Continuano le presenze di campioni sportivi al Motor Show di Bologna e, come di consueto, non possono sfuggire ai taccuini de “Il Centauro”. Ora è la volta di Andrea Dovizioso, classe 1986, nato e cresciuto a Forlimpopoli, che in sella alla sua Honda è attualmente al quinto posto della classifica mondiale e secondo fra gli italiani. Davanti a lui “soltanto” Lorenzo, Pedrosa, Rossi e Stoner, scusate se è poco.
Andrea quest’anno la tua stagione è stata ricca di soddisfazioni, cosa ti aspetti per il prossimo anno? “Credo che ci sarà da divertirsi e lo vedo molto più equilibrato, dunque, con maggiore competizione fra i protagonisti. Anche noi di Honda saremo fra i favoriti, mi sento di dire alla pari, e probabilmente tutti e tre potremo lottare per il titolo finale. Staremo a vedere.”
Un motoGP più competitivo offrirà maggiore spettacolo, ma si può ancora migliorare? “Il livello raggiunto è veramente alto e fra i piloti emergono numerosi talenti. Tuttavia, non sempre questo basta, occorre anche crederci ed essere convinti delle proprie qualità. La preparazione fisica non può essere disgiunta da quella psicologica e talvolta questa è la chiave del successo.”
In che rapporti sei con gli altri piloti Honda, Pedrosa e Stoner? “Pedrosa è un bravo ragazzo anche se molto chiuso e timido e per questo non tutti lo comprendono. Casey (Stoner, ndr) è un talento naturale con alti e bassi ma che non nasconde le grandi doti da pilota che possiede. In ogni caso i rapporti sono buoni, anche se il mondo delle corse è molto cambiato.”
Parliamo di sicurezza: la tecnologia usata sulle moto da competizione non potrebbe essere trasferita anche su quelle da strada per renderle ancor più sicure? “Credo che siano stati fatti passi da gigante in questi ultimi anni, sia per quanto riguarda la sicurezza delle moto, sia per gli accessori a salvaguardia dei conducenti. Certo lo studio continuo delle tecnologie di sicurezza viene maggiormente utilizzato sulle piste, ma sono fiducioso che anche il mercato delle due ruote saprà valorizzare un aspetto così importante come quello della sicurezza.”
A proposito di piste: rimane troppo costoso, in Italia, scendere su di un circuito per potersi divertire e provare la propria moto. Quali i rimedi? “E’ un problema davvero difficile da risolvere. In taluni paesi europei l’accessibilità alle piste è facilitata e così capita che vedi moti privati a correre. Credo che in Italia occorra lavorarci maggiormente sia in termini di sensibilizzazione che sul fronte degli incentivi per quei circuiti che mettono a disposizione la pista per il grande pubblico che calza i centauri. Speriamo bene.”
In questi ultimi anni va di moda sentire parlare i campioni di motoGP del possibile passaggio tra le due e le quattro ruote, magari pensando anche alla Formula 1. Sarà anche il tuo futuro? “Ero appassionato di moto fin da piccolo ed ora sono un pilota. Sono le due ruote il mio futuro, magari in altre categorie che mi hanno sempre attirato, come ad esempio il cross. Se proprio dovessi scegliere di correre in macchina mi butterei sui rally.”
Andrea anche tu hai un idolo a cui ti ispiri? “Ne ho tanti, per la verità, ma uno su tutti: Valentino Rossi!”.
Un saluto per i tanti lettori del Centauro. “Non vi dico andate piano quando siete in moto, troppo banale, ma guardatevi bene dal mettervi in pericolo. Oggi, come il GP, la strada non è più come quella di una volta… Ciao a tutti.”
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