Una rara immagine di Carmine Della Sala, da vittimedeldovere.it
(ASAPS) FERRARA, 11 gennaio 2010 – Venne ammazzato a sangue freddo da un commando di rapinatori, la mattina dell’11 gennaio 1973. Ed oggi, 37 anni dopo, la strada in cui sorge la caserma dei Carabinieri lascerà il suo vecchio nome, via del Campo, per prendere il suo: via Carmine Della Sala. La storia di Carmine, classe 1922, è una delle tante che hanno segnato la storia del nostro paese, nei cosiddetti anni di piombo, quando la vita valeva davvero poco. L’appuntato, quel giorno, non doveva nemmeno lavorare. Era di riposo, ma prese il posto di un collega malato. Nel giro di pattuglia l’Alfetta si fermò nei pressi di una scuola e i due militari entrarono nell’edificio per scaldarsi. Da una finestra Carmine, 51 anni, notò un’auto in sosta davanti alla banca, vide il movimento strano e capì che qualcosa non andava. Ordinò al collega di andare a chiamare i rinforzi ed entrò nell’istituto bancario. Aveva visto che c’era gente armata e forse voleva evitare spargimento di sangue. Appena lo vide, un rapinatore gli sparò, colpendolo ripetutamente al ventre. Gli spari attirarono tutte le scolaresche alla finestra e fu in quel momento che il figlio di Carmine, Roberto, vide per l’ultima volta suo padre, lottare disperato, avvinghiato al rapinatore che, per fuggire, dovette trascinarsi con sé il militare, ormai esanime ma determinato a non lasciar fuggire i malviventi. Il suo corpo fu lanciato dall’auto in corsa, poche centinaia di metri avanti. Nativo di Atripalda, in provincia di Avellino, l’appuntato Della Sala ha dedicato la sua vita alla difesa della legalità ed in suo nome si è sacrificato. Il suo carnefice, Roberto Masetti di Campi Bisenzio, conosciuto come “il fiorentino”, condannato all’ergastolo, è evaso più volte – anche con Mario Tuti, nel 1976 dal carcere di Volterra, ma è sempre stato catturato. L’Asaps si inchina alla sua memoria. (ASAPS) |
|