CORRIERE ADRIATICO La notte di festa rovinata dall’alcol Carnevale estivo con decine di giovani ubriachi, tre in coma etilico. Successo della sfilata sul lungomare La notte della festa, ma anche degli eccessi. Ha rischiato di trasformarsi in un dramma la tredicesima edizione di Alba Carneval, con tre giovanissimi finiti in coma etilico e salvati in ospedale e decine di ragazzini ubriachi. E in un momento in cui divieti e normative cercano di limitare un fenomeno che assume ogni giorno i contorni sempre più preoccupanti, i numeri che arrivano da Alba sono da brivido. Alla fine saranno 15 gli interventi della Croce Rossa. I fumi dell’alcol sono all’origine anche di qualche principio di rissa, prontamente sedato dalle forze dell’ordine. Le prime richieste di aiuto al 118, per alcuni ragazzi sdraiati a terra, sono arrivate quando la festa era ormai entrata nel vivo. Intorno alle ore 22 i primi interventi. Si tratta di giovanissimi di 16 anni e 17 anni, caduti in uno stato di semicoscienza. Immediatamente caricati sull’ambulanza sono stati trasportati all’ospedale da campo allestito in piazza del Popolo. I casi meno gravi sono stati trattati con un’adeguata terapia, per quelli più seri è stato necessario il trasferimento all’ospedale di Sant’Omero. Tutti hanno bevuto troppo, birra per la maggior parte dei casi mischiata ai superalcolici. Fino a sballarsi. Fino ad entrare in coma etilico. E anche se va sottolineato il fatto che ci sono stati meno interventi rispetto alle precedenti edizioni, è altrettanto vero che tre giovani, finiti all’ospedale, rappresentano ancora un dato allarmante. Per il resto il solito grande successo di pubblico. Ancora più numeroso delle edizioni passate. Difficile fare una stima di quante gente ha assistito alla kermesse. Si parla di almeno 50 mila persone, tra turisti e residenti. Oltre a coloro provenienti anche dalle Marche. Un brivido lungo quattro chilometri. Dalla rotonda di via da Vinci, a Tortoreto, alla bambinopoli comunale, sul lungomare Nord di Alba. Un tripudio di colori ha accompagnato i sette carri allegorici. Un esplosione di gioia e di fuochi d’artificio, accesi e partiti dall’ultimo carro, intorno a mezzanotte e mezza. Uno spettacolo suggestivo sottolineato dagli applausi di migliaia di turisti assiepati ai lati della strada. In mezzo la sfilata degli splenditi abiti provenienti dalle realtà carnevalesche più importanti d’Italia quali Misterbianco, Crema, Morrovalle, Cento e Cristiano. Tanti i turisti pronti ad immortalare la serata con fotocamere digitali e macchinette fotografiche. Particolarmente apprezzata la collezione artistica creata dall’associazione Albamici, organizzatrice dell’evento, che ha presentato 14 abiti firmati dallo stilista albense Loris Danesi, con la collaborazione di Giuseppe Gullotta, artista e costumista di Misterbianco. Davanti al serpentone dei giganti di cartapesta i sindaci di Alba, Franchino Giovannelli e di Tortoreto, Generoso Monti. Anche questa rappresenta una novità: mai prima d’ora il Carnevale era partito da Tortoreto. Mai prima d’ora, dopo la scissione tra i due Comuni, avvenuta 54 anni fa, i sindaci delle due cittadine costiere avevano lanciato così tanti segnali di collaborazione. Sul primo carro invece gli ospiti della kermesse, la giornalista di Mediaset, Alessandra Borgia e alcuni protagonisti delle ultime edizioni del Grande Fratello, come Alberto Scrivano, Thiago. La sfilata è stata aperta dal saluto degli assessori al turismo della Regione, Mauro Di Dalmazio e della Provincia, Ezio Vannucci. Presente anche il vice presidente della Provincia, Renato Rasicci. La serata è stata condotta in maniera impeccabile dall’ormai affiatata coppia costituita dall’eclettico Nereo D’Ambrosio, detto Hombre e dalla bella Fancy Menei che sul palco, allestito davanti allo stabilimento balneare Il Gambero, ha premiato con la mascherina d’oro il gruppo Sandokan. Tutte le attività del lungomare hanno fatto buoni affari. Così come c’è stato grande lavoro per tutti coloro impegnati al controllo del territorio. Tanti i volontari della Croce Rossa, Croce Bianca e della protezione Civile. La polizia municipale, nel pomeriggio, ha effettuato la rimozione di 20 auto lasciate sul lungomare. Alcol a parte, sotto l’aspetto dell’ordine pubblico tutto è filato liscio. davide crisci
CORRIERE DELLA SERA Notti violente La Fipe: mezz’ ora prima di chiudere musica bassa e acqua a tutti «Alcol nei locali, sì alla decompressione» «Certo che siamo favorevoli a una richiesta di maggior rigore anche dietro al bancone, guai dare da bere agli ubriachi! È uno dei fondamenti del nostro lavoro, un principio etico irrinunciabile». Il problema è che tanti non lo rispettano. «La maggioranza di noi è corretta, come dimostra il barista pestato l’altro giorno alla Magliana perché si era rifiutato di servire altri alcolici. Qualcuno che sbaglia c’è, inutile negarlo, e va sensibilizzato di più. Anche perché la normativa prevede la chiusura del locale». Nazzareno Sacchi, presidente della Fipe di Roma (Confcommercio), interviene sull’ allarme-locali notturni dopo la violenza denunciata dalla turista americana, aggredita quando aveva già bevuto cinque birre, a Castel Sant’ Angelo. Era stato il delegato alla Sicurezza del Comune, Giorgio Ciardi, a lanciare un appello a bar, pub, ristoranti e discoteche per un giro di vite sul «bicchiere della staffa». «Sono d’accordo - insiste Sacchi - e ricordo che un protocollo d’intesa tra amministrazione e locali da ballo è già operativo. È stato firmato un anno fa e prevede la cosiddetta mezz’ora di decompressione: a fine serata il gestore abbassa la musica e non serve alcolici, ma acqua». Peccato che l’intesa sia rimasta sulla carta. «Pochi la applicano, è vero: invito tutti a essere più rigorosi», risponde Sacchi. Secondo il quale, comunque, i maggiori rischi riguardano proprio le manifestazioni temporanee, come quelle estive sul Tevere: «Agiscono in deroga rispetto ai parametri normali e quindi, in caso di affollamento, si pone un problema di sorveglianza. Non mi riferisco all’ ultimo caso, ma in via generale il tema esiste e andrebbe affrontato». Peronaci Fabrizio
CORRIERE DEL VENETO La protesta «Prosecco, pesticidi sulle case» e sui colli scoppia la rivolta Denuncia con duemila firme. Il sindaco di Vidor: «Una lobby mette a rischio la salute» VIDOR, 11 agosto 2010 - Prosecco sotto accusa: i trattamenti chimici effettuati sui vigneti fanno paura. Bruciore agli occhi e fastidio alla gola sono i sintomi più frequenti tra la popolazione, ma la gente teme che i danni alla salute possano essere ben più seri. In Pedemontana si è costituito un gruppo di cittadini preoccupati per l’eccessiva vicinanza dei vigneti a case e scuole: è stata avviata una petizione per chiedere ai sindaci dei Comuni interessati e all’Arpav - l’Agenzia per la protezione dell’ambiente - di intervenire. «Le condizioni di vita dove risiedo con la mia famiglia, a causa dei trattamenti chimici operati sui vigneti, sono inaccettabili - si legge nel documento -. Non si possono aprire le finestre, non si possono stendere abiti lavati ad asciugare, non si può utilizzare il cortile o il giardino, non si può passeggiare liberamente sulle strade pubbliche a causa del forte odore. Sulle strade, capita sovente di essere letteralmente lavati dalle sostanze diffuse dall’elicottero o dagli atomizzatori - e conclude - Temo che l’esposizione forzata e prolungata nel tempo a tali sostanze possa danneggiare seriamente la mia salute e quella dei miei familiari». (*) Una denuncia che fino ad ora è stata sottoscritta da quasi duemila cittadini, che si dicono preoccupati anche per «l’interazione tra i veleni dei vigneti ed i farmaci che molte persone sono costrette ad assumere quotidianamente per problemi di salute - spiega l’ingegner Luciano Bortolamiol di Vidor, tra i promotori dell’iniziativa -. Si rischia di sottoporre la popolazione ad una miscela esplosiva di farmaci e veleni. In tutte le schede di sicurezza, si raccomanda di tenere le sostanze lontano dalla portata dai bambini e di irrorare il prodotto usando tuta, maschera ed occhiali. Ma cosa accade ai bimbi che giocano nel cortile di casa o, peggio ancora, nel giardino della scuola elementare di Bigolino o di Vidor, quando passa il "palombaro" con il trattore e la nube di veleni?». Sulla questione il Wwf riporta che nel 2009 le patologie neoplastiche maligne, nei Comuni dell’Usl 7, hanno sfiorato i 10 mila casi e che i tumori maligni sono la prima causa di morte negli adulti tra i 25 e 64 anni, nonché tra i bambini tra gli 1 e i 4 anni. Dati che allarmano anche gli amministratori pubblici, tant’è che Albino Cordiali, sindaco di Vidor, dice: «Non passa giorno senza che dei cittadini si rivolgano al Comune per chiedere aiuto. Purtroppo spesso manca il buonsenso, ci sono produttori che irrorano quantità superiori al necessario pensando solo al profitto. Se poi l’operazione è compiuta con l’elicottero allora è impossibile sfuggire alle sostanze. Insieme ai 15 Comuni del Prosecco Docg stiamo studiando un regolamento ma le pressioni sono tante, gli agricoltori sono irremovibili e le multinazionali che producono i pesticidi sono dei colossi: temo che la situazione sia destinata solo a peggiorare. Noi amministratori pubblici assistiamo impotenti al deteriorasi della salute pubblica». Ingrid Feltrin (*) Nota: tra tutti i danni che produce il vino, l’inquinamento causato dai prodotti chimici usati nel produrlo è un aspetto minore. Tuttavia la sensibilità verso i problemi alcol correlati è di gran lunga inferiore rispetto a quella ecologica, ben venga anche una messa in discussione del vino da questo punto di vista. Del resto Al Capone si riuscì a metterlo in prigione solo per l’accusa di evasione fiscale…
IL MATTINO Due incidenti mortali nel giro di due giorni, con un inquietante denominatore comune 11/08/2010 - Due incidenti mortali nel giro di due giorni, con un inquietante denominatore comune che riporta di attualità il tema della sicurezza e l’efficacia delle norme: a causare gli scontri sono stati automobilisti sotto l’effetto di alcol e droga. La polizia stradale ha potenziato i controlli, la Prefettura ha istituito un osservatorio sull’incidentalità e ha in programma l’attivazione di autovelox sui tratti ritenuti più pericolosi, e la riforma del codice della strada, in vigore da nemmeno due settimane, ha introdotto norme che prevedono un inasprimento delle sanzioni. Eppure sembra che tutto questo non basti. Perché? Il problema è soprattutto culturale, secondo il capo della Procura di Napoli Giovandomenico Lepore. Appare assurdo pensare che si possa guidare in condizioni di scarsa lucidità senza incorrere in pericoli, eppure in tanti lo fanno. «C’è alla base un problema di educazione. Nessuno più vuole rispettare le regole. Ma viviamo in una comunità e le regole vanno osservate. Concetto che dovrebbe diventare materia di studio sin dalle scuole primarie». Contro le stragi sulle strade il pugno è abbastanza duro? «Sicuramente la repressione è fondamentale. Chi guida ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti è un criminale potenziale a cui va revocata la patente. Sanzioni amministrative severe credo che possano rivelarsi efficaci». Due incidenti gravissimi nell’arco di due giorni, con quattro vittime e due automobilisti accusati di guida in stato di ebbrezza. Sicuro che i controlli funzionino? «Sicuramente è un dato preoccupante e fa riflettere il fatto che sono spesso i giovani a mettersi alla guida in condizioni non idonee perché non si rendono conto che alcol e droga sono una miscela terribile. Leggi più severe e più controlli sulle strade sono evidentemente indispensabili». Nel caso di Villaricca si è scoperto che l’automobilista aveva già provocato un incidente in novembre. Allora non si fermò e fuggì lasciando i feriti sconvolti e sanguinanti. Ha rimediato solo una denuncia per omissione di soccorso. Come è possibile? «Non conosco nel dettaglio la vicenda. Certo, storie come questa creano molto allarme sociale ma bisogna anche tener presente che non possiamo arrestare tutti. Per procedere all’arresto è necessario che vi siano determinate condizioni. Occorre analizzare i casi singolarmente, volta per volta». Viviana Lanza
IL GIORNALE DI VICENZA Ciclista moldava ubriaca travolta da auto in centro INCIDENTE. Percorreva via De Pinedo contromano in discesa 11/08/2010 - Ubriaca in bici sbuca all’improvviso da una discesa presa in contromano e viene travolta da un’auto. È accaduto in pieno centro storico, a pochi metri dal duomo di S. Pietro, la scorsa notte, alle 23,45. Una badante moldava di 50 anni, Alina Damir, regolare in Italia e al lavoro presso una famiglia scledense, stava scendendo da via De Pinedo verso il centro. Una manovra vietata e pericolosa perchè la stradina a senso unico valido solo in salita, sbuca d’improvviso su via Cap. Sella, lasciando poco spazio alla manovra dei veicoli in arrivo. A quell’ora stava transitando su una Fiat Uno A.S. di Schio, 70 anni, che non ha avuto il tempo per frenare, travolgendo l’incauta ciclista. «Mi è arrivata addosso all’improvviso e non ho potuto fare nulla per evitarla», ha raccontato ai carabinieri del radiomobile, sul posto per i rilievi. La moldava è stata sbalzata in avanti ed ha compiuto un volo di una ventina di metri, secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine. Risultata positiva all’etilometro, al contrario dell’automobilista, completamente sobria, la donna straniera è stata soccorsa dal Suem e ricoverata nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. Ha riportato contusioni ed escoriazioni di vario genere oltre ad una botta in testa, all’origine, insieme all’alcol, di uno stato confusionale. Non è in pericolo di vita ma la prognosi resta riservata. La sua identità è stata scoperta solo nel pomeriggio di ieri, dopo che aveva fornito informazioni sconnesse e nomi diversi ai soccorritori. La ciclista è stata denunciata per guida in stato di ebbrezza. M.SAR.
CRONACAQUI Torino: far west al chiosco, ubriaco fa fuoco contro due clienti 11 Agosto 2010 - «Sembrava il Far West. C’era uno che sparava all’impazzata con una pistola». Lo raccontano, ancora sconvolti, alcuni pensionati che abitualmente trascorrono i pomeriggi estivi seduti su una panchina di piazza Manno, nel quartiere delle Vallette. «Ci portiamo un tavolino - dicono - e giochiamo a tresette». Un pomeriggio, quello di ieri, come tutti gli altri, almeno fino alle 18: «Ad un certo punto è arrivata un’auto - proseguono i pensionati -, chi la guidava l’ha parcheggiata al lato del chiosco ed è sceso. Non lo avevamo mai visto». Gli anziani, incuriositi, hanno interrotto la partita a carte: «Quel tipo urlava all’indirizzo di altre due persone che erano sedute al tavolino del chiosco. E’ stato un attimo. Non ha neppure dato il tempo a quei due di rispondere che ha estratto una pistola e si è messo a sparare. Cosa sia accaduto dopo non lo sappiamo, anche noi ci siamo riparati, benché fossimo abbastanza distanti». Le testimonianze non sono poche, il fatto è avvenuto in pieno giorno e a quell’ora piazza Manno è frequentata da molte persone. «Mi è sembrato che quell’uomo abbia sparato in aria, certamente non ad altezza d’uomo e le due persone che stavano vicino a lui sono scappate». C’è chi dice due colpi, chi di più, certo è che i cartellini che la polizia scientifica ha posto al suolo e che indicano le ogive ritrovate erano almeno cinque. «Si - aggiunge un pensionato che stava rincasando -, quello ha scaricato l’intero caricatore della pistola». Dopo gli spari l’uomo si è seduto taciturno su una panchina, ha posato l’arma e ha chiesto da bere al gestore del chiosco. Rapido l’intervento delle volanti della polizia, chiamate da alcuni testimoni, che sono arrivate sul posto e hanno fermato lo sparatore. Si tratta di Andrea Gallo, 40 anni, residente a Venaria reale, con precedenti per estorsione. Gallo si è fatto ammanettare senza opporre resistenza ma nell’interrogatorio che ne è seguito, non ha fornito spiegazioni su quanto accaduto.
L’uomo era, a quanto è stato riferito, in evidente stato confusionale, certamente ubriaco, forse anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Gallo è stato arrestato ed ora dovrà rispondere di numerose accuse, compreso il porto abusivo di arma da fuoco e di esplosione di colpi in luogo pubblico. per capire ciò che ha provocato l’azione del pregiudicato, gli agenti delle volanti si sono messi alla ricerca delle due persone contro le quali Gallo avrebbe rivolto la sua rivoltella. Nessuno però, almeno per il momento, ha saputo fornire nomi o descrizioni degli scampati. «Quel che è certo - riferiscono dalla polizia - è che Gallo non ha sparato per uccidere». Saranno le indagini, infine, a verificare se quei colpi siano stati rivolti verso l’alto perché il pistolero non era in sè oppure per graziare volutamente le due potenziali e per ora sconosciute vittime.
CORRIERE ADRIATICO Stupro a Capri, il Gip convalida il fermo Finisce in carcere il diciassettenne Napoli Violenza sessuale e lesioni. Con queste accuse il gip del Tribunale dei minori di Napoli, Piero Avallone, ha convalidato il fermo del diciassettenne napoletano accusato di aver stuprato una coetanea francese sull’isola di Capri, nella notte tra il 6 ed il 7 agosto scorsi. In conseguenza della convalida, nei confronti del ragazzo è stato emesso un ordine di custodia cautelare in un istituto penitenziario. Disposto così il suo trasferimento dalla struttura napoletana dei Colli Aminei, che funziona come centro di prima accoglienza per i minori, in un carcere minorile. L’udienza è durata un paio d’ore. In aula, insieme col gip Piero Avallone, il pm Patrizia Imperato, e i genitori del ragazzo. Secondo quanto riferiscono gli avvocati Lucio Cricrì e Alfredo Maria Serra, il diciassettenne ha risposto a tutte le domande del Gip del Tribunale dei Minori di Napoli. “A questo punto - spiegano i due legali - faremo le nostre valutazioni con la famiglia e stabiliremo le prossime mosse”. Contro il minore c’era stata, subito dopo il fatto, la denuncia della ragazza francese che ha lasciato l’isola il giorno dopo lo stupro. A incastrare il ragazzo ci sarebbero le immagini di una telecamera. Sarebbe stato visto allontanarsi con le mani insanguinate. La turista ha riportato una lacerazione, medicata dai sanitari dell’ospedale Capilupi di Capri con cinque punti di sutura. La convalida del fermo rappresenta, per Roberto Russo, assessore comunale di Capri, un altro capitolo di “una triste vicenda che ha segnato profondamente la vita di due famiglie e che ha reso in negativo la realtà della nostra isola”. In concreto, l’amministrazione isolana annuncia un potenziamento dei sistemi di sicurezza e di video sorveglianza. E soprattutto l’intensificazione dei controlli sulla vendita e sull’abuso di alcool da parte dei minori.
LA REPUBBLICA Stupro della turista americana I due accusati: "Era consenziente" I due ventenni che la ragazza ha indicato come violentatori si sono presentati spontaneamente in caserma con l’avvocato. Hanno fornito la loro versione di quanto accaduto sabato notte nella discoteca sotto Castel Sant’Angelo: "Non abbiamo abusato di lei". Per ora nessuna accusa di FEDERICA ANGELI Sono stati identificati i due giovani romani accusati da una turista americana di essere gli autori del suo presunto stupro. I due, 20 e 21 anni, si sono presentati spontaneamente ai carabinieri della compagnia San Pietro nel primo pomeriggio, accompagnati dall’avvocato. "Non abbiamo abusato di lei, era consenziente in entrambi i rapporti". Questa la versione dei due giovani che, dopo due ore di interrogatorio sono stati rilasciati senza nessuna accusa nei loro confronti. "Non è stato adottato nessun provvedimento cautelativo - ha dichiarato il generale Vittorio Tomasone, a capo del Comando Provinciale di Roma - i due sono stati segnalati alla procura, gli atti trasmessi al magistrato che valuterà la situazione". In pratica i due ragazzi avrebbero in qualche modo confermato i dubbi degli investigatori sul racconto che sabato notte la turista americana ha fornito all’uscita della discoteca estiva La Maison, sul greto del Tevere, sotto Castel Sant’Angelo. Dopo aver ballato tutti e tre insieme, la statunitense, completamente ubriaca, e il primo giovane, sono andati in bagno. E lì hanno avuto un rapporto sessuale, consenziente. Poi l’amico, vedendo la disponibilità della ragazza, ha cominciato a baciarla e i due avrebbero - secondo la versione del giovane - avuto un primo approccio dietro la consolle della pista da ballo. Il bacio stava "degenerando" al punto che, insieme, hanno poi deciso di andare anche loro in bagno e di consumare un rapporto. Al termine del quale sono tornati a ballare. Tutti e tre, come se nulla fosse stato. "Non avremmo mai immaginato di finire sotto accusa per violenza sessuale", hanno detto i ragazzi che nel pomeriggio hanno lasciato la caserma. A carico dei due, al momento non risulta nessun provvedimento giudiziario. Intanto proseguono le indagini. L’indagine Ieri mattina, negli uffici della compagnia dei carabinieri San Pietro, erano state ascoltate altre cinque persone. Un addetto alla security della discoteca e quattro ragazzi che sabato notte erano andati a ballare nel locale. L’audizione dei testimoni non ha però fatto luce sulle ombre e le ambiguità della vicenda, così come la "vittima" l’ha raccontata. I quattro giovani hanno infatti raccontato ai militari diretti dal capitano Gabriele De Pascalis di aver visto queste turiste americane completamente ubriache. Ma della violenza nessuno ha visto nulla. E l’addetto alla sicurezza, dal canto suo, è pronto a giurare che lui non ha visto nessuna coppia entrare nel bagno chimico indicato dalla statunitense né di aver sentito urla o richieste di aiuto nell’orario indicato. Il racconto della ragazza Il racconto della ventenne dell’Ohio, arrivata a Roma sabato pomeriggio da Napoli, dove frequenta un tirocinio per diventare badante dei figli dei soldati americani, da subito ha lasciato perplessità negli investigatori. Dopo aver bevuto cinque birre la giovane, come ha dichiarato nella denuncia, ha ballato con i due amici in maniera piuttosto "ravvicinata". Poi insieme sono andati nel bagno chimico e, prima uno e poi l’altro, avrebbero abusato di lei. A suo dire, i rapporti completi, non erano consenzienti. Tuttavia dopo gli stupri la statunitense è tornata in pista a ballare con i due coetanei ed è rimasta con loro un’altra mezz’ora. Infine: il referto medico del Santo Spirito, dove la ventenne è stata sottoposta a una visita ginecologica, non ha rilevato "alterazioni delle parti intime né lacerazioni".
EMERGENZA ALCOLISMO COLPI DI FUCILE CONTRO LA COGNATA ED IL CONVIVENTE, ARRESTATO CAMIONISTA UBRIACO NOCERA INFERIORE Ieri sera a Nocera Inferiore, alle ore 23.00 circa, i militari del dipendente N.O.R. hanno arrestato in flagranza di reato Senatore Vincenzo, nato il 30.05.1974 a Nocera Inferiore, camionista, pregiudicato per tentato omicidio, minaccia e resistenza a P.U., ricettazione e detenzione di armi clandestine. Il predetto, alle antecedenti ore 21.15 circa, in stato di ebbrezza etilica, dalla via Pietro De Concilis ha esploso diversi colpi di arma da fuoco con un fucile Beretta calibro 12 all’indirizzo della cognata V. A., nata il 1972 a Nocera Inferiore e del marito convivente V. B., nato il 1965 a Nocera Inferiore, attraverso il balcone della loro abitazione ubicata al primo piano della citata strada. I due coniugi, intenti a guardare la televisione in compagnia dei loro due figli minorenni, appena udito il primo sparo, che ha danneggiato la tenda del balcone ed alcuni mobili, si sono lanciati a terra evitando di essere colpiti dai successivi colpi. Sul posto si sono portati i militari del dipendente N.O.R. che, dopo aver ingaggiato una breve colluttazione, hanno bloccato il Senatore mentre era intento a caricare un pistola cal. 38 special, nascosto a bordo della propria autovettura Citroen Picasso. Le due armi, sottoposte a sequestro, sono entrambe con matricola abrasa. Il motivo del gesto del Senatore è dovuto ad un presunto tradimento patito ad opera della moglie convivente e del quale la cognata V. A. ne sarebbe stata a conoscenza, coprendolo. Nessuna persona coinvolta nell’evento è risultata ferita. L’arrestato, espletate le formalità di rito ed i rilievi foto dattiloscopici, è stato tradotto alla Casa circondariale di Salerno a disposizione dell’A.G. informata.
RIVIERA24 Sanremo, merce contraffatta e guida in stato d’ebbrezza:doppio intervento della Polizia Municipale Sanremo (…) Nella prima mattinata di oggi invece, a seguito di incidente avvenuto in c.so Garibaldi, sempre la Polizia Municipale fermava e identificava una persona in evidente stato di ebbrezza. L’uomo, un sanremese di 38 anni, L.G., dopo aver investito con la propria vettura una persona all’altezza del Palafiori, abbandonava il mezzo al centro della carreggiata allontanandosi barcollando dal luogo. La scena non sfuggiva all’addetto al controllo della Centrale Operativa del Comando che seguendo con la telecamera letteralmente passo passo l’individuo, avvisava alcuni colleghi che si trovavano in zona. Gli stessi agenti trovavano la persona all’interno di un bar di c.so Cavallotti e provvedevano, non senza difficoltà, ad accompagnarlo presso il Comando. Qui l’uomo veniva identificato e dopo gli accertamenti del caso, veniva denunciato a piede libero per omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. di Redazione 11/08/2010
IL GAZZETTINO Venezia. Ubriaco, picchia il suo cane e insulta i carabinieri: arrestato 34enne (*) I militari erano stati chiamati dagli avventori di un bar perché l’uomo maltrattava chiunque incontrasse sulla sua strada VENEZIA (11 agosto) - Ubriaco ha maltrattato il suo cane e per questo è stato arrestato dai carabinieri di Mestre. I militari erano intervenuti perché M.S., 34 anni, di Noale, già noto alle forze dell’ordine, in evidente stato di ebbrezza alcolica maltrattava chiunque incontrasse sul proprio cammino. In un primo momento sono stati il proprietario e gli avventori di un bar del centro del comune veneziano a chiamare il 112, per segnalare il comportamento dell’uomo che se ne andava in giro con il suo pitbull, urlando frasi sconnesse nei confronti di tutto e tutti, prendendosela anche con l’animale. Giunti sul posto i carabinieri hanno rintracciato l’uomo sorprendendolo mentre stava maltrattando il cane, trascinandolo per le zampe e picchiandolo con durezza. I militari sono intervenuti tentando di far desistere l’uomo a proseguire nel maltrattamento ma sono stati "investiti" di insulti. Poi M.S. ha tentato di colpirli ma i carabinieri, nel frattempo raggiunti da una pattuglia di rinforzo, l’hanno bloccato e condotto con difficoltà in caserma dove è stato arrestato. Il cane, dolorante e sofferente per il trattamento ricevuto, è stato invece affidato ad un veterinario che gli ha somministrato un antidolorifico inframuscolo, riservandosi maggiori accertamenti dopo una completa visita. L’animale è stato poi ricoverato in una casa di accoglienza per animali. (*) Nota: quello che accade agli animali prima o poi accadrà anche agli uomini. (Proverbio sioux).
WINENEWS Roma - 11 Agosto 2010 PRESENTE NEL VINO ROSSO, NELL’UVA E NEI MIRTILLI, IL RESVERATROLO PROTEGGE GLI OCCHI DALLE MALATTIE: LO DICE UNO STUDIO DELLA WASHINGTON UNIVERSITY SCHOOL OF MEDICINE DI ST. LOUIS Il resveratrolo, composto naturalmente presente nel vino rosso, nell’uva e nei mirtilli, blocca la crescita dei vasi sanguigni “cattivi”, inibendo lo sviluppo di diverse malattie oculari. Le nuove proprietà della sostanza, già conosciuta per le sue caratteristiche preventive nei confronti di tumori, aterosclerosi e invecchiamento cellulare, emergono da uno studio realizzato dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis e pubblicato sull’“American Journal of Pathology”. In particolare, i ricercatori hanno rilevato che il trattamento a base di resveratrolo inibisce la crescita dei vasi sanguigni patogeni negli occhi grazie all’attivazione delle proteine sirtuine: “i risultati di questo studio - sottolineano i ricercatori - potrebbero avere un impatto significativo sulla comprensione delle malattie angioproliferative oculari, come la degenerazione maculare”.
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