SAVONANEWS Finale: tentato omicidio nella notte, grave milanese Accoltellamento in un appartamento in località S. Bernardino, arrestato pregiudicato trentasettenne Tentato omicidio, nella notte, in un appartamento di via Uso di Mare, in regione San Bernardino, sulle alture di Finale Ligure. Due turisti milanesi, in preda ai fumi dell’alcol, hanno iniziato a litigare per futili motivi, mentre un terzo loro amico stava dormendo. Ad un certo punto uno dei due si è armato di un coltello di grosse dimensioni ed ha colpito con un fendente al torace l’amico. Immediatamente è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza che ha trasportato un quarantaquattrenne all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure dove si trova ricoverato in prognosi riservata. I carabinieri giunti sul posto, dopo aver ricostruito i fatti, hanno arrestato Gabriele Catalano, 37 anni, pregiudicato milanese. E’ accusato di tentato omicidio ed ora è a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro.
LA PROVINCIA DI VARESE lonate pozzolo I genitori gli negano i soldi per comprarsi da bere Lui li aggredisce e distrugge la casa: arrestato
Picchia i genitori e distrugge casa: trentenne arrestato per maltrattamenti e minacce dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Busto.
Il fatto è avvenuto a Lonate Pozzolo nella tarda serata di lunedì; l’uomo è rincasato completamente ubriaco e avrebbe chiesto ai genitori (la madre ha 48 anni il padre ne ha 62) dei soldi per poter continuare a bere. Di fronte al diniego paterno il trentenne ha dato in escandescenza. Un copione purtroppo non nuovo nella villetta in centro a Lonate dove la famiglia di origine crotonese risiede da sempre e dove il trentenne è tornato a vivere da due anni circa. Da quando, cioè, si è interrotta una lunga relazione amorosa sfociata in una tormentata convivenza. Anche la ex compagna del trentenne, infatti, l’aveva già denunciato per maltrattamenti; la ragazza aveva subito botte e sfuriate per qualche mese poi aveva interrotto il fidanzamento denunciando l’ex compagno e ottenendo a carico di quest’ultimo il divieto di avvicinarlesi. Il giovane, non riuscendo a superare il fallimento della storia d’amore, si sarebbe attaccato ancor più alla bottiglia acuendo i già presenti problemi di abuso di alcol. Dal suo ritorno a casa la sua rabbia (già presente a livello caratteriale) sarebbe aumentata in modo esponenziale. I genitori venivano vessati quasi quotidianamente; per due anni hanno vissuto con un figlio spesso ubriaco e pronto ad esplodere ad ogni minimo no. Prima fra tutti il divieto di ricorrere agli alcolici per sfuggire ai problemi. Ad ogni no seguiva una sfuriata, sino ad arrivare all’altro ieri sera. Il trentenne, già molto ubriaco, avrebbe chiesto soldi per poter bere ancora. I genitori si sono opposti e lui ha perso il controllo. Prima ha distrutto la casa accanendosi su mobili e suppellettili, poi ha picchiato sia la madre che il padre, accanendosi contro quest’ultimo che cercava disperatamente di sottrarre la consorte alla furia del figlio. Nel parapiglia le due vittime sono riusciti a chiamare i carabinieri. L’arrivo dei militari è stato provvidenziale. Il trentenne stava ancora dando in escandescenza quando i carabinieri sono entrati nell’abitazione. L’uomo pareva implacabile; alla vista degli uomini dell’Arma si è, se possibile, arrabbiato ancora di più. Nonostante i carabinieri l’abbiano bloccato, il lonatese ha cercato più volte di colpire ancora il padre con calci e pugni. Non riuscendo a raggiungere lo scopo l’ha insultato gridando come un pazzo minacciando di fargliela pagare, di ammazzarlo alla prima occasione. (*)
I militari hanno fatto scattare le manette contestando i reati di maltrattamento e minacce in piena flagranza essendosi consumati davanti ai loro occhi. Il pm titolare dell’inchiesta Raffaella Zappatini ha già chiesto la convalida dell’arresto. (*) Nota: le bevande alcoliche sono anche questo. Purtroppo.
BRESCIA OGGI
L’INCHIESTA. Ultimata l’indagine commissionata dal Comune di Vobarno su trecento ragazzi dagli 11 ai 16 anni. Argomento: le devianze Giovanissimi a rischio tra alcol e web La metà beve già in prima media Droga: molti ne ignorano i danni Internet? Si usa liberamente e senza alcun controllo dei genitori Che gli adolescenti bresciani si ingozzino di Facebook e chat per buona parte della giornata, come i coetanei di mezzo mondo, si poteva intuire. Più inquietante sapere che uno su quattro incontri abitualmente persone conosciute in rete, che «navighi» dove e come vuole. Tanto non temono il controllo dei genitori, che non sanno proprio dove sia il Nord di quel «mare» a loro sconosciuto. Basta dirgli che si stanno facendo i compiti. E così l’80% delle mamme e dei papà non lancia mai (o raramente) uno sguardo alle icone in basso al monitor, lasciando navigare il proprio figlio. Lontano dal mondo reale. Lontano da loro. E’ uno degli aspetti choc che emergono dalla puntuale indagine sulle «dinamiche di devianza comportamentale autoriferita» commissionata dall’amministrazione comunale e dal dirigente scolastico di Vobarno (rispettivamente nelle persone dell’assessore Valeriano Buffoli e Mara Lusenti) a due esperti in materia, quali il professor Carlo Alberto Romano (docente di Criminologia all’università statale di Brescia) e Valentina Berna. Ci sono altri aspetti che vale la pena approfondire: dal fatto che la prima bevuta per un ragazzo su due viene fatta già in prima media, al fatto che un ragazzo su tre pensa che non sia affatto un problema uscire dalla dipendenza dalla droga. L’INDAGINE. E’ stata condotta su 324 ragazzi (176 maschi e 148 femmine, tutti tra gli 11 e i 16 anni) frequentanti scuole medie e il biennio delle superiori tra Valsabbia e Valtenesi. Da aprile scorso ad ottobre sono stati somministrati dei questionari in forma assolutamente anonima che i ragazzi hanno compilato con la supervisione degli insegnanti. Negli ultimi due mesi il professor Romano ha provveduto ad elaborare i dati. Il quadro che ne risulta è quello accennato nell’incipit dell’articolo: la quasi totalità degli intervistati (96%) usa il computer e lo usa a casa (92%), prevalentemente per andare navigare in internet (81%) e chattare (71%). Lo fa senza che i genitori lo controllino (il 31% addirittura dichiara di non essere mai controllato): solo un 12% ammette che i genitori lo osservano spesso (un risicato 5% risponde “sempre”). Tra i teenagers adoranti Facebook e Messanger, il 60% ha fatto e fa nuove amicizie in rete. Al 12% capita spesso di incontrare nuovi amici conosciuti in rete, mentre un 5% lo fa sempre. Aspetto non secondario riguarda anche l’abuso nell’utilizzo del cellulare, posseduto dal 93% degli intervistati. Ebbene, l’8% sta al telefono più di tre ore al giorno, mentre un 18% da una a tre ore. GLI ALTRI RISCHI: ALCOL E DROGA. La prima assunzione di bevande alcoliche, per un ragazzo su due, avviene già in prima media (almeno lo è per 35 degli 86 intervistati). Una media rappresentativa e allarmante, che schizza al 76% in prima superiore, dove si estingue la differenza tra maschi e femmine. «Un ragazzo su quattro purtroppo dichiara di non sapere che l’alcol porta alla dipendenza» commenta il professor Romano. Altra grande problematica riguarda l’assunzione di droghe. «Anche se solo un 6% dichiara di farne uso, forse per timore nel dare la risposta, un altro significativo 40% afferma di conoscere coetanei che la usano». Il grave problema anche qui è la mancata percezione del danno e del rischio: «il 30% sostiene che non è un problema smettere». Eppure i ragazzi si dicono abbastanza informati sulla questione droghe (anche se un 20% ha ancora dubbi) grazie a genitori, insegnanti ed educatori. Una fonte, quest’ultima, ritenuta particolarmente attendibile, «segno che i programmi di prevenzione funzionano». ISTRUZIONI AI GENITORI. «Questa indagine si prefigge di individuare anche alcune strategie che genitori ed educatori devono adottare - commenta Romano -: innanzi tutto servono dei programmi di educazione dei genitori all’uso appropriato di internet, perché sono loro che devono decidere tempi e modi: devono ricordargli di non scaricare materiale sospetto, di diffidare dalle nuove amicizie, di non mettere in rete fotografie e informazioni personali. I genitori devono capire che il computer presenta alte componenti di rischio e non serve solamente a fare i compiti».
LA PROVINCIA DI LECCO nella notte Quattro balordi si scatenano contro la Basilica Calci e pugni contro la porta laterale utilizzando pure un cartello stradale, subito fermati
Calci e pugni alla porta laterale della Basilica. Poi il tentativo di sfondarla utilizzando anche un segnale stradale, un palo con i cartelli di divieto di sosta sopra, usato a mo’ di ariete. Il tutto scongiurato da due volanti della Polizia di Stato e da un’altra pattuglia appostata ai piedi della scalinata di San Nicolò. Il tutto la Notte Santa, ovvero la Notte di Natale, che quattro giovani ubriachi hanno pensato bene di concludere in “bellezza” con questa bravata che nemmeno loro hanno saputo spiegare. Perché da spiegare c’è ben poco. Facciamo un passo indietro, ora che le cose, a tre giorni di distanza, sono venute a sapersi: sono le 2,15 del 26 dicembre, ma per tutti è ancora la notte di Natale, quando i residenti di via San Nicolò cominciano a sentire dei semplici schiamazzi. In strada quattro giovani dell’apparente età di 20-25 anni, in evidente stato di alterazione alcolica. Sbronzi persi, tanto per intenderci. Salita la scalinata della porta laterale di accesso alla Basilica di San Nicolò i primi calci alle due ante di legno. Poi gli spintoni, le vere e proprie cariche per tentare di aprirla. Inutili perché dietro due robusti ferri impediscono lo sfondamento. Allora l’intelligente pensata: quella di svellere un cartello stradale dalla pavimentazione in porfido e usarlo come ariete medioevale contro la porta. Ma a questo punto i residenti svegliati dal trambusto reagiscono chiamando il 113. In un attimo la zona viene circondata da due pattuglie della Polizia di Stato e da una dei Carabinieri che pongono immediatamente fine alla patetica sceneggiata. I quattro, secondo i testimoni oculari della vicenda, non oppongono resistenza visto lo stato in cui versano e si fanno accompagnare in caserma. I loro vandalismi natalizi per quest’anno sono finiti, ma chissà quanto ci rimetteranno a tornare in azione visto che dai racconti raccolti poche ore dopo l’accaduto, alcuni di questi ragazzi non sono nuovi a “bravate” del genere. L’alcol, poi, si sa, è sia un ottimo compagno per nottate noiose sia un’ottima scusa per commettere vandalismi di ogni genere. Ma se tutti quelli che alzano il gomito pensassero di “assaltare” la Basilica di San Nicolò nella notte più santa dell’anno?
ANSA ROMA: ALLA GUIDA UBRIACO E SOTTO EFFETTO DROGA. ARRESTATO (ASCA) - Roma, 30 dic - Questa notte i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma, al termine di un inseguimento avvenuto lungo le vie del Centro Storico della Capitale, hanno arrestato un romano di 42 anni, gia’ conosciuto alle forze dell’ordine, con le accuse di violenza, resistenza, oltraggio, lesioni a pubblico ufficiale e guida sotto l’effetto di alcool e droga. L’uomo, alla vista delle pattuglie che gli hanno intimato l’alt, anziche’ fermarsi, ha accelerato tentando di investire i Carabinieri, per poi proseguire la fuga verso Piazza Venezia. Ne e’ nato un breve inseguimento che e’ terminato in via del Plebiscito. Una volta sceso dall’auto, ha tentato nuovamente di opporsi al controllo aggredendo i carabinieri, ma e’ stato bloccato ed ammanettato. I militari, a causa delle lesioni riportate nella zuffa, sono dovuti ricorrere alle cure mediche mentre l’arrestato, trattenuto in caserma, sara’ processato con rito direttissimo.
IL GAZZETTINO (Vicenza) Picchia la compagna, rumeno arrestato L’uomo, che ha aggredito gli agenti della Volante chiamati dalla donna, è accusato di maltrattamenti
Per due volte, nell’arco di poche ore, ha picchiato la convivente, dalla quale ha avuto una bambina pochi mesi fa. E dopo il secondo episodio ha successivamente aggredito gli agenti delle volanti di Vicenza, che l’hanno arrestato. Per questo motivo, d’intesa con il pubblico ministero, Marco Peraro, il romeno Dumitru Catalin Bronzei, 38 anni, residente in città, di professione badante, è finito in carcere al San Pio X con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. La donna, una moldava di 31 anni, regolare in Italia, anche lei badante, è invece dovuta ricorrere alla cure dei sanitari dell’ospedale: dopo le cure dei sanitari è stata dimessa con una prognosi di cinque giorni. Già nell’autunno 2008 l’uomo era finito in carcere per gli stessi motivi, dopo aver picchiato la donna, che però l’aveva poi perdonato, regalandogli anche una figlia tre mesi fa. Il primo dei due nuovi episodi si riferisce alla notte tra lunedì e martedì quando l’uomo, dopo essere rientrato a casa alticcio, aveva svegliato la bambina e colpito con un pugno la donna, che aveva chiesto aiuto al 113. Sul posto erano intervenute le volanti, che avevano riportato la calma e il romeno era andato a dormire. La mattina successiva la moldava era andata al lavoro e al suo rientro ha trovato il compagno ancora a casa, che la attendeva per riprendere la discussione, presto degenerata: dopo un violento schiaffo la donna ha richiamato il 113 e gli agenti a loro volta sono poi stati aggrediti verbalmente dal romeno, che è stato bloccato e portato in carcere.
IL GAZZETTINO (Pordenone) AVIANO Pordenonese bloccato ieri notte a Barcis e denunciato Pipì sull’auto dell’Arma Il militare tenta di identificarlo. Fuga in Land Rover a Piancavallo
Ha sfidato l’Arma facendo pipì contro il paraurti della Panda 4x4 dei carabinieri che presidiano il polo sciistico di Piancavallo, mentre i suoi due amici ridevano a crepapelle. Poi è salito sul suo fuoristrada, un Land Rover Defender, ignorando il carabiniere che tentava di identificarlo, divincolandosi quando ha cercato di trattenerlo per un braccio e allontanandosi a bordo della jeep. È successo ieri notte. Il militare aveva lasciato l’auto di servizio davanti al Bar Roncjade perchè cercava una persona all’interno del locale, quando M.H., classe 1979, di Pordenone, ha urinato contro la macchina dell’Arma. Il trentunenne si è poi allontanato assieme ai due amici: A.Z., 26 anni di Sacile e A.B., 29, di Roveredo in Piano. Ne è nato un inseguimento che ha spinto il fuoristrada verso Collalto, con il carabiniere alle spalle alla guida della Panda. Ma la strada, innevata, era chiusa e la jeep ha fatto retromarcia tornando a Piancavallo, per poi imboccare la strada che porta al lago di Barcis. A quel punto il militare, ancora all’inseguimento, ha allertato il 112. Una pattuglia della stazione di Cimolais ha atteso i fuggitivi a valle, sbarrando il passaggio con la macchina sistemata di traverso. M.H. ha dovuto fermarsi per non sfondare il posto di blocco. Sottoposto all’etilometro, è risultato positivo: un tasso di circa 1 g/l, sotto la soglia in cui scatta il sequestro del mezzo. Le conseguenze sono comunque pesanti. Gli è stata contestata la guida in stato di ebbrezza e ritirata la patente; verrà denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, per oltraggio e perchè si è sottratto all’identificazione. Nella segnalazione che sarà inviata in Procura dai carabinieri della stazione di Aviano, figurerà anche l’imbrattamento dell’auto con la pipì e l’ubriachezza in luogo pubblico, 103 euro di contravvenzione che verrà estesa anche ai due amici che lo accompagnavano. (*) (*) Nota: ride bene chi ride ultimo.
LA PROVINCIA DI VARESE Urta un motorino e fugge Ma gli agenti la trovano
GALLARATE (ri.s.) Prima ha investito un uomo in motorino, quindi è scappata. Ma alla fine si è trovata di fronte la polizia locale, che l’ha denunciata per omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. Protagonista della vicenda una donna di 32 anni che lunedì ha investito un uomo che viaggiava in motorino lungo via Praderio. Invece di fermarsi a soccorrere il malcapitato, che fortunatamente ha riportato solo ferite lievi, è fuggita, sperando di riuscire a far perdere le sue tracce. Ma non ha fatto il conto con il fatto che la sua auto portava le insegne di una nota pizzeria d’asporto. Ed è proprio lì che gli agenti della polizia locale l’hanno rintracciata, sottoposta ad alcol-test e denunciata a piede libero.
ROMAGNAOGGI.IT Ravenna, il settore vitivinicolo regge
RAVENNA - Il 2010 è stato un anno caratterizzato da una profonda crisi globale. Crisi che ha toccato anche il comparto agricolo, nella Provincia di Ravenna, mantenendo i prezzi alla produzione a livelli bassi con andamento altalenante basti pensare ai prezzi dei cereali degli ultimi anni che, spesso, non coprono i costi di produzione. L’assessore Asioli afferma: "il settore è ancora attivo e vitale nonostante il prezzo delle uve non abbia subito un rialzo tale da giustificare una serie così numerosa di interventi con dimensioni anche ragguardevoli". "Nel comparto vitivinicolo- precisa l’assessore provinciale all’agricoltura Libero Asioli - sono state applicate nella provincia di Ravenna tutte le misure di sostegno previste dalla comunità europea, compresa l’assicurazione del prodotto che si estrinseca attraverso un contributo sul premio assicurativo delle polizze di copertura per eventi calamitosi che potrebbero danneggiare o distruggere il prodotto. Le richieste di contributo per estirpazioni a premio sono state anche quest’anno molto numerose : 342 per una superficie di oltre 500 ettari . Questa misura trova una sua efficacia e validità dove vengono estirpati vigneti obsoleti o per quelle aziende a indirizzo produttivo troppo diversificato. Il dato però più interessante del settore vitivinicolo è il numero di richieste di contributo per la misura di ristrutturazione, 222 domande per una superficie di circa 290 ha, dato che merita alcune considerazioni e riflessioni. Il ricorso alla misura della ristrutturazione, dopo l’elevata adesione dei primi anni (2000-2005) di cui sono stati beneficiari soprattutto i produttori della zona collinare, sull’onda di un interesse maturato dai consumatori per i vini rossi e per il contributo elevato, ha visto una forte flessione nella campagna 2006/7, ( 111 aziende) dovuta probabilmente al crollo dei prezzi delle uve del 2004/5 per poi riprendersi fino alle attuali 222 aziende. I maggiori benefici sono andati alle aziende di pianura, dove oltre allo storico Trebbiano romagnolo, vengono piantati altri vitigni quali il Pinot Bianco, lo Chardonnay il Pignoletto ed il Merlot. E questo grazie anche all’innalzamento del contributo erogato e per la richiesta delle cantine di diversificare il prodotto. Questo risultato è il segnale che il settore è ancora attivo e vitale nonostante il prezzo delle uve non abbia subito un rialzo tale da giustificare una serie così numerosa di interventi con dimensioni anche ragguardevoli". "Una prima considerazione che mi vien da fare - continua Asioli - è che nonostante l’opinione diffusa, ma solo in parte vera " il vino di qualità si produce in collina," con i prezzi di liquidazione delle uve attuali risulta più enumerativa la viticoltura di pianura,grazie alle produzioni più elevate ed ai costi inferiori. Va poi detto che i gusti dei consumatori mutano rapidamente. Oggi si preferisce vino con minore gradazione alcolica, più beverini bianchi o rosati; si pensi che la CE con la riforma dell’OCM vino autorizza anche la commercializzazione di vini a bassissima gradazione alcolica (precedentemente sotto i 9° di alcol non poteva chiamarsi vino) anche aromatizzati con aggiunta di frutta. Inoltre, nonostante gli sforzi dei Consorzi di Tutela di innalzare la qualità dei prodotti DOC e DOCG, i costi elevati e il conseguente prezzo di mercato di questi vini,fanno registrare per questi vini un calo nell’interesse del consumatore medio e quindi conseguenti difficoltà nelle vendite. Ultimamente, come detto, si tenta di diversificare la produzione con altre varietà di uve, soprattutto bianche, entrando spesso in concorrenza con altre realtà produttive che stanno cercando con ogni mezzo di tutelare le loro denominazioni. Ma visto che i nostri prodotti spesso sono assai più concorrenziali nel prezzo, si dovrà insistere su questa strada , anche attraverso un rinnovato miglioramento genetico, penso al nostro vitigno più diffuso(il Trebbiano romagnolo), tipico della nostra pianura ravennate, cercando di ottenere prodotti con più alto valore aggiunto". "In definitiva il settore - conclude Asioli - si mantiene interessante nonostante la soppressione di alcune misure di sostegno previste dalla vecchia OCM, quali il magazzinaggio privato e la distillazione facoltativa e si sta riorganizzando per continuare a competere su un mercato ogni giorno più difficile".
CORRIERE DEL TRENTINO Così trattavano gli immigrati trentini «Sono sporchi, ubriachi, incivili»
Gli auguri del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, hanno avuto come prologo un momento dedicato alla parola e più precisamente alla poesia dialettale. Renzo Fracalossi e Fabrizio da Trieste, anime del club Armonia, si sono alternati raccontando momenti natalizi legati alla tradizione trentina. Fracalossi, poi, ha acceso una luce su come venivano descritti i trentini che andavano a lavorare all’estero. Di seguito pubblichiamo il brano letto dal presidente del club Armonia. L’auspicio è che possa far riflettere politici e cittadini. «Gli occhi roteanti ed i capelli scuri, sono incivili, insolenti, aggressivi. Cantano fino a notte inoltrata le loro sonore, lunghissime melodie, gridano come indemoniati durante i loro giochi nazionali. Sono pericolosi e pronti ad usare il coltello come arma e col coltello rispondono anche a lievi offese. (…) Non basta mai il numero degli agenti di polizia per tenerli a bada. Conducono una vita immorale, specie le donne (immigrate da sole!). Rubano, sono sporchi, malvestiti, sputano per terra. Mandano i bambini a mendicare, addirittura vicino alla stazione ferroviaria, dando un’immagine negativa ai viaggiatori in arrivo. Le nostre erano cittadine agiate, da quando sono arrivati loro si sono trasformate in veri e propri covi di mendicanti. Sono rumorosi, sporchi, scialacquatori, immorali, passionali, litigiosi, violenti e spesso ubriachi, tanto quanto i nostri cittadini sono tranquilli, parsimoniosi, moralmente integri, probi, assennati, parchi e tutt’altro che rozzi. (Tratto da: «Dal Trentino al Voralberg. Storia di una corrente migratoria fra Ottocento e Novecento» a cura di Karl Heinz Burmeister e Robert Rollinger. Articolo apparso sul «Bludenzer Volksblatt» nel 1875).
LA NAZIONE (Firenze) Niente divieti, Palazzo Vecchio s’appella al buonsenso
IL RESTO DEL CARLINO (Imola) A Capodanno festa, ma con prudenza Il medico: «Attenti ad alcol e botti’»
LA REPUBBLICA ubriachi in centro vigile aggredito
LIBERTA’ Ubriaco infastidisce i passanti e danneggia un’auto della questura
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