la prova d’esame per recuperare i punti della patente. E’ stata introdotta la prova pratica per chi vuole condurre ciclomotori e minicar. Altre cose sono meno apprezzabili, come la depenalizzazione del tasso alcolemico da 0,5 % a 0,8 %. Non c’è più reato ma solo sanzione amministrativa. Si è voluto togliere un carico sugli aspetti penali. Non è positiva inoltre la limitazione della sospensione della patente. Chi ha la patente sospesa per alcol può chiedere al prefetto, entro 5 giorni, di riavere la patente per almeno tre ore al giorno per motivi di lavoro. Questo a noi non piace, così come le notti di alcol libero a Capodanno e Ferragosto o l’inserimento degli happy hour ad alcol libero in un codice della strada che rappresenta una forte contraddizione. Poi non condividiamo l’abbassamento dei punti della patente per chi supera i limiti di velocità. Per esempio chi supera il limite da 40 a 60 km perderà solo 6 punti anziché 10.

 
11 - Sulle automobili e sulle strade sono state introdotte molte tecnologie per la sicurezza attiva e passiva. Dai dati che emergono quali di queste si sono rivelate più utili?
Per quel che riguarda la sicurezza noi abbiamo una serie di misure eccezionali: dall’air-bag all’abs, passando per le cinture di sicurezza. Abbiamo ottenuto risultati eccellenti soprattutto sul mezzo, l’automobile, e sul trasportato. Infatti i dati preoccupanti oggi sono per pedoni e motociclisti. Se siamo passati da 7000 morti nel 2000 a 4731 nel 2008, con una diminuzione del 33%, questo lo dobbiamo ad automobili più sicure. Purtroppo, aumentando le velocità, vanifichiamo molte di queste condizioni. In autostrada ha aiutato l’uso dei tutor ma ora c’è un’inversione di tendenza legata soprattutto alle fuoriuscite per sbandamenti ingiustificati, che sono riferibili in particolare alla stanchezza.

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Sabato, 11 Settembre 2010
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