Buona sera dott. Biserni, questa mattina ho ascoltato il suo intervento su Isoradio, e mi ha colpito molto il racconto dell’incidente assurdo che è costato la vita a quella brava agente a La Spezia, Maria Teresa Marcocci.
Ovviamente non la conoscevo, ma tramite Lei colgo l’occasione per porgere il mio cordoglio alla famiglia della poveretta.
Per rendere omaggio a quanti, ogni giorno orgogliosi della divisa che indossano, rischiano la vita per far viaggiare sicuri noi automobilisti, desidero raccontare, in breve, un episodio che mi è accaduto di recente (l’ho anche riassunto in un sms stamattina, ma la Falcetti non ha fatto in tempo a leggerlo): viaggiavo di notte alla volta della capitale, proveniente dalla Toscana, mi trovavo nel tratto tra Fabro ed Orvieto (per chi lo conosce sa che è molto tortuoso, con tornanti e contro tornanti), quando vengo raggiunto e superato da una pattuglia della stradale, la quale si pone sulla mezzeria e gradualmente diminuisce la velocità fino a farci procedere (nella perplessità generale) a passo d’uomo per circa 800 m, ad un tratto arresta del tutto la marcia, scende un agente che percorre qualche metro a piedi, pochi secondi dopo riappare dall’oscurità trascinando di peso una grossa carcassa di una ruota di camion, la quale giaceva in corsia di sorpasso ed in curva! Signor Feudale, sono appena tornato dal funerale di Maria Teresa a La Spezia, le risparmio la commozione e la cifra del dolore che ho visto e sentito fra i colleghi, le autorità e i cittadini. Ho letto la sua mail che ha avuto il merito di tirarmi un po’ su il morale. La ringrazio moltissimo per le sue parole e per la sua testimonianza. Ancora grazie a nome dei tanti agenti che in divisa fanno ogni giorno il loro dovere fra molte umiliazioni e poche soddisfazioni. Le parole di riconoscenza di un cittadino valgono più di un riconoscimento ufficiale. Cordialmente. Giordano Biserni |
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