ATTENZIONE! ATTENZIONE! ANCORA SU SALUTE E BENESSERE SICILIAINFORMAZIONI Gli italiani temono le malattie, ma solo a parole I fatti parlano chiaro: “Troppo pigri per cambiare stile di vita” di Stefania Brusca ieri, 10 dicembre 2010 22:23 Nove italiani su dieci hanno paura di ammalarsi ma sono troppo pigri per modificare stili di vita scorretti, farciti con alcol e fumo. Per non parlare dell’attività fisica relegata agli ultimi posti nella classifica delle priorità. Questi dati emergono dalla nuova ricerca internazionale sui servizi sanitari “Bupa Health Pulse 2010” realizzata dalla London School of Economics. Lo studio ha coinvolto oltre 12.000 persone in tutto il mondo e più di mille in Italia. Scendendo nel dettaglio oltre la metà degli italiani (54%) ammette di fare attività fisica solo per un’ora o meno alla settimana, mentre in linea con la media internazionale 7 connazionali su 10 (71%) bevono alcolici e quasi un terzo fuma (30%). Secondo quanto riporta lo studio, gli italiani affermano di non potere modificare il proprio stile di vita per lo più a causa della mancanza di tempo mentre il diciassette per cento degli intervistati ammette di non avere la giusta motivazione per cambiare le proprie abitudini. Eppure i numeri parlano chiaro. Gli abitanti del Belpaese si preoccupano della loro salute fino al limite dell’ipocondria, ma solo a parole. Oltre un terzo degli italiani teme il cancro, mentre meno di uno su dieci si preoccupa di malattie cardiache e diabete. Secondo i ricercatori dell’istituto inglese le malattie croniche sono la causa principale dei decessi e in molti casi questi potrebbero essere scongiurati modificando alcune cattive abitudini. Facendo attività fisica, ad esempio, si potrebbero evitare il trenta per cento delle malattie cardiovascolari e più di un quarto dei casi di diabete. LEGGETE UN PO’ QUA! LI TROVANO SOLO LORO QUESTI MEDICI!!! RISPOLVERANO ANCORA LE PROPRIETA’ ANTITUMORALI DEL VINO. GUARDATE L’ARTICOLO SUCCESSIVO!!! DIRETTANEWS,IT Coldiretti Piemonte lancia l’ipotesi di un certificato medico per attestare il grado di tollerabilità individuale nei confronti del vino 11.12.10 Basta con la criminilizzazione del vino. E’ l’appello unanime del mondo agricolo che denuncia il crollo dei consumi del vino del -10/-15% nei ristoranti, per la “sindrome etilometro”. In occasione di un convegno per il lancio della campagna per “un sistema diverso di parametri e verifiche” nei controlli sulle strade, la Coldiretti Piemonte ha avanzato l’ipotesi di stabilire un certificato medico personale per attestare il grado di tollerabilità individuale al consumo di vino. Il limite generalizzato fissato dalla legge in 0,5 grammi per litro nei controllo con l’etilometro è ritenuto ingiusto. Argomento che incontra il parere di alcuni medici come Mario Del Piano, direttore del reparto di gastroentorologia dell’ospedale Maggiore di Novara: “Non è automatico che chi viene scoperto con un livello di 0,51 sia ubriaco(*) – dichiara Del Piano- Anzi. Molti con quella concentrazione di alcol restano sobri perchè abituati al consumo di vino e perchè lo sono la famiglia e il popolo a cui appartengono. L’organismo di queste persone riesce a produrre l’enzima che ‘trattà l’alcol con capacità doppia rispetto ad altri”. In tal senso, il medico novarese ipotizza la possiilità di modificare i criteri di valutazione, creando nelle Asl e negli ospedali, gruppi di esperti che potranno valutare la capacità di “resistenza” individuale al vino senza perdere controllo e lucidità. “I veri nemici della sicurezza – dice Del Piano – sono i superalcolici e la piaga degli 800 mila ragazzi sotto i 16 anni che bevono vino e superalcolici. Quanto al vino bevuto dagli adulti, vanno ribaditi i suoi benefici sulla salute grazie alle proprietà antitumorali, antiossidanti. Purchè, naturalmente – conclude il gastroenterologo – si beva vino di buona qualità, meglio se rosso, e sempre con moderazione” (*)Nota: infatti il C.d.S. non parla di ubriachezza ma di ebbrezza!!! ECCO LA RISPOSTA DELLA SCIENZA DOCTORNEWS 33 Bandire l’alcol per prevenire il cancro 19.2.09 Anno 7, numero 30 Un solo bicchiere al giorno è in grado di far aumentare i rischi dal 9% al 168%, a seconda dell’organo colpito. La cattiva notizia per i sostenitori dei benefici delle piccole dosi arriva dalla Francia, dall’Istituto nazionale del cancro (Inca), che in una brochure - "Alimentazione e prevenzione del cancro. Dalle conoscenze scientifiche alle raccomandazioni - destinata agli operatori sanitari fa un bilancio degli studi più recenti sul legame tra cancro e nutrizione. Per quanto riguarda l’alcol gli esperti francesi, basandosi sulle evidenze scientifiche, precisano che l’aumento di rischio tumori è significativa a partire da un consumo medio di un bicchiere al giorno, circa 10 grammi di etanolo secondo la misura standard stabilita dai ricercatori. E non dipende dal tipo di bevanda scelta, ma solo dalla quantità di alcol: whisky (basta un quarto di bicchiere), vino (un bicchiere da rosso), birra (una pinta media). Anche con piccole dosi giornaliere, dunque, cresce del 168% il rischio di cancro della bocca, della faringe e della laringe . E aumenta del 28% quello dell’esofago, del 10% quello del seno e del 9% quello al colon. UN COMMENTO ALLE SENTENZE CHE ASSOLVONO IMPUTATI TROVATI ALLA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA LETTERA DI FRANCO BALDO APPARSA SUL GIORNALE L’ADIGE Siamo davvero strani noi umani Il mio intervento è sulla stranezza della sentenza del giudice in merito all’alcoltest giudicato fuori norma perché eseguito alla temperatura meteo di meno un grado. Mi pare che quando è uscita la legge per il casco nessun avvocato o giudice di pace abbia addotto filosofie sul colore dei pantaloni del poliziotto, o sulla omologazione rispetto alle temperature meteo della penna biro utilizzata per il verbale. Nessuno ha mai posto filosofie nemmeno sul divieto di fumo al quale ci siamo adattati con vero senso di civiltà. Provate ad accendere una sigaretta in un cinematografo se ne avete coraggio. Chi vi lapiderà non saranno le forze dell’ordine ma gli stessi spettatori. Ma per chi guida fuori dai parametri legali rispetto all’alcol , no. Qui è tutto un altro mondo. Davvero non se ne può più di questi avvocati che ora tirano fuori anche le basse temperature. È già, parliamo di alcol mica di cinture o caschi! Terreno minato per tutti, prodotto da difendere ad ogni costo ( anche quelli dell’avvocato ). Guai a toccare il tasto alcol, e questo è talmente vero che se chiedi ad un automobilista fermato per alcolemia oltre lo 0,5 di dirti quale sia il suo problema ti risponde che è la patente, mai l’alcol. Curiosa questa cosa. E rispondono così anche coloro che sono al terzo o quarto ritiro, e sono sempre di più. Lo dico con cognizione di causa dato che mi occupo , per conto dell’azienda Sanitaria, di organizzare le serate di lezione previste per queste persone. Ho fatto l’esempio del casco e delle cinture ma pensate in cosa consiste la differenza tra questi elementi e l’alcol. Una sola ed importante. Casco e cintura proteggono se stessi mentre l’alcol alla guida minaccia anche gli altri ( chiamatelo alcol passivo se vi piace ). Non è poco e questo spiega perché bisogna insistere fino allo sfinimento affinchè la legge non permetta di filosofare e dare adito a fantasiose arringhe ma imponga drasticamente lo zero assoluto alla guida liberando le alcolimetrie da ridicoli dubbi tra cioccolatini al rhum e soffiate a meno uno. Fino a quando la cultura del bere sarà così dentro alla nostra vita? Quanti morti e quante violenze ancora dobbiamo sopportare se la controparte è solo produrre e vendere? ( e bere ) Con la protezione della Provincia che in prima pagina ,appena sopra il titolo in questione, diceva di essere disponibile a dare trentamilioni di euro ( si, avete letto bene) per continuare a salvare le cantine. Forse qualcosa dovremmo imparare dalla Francia con il suo tasso alcolemico a zero, i suoi rilievi alcolimetrici a più di due milioni l’anno ( i nostri saranno si e non a sette, ottocentomila ), il divieto di pubblicità per gli alcolici. Noi nella pubblicità ad una nota marca di vino in cartone lasciamo che il nonno e il nipotino dicano “in nostro vino”. E a Geo&Geo lasciamo che la Sagramola decanti i pregi e i profumi di un vino bianco brindando alla presenza di soli ragazzini. Ma ugualmente mi piace pensare che le cose cambieranno. Franco Baldo Club alcologici territoriali ANCORA SENTENZE CORRIERE DI AREZZO Ubriaco, il giudice lo condanna ma a lavorare. Romeno fermato con un tasso alcolico 7 volte oltre il limite: per sei mesi dovrà eseguire lavori socialmente utili. AREZZO 11.12.2010 Dovrà scontare la sua pena, lavorando. Un cittadino rumeno, condannato in tribunale ad Arezzo, si è visto commutare la pena: niente reclusione, ma lavori socialmente utili. E’ stata questa la decisione che ha accompagnato la sentenza emessa ieri dal giudice Ponticelli nei confronti di quell’uomo che, nell’aula del palazzo di giustizia, doveva rispondere del reato di guida in stato di ebbrezza. Un tasso alcolico da far paura quello che era stato “registrato” dalle forze dell’ordine al termine di un controllo sulle strade dell’Aretino: sette volte superiore al limite consentito dalla legge. Ieri mattina, il procedimento aperto nei suoi confronti è così approdato in tribunale. Dopo le arringhe del difensore e la requisitoria dell’accusa, sostenuta in aula dal pm Albergotti, il giudice lo ha condannato ad una pena di sei mesi e al pagamento di un’ammenda di 1.500 euro. La condanna la sconterà non in carcere, ma lavorando per conto dell’amministrazione: sei mesi e sei giorni durante i quali dovrà svolgere quelle che, con termini giudiziari, viene definita come un’occupazione “socialmente utile” CORRIERE DI MAREMMA Guida ubriaco, due mesi a un 40enne. E’ stato beccato a Grosseto durante i controlli per un incidente. GROSSETO 11.12.2010 Le forze dell’ordine erano state chiamate per un incidente accaduto nei pressi di Grosseto la mattina del 12 gennaio del 2008. Erano da poco passate le 5. A bordo di una Fiat Marea si trovata un quarantenne, A. P., in evidente stato di alterazione. Un controllo con l’alcoltest bastò per capire che si era messo alla guida un stato di ebbrezza. I valori, infatti, nel corso dei due successivi controlli, erano di 2.09 il primo e di 2.17 il secondo, a fronte dello 0.50 stabilito dalla legge in materia. L’uomo fu denunciato. Nei giorni scorsi, presso il tribunale di Grosseto (giudice Sergio Compagnucci, vice procuratore ordinario Pamela Di Guglielmo), si è svolto il processo concluso con una condanna a due mesi e 2000 euro di multa. La patente gli è stata ritirata per un anno. Un caso simile si è verificato appena quattro giorni fa, a Scansano. Un’auto era finita fuori strada mentre percorreva la strada in direzione di Grosseto, nei pressi del centro abitato di Pancole. Il conducente, un ragazzo poco più che ventenne, aveva perso il controllo del mezzo finendo contro un albero. Il ragazzo era stato soccorso e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Misericordia di Grosseto, dove, per fortuna, le sue condizioni non sono apparse gravi. I sanitari, infatti, gli hanno riscontrato un trauma cranico, per cui è stato tenuto sotto osservazione in ospedale, ma non era in pericolo di vita. Tuttavia, nell’effettuare gli esami di rito, si è scoperto che il giovane si era messo alla guida con un tasso alcolico superiore a quello consentito dalla normativa in materia. E’ dunque probabile che l’incidente sia stato causato da un momento di distrazione, con i riflessi ridotti al minimo a causa dell’alcol. E’ probabile che il ragazzo tornasse a casa dopo una serata trascorsa in compagnia di amici, nel corso della quale deve aver bevuto ben oltre il consentito per chi ha intenzione di mettersi alla guida di un’auto INIZIATIVE DI PREVENZIONE ED INFORMAZIONE CORRIERE DEL TICINO Gli angeli non consumano alcol Sulle strade ticinesi parte la campagna "Be my angel" 10 dic 2010 19:40 | Ticino e Regioni / Cronaca BELLINZONA - Chi guida s’impegna a non consumare bevande alcoliche per riportare a casa sani e salvi i suoi amici: è su questo principio che si basa la campagna «Be my angel» (sii il mio angelo) che, dopo aver riscosso un notevole successo oltre San Gottardo, approda anche in Ticino. L’iniziativa, dedicata ai giovani, è stata presentata venerdì a Palazzo governativo: è proposta dall’Ufficio prevenzione infortuni (upi) e gode del sostegno del Cantone, di GastroTicino e di Rete Tre. FERMONOTIZIE I ragazzi e le dipendenze: due incontri per prevenirle a Montegranaro e Monte San Pietrangeli Sette classi della terza della scuola secondaria inferiore, per un totale di circa 150 ragazzi, saranno coinvolte in due incontri che si terranno a Montegranaro e Monte San Pietrangeli, sulla prevenzione dalle dipendenze da alcol, droghe e internet. I due appuntamenti rientrano all’interno di un progetto proposto dall’associazione GO - Genitori oggi. Il 10 e il 16 dicembre, si terranno a Montegranaro due incontri per la prevenzione delle dipendenze nell’Istituto scolastico comprensivo, sia nella sede di Montegranaro che in quella di Monte San Pietrangeli: saranno coinvolte circa 150 studenti di sette classi della terza della scuola secondaria inferiore. I due appuntamenti, che prevedono entrambi degli incontri con alcuni psicologi, sono stati organizzati dall’associazione veregrense GO – Genitori oggi e rientrano nel progetto “Ragazzi che si bevono la vita… Alcol, droga e internet: come vivono i nostri ragazzi tra dipendenze e libertà”, finanziato dal Centro servizi per il volontariato – Marche. Il primo dei due appuntamenti sarà animato dalla psicologa Laura Tortorella. Dall’analisi di alcuni cartelloni pubblicitari in cui bevande spesso fortemente alcoliche vengono proposte in vesti molto accattivanti, verrà stimolata la riflessione su come nel contesto mediatico vengano veicolati messaggi ambivalenti. Gli spot verranno analizzati in modo critico, cercando di cogliere i messaggi psicologici che “passano” attraverso le immagini, i colori e le dimensioni, affinché o ragazzi sappiano decodificare i messaggi dei media e non essere solo semplici fruitori passivi. Il secondo incontro, quello del 16, sarà con altri due psicologi, Andrea Ramadori e Daniela Tardella, che si metteranno a disposizione dei ragazzi per ascoltare le loro domande, ma anche le loro paure e angosce. “Questo ci sembra un momento importante" dice Anita Mancini, presidente di Go – Genitori oggi "soprattutto dopo gli incontri che ci sono stati in precedenza con il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Di Risio sui rischi della guida in stato di ebbrezza e con il commissario della Polizia postale regionale Giovanni Bonomo, sui pericoli di internet. Vogliamo capire che reazioni hanno provocato nei ragazzi questi appuntamenti e verificare se il messaggio sulla prevenzione è passato, almeno in parte”. IL CENTRO Giornata a teatro il Centro — 10 dicembre 2010 pagina 02 sezione: PESCARA AUDITORIUM DE CECCO In piazza Unione 400 studenti per parlare del problema droga Giornata a teatro, oggi, per consentire agli studenti degli istituti superiori e dell’università di confrontarsi con il difficile mondo della droga attraverso il racconto di due ragazzi. E’ la prima iniziativa, chiamata «Giovani contro le droghe», promossa dal coordinamento politiche giovanili del Comune per affrontare due problemi che coinvolgono spesso i ragazzi, l’abuso di alcol e l’uso di sostanze stupefacenti. L’iniziativa sarà seguita il 13 e il 16 dicembre prossimi da due viaggi nella Comunità di San Patrignano.(*) Oggi, l’appuntamento è all’auditorium De Cecco, in piazza Unione. Sono previsti 400 studenti. (*)Nota: speriamo che non offrano agli studenti il vino della casa… IN BIELORUSSIA ALCOL RADIOATTIVO? LE RUSSIE DI CERNOBYL IN BIELORUSSIA IL GRANO RADIOATTIVO VIENE TRASFORMATO IN ALCOL Data: 15.11.2010 Fonte: www.charter97.org Traduzione: S.F. Pubblicato da Stefano Già alcuni anni dopo l’incidente di Cernobyl, all’inizio degli anni Novanta, in Bielorussia si cominciò a riutilizzare per l’agricoltura le terre contaminate. La maggior parte di questi terreni si trovano nella regione di Gomel, la più colpita dalla catastrofe nucleare. «Per quanto riguarda la zona d’interdizione dei 30 km vi è là una forte densità di contaminazione, essendovi ricaduta nel terreno quasi tutta la tavola di Mendeleev, perciò di un ritorno su grande scala di quelle terre allo sfruttamento agricolo in una prospettiva prossima non se ne parla neanche. In quel territorio è stata istituita una riserva naturale con un orientamento di carattere esclusivamente scientifico» – ha raccontato Igor’ Bojdak, il capo della Direzione per i problemi della liquidazione delle conseguenze della catastrofe di Cernobyl di Gomel. «Per i restanti territori interdetti allo sfruttamento agricolo le questioni si stanno affrontando. Esiste una disposizione approvata dal Consiglio dei ministri. Per riabilitare quelle terre, è però necessaria anche l’approvazione del Comitato esecutivo regionale, di alcuni ministeri e di altri organi nazionali. Si valutano la convenienza economica e la sicurezza per la salute degli abitanti rurali che dovranno lavorare su queste terre. Quest’anno sono state approvate elle delibere del governo per il ritorno all’agricoltura di parte delle terre delle province di Buda-Košelëvo e Kalinkoviči, mentre si sta valutando quello della provincia di Bragin» – ha detto Bojdak. Per gli agricoltori è stato studiato un sistema di misure precauzionali come ad esempio la calcinatura del terreno. E se, mettiamo, nel grano dovesse verificarsi un superamento delle norme dello stronzio, tale produzione verrà trasformata in alcol, il quale viene ricavato pulito. Oppure l’azienda si occupa della coltivazione delle sementi, con le quali poi si seminato territori non contaminati, e la produzione ricavata è pulita –, secondo quanto assicurano le autorità locali. CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI violenza CORRIERE DELLE ALPI Cortina: giovane in manette dopo la «notte brava» Jesolano picchia e insulta una ragazza, poi prende a botte i Cc. Prima di finire in caserma, fugge a bordo di un Suv guidato da un amico positivo all’alcoltest di Alessandra Segafreddo 11 dicembre 2010 - CORTINA. Erano da poco le 2 di notte dell’8 dicembre, nel centralissimo largo Poste, cuore della "movida" cortinese: una 22enne turista napoletana viene aggredita da un giovane e colpita in pieno volto con un pugno che le apre il labbro e la fa rovinare a terra. Dalle prime ricostruzioni, il tutto sembra sia scaturito da un diverbio, nato per futili motivi, tra il ragazzo con cui si accompagnava la donna e un altro giovane. La ragazza, dopo essere stata aggredita sia fisicamente e sia verbalmente con pesanti epiteti anche a sfondo sessuale, il tutto sotto gli occhi del ragazzo che l’accompagnava, chiedeva aiuto ai passanti; per sua fortuna, due di questi erano carabinieri in borghese in servizio perlustrativo intorno ai locali notturni. Prestate le cure del caso alla vittima, e raccolti i dati utili per identificare l’aggressore, scappato a bordo di un potente Suv, i militari si sono immediatamente messi alla ricerca del colpevole. Dopo poco, ironia della sorte, l’aggressore, a bordo del potente fuoristrada, accompagnato da un amico, s’imbatte proprio in largo Poste nei due carabinieri che a piedi stavano setacciando l’area. I militari intimano l’alt al veicolo che però tira dritto e si allontana a forte velocità. I carabinieri non si danno per vinti e, notando nei paraggi una volante del Commissariato, ne richiedono l’ausilio. I colleghi della polizia si mettono quindi immediatamente all’inseguimento del potente Suv che, non appena sente le sirene, si dà alla fuga. Ne nasce un inseguimento rocambolesco per le strade innevate di Cortina, che finisce in via Marconi dove la volante riesce a bloccare l’autovettura. I carabinieri sopraggiungono in forze e portano i due giovani in caserma. Per l’uomo alla guida alcoltest positivo e denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza con sospensione della patente. L’aggredita riconosce il passeggero del Suv come colui il quale, poco prima, le aveva sferrato un pugno in volto. La giovane viene trasportata al pronto soccorso del Codivilla, dove le vengono applicati alcuni punti di sutura e dove dovrà tornare per ulteriori accertamenti per una sospetta microfrattura all’arco dentale. L’aggressore, un 28enne pluripregiudicato di Jesolo, in evidente stato di alterazione, una volta in caserma dava in escandescenza ed aggrediva alcuni militari che hanno dovuto reagire immobilizzando ed ammanettando il giovane. I militari aggrediti, visitati anch’essi in ospedale a Cortina, hanno entrambi avuto 7 giorni di prognosi per contusioni varie. Per l’aggressore è scattato l’arresto per lesioni, minacce, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale nonché la denuncia per le lesioni personali e le ingiurie a danno della ragazza: la sua vacanza ha avuto il suo epilogo in una cella del carcere di Belluno. IL TIRRRENO Si scaglia contro barista e carabinieri: arrestato il Tirreno — 10 dicembre 2010 pagina 07 sezione: LIVORNO LIVORNO. Aggredisce il barista che non vuol dargli da bere e i carabinieri che cercano di calmarlo. Finisce in manette per resistenza a pubblico ufficiale Simone del Vivo, 41 anni. Una vita difficile, gran parte della quale trascorsa a Villa Pendola, scelta come rifugio, in assenza di una casa vera. Il caos s’è scatenato mercoledì mattina intorno alle 5 al bar Pelletti in via de Larderel. In base a quanto appreso, Del Vivo entra del locale e chiede da vere. Ma il titolare si rende conto che l’uomo non è in sé. Si comporta come se avesse già bevuto e fosse alterato dall’alcol. Quindi per prudenza il barista si rifiuta di servirgli altre bevande alcoliche. Solo che il 41enne reagisce male al diniego. E come accertato dai carabinieri, comincia ad agitarsi finché arriva ad aggredire il responsabile dell’esercizio pubblico. Inoltre, disturba anche gli altri clienti che si trovano nel locale. A quel punto il basrista chiama il 112 chiedendo l’intervento di una pattuglia. Poco dopo, arriva una gazzella del Nucleo operativo radiomobile. I carabinieri cercano di calmare l’uomo, che però è molto agitato e si scaglia anche contro di loro. A fatica, dopo vari tentativi, i militari riescono ad ammanettarlo. Del Vivo viene così arrestato per resistenza. Ieri mattina s’è svolto il processo, ma l’avvocato ha chiesto i termini a difesa per poter visionare meglio i verbali e definire la linea difensiva. Quindi per ora Del Vivo resta alle Sughere. Come accertato dai carabinieri, non è la prima volta che il livornese finisce in carcere. Nel passato era già stato arrestato dalla polizia per reati contro il patrimonio e denunciato dalla guardia di finanza per episodi legati al mondo della droga. Un’esistenza dura la sua, fatta di stenti. Senza una casa e senza un lavoro, in condizioni precarie sin da quando era un ragazzo. IL MATTINO Armata di coltello e sotto l’effetto di cocaina e alcol perseguitava i vicini di casa. 11/12/2010 SALERNO Ora una quarantanovenne di Sarno è rinchiusa nel carcere di Sollicciano su disposizione del gip del Tribunale di Nocera Inferiore con l’accusa di atti persecutori e tentata estorsione. Il provvedimento di misura di sicurezza detentiva presso la casa di cura e custodia del carcere di Sollicciano (Firenze) è stato chiesto dal pm Marielda Montefusco, dopo che alla stazione dei carabinieri di Sarno erano giunte numerose richieste di intervento da parte di alcuni residenti del rione Casamonica, che temevano per la loro incolumità. I carabinieri hanno accertato che la donna, convivente di un noto pregiudicato della zona, con la minaccia di un coltello, aveva assunto comportamenti ingiuriosi ed aggressivi nei confronti di alcuni vicini. In più di una circostanza aveva tentato anche di estorcere loro denaro o altri beni. Sempre ieri, a Nocera Inferiore, una pattuglia della dipendente sezione radiomobile della compagnia dei carabinieri, ha proceduto al controllo di una Renault Scenic, sottoponendo a fermo d’identificazione un sedicente albanese 31enne, Judmir Rroshi, che dai riscontri dattiloscopici è risultato inottemperante ad un decreto di espulsione emesso dalla Prefettura di Napoli il 30 settembre scorso. L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato per inosservanza al decreto di espulsione. Nella mattinata di ieri si è svolta l’udienza di convalida. a.o. © RIPRODUZIONE RISERVATA MESSAGGERO VENETO «Urla e grida all’ordine del giorno temevamo che finisse male» Messaggero Veneto — 10 dicembre 2010 pagina 01 sezione: UDINE di CRISTIAN RIGO Urla e insulti a tutte le ore. E poi litigi che spesso finivano a botte. Sul fatto che il rapporto tra Gianluca Fabbro e Vanessa Del Cont fosse burrascoso i vicini di casa non hanno dubbi. Sono tante le volte in cui alla fine è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. «Va avanti così da anni», raccontavano ieri alcuni residenti del palazzo di viale Ungheria per nulla stupiti che l’ultima discussione sia degenerata. «Purtroppo avevamo paura potesse finire così – hanno aggiunto – e certe sere avevamo paura pure noi, alle grida è difficile abituarsi». A quelle urla non si erano abituate le tante famiglie e soprattutto non si erano abituati i bambini che vivono a pochi metri di distanza dall’appartamento numero 16 del quinto piano. Anche se le grida erano all’ordine del giorno, a volte pure nel cuore della notte. «A forza di sentirle – ha raccontato una signora – uno finisce di allarmarsi e di farsi venire un groppo alla gola dalla paura ogni volta, ma convivere con una situazione del genere è difficile. Si sopporta, ecco diciamo così». Una madre che esce per andare a prendere i bambini a scuola confida: «Soprattutto nei week-end capitava spesso di sentire urla e rumori di tutti i tipi: piatti rotti o forse bicchieri, chi può dirlo, di certo non erano scaramucce da innamorati». Anche se, tra alti e bassi, la relazione tra i due dura, o durava, da alcuni anni. L’ultimo ad avere visto Gianluca Fabbro, che nella zona è molto conosciuto, è Luca Brieda che gestisce il bar Premiere, a qualche centinaia di metri dal portone di ingresso del civico 125 di viale Ungheria. «Non posso dire di essere troppo sorpreso per quanto accaduto – ha detto – so che non aveva un rapporto semplice con la sua compagna: poco tempo fa era pieno di lividi, ma io posso solo parlare bene di lui. Ultimamente so che montava mobili, lavorava tanto ed era sempre tranquillo. Non ce lo vedo proprio ad accoltellare una donna. Piuttosto mi sembra che la volesse aiutare». Quando entrava in casa, però, la tranquillità molto probabilmente se ne andava. Forse anche per colpa dell’alcol. In diverse occasioni, quando sono intervenuti i carabinieri, a rendere più difficili le cose tra i due c’era anche qualche bicchiere di troppo. E andare d’accordo in quelle condizioni era ancora più difficile. «Due settimane fa – ha riferito un altro vicino che da qualche mese abita proprio sotto l’appartamento di Fabbro – ho sentito gridare più forte del solito e poi la signora è venuta a suonarmi il campanello. Saranno state le tre di notte, mi sono preoccupato e come me si sono preoccupati anche gli amici che ospitavo, ma poi non era successo niente di particolare, solo una lite, l’ennesima. Per loro direi che era normale anche se più volte mi sono domandato che cosa ci fosse di ancora intero in quell’appartamento. Si sentivano di continuo rumori di vetri e mobili rotti. Ad avere la peggio però di solito era sempre lui o almeno così pareva a giudicare dai “segni” del giorno dopo». DENUNCE E RITIRI DI PATENTE IL TIRRENO Guida l’auto sotto l’effetto di alcol e droga SABATO, 11 DICEMBRE 2010 LUCCA. Un giovane di 28 anni di S. Anna è stato denunciato a piede libero dalla polizia per guida senza patente, guida in stato d’ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La sua auto è stata sottoposta a fermo amministrativo. La volante è intervenuta dopo che un uomo ha denunciato di essere stato speronato da un’auto che non si è fermata e di cui ha fornito la targa. Gli agenti hanno rintracciato la vettura e bloccato due giovani che si allontanavano. Il conducente è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente e sottoposto a esami che hanno dato esito positivo per cocaina e alcol. IL TIRRENO Ubriaco al volante offre 100 euro ai poliziotti SABATO, 11 DICEMBRE 2010 PRATO. Era un caffè molto speciale quello offerto giovedì sera da un cinese trovato ubriaco dalla polizia alla guida di una Bmw X5 in via Roncioni. L’orientale ha infatti offerto agli agenti 100 euro dicendo loro di andarsi a prendere un caffè. Offerta rifiutata e denuncia a piede libero per istigazione alla corruzione. E’ stato denunciato anche un amico del cinese che, riferisce la Questura, ha rivolto un sorriso d’intesa agli agenti. Un atteggiamento che è stato considerato come un invito ad accettare i soldi. ASCA ROMA: CONTROLLI POLIZIA SUL GRA, 20 PATENTI RITIRATE E 12 DENUNCE - Roma, 11 dic - Anche la scorsa notte gli agenti della Polizia di Stato sono stati impegnati nei servizi di controllo del traffico stradale sul Gra. In particolare, dalla mezzanotte alle ore 6.00 di questa mattina all’interno dell’area di servizio ’’Magliana Nord’’ le 25 pattuglie del Reparto Volanti, della Polizia Stradale e delle Unita’ Cinofile hanno attuato i servizi per la sicurezza stradale. Gli agenti hanno fermato gli automobilisti con il collaudato sistema di canalizzazione predisposto dall’Anas.Ai posti di controllo sono stati fermati 303 veicoli ed identificate 362 persone. Tra le sanzioni elevate spiccano quelle riguardanti la guida in stato di ebbrezza: ben 18, tra le quali 2 elevate nei confronti di automobilisti neo patentati. Altre 4 invece sono quelle relative alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Sono state contestate complessivamente 81 infrazioni al Codice della Strada, 20 sono le patenti e 7 le carte di circolazione. Due autovetture sono state sequestrate, mentre altre 9 sono state sottoposte a fermo amministrativo. Dodici persone sono state denunciate in stato di liberta’. Di queste, una ha ricevuto un avviso orale e due sono state condotte negli uffici della Polizia per essere identificate. Sono stati 280 i punti patente decurtati. res-map/vlm/ss INCIDENTI IL TIRRENO Positivo all’etilometro condannato a 2 mesi SABATO, 11 DICEMBRE 2010 GROSSETO. Dopo l’incidente, era stato sottoposto all’etilometro dai carabinieri: era positivo. L’apparecchiatura aveva fatto registrare 2,09 e 2,17, contro lo 0,5 di legge. Davanti al giudice Compagnucci, Andrea Pozzi, 49 anni, di Grosseto, è stato condannato per guida in stato di ebbrezza a 2 mesi e 2.000 euro di ammenda (pena sospesa), esattamente quanto richiesto dal pm onorario Di Guglielmo: il giudice gli ha anche inflitto la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno. L’episodio risaliva al 12 gennaio 2008, poco dopo le 5 del mattino. Pozzi, che quella notte era alla guida di una Fiat Marea, si era opposto a un decreto penale di condanna da 1 mese e 1.000 euro. ANCORA SULL’OBBLIGO DELL’ALCOLTEST LA NUOVA SARDEGNA «Obbligatorio avere nel locale un etilometro» la Nuova Sardegna — 10 dicembre 2010 pagina 05 sezione: NUORO NUORO. L’Ascom-confcommercio ricorda che dal 13 novembre è vigente l’obbligo di esposizione delle tabelle alcolimiche insieme al possesso dell’alcol-test nei pubblici esercizi che chiudono dopo la mezzanotte. I locali interessati sono: gli alberghi, trattorie, locande, pensioni, bar, ristoranti, pizzerie, enoteche, enti collettivi, circoli privati, agriturismo, nei quali si svolge lo spaccio al minuto e il consumo di vino, birra e qualsiasi altra bevanda alcolica, anche se le vendite e il consumo sono limitati ai soli soci. L’Ascom sottolinea che l’etilometro ha una mera funzione preventiva e cautelativa e che il test da parte dei clienti è facoltativo e non ha alcun valore probatorio per successivi controlli da parte delle forze dell’ordine. La mancata esposizione delle tabelle e la mancata messa a disposizione del precursore comportano la sanzione amministrativa del pagamento di una somma che va dai 300 ai 1.200 euro. La legge stabilisce il limite di 0,5 grammi/litro di alcol nel sangue. ALCOL: VARI PUNTI DI VISTA DELLE AZIENDE SANITARIE MESSAGGERO VENETO Alcol e droga, Azienda sanitaria senza personale Messaggero Veneto — 10 dicembre 2010 pagina 04 sezione: PORDENONE Zero virgola sette operatori ogni 10 mila abitanti: la metà del minimo garantito dal piano sanitario 2010-2012 per il Friuli Venezia Giulia e un dato notevolmente inferiore alla media regionale di 1,56. Questo il rapporto fra personale specializzato in dipendenze e abitanti nella provincia di Pordenone rivelato ieri alla presentazione di “Dipendenze patologiche tra riti e miti”, pubblicazione che raccoglie successi e difficoltà di trent’anni di lavoro del dipartimento per le dipendenze dell’azienda sanitaria. Il dato, allarmante, è stato ribadito con forza dall’assessore per le politiche sociali Giovanni Zanolin, che ha evidenziato la necessità di una più equa distribuzione delle risorse in ambito regionale, in modo da dare a tutti i friulani pari diritti alla salute. Zanolin ha poi ricordato una recente analisi dell’Arpa sulle acque reflue del Comune di Pordenone, da cui è emersa un’alta presenza di cocaina. Ma fra le droghe consumate dai giovani della provincia emergono anche la cannabis, l’eroina e soprattutto l’alcol, vera e propria porta d’ingresso all’abuso di sostanze,(*) ha detto la dottoressa Roberta Sabbion, direttore del dipartimento per le dipendenze dell’Ass 6. Al dipartimento, che attualmente segue circa 1500 persone, si sono aggiunti recentemente tre nuovi educatori, due infermieri e un medico, ma il successo del loro lavoro dipende anche dalla collaborazione con istituzioni e scuole. Il progetto di quest’anno, “Rideremo tra vent’anni”, coinvolgerà proprio 2000 studenti delle scuole medie e superiori della provincia e adotterà una nuova filosofia focalizzata sulla promozione del benessere, ha spiegato Virginio Beacco, responsabile del servizio di educazione alla salute. «Informare i ragazzi su cosa siano le droghe o far vedere loro immagini scioccanti non ha funzionato» ha aggiunto Sabbion. L’approccio giusto sembra, allora, quello di valorizzare le parti sane della persona e aumentare la consapevolezza dei rischi connessi all’uso di alcol e droghe, pericolo ancora poco avvertito dai giovani pordenonesi. Anna Pitton (*)Nota: ancora una volta la pericolosità dell’alcol viene sottovalutata. Oltre a provocare molti decessi in più che le droghe illegali, l’alcol è stato definito su Lancet la droga più dannosa! IL TIRRENO Quadruplicati i problemi con il bicchiere il Tirreno — 10 dicembre 2010 pagina 07 sezione: PONTEDERA SAN MINIATO. Nel giro di dieci anni si è quasi quadruplicato il numero degli alcolisti presi in carico dal Sert dell’Asl 11. Gli utenti sono passati dai 38 del 2000 ai 129 del 2009, con una media di oltre quaranta nuovi ingressi ogni anno. I dati diffusi dalla direttrice dell’unità farmacotossicodipendenze Maura Tedici dipingono uno scenario drammatico. «Quella da alcol - ha detto la dottoressa Tedici - è una dipendenza della quale ci si stacca molto lentamente. Per uscire dalle droghe occorre molto tempo ma dopo dieci anni che sei pulito tendenzialmente puoi stare tranquillo. Per l’alcol non vale la stessa cosa, per questo molti ex alcolisti frequentano associazioni come gli Alcolisti anonimi per tutta la vita. Sanno che il rischio è alto e così si sentono più sereni». Per 101 utenti su 129 è il vino la bevanda alcolica di cui si è fatto più largo uso. Seguono birra e superalcolici. Per quanto riguarda la distribuzione tra sessi sono ancora gli uomini a farla da padrone (70%), ma la forbice si sta progressivamente assottigliando. Nel 2008 ad esempio le donne costituivano solo il 20% del totale. NON SANNO PIU’ COSA INVENTARSI PER AFFRONTARE LA CRISI DEL VINO Un bicchiere? Sì, Guido Messaggero Veneto — 10 dicembre 2010 pagina 12 sezione: SPECIALI Ancora un bicchiere? No, grazie, devo guidare! Domanda e risposta, laconiche e frequenti, che da quando le severe (quanto imperfette e discutibili, aggiungiamo noi) norme stradali mietono patenti, si sentono in ristoranti, enoteche, bar e affini. Una preoccupazione spesso eccessiva, tipica del buon padre di famiglia che non vuole guai, e che fa desistere dal consumo piacevole e conviviale del secondo bicchiere anche se questo sicuramente non farebbe oltrepassare la temutissima soglia dello “zerocinque”! A porre rimedio in parte, a questo spauracchio, vero o presunto, ci ha pensato l’amico Massimo Bassani, eclettico e avveduto proprietario di Isola Augusta. Azienda storica della Riviera friulana, sempre attenta al mercato e non nuova a proposte intelligenti e di buona qualità. Un’idea semplice, efficace e ben comunicata: “Guido!”. Un Friulano dal tenore alcolico limitato che fa allontanare la paura del vedere stracciata la propria patente. Un problema enorme quello dell’abuso di alcol, ma è un problema altrettanto pesante quello del calo dei consumi dovuto alla mancanza di una efficace informazione degli avventori sui reali limiti di assunzione. La filiera del vino che offre una fetta non trascurabile all’asfittica economia nazionale sta segnando(*), infatti, il passo. Ben venga dunque un vino che fa “riavvicinare al convivio piacevole” gli appassionati più impauriti del nettare di Bacco. Il colore è giallo paglierino classico, nitido e rilucente. Il profumo è tenue e rispecchia appieno le caratteristiche varietali del vitigno. Si percepiscono note di mela matura, fieno secco, sambuco e timo. Il sorso è snello, saporito, e gode di buona acidità bilanciata da una lieve sensazione di dolcezza. Finale di bocca con leggera nota ammandorlata conferma e ne esalta la tipicità. Isola Augusta. Palazzolo dello Stella (Ud); Casali Isola Augusta, 4; telefono 0431.58046; fax 0431.589141; e-mail: info@isolaugusta.com; www.isolaugusta.com. (*)Nota: il vino è un prodotto perdente… come si legge a pag. 17 del libro “VINO E BUFALE” di Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada, ed. Stampa Alternativa PROPOSTA RACCOLTA FIRME PER MODIFICARE IL C.d.S. REPUBBLICA.IT Renzi: omicidio per chi guida ubriaco (11 dicembre 2010) FIRENZE. Di fronte alla platea del Saschall riunita per ricordare Lorenzo Guarnieri, il ragazzo di 17 anni morto in un incidente a giugno scorso al parco delle Cascine, investito da un centauro risultato poi positivo ai test per alcol e cannabis, il sindaco propone un duro inasprimento del codice penale. Mentre a Otto e mezzo ritorrna sulla cena col cavaliere che tenne segreta di ERNESTO FERRARA Chi guida ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti provocando incidenti mortali sia imputato per omicidio volontario e non colposo come prevede oggi la legge. Di fronte alla platea del Saschall riunita giovedì sera per ricordare Lorenzo Guarnieri - il ragazzo di 17 anni morto in un incidente a giugno scorso al parco delle Cascine, investito da un centauro risultato poi positivo ai test per alcol e cannabis - il sindaco Matteo Renzi propone un duro inasprimento del codice penale per chi uccide sulle strade e sia scoperto in stato d’ebbrezza o di positività alle droghe. "Noi non possiamo cambiare il codice penale, il Comune non ha questa possibilità ma insieme ai cittadini può fare una iniziativa di legge popolare", dice il sindaco alla serata in cui davanti alla famiglia del ragazzo (proprio ieri avrebbe compiuto 18 anni) e, tra gli altri, al Ds della Fiorentina Corvino, si presenta la onlus che porterà il suo nome. "Sono disponibile a mettere la prima o l’ultima firma per fare un’iniziativa di legge popolare perché si cambi il codice: sarebbe bello se Palazzo Vecchio fosse la sede dove venire a firmare per una modifica della legge", aggiunge Renzi. Non sarà il Comune a lanciare la caccia alle firme (ne servono 50mila) ma se partirà da qualcuno sarà il primo a sostenerla. Giordano Biserni dell’associazione sostenitori della Polstrada, si schiera con Renzi: l’Asaps da tempo chiede l’introduzione dell’omicidio stradale in caso l’uso di alcol o di droghe, circa il 30% degli eventi fatali, sia determinante per l’evento morte: ciò semplificherebbe l’accertamento dei giudici, oggi dubbiosi sul dolo eventuale. …. MAURO CORONA ED IL MANUALE PER IL BRAVO BEVITORE L’ARENA Mauro Corona spettacolo Litigio con l’assessore INCONTRI. Alla Gran Guardia per presentare il suo ultimo libro, il montanaro-autore non delude i lettori e dà un’inattesa dimostrazione del suo brutto carattere. Lo scrittore vede Erminia Perbellini che se ne va e l’aggredisce: «Io sarò antipatico, volgare, scortese e sgarbato, ma il suo è gesto senza stile» 11/12/2010 BRENZONI «Fossimo alla Scala capisco, ma qui non è mica un bel gesto». Fino a quel punto era filato tutto liscio, una normale presentazione di un libro, con Mauro Corona a parlare del suo ultimo romanzo La fine del mondo storto (Mondadori). Sul palco dell’auditorium della Gran Guardia è il solito Corona a giocare tra ironia e provocazioni. Affiancato dalla conduttrice Monica Rubele e dal giornalista Beppe Muraro, lo scrittore di Erto diverte e si diverte fino a quando l’uscita di scena anticipata dell’assessore alla cultura Ermina Perbellini, lo fa scattare come un grizzly: «Assessore deve imparare lo stile. Io sarò antipatico, volgare, scortese e sgarbato ma questo è un gesto che manca di stile». Mauro Corona se la prende e non gli basta sapere che l’assessore aveva degli impegni istituzionali precedentemente presi, come si affretta a comunicare la responsabile degli eventi Fnac, promotrice della serata: «Le ho chiesto io di venire», dice, «sapevo che aveva già un impegno». Ma a Corona non passa: «Non difenderla», replica, «non ho bisogno di elemosinare minuti agli assessori». Da quel momento in poi, qualcosa sembra essersi rotto in Corona che su quel gesto ci torna su fino alla fine. Era partito lamentando, tra i mali più comuni, l’eccesso di frenesia e la mancanza di un approccio naturale tra le persone: «Se al semaforo parti un secondo dopo che è scattato il verde ti suonano senza tregua; per strada non ci si saluta più; prova tu ad offrire da bere al bar a persone che non conosci, ti senti risponde di farti i fatti tuoi». Maniche corte, bandana in testa da cui sfuggono i riccioli grigio-cenere, Corona riassume lo scenario del suo ultimo libro: basta energia elettrica; basta petrolio per il riscaldamento; basta cibi in bella vista al supermercato. «È un’ipotesi. Ma se un giorno tutto questo accadesse per primo franerebbe il bigottismo di cui siamo contagiati. Quando in gioco c’è la vita, di fronte alla possibilità della sopravvivenza, per riscaldarsi non si esiterebbe a bruciare i crocefissi, le madonne, gli oggetti di casa, e tutto quello che fino ad ora ci era sembrato indispensabile diventa inutile». Per Corona è il togliere che fa apprezzare le cose, il troppo annoia. IL PUBBLICO dell’auditorium lo segue, lo applaude e lui apprezza i consensi: «Sono vanitoso, altrimenti non andrei in giro a presentare i mie libri. Chi scrive si crogiola nella scrittura e il libro più bello è quello che non si scrive». Dice di farfugliare cose ovvie, di non avere nulla da insegnare, dice che il problema dell’Italia è la gente guidata da altri e a chi gli chiede se ha sempre fatto scelte coerenti con quanto dice, risponde citando Checov: «È vero che tutta la mia opera la debbo buttare al fuoco, ma non c’è nessuna riga di cui mi debba pentire». Racconta che se fosse andato all’Isola dei Famosi avrebbe venduto un milione di copie, che se un giorno la Mondadori gli dicesse di non aver più bisogno di lui risponderebbe con un grazie, che ha rinunciato a fare pubblicità a una birra ma ha detto no anche alla pubblicità dell’acqua: «Non sarei stato credibile, tutti sanno che mi piace il vino. Ai giovani non bisogna dire di non bere, ma bisogna insegnare loro come bere». Confessa di avere un manuale pronto per il bravo bevitore «per imparare a bere senza spaccarsi il naso»: punto 1, mai mischiare il vino con la birra; punto 2 come capire quando si è in grado di guidare e quando no; punto 3 non vergognarsi di chiedere aiuto.(*) Ai giovani dice anche di non andare a scuola perché lì non si impara nulla, «chi va a scuola può solo insegnare a scuola». Meglio imparare a usare le mani: «Non sono un nostalgico del passato, ma se dovesse servire, nessuno è più in grado di accendere un fuoco». Dice di sé che è un tipo schivo, che se non ha voglia di essere trovato nella sua bottega-tana di Erto, si rifugia per giorni in una baita solitaria, eppure sa di essere un personaggio mediatico: «piaccio perché sono diretto». L’alpinista-scultore dalla vita agra e dalla scrittura potente conosce le regole del marketing. Silvia Bernardi (*)Nota: mi piace ricordare quanto lui stesso scrive a pag.101 del suo libro “Aspro e dolce”: “Si diventa preda del vino per uccidere le angosce che lui stesso ci procura. Una scala in discesa la cui fine è l’inferno. Ed è facile mettere il piede sul primo scalino. Soprattutto da giovani. Dal primo scalino si passa al secondo, al terzo e giù, sempre più in basso. Il vino annienta la volontà.”
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