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Comunicati stampa 21/12/2010

Interessante la proposta di Matteo Renzi
L’Asaps chiede l’introduzione di una quarta figura dopo il volontario, il preterintenzionale e il colposo: l’omicidio stradale

I dati degli omicidi da pirateria legati all’alcol e alla droga

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Foto Blaco – archivio Asaps


La proposta di Matteo Renzi è senz’altro interessante perché si fa portavoce di una cosa che molti chiedono da tempo. Il punto focale di questa proposta sembra essere quello secondo il quale si chiede una legge popolare che preveda l’introduzione di una quarta forma di omicidio, dopo il volontario, il preterintenzionale e il colposo.

Si tratta di quello che l’ASAPS definisce da tempo “omicidio stradale”: la proposta di Renzi rinvierebbe quo ad penam dell’omicidio volontario.

È chiaro che dovrebbe essere accertata una violazione ulteriore al codice della strada oltre all’ebbrezza, sia essa da alcol che da stupefacenti: non dovrebbe poter coprire il caso fortuito o la forza maggiore.

Bisogna che l’ebbrezza sia la causa d’omicidio o perché connessa alla violazione del codice della strada (tipo imboccare un’arteria contromano o sfrecciare a velocità temeraria o travolgere un pedone sulle strisce in condizioni ottimali per una persona sobria), oppure un rallentamento delle manovre di emergenza – laddove possibili – tali che non riesca ad evitare il sinistro.

L’evento morte, dunque, deve essere causato oltre che da un nesso di causalità tra la perdita di vita e il sinistro, anche tra lo stato di ebbrezza e il sinistro stesso.

Ricostruita questa condotta, la proposta dovrebbe tendere a bypassare l’accertamento sull’elemento soggettivo, ovvero se si tratti di colpa cosciente o dolo eventuale, accertamento che oggi è molto difficoltoso e che, spesso è causa di riduzione sostanziale delle pene comminate nei primi gradi di giudizio, perché è caratterizzato da forti contrasti in giurisprudenza oppure tra la condotta delle procure e gli uffici giudicanti: le prime optano in alcuni casi per il dolo eventuale, senza ottenere poi la conferma dell’ipotesi accusatoria da parte del GIP che riqualifica il fatto come omicidio colposo con le ulteriori conseguenze in termini di custodia cautelare o pena.

Questa proposta permetterebbe di sollevare il giudice dall’onere di dimostrare se si tratti di colpa cosciente o dolo eventuale.

Per questo motivo, per dare un senso ad un reato di questo tipo, bisogna che si tratti di figura autonoma, strutturata in modo che la ricostruzione della condotta escluda chiaramente che si tratti di fattispecie colposa o dolosa e, per fare questo, deve essere stabilito chiaramente che l’evento morte è causato da un sinistro il quale è stato determinato dall’ebbrezza del conducente.

Il tutto giustificato dal riconoscimento del forte disvalore di tali reati che assumono sempre più importanza in uno stile di vita moderno e che sembra legittimare oggi anche il superamento di categoria classiche quali la divisione tra reati dolosi e colposi su cui fondare differenti limiti di pena.

In questo modo verrebbe punito il già grave fatto di essersi messo alla guida in stato di ebbrezza che è di per sé una condotta consapevole e che attrarrebbe a sé l’evento nefasto conseguente.

Si tratta di un’iniziativa molto importante, che cade proprio nel momento in cui l’Italia ha smesso di censire i comportamenti di questo tipo nel rapporto annuale dell’Istat sulla sinistrosità. Restano, dunque, solo i nostri dati e quelli (introvabili, almeno per noi) delle statistiche giudiziarie penali. Anche se sappiamo che l’alcol e la droga incidono, secondo l’I.S.S. e l’O.M.S. intorno al 30% degli incidenti gravi e mortali.

Nel 2010 ancora in corso, l’ASAPS ha censito ad oggi 541 casi di Pirateria Stradale, con 90 morti e 697 feriti. Se è vero che in 113 casi è stato accertato ruolo dell’ebbrezza da alcol o sostanze, è altrettanto vero che i pirati identificati sono “solo”, per ora, 408, 238 dei quali finiti in manette, mentre 133 restano ignoti. Ebbene, si tratta del 27,7% della correlazione evidente, alla quale è possibile stimare che – partendo dall’assunto che chi fugge possa farlo proprio per evitare l’accertamento delle condizioni psicofisiche – una buona metà dei fuggiaschi se prontamente identificata rimpinguerebbe questa statistica.

Idem sul contromano: su 200 eventi accertati ad oggi dall’ASAPS (che conta anche 20 vittime e 155 feriti), ben 54 sono alcol o narco-correlati: il 27%.

Forlì, lì 10.12.2010

Giordano Biserni
Presidente Asaps

Martedì, 21 Dicembre 2010
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