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Francia, motociclisti e ciclomotoristi finalmente in fondo alla classifica della mortalità
Secondo i dati provvisori del 2010, -19% delle vittime tra i biker e
-8% tra i 50cc

Una ricetta da copiare
 



(ASAPS) PARIGI, 29 dicembre 2010 – La Francia continua a vedere al ribasso la mortalità sulle proprie strade e anche le due ruote, per la prima volta, evidenziano segni di un forte decremento. Secondo un bilancio provvisorio dell’Osservatorio Interministeriale della Sicurezza Stradale (ONISR), articolato su uno studio dei dati relativi ai primi 10 mesi del 2010, il numero di utenti rimasti uccisi mentre si trovavano alla guida di veicoli con cilindrata maggiore ai 50 cm3 si sarebbe ridimensionata del 19% in rapporto allo stesso periodo del 2009. In calo anche le vittime tra i ciclomotoristi, che hanno fatto segnare un decremento dell’8%
Resta da capire quanto le condizioni climatiche abbiano inciso nel così deciso miglioramento sull’aspettativa di vita per queste categorie di utenti; infatti, è pur vero che questi dati vano ricompresi in una tendenza generale, ma è altrettanto vero che la media complessiva di riduzione della mortalità è al momento ferma a -6%.
Gli esperti invitano alla cautela e spiegano che l’andamento deve essere considerato per quello che è: una tendenza. Ovviamente, una proiezione che dice molto di quello che la Francia si troverà a commentare all’inizio del 2011, quando i dati complessivi relativi al 2010 diventeranno noti. Secondo Jacques Bolle, presidente della Federazione Motociclistica Francese (FFM), la pubblicazione di questi dati “sfata l’opinione comune di chi dice che i motociclisti sono una categoria irresponsabile, senza speranza. Proprio ora che il numero di veicoli a due ruote continua ad aumentare, ecco i segnali di un regresso della mortalità. Speriamo – conclude Bolle – che questo calmi i nostri detrattori”.
È però oggettivamente difficile che mesi ostili, da un punto di vista climatico, come gli ultimi due dell’anno possano invertire una tendenza che, a nostro parere, pare ormai consolidata. Dunque: è merito del clima? Di una politica repressiva condotta a tamburo battente? Di molte strade messe in sicurezza grazie anche alla combattività di associazioni come la Federation Française de Motards en Colère (FFMC) – la federazione francese dei motociclisti in collera? O, come speriamo, di una effettiva presa di coscienza collettiva?
È probabile che sia merito di una politica complessiva, ragionata, adattata alla contingenza, applicata alla necessità grazie a osservatori e organismi interessati solo alla tutela della vita e non alla vendita di un determinato prodotto. (ASAPS)


 

Mercoledì, 29 Dicembre 2010
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